[Redditolavoro] Fw: articolo sull'ilva taranto

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Sun Mar 4 08:13:52 CET 2012



Subject: articolo sull'ilva


Ambiente & Veleni | di Francesco Casula | 2 marzo 2012
Ilva di
Taranto, perizia choc: “90 morti all’anno per emissioni nocive della
fabbrica”
I medici nominati dal gip stendono un rapporto in cui si
parla di 650 ricoveri ogni 12 mesi per patologie cardio-respiratorie. E
di elevato numero di tumori in età pediatrica. Cifre che si impennano
tra gli ex operai e nei quartieri vicini allo stabilimento siderurgico


L'Ilva di Taranto
Le emissioni dello stabilimento Ilva causano
malattie e 90 morti l’anno nella popolazione di Taranto. È quanto hanno
stabilito i medici nominati dal gip Patrizia Todisco nella perizia
epidemiologica per comprendere lo stato di salute dei tarantini in
relazione agli inquinanti emessi dallo stabilimento siderurgico. Nelle
282 pagine che compongono il documento depositato, Annibale Biggeri,
Maria Triassi e Francesco Forastiere, hanno risposto ai tre quesiti
posti dal giudice. Su richiesta del pool di inquirenti, il gip ha
infatti chiesto ai tre esperti di individuare le patologie derivanti
dall’esposizione agli inquinati emessi dallo stabilimento industriale,
il numero dei morti e degli ammalati attribuibili all’inquinamento
prodotto dagli impianti di proprietà del gruppo Riva.

A Taranto,
secondo i periti, tra il 2004 e il 2010 vi sarebbero stati mediamente
83 morti all’anno attribuibili ai superamenti di polveri sottili nell’
aria, mentre i ricoveri per cause cardio-respiratorie ammonterebbero a
648 all’anno. La media dei decessi sale però fino a 91 se si prendono
in considerazione i quartieri Tamburi e Borgo, geograficamente più
vicini alla fabbrica. “L’analisi per i quartieri Borgo e Tamburi –
scrivono i periti – mostra che, nonostante la ridotta numerosità, una
forte associazione tra inquinamento dell’aria ed eventi sanitari è
osservabile e documentabile solo per questa popolazione”.

Ironia della
sorte però, il record per i decessi e ricoveri per malattie croniche
spetta al quartiere Paolo VI, il rione costruito proprio per ospitare,
dopo la nascita del polo siderurgico negli anni ’60, i nuovi cittadini
di Taranto: coloro cioè che dalle campagne della provincia si
trasferirono in città per diventare operai. A Paolo VI, infatti, vi è
una percentuale maggiore rispetto alla media complessiva della città e
i decessi dovuti a malattie dell’apparato respiratorio sono addirittura
superiori del 64%. Ma non è solo la lunga esposizione a creare danni
secondo i periti. Nei bambini e negli adolescenti fino a 14 anni, i
periti hanno infatti accertato “un effetto statisticamente
significativo per i ricoveri ospedalieri per cause respiratorie” e un’
elevata presenza di tumori in età pediatrica.

La situazione peggiore è
quella che riguarda gli ex operai dello stabilimento siderurgico. L’
analisi “dei lavoratori che hanno prestato servizio presso l’impianto
siderurgico negli anni ’70-’90 – allora Italsider acquisita Gruppo Riva
nel 1995 e denominata Ilva, ndr – con la qualifica di operaio ha
mostrato un eccesso di mortalità per patologia tumorale (+11%), in
particolare per tumore dello stomaco (+107), della pleura (+71%), della
prostata (+50) e della vescica (+69%). Tra le malattie non tumorali
sono risultate in eccesso le malattie neurologiche (+64%) e le malattie
cardiache (+14%). I lavoratori con la qualifica di impiegato hanno
presentato eccessi di mortalità per tumore della pleura (+135%) e dell’
encefalo (+111%). Il quadro di compromissione dello stato di salute
degli operai della industria siderurgica è confermato dall’analisi dei
ricoveri ospedalieri con eccessi di ricoveri per cause tumorali,
cardiovascolari e respiratorie”.

La maxi perizia sarà esaminata in
aula dalle parti il prossimo 30 marzo e poi il gip Todisco trasmetterà
gli atti alla procura che dovrà decidere se chiedere il sequestro degli
impianti e come proseguire le indagini sulle emissioni. Dopo la prima
relazione sulle condizioni ambientali della città, questo nuovo
documento, contribuisce a fare chiarezza sui danni causati dalle
emissioni inquinanti.

“A distanza di poche ore dal deposito della
perizia medica – ha commenta Adolfo Buffo, responsabile Qualità e
Ambiente dell’Ilva – non è facile fare commenti precisi sui risultati
emersi come non è nemmeno opportuno vista la delicatezza del tema. Al
momento abbiamo potuto fare solo qualche riflessione sulla parte
conclusiva della perizia – ha proseguito Buffo – mentre nei prossimi
giorni avremo certamente modo di analizzare più nel dettaglio quanto
emerso”. E intanto Taranto si prepara al nuovo scontro che contrappone,
ancora una volta, il diritto al lavoro e il diritto alla salute.




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