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Sun May 20 11:57:02 CEST 2012


Montefibre, a due mesi dalla sentenza
19 maggio 2012


Christian Elia

Trenta anni, per sentirsi dare una risposta. Il giudice
monocratico, Daniela
Critelli, ha reso noto alle parti che il verdetto
del processo per le vittime sul lavoro dello stabilimento chimico
Montefibre dovrà essere emanato entro il prossimo 30 luglio.
Sono
ottantatre, le vittime, otto gli imputati, che rischiano da due a
cinque anni di carcere. Le condanne, qualora venisse dimostrata la
responsabilità degli imputati,possono essere ritenute leggere. Niente
in confronto, però, al terrore delle vittime sulle voci di prescrizione
che erano circolate negli ambienti del tribunale di Nola.
Dodici anni
di inchiesta, infatti, potevano evaporare in un nulla di fatto.
Il
grande stabilimento chimico, arrivato nella Campania profonda, con le
sue promesse di lavoro, stabilità e futuro, si è rivelato un killer
spietato. Il cancro si è portato via i suoi operai. Le loro vedove,
nell’ultimo dibattimento del 7 marzo scorso, avevano manifestato la
loro rabbia con un sit in silenzioso davanti al portone dell’aula di
giustizia.
La Montefibre S.p.A., abbreviazione di Montedison Fibre, è
stata per anni una delle maggiori aziende italiane. Nata nel 1972,
dalla fusione di realtà differenti, aveva stabilimenti in tutta Italia:
Châtillon, Vercelli, Porto Marghera, Pallanza, Ivrea,Terni e Acerra,
che aveva sostituito il vecchio impianto di Casoria. Dove si
producevano poliesteri. E dove gli operai si ammalavano di cancro.
Su
questo indaga la procura e deve pronunciarsi il tribunale: il giudice
Critelli aveva fissato la conclusione dell’indagine per l’8 maggio,
quando gli esperti nominati dal tribunale avrebbero dovuto presentare i
risultati della perizia.
Conclusioni che sarebbero state quindi
dibattute nell’udienza successiva fissata,appunto, per ieri, 17 maggio
2012.
Sono otto gli imputati: sei ex direttori ( Giovanni Elefante,
Roberto Paolantoni,Gennaro Ferrentino, Luigi Patron, Raffaele Greco e
Giuseppe Starace) e due medici aziendali del grande impianto chimico,
per ognuno dei quali il pm Giuseppe Cimmarotta ha chiesto condanne da
due a cinque anni di reclusione. La perizia deve essere depositata
entro il 23 giugno. A quel punto il processo subirà un’accelerazione
finale: quattro udienze di fila ogni settimana, fino al 30 luglio.
Il
pm, il 4 aprile del 2011 aveva chiesto al giudice oltre 23 anni
complessivi di carcere per i sei direttori del grande stabilimento
chimico e per i due medici aziendali, tutti accusati di omicidio
colposo plurimo, disastro colposo e omissione delle cautele
antinfortunistiche. Il dibattimento vero e proprio era iniziato nel
2007 ma l’apertura dell’inchiesta da parte della procura di Nola risale
a molto tempo prima, al 2001.
Una fase che ha visto la costituzione in
giudizio di ben 200 parti civili, cioè i parenti degli operai morti a
causa di tumori ai polmoni, alla laringe e per
mesotelioma pelvico. Per
questo motivo il pm, sollecitato dai legali dei familiari delle
vittime, Diego Abate e Pietro Striano, aveva chiesto di condannare i
vari direttori dell’impianto chimico. La lunga attesa, entro il 30
luglio, finirà.




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