[Redditolavoro] Fw: [maipiuthyssenkrupp] 27.03.2012 Comunicato Stampa ex lavoratori ThyssenKrupp sull'incidente alla Lafumet di Villastellone.doc

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Tue Mar 27 16:25:12 CEST 2012






In allegato
27.03.2012 Comunicato Stampa ex lavoratori ThyssenKrupp sull'incidente alla
Lafumet di Villastellone


Ancora una volta una giornata di lavoro è stata
funestata da un gravissimo incidente.

E’
accaduto alla Lafumet di Villastellone, ditta di smaltimento rifiuti
industriali dove 5 operai, tutti di origine maghrebina (a loro e alle loro
famiglie va tutta la nostra vicinanza e solidarietà) sono rimasti gravemente
ustionati in seguito ad una esplosione. E la memoria non può che tornare
alla
strage della ThyssenKrupp perché molte sono le analogie con quanto successo
a
Torino: produzioni altamente pericolose sottovalutate, scarsa sicurezza,
ripetuti
incendi che però non fanno insorgere nemmeno il minimo dubbio sull’ipotesi
che
possa verificarsi, in futuro, un evento disastroso (la TK dopo l’incendio
del 2002 non
fece altro che raddoppiare la franchigia assicurativa), la procedura da
adottare in caso di emergenza lasciata alla totale discrezione degli operai
e
le richieste di maggiore sicurezza da parte di lavoratori e sindacati
ignorate
dal titolare. Che ammette di aver dotato dell’indispensabile lo stabilimento
e afferma
che se avesse dovuto attrezzarlo con tutto il necessario per la sicurezza
tanto
valeva chiudere. Meglio continuare la produzione mettendo a rischio la vita
degli operai! Parole che fanno capire quanto prima della dignità e della
sicurezza dei lavoratori venga sempre e
prima di tutto il profitto. S. Marchiaro arriva addirittura a complimentarsi
con i “suoi” lavoratori per essersi comportati in maniera ineccepibile. E
lui?
Ha fatto altrettanto? Mentre CC, Asl, VV.FF. e Arpa ricostruiscono “il
 fatto”
ci chiediamo: dov’erano “prima” che succedesse tutto questo? Hanno fatto i
dovuti controlli sulla sicurezza? Hanno vigilato come dovevano? Da anni
ripetiamo che il controllo della sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro
debba
essere affidata a postazioni ispettive sotto la diretta supervisione dei
lavoratori stessi e non delegata a terzi (rsu o rls, che non hanno alcun
potere
decisionale). E che andrebbero “bypassate” direttamente le aziende stesse,
rivolgendosi fin da subito alle Autorità preposte.



Gli organi di controllo intervengono sempre “dopo”,
mai prima. Possibile?

Mentre
nelle fabbriche (grandi e piccole), nei cantieri e sulle strade si continua
a
morire e ad ammalarsi c’è chi fa, indisturbato, ingenti profitti (controlli
inesistenti presto sostituiti da autocertificazioni, secondo la legge
5/2012,
multe irrisorie, organi di controllo spesso compiacenti, depotenziamento del
T.U.81 e la “speranza” che gli Espenhahn, gli Schimdheiny, i Del Papa e i
Riva vadano
in galera; Espenhahn, l’ex ad di TK, ha anche ricevuto gli applausi di
Confindustria lo scorso anno – e la  Marcegaglia
è corsa ai ripari promettendo l’istituzione di un Premio alla Memoria delle
vittime TK - e qualche giorno fa il Pres. del Cons. Reg. dell’Umbria E.
Brega,
il Pres. della Regione Umbria C. Marini e il Sindaco di Terni Di Girolamo
gli
hanno tributato un sentito “grazie” per il buon lavoro svolto in questi
anni.
Proprio un bel lavoro! Torino sicuramente non lo dimenticherà). Ingenti
profitti ricavati sulla pelle di lavoratori sempre più penalizzati dalle
misure
“lacrime e sangue” introdotte prima dal piano Marchionne e poi dalle misure
contenute nella recente riforma del mercato del lavoro varata dal governo
“tecnico”,
che colpisce soprattutto i più deboli, giovani, donne e immigrati. L’utilizzo
della manodopera immigrata, ricattabile
e a basso costo, ha avuto per i padroni essenzialmente uno scopo:
utilizzarla
per estendere il generale abbassamento dei diritti e imporre le condizioni
di
sfruttamento e precarietà a tutti i lavoratori. Ormai le più elementari
norme
democratiche della dignità del lavoro, sicuro e dignitoso, sono un lontano
miraggio. La distanza tra cittadini e istituzioni è al minimo storico, per
questo si sbandierano ai quattro venti celebrazioni dal sapore fintamente
patriottiche
come il centocinquantenario dell’Unità d’Italia, mentre il paese viene
lasciato
andare in pezzi nelle mani dei soliti noti: banche, istituiti finanziari,
Mafia, Vaticano, politica, affaristi, speculatori, ecc., lasciati
indisturbati
e liberi di speculare, aumentare a dismisura il debito, impoverire e
sfruttare
e lo Stato, incapace di dare risposte, criminalizza le lotte di chi non può
fare altro che opporsi e difendere i propri diritti (sanità, istruzione,
lavoro
sicuro e dignitoso per tutti, salvaguardia ambientale) visto che è proprio
lo
Stato il primo a violare i diritti costituzionali che dovrebbe garantire. I
morti sul lavoro non sono altro che
un’altra delle brutture che questo sistema produttivo non può, visto l’incedere
travolgente della crisi, che far altro che accrescere.



Mentre
destra e sinistra spalleggiano il governo Monti nell’opera di attacco
indiscriminato ai diritti dei lavoratori e dei cittadini per fortuna tutta
una parte sana del Paese si ribella e lotta per
opporsi a questo scempio che vede sui lavoratori gravare tutto il peso della
crisi:
Mov. No Tav, Mov. Pastori Sardi, Mov. dei Forconi, Comitato No Debito,
Fiom-Cgil e sindacati di base, fabbriche in occupazione (Jabil, Rsi,
lavoratori
e sindacalisti combattivi, lavoratori e cittadini impegnati nella difesa dei
Beni Comuni, ecc.).



Per
questo oggi occorre più che mai solidarizzare,
sostenere e appoggiare tutti quegli organismi, movimenti, associazioni,
forze
sindacali e sindacalisti più combattivi, lavoratori e singoli cittadini che,
ognuno nel proprio ambito di lotta e con le proprie specificità, si
oppongono alle
misure più nefaste imposte dalla crisi.



Per non cadere
nella deriva umana, materiale e sociale in cui vorrebbero relegarci
promuovendo
abbrutimento, sfiducia ed individui visti non come persone con sogli e
aspirazioni ma come “esuberi” dobbiamo
comprendere che lottare oggi contro queste nefandezze è utile ma soprattutto
necessario
e inevitabile.









Torino, 27
marzo 2012
Ex lavoratori ThyssenKrupp Torino





































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