[Redditolavoro] Sicilia finiti i soldi per la cassa integrazione... la Regione teme "serie refluenze di ordine pubblico"

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Thu Jun 21 11:58:46 CEST 2012


In Sicilia si ferma la cassa integrazione, i sindacati: "Sarà un disastro"








 Economia - Sicilia

Cassaintegrazione in Sicilia, esauriti i soldi 


Sospesi i pagamenti dalla Regione. In attesa di trovare i soldi necessari a 
coprire il fabbisogno per tutti i lavoratori usciti dalle aziende in crisi e 
dagli enti di formazione professionale, l’assessorato al Lavoro ha comunicato 
che non verranno accettate nuove richieste e che chi già riceve gli 
ammortizzatori sociali non potrà avere proroghe

 PALERMO. La Regione ha sospeso il pagamento della cassa integrazione in 
Sicilia. In attesa di trovare i soldi necessari a coprire il fabbisogno per 
tutti i lavoratori usciti dalle aziende in crisi e dagli enti di formazione 
professionale, l’assessorato al Lavoro ha comunicato che non verranno accettate 
nuove richieste e che chi già riceve gli ammortizzatori sociali non potrà avere 
proroghe. Il sistema è fermo da lunedì. Gli Uffici provinciali del lavoro hanno 
informato i sindacati, che ieri hanno subito annunciato la protesta in tutta la 
Sicilia.
I lavoratori a rischio

È esplosa l’emergenza cassa integrazione. Da una settimana all’assessorato al 
Lavoro si va a caccia di fondi: lo Stato ha concesso quest’anno 20 milioni, la 
Regione ne ha messi altri 6 ma ne ha già spesi da gennaio a fine maggio 63 per 
pagare la cassa integrazione a oltre 6 mila fra dipendenti delle aziende in 
crisi e personale degli enti di formazione. Inoltre sono state già autorizzate 
nuove immissioni in cassa integrazione che costerebbero altri 15 milioni: «Sono 
dipendenti che avrebbero dovuto iniziare a ricevere l’assegno in questi giorni. 
Bisognerà verificare se rischiano» commenta Giovanni Puccio della Uil. 
La sospensione ha due effetti. Le aziende che d’ora in poi vanno in crisi non 
possono contare sulla cassa integrazione: fino a quando non si troveranno altri 
soldi, i lavoratori non percepiranno assegno per il periodo in cui resteranno 
disoccupati. E siccome normalmente la cassa integrazione viene concessa per 
«pacchetti» di mesi, chi è già nel sistema non percepirà più l’assegno alla 
scadenza del periodo concordato. La Regione, si dice in gergo, non decreta più: 
«Significa - spega Puccio - che ogni volta che un’azienda chiama i sindacati 
per concodare mobilità e cassa integrazione, gli Uffici proviciali del lavoro 
firmeranno un documento in cui si precisa che la Regione non è responsabile del 
mancato pagamento. E si pensi che da qui a fine giugno sono già fissati, solo a 
Palermo, incontri con 30 aziende. A nessuna verrà data risposta».

Già la scorsa settimana la dirigente del dipartimento Lavoro, Anna Rosa 
Corsello, aveva scritto all’assessore anticipando che «in mancanza di nuove 
risorse dovrà essere immediatamente interrotta la cassa inegrazione». La 
dirigente avvertiva anche che «tenuto conto delle attuali tensioni sociali, 
connesse con la grave crisi economica, non può escludersi che dalla 
interruzione derivino serie refluenze di ordine pubblico». Alla Regione hanno 
calcolato che servano dai 60 ai 70 milioni. E le tensioni sociali stanno già 
covando: «Se si pensa - spiega Mimma Calabrò della Fisascat - che solo per 
Migliore a Palermo ci sono 269 cassintegrati, 250 per Max Living e 36 per 
Elauto, si capisce cosa potrebbe succedere se il sistema si fermasse 
definitivamente. Il commercio e il terziario non reggerebbero questo ulteriore 
aggravarsi della crisi». Il problema è che la crisi galoppa e i soldi sono 
sempre meno. Confindustria segnala che nel primo trimestre dell’anno il ricorso 
alla cassa integrazione è aumentato del 125%. E, oltre a quelli delle aziende 
in crisi, il sistema ha dovuto aiutare anche i dipendenti degli enti di 
formazione visto che i corsi non sono iniziati: 2.500 persone già in Cig e 
altrettante pronte a entrarvi. Ecco perchè l’Inps, che eroga le somme messe a 
disposizione da Stato e Regione, ha bruciato in 5 mesi il budget di un anno. 

Ieri Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto un incontro urgente all’assessore Beppe 
Spampinato, insediatosi da dieci giorni. La Uil, col segretario Claudio Barone, 
va all’attacco: «Quest’anno lo Stato ha messo a disposizione della Sicilia la 
metà dei fondi rispetto all’anno scorso. E comunque molto meno rispetto a 
quanto dato alle altre Regioni. Noi chiediamo che i lavoratori della formazione 
vengano sganciati dalla cassa integrazione e che lo Stato preveda per loro 
altri aiuti. Di questo passo ogni azienda in crisi procederà direttamente con i 
licenziamenti. Questo sta già avvenendo nei call center e non possiamo 
consentirlo. Stiamo organizzando una giornata di protesta di tutti i 
cassintegrati siciliani». Ma Spampinato ha convocato per oggi un nuovo vertice: 
«Stiamo verificando delle soluzioni per sbloccare alcuni fondi. La sospensione 
è solo un provvedimento temmporaneo».

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