[Redditolavoro] Fwd: riceviamo e pubblichiamo: comunicato slai tn sciopero FIOM 9 marzo

marku at inventati.org marku at inventati.org
Thu Mar 8 09:19:03 CET 2012


finalmente un'analisi
che inzia in maniera incidente
e speriamo definitiva
ad espropriare
dalla pseudosinistra sindacale
la libertà d'azione
che nasce dal rifiuto
di accodarsi a rituali
scioperistici
tanto rituali appunto quanto
dimostrativi di una voglia
di leaderismo simbolista

domani una pletora di iscritti
fiom/cgil
pieni di buone intenzioni
sociali e politiche si ritroveranno in piazza
irrigimentati da un'apparato intermedio
degno di un politburò staliniano
ad ascoltare discorsi di demokrazia sui posti di lavoro
di centralità del lavoro
di riscossa sindakale
fatti da una dirigenza
il cui fine ultimo
è stata è e sarà
una visione interna e complemetare
al sistema capitalistiko
alle sue cicliche crisi
al suo rinculo antidemokratiko

di altro
di ben altro hanno bisogno le genti

di rifiuto della centralità del lavoro salariato
della necessità di un reddito d'esistenza
del rilancio e l'apertura dei settori della conoscenza
della salvaguardia integrale dell'ambiente in cui si vive
dell'opposizione alla militarizzazione della società
e alla guerra preventiva come sistema di dominio
  rivendicare il diritto ad uno sviluppo totalmente fuori dal dominio 
del kapitale
e dello stato, qualsiasi tipo di stato,
dalla fine del sistema delle nazioni

centralizzare l'utopia
per la costruzione dell'autonomia operaia
per l'autonomia di classe







-------- Messaggio originale --------
Oggetto: [Redditolavoro] riceviamo e pubblichiamo: comunicato slai tn 
sciopero FIOM 9 marzo
Data: 07.03.2012 16:33
Mittente: <info at slaicobasmarghera.org>
Destinatario:
Cc: redditolavoro at ecn.org


9 MARZO, UNO SCIOPERO PRIVO DI CREDIBILITA’ E DI PROSPETTIVE

Lo sciopero della FIOM del 9 marzo deve venire valutato non solo sulla
base degli obiettivi che dichiara di proporsi e di voler perseguire, ma
anche sulla base dell’intera politica portata avanti, nel corso degli
anni da questa componente sindacale. Questo comporta anche la necessità
di valutare se la stessa FIOM sia effettivamente in grado di garantire
credibilità, incisività e prospettiva alle parole d’ordine dello
sciopero. Nel caso di una risposta negativa i metalmeccanici, gravati
anche da una precisa responsabilità nei confronti di strati più vasti
di lavoratori, si troverebbero di fatto a dover scegliere tra due
possibilità, da un lato investire risorse collettive in una battaglia
che continuerà ad essere condotta male e che risulterà sempre più
perdente, oppure assumere consapevolmente il dato che la pesantezza
della crisi e dell’offensiva capitalistica, padronale e governativa
pone di fronte a delle alternative secche e radicali: o rimanere
schiacciati dall’iniziativa del capitale dei suoi governi e delle sue
istituzioni o lavorare alla costruzione dell’iniziativa e
dell’organizzazione indipendente, sia sul piano sindacale che su
quello politico, degli operai, dei lavoratori e dei movimenti di lotta.
Si tratta quindi in primo luogo di valutare obiettivamente la politica
seguita dalla FIOM negli ultimi anni. Questo da un lato a fronte
all’attacco della FIAT e del capitale, dei padroni e delle banche, dei
governi e delle varie forze politiche di potere, il tutto supportato 
dai
sindacati confederali, e dall’altro a fronte ai crescenti tentativi
padronali e governativi di limitare, anche attraverso lo stesso attacco
all’art.18, i margini di manovra e l’agibilità politica e sindacale
di questa componente sindacale. Ed è qui che non si può non rilevare
come la FIOM abbia sempre operato come una componente portante della
CGIL. Evitando sempre di rompere l’unità interna e supportandone
sostanzialmente ed in modo decisivo tutte le scelte ha sempre 
dimostrato
di non essere disposta a sottrarsi alla linea ed ai condizionamenti di
tale sindacato. E’ così che ha anche favorito le sconfitte che si
sono susseguite nel corso degli anni sul piano degli interessi, dei
diritti e delle condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori. Il tutto
sino alla situazione attuale in cui la stessa contrattazione nazionale 
e
l’intero statuto dei lavoratori sono già di fatto derogabili dai
padroni e dai sindacati confederali.
In secondo luogo si tratta di considerare se la stessa FIOM possa
comunque oggi garantire credibilità, incisività e prospettiva per lo
meno alla lotta per la difesa dello Statuto dei lavoratori e della
contrattazione nazionale. Nella situazione attuale una lotta effettiva
in rappresentanza anche solo di alcuni interessi di fondo della classe
operaia non solo è incompatibile con l’internità alla CGIL, ma è
anche impossibile da attuarsi senza una precisa disponibilità politica
ad operare per la rottura della pace sociale e per la relativa apertura
di una prospettiva di scontro frontale tra le classi sociali. Da questo
punto di vista la FIOM è del tutto interna alla società civile ed al
quadro politico e sociale dominante. Come tale è costretta dalla
propria concezione, dalla propria linea e struttura organizzativa, dal
tipo di quadri e di legami con i partiti di potere e con le 
istituzioni,
dagli interessi e strati sociali a cui è principalmente legata, ad
operare da un lato per suscitare iniziative dei lavoratori da usare 
come
merce di scambio per tentare di salvaguardare e migliorare -anche nella
stessa CGIL- i propri margini di contrattazione e spazi di potere, e
dall’altro per passivizzare, dissipare e tradire, tutte le lotte dei
lavoratori che possano minacciare, espandendosi e radicalizzandosi, di
andare ad acquisire un significato politico e di diventare portatrici 
di
una prospettiva di fuori-uscita proletaria e popolare dalla crisi
capitalistica.
Se è dunque vero che ogni mobilitazione dei lavoratori, ed i
particolare degli operai, è un occasione per lo sviluppo di elementi di
coscienza di classe, è anche vero che lo sciopero del 9 marzo rischia
nel complesso di diventare controproducente nel momento in cui cerca di
presentarsi, per tutti i lavoratori e per l’intera opposizione
politica e sociale, come una rilevante iniziativa e scadenza di lotta.
Il 9 marzo è in realtà un operazione funzionale alla volontà di
rilanciare un blocco politico e sociale che, conciliando da una parte
con la CGIL e di fatto, tramite essa, con gli stessi sindacati
confederali, il PD e persino con lo stesso governo Monti, dall’altro
si proponga di far convergere FIOM, sinistra sindacale ed istituzionale
(da SEL al PRC), settori portanti del sindacalismo di base (si pensi
alla scelta incomprensibile ed errata dell’USB di aderire allo
sciopero FIOM del 9 marzo) sino a certi settori della sinistra
movimentista ed antagonista. Un blocco che operando per mettere al
centro una fallimentare prospettiva di presenza di ricostruzione di una
“nuova sinistra” mira anche a blindare sotto il profilo egemonico il
“territorio politico-sociale” con l’obiettivo di inglobare,
vampirizzare e passivizzare le dinamiche sociali, politiche e 
soggettive
di classe.
Proprio lo sciopero del 9 marzo va quindi anche letto sotto questo
duplice profilo, quello rappresentato dal tentativo di ricostruire una
sinistra istituzionale, oggi allo sfascio, e quello di rivitalizzare
questa stessa prospettiva, anche con il fine di garantirgli uno sbocco 
a
livello parlamentare, con l’inserimento di forze nuove provenienti da
settori dei movimenti (si pensi agli ‘indignados’, a quello
dell’acqua, dei “beni comuni” e persino del NO TAV) e da settori
del sindacalismo di base (dalla confederazione cobas sino alla
oscillante USB).
Si tratta di un’operazione e di una prospettiva con cui i lavoratori e
tutte le forze sindacali e politiche di classe devono rompere con 
grande
chiarezza e decisione. Si tratta di ostacolare un tentativo che è volto
a rinforzare un’egemonia nel movimento politico, sociale e sindacale
di opposizione che, dal punto di vista dei lavoratori, è fallimentare o
persino controproducente.
Tutto questo significa che oggi contro questa prospettiva bisogna porre
al centro la costruzione di un polo sindacale e politico di classe
capace di rappresentare in modo coerente, determinato e radicale, gli
interessi e l’iniziativa di opposizione e di lotta degli operai, dei
lavoratori e dei movimenti di lotta, sapendo che tutto questo è
inscindibile dalla necessaria e vitale apertura di una nuova fase di
irriducibile scontro di classe. Questa costruzione va oggi costruita
attraendo e collegando tutte le migliori forze operaie, quelle 
sindacali
e quelle politiche di classe, verificandone i passaggi di convergenza
nella pratica di fronte ai lavoratori, praticando e promuovendo la
democrazia proletaria e rompendo con ogni settarismo.
SLAI COBAS TRENTINO
3482448231




More information about the Redditolavoro mailing list