[Redditolavoro] Fw: Squadrismo Sionista

procomta ro.red at libero.it
Thu May 31 20:59:32 CEST 2012





Se lo squadrismo sionista usa penna e manganello,

occorre riscoprire l'attualità e l'universalità dell'antifascismo

contro le ideologie razziste




Un nostro compagno ci ha girato un articolo apparso sul sito della Comunità 
Ebraica  con l'eloquente titolo "Processo a Israele in Municipio" a firma di 
Fabio Perugia. L'articolista apre il suo pezzo con la domanda: Mentre 
Israele celebra la sua fondazione, i palestinesi ricordano la 'Nakba', la 
cacciata. Ma perché ospitare un processo politico contro lo Stato ebraico in 
un Municipio di Roma?

La risposta viene spontanea: perché, caro Perugia, siamo in Italia, a 
Cinecittà, e non in Israele dove purtroppo ricordare la Nakba è reato. Qui 
in Italia se ne può parlare liberamente  anche in un Municipio. E nonostante 
una legge liberticida, molti palestinesi ed israeliani democratici 
quest'anno hanno ricordato in Palestina la tragedia della nakba, in alcuni 
casi in manifestazioni comuni.

Prendiamo come spunto questo bruttissimo articolo del sito della Comunità 
Ebraica di Roma  per aprire una riflessione più ampia; chi volesse leggere 
l'articolo può farlo cliccando su: 
http://www.romaebraica.it/una-ricorrenza-al-contrario/#more-7219



Simili articoli e prese di posizione isterici ed oltranzisti sono 
sintomatici: gli autori  manifestano tutta la loro grettezza, senza alcun 
pudore, proprio perchè si sentono legittimati. Ci sono diversi  siti (come 
quello di "Informazione Corretta") che quotidianamente monitorano giornali, 
televisioni e siti web, e laddove riscontrano posizioni difformi, e non in 
linea con le loro sensibilità politiche sioniste, si scatenano in violente 
campagne diffamatorie. L'accusa di essere un antisemita è stata affibbiata, 
da questi custodi della verità, a chi rileva quanto sia ingiusta e dura la 
condizione dei palestinesi sotto l'occupazione israeliana. Fiamma Nirenstein 
e Dimitri Buffa sono arrivati a chiamare in causa l'antisemitismo nei 
confronti di quanti denunciavano la barbarie dell'operazione "Piombo fuso" 
contro la striscia palestinese di Gaza.




Non è follia e non sono operazioni gestite da quattro invasati. Da tempo 
denunciamo che a partire da Israele  per finire nelle comunità ebraiche in 
giro per il mondo, il sionismo ha preso in ostaggio la radice culturale 
ebraica, pretendendo di rappresentarla in toto. Lo abbiamo fatto con un 
convegno sul sionismo il 29 novembre del 2009, diventato poi un libro: 
"Palestina, una terra cancellata dalle mappe. Dieci domande sul sionismo". 
Secondo queste correnti reazionarie, l'ebraismo coincide con il sionismo e 
con la politica di Israele, un assioma pericoloso e falso.

Questo postulato è tutto interno alla corrente sionista, oggi tragicamente 
egemone non solo tra le comunità ebraiche e tra i cittadini israeliani, ma 
anche tra chi non è israelita, come buona parte della classe politica 
europea e statunitense. Ci sono sionisti tra gli estremisti evangelici 
americani, nella stessa Associazione Amici d'Israele o addirittura 
nell'associazione Sinistra per Israele.

Fassino, Napolitano,Gianfranco Fini, Bertinotti, Vendola e Alemanno  non 
sono ebrei ma sono sicuramente sionisti o molto, molto compiacenti verso il 
sionismo, molto di più di ebrei e cittadini israeliani come Warschawski, 
Ilan Pappè e Aaron Shabtai, che denunciano la politica sionista israeliana.




Il sionismo è un'ideologia politica nata all'interno dell'élite borghese 
della diaspora ebraica, un'élite che nel tempo ha rinnovato la sua alleanza 
con le cancellerie occidentali sostituendosi ad esse nella funzione di 
controllo dell'intera mezzaluna araba.

Questa simbiosi dialettica, con gli interessi degli imperialismi europei e 
statunitensi, ha fatto sì che  l'ideologia sionista sia divenuta un elemento 
"culturale ed ideologico" preminente nelle relazioni politiche anche nel 
nostro paese.  I quattro invasati, i coloni, i giovani delle colline, i 
picchiatori della LED e i giornalisti con tendenze anti-democratiche, con i 
loro eccessi  fanno il lavoro sporco, di forza fisica e verbale, teso a 
conquistare spazio "vitale". Sarebbero solo quattro invasati se non avessero 
il sostegno ed il supporto di Israele e delle istituzioni europee e 
statunitensi. Oltretutto, diventano funzionali nel gioco di squadra con i 
"sionisti dal volto pulito", quello dei vari Yehoshua, Grossman, Peres, Noa, 
o di politici come Fassino, Napolitano,Gianfranco Fini, Bertinotti, Vendola 
e Alemanno, che sostengono la tesi della democrazia israeliana.




E' di questi giorni l'ordinanza di archiviazione del procedimento contro 
l'unico indagato, tale A.D.P., come partecipante all'aggressione subita dai 
Palestinesi e dalla "Rete Romana di solidarietà con la Palestina" il 24 
giugno 2010.  In quella aggressione ben 4 persone furono ferite, quando gli 
squadristi sionisti armati di tirapugni e caschi tentarono di gettare dalla 
scalinata del Campidoglio  due compagni palestinesi.  Un'aggressione che, 
come sempre quando si tratta di violenza legata al potere, non trova 
colpevoli.

Sono aggressioni finalizzate a negare l'agibilità politica, e possono sia 
presentarsi come aggressioni fisiche sia prendere la forma di pressioni 
politiche e campagne giornalistiche. Nelle scuole ed in molti altri luoghi 
pubblici è sempre più difficile parlare dell'occupazione israeliana e della 
Palestina; non è raro che le amministrazioni locali e le istituzioni 
scolastiche neghino la disponibilità di spazi pubblici. Una scelta che tocca 
direttamente la libertà di pensiero e manifestazione.




Il 31 maggio doveva essere inaugurata alla Casa della Memoria a Roma una 
mostra sulla strage di Sabra e Chatila, avvenuta nel settembre 1982, durante 
l'invasione israeliana del Libano. Tutto era pronto, quando, a pochi giorni 
dall'inaugurazione, i responsabili della Casa della Memoria hanno cancellato 
l'evento senza darne una spiegazione ufficiale agli organizzatori della 
mostra.

L'esposizione fotografica insieme ad un calendario di  incontri voleva 
raccontare della situazione dei rifugiati palestinesi, oltre 400mila solo in 
Libano, e ricordare il massacro di oltre 3000 persone, operato dai 
falangisti (fascisti libanesi) alleati degli israeliani. Quel massacro si 
svolse sotto la supervisione del generale israeliano Ariel Sharon, divenuto 
in seguito Primo Ministro. Nonostante ci siano robuste prove del 
coinvolgimento dell'esercito israeliano e del suo comandante in 
quell'orrendo crimine, la Corte di giustizia internazionale ha 
deliberatamente insabbiato quel processo.




Riprendiamo, senza retorica ma solo per dare la misura dell'involuzione 
della sinistra e del gruppo dirigente dell'ANPI che oggi co-gestisce la Casa 
della Memoria, il saluto agli italiani che il 31 dicembre 1983  l'allora 
Presidente della Repubblica e partigiano socialista Sandro Pertini pronunciò 
in televisione  "Io sono stato nel Libano. Ho visto i cimiteri di Sabra e 
Chatila. E' una cosa che angoscia vedere questo cimitero dove sono sepolte 
le vittime di quell'orrendo massacro. Il responsabile dell'orrendo massacro 
è ancora al governo in Israele. E quasi va baldanzoso di questo massacro 
compiuto. E' un responsabile che dovrebbe essere bandito dalla società 
internazionale".

Nelle parole di Pertini si possono ritrovare sia  le ragioni della politica 
estera italiana che si opponeva al tentativo di "controllo" israeliano ma 
anche e soprattutto i valori di chi, armi in pugno, aveva combattuto per la 
liberazione del proprio paese. Agli occhi di Pertini le similitudini della 
guerra imposta dall'occupante straniero, dei rastrellamenti e degli eccidi 
si tramutano in una condanna della politica israeliana fino ad invocarne 
l'espulsione dalla società internazionale.Queste valutazioni sono le stesse 
che animano molti compagni, compagne e semplici democratici.




Venendo ai giorni nostri, crediamo che i valori come la difesa degli 
oppressi e la lotta per la libertà  valgano sempre: per questo la condanna 
del sionismo e dell'occupazione israeliana,  che nega l'esistenza della 
Palestina e dei palestinesi, trova i suoi elementi fondanti nella tradizione 
antifascista. Per questo crediamo sia giusto sostenere le aspirazioni del 
popolo palestinese per una Palestina libera, democratica, laica e sovrana, e 
quelle dei democratici, dei progressisti e pacifisti che anche in Israele si 
battono su questo fronte comune.



Forum Palestina





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