[Redditolavoro] Fw: SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS ! "LETTERE DAL FRONTE" DEL 11/06/12

bastamortesullavoro@domeus.it cobasta at libero.it
Tue Jun 12 11:17:37 CEST 2012





SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS ! "LETTERE DAL FRONTE" DEL 11/06/12



INDICE



Tommaso Pirozzi pirozzi3 at tin.it

INTERVENTO ASSEMBLEA ACERRA MOGLIE LAVORATORE FIAT


Angelo Baracca baracca at fi.infn.it

ROMA, 12 GIUGNO, INIZIATIVE ANNIVERSARIO REFERENDUM NUCLEARE



Altra Lamezia altralamezia at gmail.com

PROCESSO MARLANE, UDIENZA 8 GIUGNO: POSSIAMO RITENERCI SODDISFATTI



Gino Carpentiero ginocarpe at teletu.it

IL TUNNEL TAV DI FIRENZE NON E' A NORMA SISMICA



Gino Carpentiero ginocarpe at teletu.it

A PROPOSITO DI AMIANTO E TUMORI



Simona Baldanzi simona.baldanzi at gmail.com

L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELLA PRESCRIZIONE



Mai più Thyssenkrupp maipiuthyssenkrupp at hotmail.it

COMUNICATO STAMPA PRESIDIO EX LAVORATORI THYSSENKRUPP DAVANTI AL COMUNE 15
GIUGNO ORE 9,30



Cobas Pisa confcobaspisa at alice.it

PONTEDERA: DUE GIORNATE PARTICOLARI



----------------------



Da: Tommaso Pirozzi pirozzi3 at tin.it

A:

Data: Ven 8 Giu 2012 8:51 pm

Oggetto: INTERVENTO ASSEMBLEA ACERRA MOGLIE LAVORATORE FIAT


Sono veramente orgogliosa di partecipare a questa assemblea, insieme a tante
donne che condividono le mie stesse preoccupazioni, e che hanno deciso di
non subire, ma di reagire e lottare.

Mi chiamo Maria e sono arrrrrrabbiata si con tante erre quanto è il mio
malcontento, vorrei che questa parola scritta cosi con tutte queste erre
arrivasse ai nostri politici.

Oggi 2 giugno 2012, festa della repubblica, una repubblica fondata sul
lavoro come cita la nostra costituzione, un lavoro negato a molti di noi un
lavoro che si può perdere da un momento all' altro e insieme si porta via
anche la dignità di un individuo.

Il presidente NAPOLITANO OGGI FESTEGGIA LA REPUBBLICA ITALIANA, VORREI CHE I
GIORNALISTI QUESTA NOSTRA PROTESTA LA SCRIVINO COSI' AMARA COME LA STIAMO
VIVENDO, MA VORREI SAPERE COSA HA DA FESTEGGIARE,

non abbiamo più lavoro, l'unica grande fabbrica italiana sta lasciando
l'Italia e lui festeggia,

le medie e piccole imprese chiudono e lui festeggia,

i nostri ragazzi sono sempre più sfiduciati e lui festeggia,

i nostri ricercatori migliori vanno all'estero e lui festeggia,

i nostri anziani piangono, abbandonati e impauriti e lui festeggia

i nostri disabili con le loro famigli sempre più abbandonate, urlano aiuto e
lui festeggia

le nostre terre tremano e lui festeggia,

la nostra Italia sta andando allo scatafascio e lui festeggia

Noi oggi qui non stiamo festeggiando e siamo scesi in piazza per urlare la
nostra rabbia per raccogliere le voci di chi come noi sta male, noi
chiediamo alle donne di unirsi a noi nella lotta per dire basta a queste
violenze che ci fanno subire, si perché la mancanza di lavoro nostra e dei
nostri mariti è una violenza per noi e per tutte le nostre famiglie.

La violenza non è solo quella fisica, ma anche psicologica, molto più
pericolosa perché ti uccide l'anima e ti fa sentire sempre più sola.

Noi, no non la vogliamo subire ma vogliamo tutte insieme combatterla, se
siamo in tante possiamo farcela, la voce grossa di tante fa più rumore di
una vocina piccola.

Non abbiate paura, più del male che ci stanno già facendo non ci possono
fare, dobbiamo dare fastidio ai nostri politici non possiamo permettergli di
continuare a vivere tranquillamente nelle stanze dorate del governo e
manipolare la nostra vita.

In tanti ci ricordano quali sono i nostri doveri, ma tutti si dimenticano
quali sono i nostri diritti, in primo luogo il diritto di lavorare e di
vivere una vita dignitosa, un lavoro vero e non precario, oggi la metà dei
lavoratori sono precari, non hanno la sicurezza del domani, non possono
arrivare a metà mese e figuriamoci a pensare di farsi un' avvenire con una
famiglia.

Sempre la nostra costituzione dice che come buoni genitori dobbiamo
permettere ai nostri figli di vivere in modo dignitoso, ma se non abbiamo
lavoro e quindi soldi, come possiamo aiutare i nostri figli.

Il nostro manifesto equipara Monti a Marchionne, i vari governi hanno
regalato alla Fiat centinaia di milioni di euro, hanno permesso a Marchionne
di distruggere l'apparato industriale, rapinando il popolo, regalando tutto
agli azionisti, alle banche, lasciando, con il trasferimento all'estero di
una azienda tutta italiana, solo rovine.

Oggi a Pomigliano le organizzazioni sindacali e politiche si sono vendute,
accettando nei fatti migliaia di licenziamenti, pensando che dopotutto
migliaia di famiglie si potessero sacrificare, ma la verità è che non vi è
futuro neppure per coloro che stanno dentro, noi siamo stanche e lo saremo
sempre di più, faremo tremare chi ha voluto impoverire il popolo, è per
questo che facciamo appello a tutti e vogliamo che a questo movimento
aderiscano madri, figlie, donne, ma anche uomini di tutti gli schieramenti
politici e sindacali, gente che è stufa di questa politica affaristica che
non tiene conto del popolo ma solo del potere, vogliamo far crescere un
movimento forte capace di sovvertire lo stato di cose, che riapra una
discussione sulla fiat sui lavoratori e ci permetta di vivere in modo
dignitoso e poter crescere i nostri figli.

Cosa significa per il nostro territorio la chiusura della Fiat, migliaia di
famiglie sul lastrico, è ovvio che si ripercuote su tutti, commercianti
imprenditori operai, tutti perderanno, per questo noi oggi siamo qui ad
urlare il nostro dolore e rivendicare la necessità di unificare la lotta,
per questo diciamo



SE NON ORA QUANDO!!!!



----------------------



From: Angelo Baracca baracca at fi.infn.it

To:

Sent: Saturday, June 09, 2012 9:45 PM

Subject: ROMA, 12 GIUGNO, INIZIATIVE ANNIVERSARIO REFERENDUM NUCLEARE



Cari tutti,

con grande fatica (e poche forze) abbiamo promosso queste iniziative il 12 a
Roma per l'anniversario del referendum nucleare. Chi potrà essere presente
ci farà naturalmente una enorme piacere, in ogni caso vi preghiamo di
diffondere il più possibile. Grazie, un saluto.

Angelo

COMUNICATO STAMPA

12 Giugno 2012 - ore 12.00

Centro per la Ricerca in Psicoterapia (Piazza O. Marucchi, 5) - Roma

Anniversario del Referendum contro il nucleare: un filo rosso tra i problemi
irrisolti del nucleare italiano e la lotta del popolo giapponese per la
messa al bando del nucleare.

Un anno fa si registrò il fermo pronunciamento del popolo italiano contro la
ripresa di programmi di produzione di energia elettronucleare nel nostro
paese. Quel grande successo avvenne a pochi mesi di distanza dal disastro
nucleare di Fukushima, in Giappone (11 Marzo 2011).

Riteniamo necessario aggiornare l'opinione pubblica sullo stato in cui versa
l'eredità del passato ciclo nucleare italiano, e al tempo stesso informarla
della persistente gravità degli incidenti di Fukushima, e delle prospettive
dell'energia nucleare in Giappone e nel mondo.

In Italia, dove non si è mai chiusa l'emergenza nucleare dichiarata dieci
anni fa dal Governo Berlusconi, manca un'autorità di controllo in materia, e
non è mai stato realizzato il deposito nazionale per i residui radioattivi.

Il disastro nucleare in Giappone ha cambiato il panorama e le prospettive
internazionali.

L'industria nucleare mondiale è in crisi: questa fonte energetica era già
fuori mercato e si sorreggeva sui sussidi pubblici, ma l'adeguamento delle
norme e dei sistemi di sicurezza la rende definitivamente antieconomica come
dimostrano le recenti e ripetute cancellazioni di ordini in diversi Paesi.

In Giappone dal 5 Maggio scorso tutti i reattori nucleari sono spenti. Il
Governo ha la ferma intenzione di riavviarli, ma l'opposizione nella società
civile è molto forte.

Nella conferenza stampa verranno brevemente illustrati la natura dei
problemi nei reattori di Fukushima e i rischi collegati, argomenti che sono
stati inseriti in un appello partito dall'Italia e indirizzato alle Autorità
giapponesi e alle associazioni ambientaliste, che si conclude con richieste
precise e circoscritte.



ISDE, Legambiente, WWF, Italia Nostra



SARANNO PRESENTI ANCHE:

Chie Wada, rappresentante dei cittadini giapponesi in Italia

Angelo Baracca, Professore di Fisica presso l'Università di Firenze

Giorgio Ferrari, Esperto di combustibile nucleare

ed altri firmatari dell'Appello



----------------------



From: Altra Lamezia altralamezia at gmail.com

To:

Sent: Saturday, June 09, 2012 10:20 AM

Subject: PROCESSO MARLANE, UDIENZA 8 GIUGNO: POSSIAMO RITENERCI SODDISFATTI



Possiamo ritenerci soddisfatti dell'udienza di oggi presso il Tribunale di
Paola riguardo al processo Marlane.

In sostanza tutte le richieste fatte dalla difesa di Marzotto sono state
respinte ampiamente. Le parti civili dei familiari in gran parte sono state
dichiarate ammissibili, così come le associazioni ambientaliste e quelle
sindacali. La sede del processo resta quella di Paola. Il processo potrà
finalmente partire.

La prossima udienza sarà il 20 luglio ed il primo teste ad essere ascoltato
sarà Luigi Pacchiano ex operaio della Marlane. Luigi Pacchiano è la memoria
storica della fabbrica, è colui che ha firmato le prime denunce sulle
condizioni della fabbrica. Denunce per diversi anni inascoltate.

La sua testimonianza sarà quindi importantissima in quanto finalmente la
voce di chi ha sofferto, di chi è stato colpito dal tumore, la voce di chi
non ha più voce, potrà essere ascoltata. I nostri sit-in sono serviti a
qualche cosa, hanno spinto di sicuro in questa direzione.

Era quello che volevamo.



Rete per la Difesa del Territorio "Franco Nisticò" / Movimento Ambientalista
del Tirreno / Si-Cobas Coordinamento Calabria / C.P.O.A. Rialzo Cosenza /
Osservatorio Nazionale Amianto / ACSSA di Montalto Uffugo / Coessenza /
Sinistra Critica / Casa della Legalità - Lamezia Terme / Collettivo Autonomo
Altra Lamezia / Comitato Lametino Acqua Pubblica



----------------------



NOTA

Nel messaggio "DUE EMILIE" diffuso il 07/06/12 da Gino Carpentiero veniva
riportato un intervento dai Comitati dei Cittadini di Area Fiorentina sulla
proposta di non realizzare sottoattraversamento TAV di Firenze in quanto
inutile e di devolvere i fondi previsti ai terremotati dell' Emilia.

A seguito di tale messaggio  Patrizia scrisse:

"A quanto mi risulta l'attraversamento TAV di Firenze NON sarebbe a norma
antisismica: qualcuno mi potrebbe confermare questa sconvolgente notizia?".

A seguire il parere di Tiziano Cardosi, come al solito diffuso da Gino



From: Gino Carpentiero ginocarpe at teletu.it

To:

Sent: Sunday, June 10, 2012 5:57 PM

Subject: IL TUNNEL TAV DI FIRENZE NON E' A NORMA SISMICA



Tiziano Cardosi del Comitato NO TUNNEL TAV di Firenze risponde a Patrizia.

E' la conferma di pressapochismo e malafede di chi VUOLE le Grandi Opere.

Gino Carpentiero



*******


Confermo assolutamente facendo parte del comitato NO TUNNEL TAV il progetto
della stazione Foster non rispetta le norme antisismiche in vigore dopo il
sisma dell'Aquila.

Lo ha riconosciuto, in una lettera inviata ad un nostro tecnico, il Genio
Civile (che non controlla direttamente queste opere perché le FS sono
esentate dalle autorizzazioni del Genio in opere ferroviarie)

Abbiamo scritto al funzionario responsabile in Regione (mi pare si chiami
Barracco) che ha sostenuto che il problema è di competenza del Consiglio
superiore del lavori pubblici.

Abbiamo scritto anche a questo ufficio nazionale e ci hanno risposto che la
competenza è regionale!

Un classico scaricabarile.

Per ricorrere al TAR non abbiamo fondi, abbiamo fatto una segnalazione alla
magistratura, ma per ora silenzio.

La Regione Toscana comunque sa e tace vergognosamente. Tutti i partiti
sanno, i gruppi politici in Regione sono debitamente informati. E tutti
stanno zitti.

Ma chi comanda oggi sono i poteri forti come quelli dei costruttori, come le
cooperative, come la Coopsette, tanto cara a Bersani Rossi e al PD.

Questa è la "Toscana felix" che tanti invidiano: vista da vicino non è
invidiabile.

Quello della progettazione antisismica della stazione Foster è solo uno dei
tanti problemi non risolti del progetto più stupido che Firenze abbia mai
conosciuto.

Un saluto

Tiziano Cardosi



----------------------


Da: Gino Carpentiero ginocarpe at teletu.it

A.

Data: 10/06/2012 22.42

Ogg: A PROPOSITO DI AMIANTO E TUMORI





A proposito di Amianto e tumori ... la posizione del Prof Paolo Crosignani
che condivido.

invito a leggere tutto il carteggio...

Saluti

Gino Carpentiero



P.S.

Di ritorno da Avellino: ho letto sui giornali locali che sono finalmente in
fase di chiusura le indagini per i lavoratori malati all'Isochimica di
Avellino: siamo ancora però all'iscrizione nel registro degli indagati Un
padroncino locale faceva concludere la scoibentazione dei vagoni ferroviari
ai suoi operai (gli operai FF.SS. in altre sedi tra cui Firenze eseguivano
la prima fase di scoibentazione ed a loro volta si ammalavano; i vagoni
venivano poi inviati all'ISOCHIMICA). Tra gli indagati c'è anche un
dirigente di FF.SS.



-----Messaggio originale-----



Da: Gino Carpentiero

Inviato: domenica 10 giugno 2012 22:31

A:

Oggetto: R: Città di Carbonia CONVEGNO: "Diritto alla tutela della salute"
16 giugno 2012 c/o la Grande Niniera di Serbariu



Pienamente d'accordo con il Prof. Crosignani.

Nella mia recente esperienza le FF.SS. si sono difese (tramite un prof.
Universitario in pensione) su un caso di mesotelioma esattamente come
l'ENEL.

Il lavoratore in questione, poi deceduto, aveva lavorato un anno al Nuovo
Pignone di Firenze ed era stato esposto ad amianto, poi però aveva lavorato
circa trenta anni nelle FF.SS. come macchinista e manutentore.

La questione è tuttora aperta in quanto il giudice non si è ancora espresso
e il CTU è stato piuttosto ambiguo nelle conclusioni, che io ho ovviamente
confutato, con le motivazioni di Crosignani.

E' necessario fare attenzione affinché la giusta rivendicazione del rischio
zero non divenga un boomerang: ci si può ammalare anche per basse
esposizioni, ma le probabilità aumentano quando l'esposizione è stata più
lunga (l'Eternit insegna).

Cordiali saluti

Gino Carpentiero



-----Messaggio originale-----



Da: Paolo Crosignani

Inviato: sabato 9 giugno 2012 19:58

A:

Oggetto: R: Città di Carbonia CONVEGNO: "Diritto alla tutela della salute"
16 giugno 2012 c/o la Grande Niniera di Serbariu



L'articolo che segue contiene parecchie inesattezze.

Tra cui, importante, il ruolo delle dosi successive nella progressione della
malattia. Se così non fosse, solo le prime dosi (ad esempio di amianto)
sarebbero importanti e questo manderebbe assolti tutti gli imputati nei
processi.

Invece le dose successive sono concausa delle prime nel determinare la
malattia. Altrimenti non esisterebbe una relazione dose-risposta.

E quindi di fronte ad un caso di mesotelioma che abbia lavorato due mesi su
una nave e poi 30 anni all' ENEL la difesa di ENEL sostenne che erano state
solo le prime dosi a determinare la malattia.

Ma ha giustamente perso la causa (civile). Facciamo per favore molta
attenzione

Paolo Crosignani



-----Messaggio originale-----



Da: Mario Murgia

Inviato: venerdì 8 giugno 2012 16.00

A:

Oggetto: Città di Carbonia CONVEGNO: "Diritto alla titela della salute" 16
giugno 2012 c/o la Grande Niniera di Serbariu

?

Vi chiedo, cortesemente, di divulgare il messaggio con i suoi allegati.

Trasmettete a giornalisti di vostra conoscenza. abbiamo ancora difficoltà
con l'account dell'associazione e siamo limitati nella divulgazione,



Mario Murgia



Andrea Castellani

email andrea at castellani.com

skype andreacastellani



DIFFERENZE FRA TOSSICITÀ E GENOTOSSICITA'

La prima ed essenziale differenza fra le sostanze tossiche e genotossiche è
che, mentre qualunque sostanza, nessuna esclusa, può diventare tossica con
l'aumento della dose, nessuna sostanza che non sia genotossica può
diventarlo con l'aumento della dose, dato che la genotossicità richiede la
possibilità di reagire con il DNA, e ciò dipende esclusivamente dalla
struttura chimica del composto [1.2.2]. Questa differenza fondamentale è
spesso dimenticata anche dai tossicologi.

Per effetto tossico di una sostanza chimica s'intende qualunque alterazione
che determini danni funzionali, strutturali e/o la stessa morte cellulare.
Effetti tossici si hanno quindi a qualsiasi dose perché, per quanto piccola,
un certo numero, anch'esso molto piccolo, di cellule può venir danneggiato
dal contatto col tossico. Tuttavia questo minimo danno non è rilevabile non
solo sintomatologicamente ma neppure con le più sensibili metodiche di
indagine biochimica. Bisogna infatti che siano danneggiate o uccise almeno
migliaia di cellule, ad esempio epatiche, perché sia rilevabile
biochimicamente il danno, e probabilmente devono essere danneggiati milioni
di cellule perché si abbiano sintomi clinicamente rilevabili [7.5]. Esiste
quindi per ogni sostanza tossica una "soglia" al di sotto della quale non è
possibile rilevare in alcun modo un effetto tossico [1.2.1].

La massima dose senza effetti rilevabili è chiamata "no effect level".
Questa dose determinata sugli animali viene poi estrapolata all'uomo
utilizzando un fattore di sicurezza che di solito è 100. Questo fattore è
applicato per evitare l'effetto di fenomeni di accumulo nel caso di tossici
che si eliminano con difficoltà, di interazioni per esposizione simultanea
ad altri tossici e per tener conto delle differenze di specie e individuali
di suscettibilità agli effetti tossici e della presenza nella popolazione di
vecchi, bambini, malati e gestanti. Il"no effect level" diviso per 100 si
può applicare come dose minima permissibile per l'uomo.

Caratteristica dell'azione tossica, oltre la presenza della soglia, è
l'aumento della frequenza (nella popolazione) e dell'intensità dei fenomeni
tossici con l'aumento della dose. Inoltre passa un tempo piuttosto breve fra
l'inizio dell'esposizione e la comparsa degli effetti tossici. Alla
sospensione dell'esposizione segue l'attenuarsi e la progressiva scomparsa
dei fenomeni tossici, con il ripristino delle condizioni di salute iniziali.
La tossicità è quindi, specialmente se lieve o iniziale, un fenomeno
reversibile [1.2.1].

Per gli agenti genotossici, di cui fanno parte i cancerogeni, la situazione
è molto diversa: intanto non esiste soglia. Con l'aumentare della dose
aumenta la frequenza (più individui colpiti) ma non l'intensità: il tumore
provocato da dosi bassissime è uguale a quello provocato da alte dosi di
cancerogeno. La sospensione dell'esposizione non influisce sullo sviluppo
del tumore, che è irreversibile. Il periodo di latenza è poi lunghissimo, da
10 a 40 anni dall'inizio dell'esposizione, tanto che moltissimi tumori sono
diagnosticati quando l'esposizione che li ha provocati è già cessata da
anni. Si tratta di differenze così profonde da rendere impossibile
l'applicazione ai cancerogeni degli schemi impiegati per le sostanze
tossiche e quindi la fissazione di livelli, dosi e concentrazioni di
sicurezza. Le concentrazioni soglia dei cancerogeni sono cosi basse da esser
vicine allo zero analitico.

Infine, mentre per i tossici, a parte i casi ben noti di sinergismo, le
azioni tossiche di due di essi, anche se somministrati contemporaneamente,
di solito sono indipendenti, nel caso dei cancerogeni l'interazione è la
regola e spesso gli effetti non si sommano ma si esaltano. E dato che la
condizione più diffusa per la popolazione dei Paesi industrializzati è
l'esposizione a pic cole quantità di un gran numero di cancerogeni diversi,
l'aumento anche modesto di questo carico, anche per un solo cancerogeno, può
avere conseguenze superiori a quelle prevedibili dagli e sperimenti su
animali nei quali si ha l'esposizione ad un solo cancerogeno. A questo si
deve aggiungere la possibilità di effetti cocancerogeni da parte di numerose
sostanze del tutto prive di attività genotossica e quindi cancerogena ma
capaci di potenzia re anche migliaia di volte la cancerogenicità dei
composti genotossici.

"Per tutte queste considerazioni si deve ammettere che per un cancerogeno
l'unica concentrazione priva di rischio sia lo zero"



http://notizie.radicali.it/articolo/2012-05-16/editoriale/il-lavoro-rende-liberi-le-morti-bianche-di-ottana



MAURIZIO BOLOGNETTI

Il lavoro rende liberi: le morti bianche di Ottana



16-05-2012

La chiamano la "fabbrica dei tumori" e chi ci ha lavorato può essere
considerato figlio di un dio minore.

E' la ex Enichem di Ottana dove un tempo si producevano fibre sintetiche. A
giudicare da quello che sta emergendo, dalle denunce dell'AIEA (Associazione
italiana esposti amianto) e da chi finalmente ha deciso di rompere il muro
di omertà, la produzione in quel di Ottana viaggiava di pari passo con
l'esposizione dei lavoratori a sostanze tossiche, nocive e cancerogene.

Renzo Puggioni, sindacalista della Uil, il 17 febbraio ha denunciato che i
morti di Ottana per esposizioni all'amianto e a prodotti chimici cancerogeni
sono 45. Un bilancio con ogni probabilità assolutamente provvisorio.

Il 6 ottobre del 2010, in una lettera indirizzata alla Commissione del
Senato per le "Morti bianche", l'Aiea VBA ricordava che in Italia a partire
dagli anni 60, e fino al momento della messa al bando, l'utilizzo
dell'amianto a scopo industriale è stato massivo e, soprattutto, che i
lavoratori sono stati tenuti nella completa ignoranza dei rischi.

Nella stessa missiva si quantifica in circa 16.000 il numero di lavoratori
esposti "quotidianamente ad un ambiente altamente inquinato da fibre di
amianto e da tante altre sostanze tossiche-nocive e cancerogene" nel solo
comparto fibre. Nel 1962, la Commissione Cee emana la raccomandazione n.
2188 con la quale invita gli stati membri a stilare una lista europea delle
malattie professionali. Nel documento in oggetto si parla dell'asbestosi.

Manco a dirlo, e per tener fede alla sua reputazione di "Stato canaglia" in
materia di tutela ambientale e rispetto del diritto comunitario, l'Italia
recepisce la raccomandazione con 13 anni di ritardo.

Ma torniamo in Sardegna, a Ottana e alla "fabbrica dei tumori". Giovanni
Serra ha lavorato per circa 10 anni come strumentista dell'impianto acrilica
della Enichem, dove ha respirato le maledette fibre d'amianto: se lo è
portato via un mesotelioma pleurico diagnosticato nel 2003. Anna Etzo, la
moglie di Giovanni, chiede giustizia, e con il sostegno dell'Aiea e di
"Medicina Democratica" ha avviato un'azione giudiziaria civile nei confronti
della Syndial, la società del gruppo Eni subentrata alla Enichem.



--------------- o -----------------



Anna dice che vuole giustizia non solo per Giovanni, ma anche per i tanti
che non ci sono più.

Raffaele Curreli ha lavorato presso la Enichem di Ottana per quasi
trent'anni. Nella sua voce c'è angoscia, ma anche una grande forza. Raffaele
si è ammalato, ha una patologia tumorale in stato avanzato. Come Anna non
molla e chiede giustizia per sé e i suoi compagni, ad iniziare da quelli che
il lavoro lo hanno pagato con la vita.

Pensi ad Ottana, alle fabbriche della Eternit, magari alla Marlane di Praia,
all'Ilva di Taranto, alla Enichem di Pisticci e agli operai di Acerra, di
Casale Monferrato e di Bagnoli. Pensi: lo sapevano da anni che quelle
maledette fibre erano pericolose.




Sì, ci pensi e ti viene in mente la cinica frase che i nazisti posero
all'ingresso del campo di concentramento di Auschwitz:

 "Il lavoro rende liberi"

Raffaele ha detto: "Quella fabbrica ci ha dato da vivere, ma il prezzo che
stiamo pagando è troppo alto".

Mario



----------------------



Da: Simona Baldanzi simona.baldanzi at gmail.com

A:

Data: 10/06/2012 22.45

Ogg: L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELLA PRESCRIZIONE



Vi giro il mio articolo di sabato.

Penso possa interessare a molti di voi.



L'insostenibile leggerezza della prescrizione

L'INCARTAUOVA 9 giugno 2012



"Dico no all'ambientalismo di destra, cioè all'ecologia antimodernista e
contraria allo sviluppo di chi è contro la TAV e i termovalorizzatori". Sono
le parole del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi pronunciate a
terra futura.

Pochi giorni dopo la notizia che ha avuto poco risalto sulla stampa "Assolti
per prescrizione 23 amministratori e dirigenti regionali, nonché dirigenti
del Ministero dell'Ambiente, accusati dalla procura contabile come
responsabili dei danni durante i lavori dell'alta velocità".

I danni del TAV nel Mugello non hanno nessun colpevole: assolti i
progettisti, assolti i costruttori, assolti per prescrizione gli
amministratori.

Non voglio stare qua a dire perché non mi sento né un'ambientalista di
destra, né un'ecologista antimodernista. Ho una famiglia di cacciatori oltre
che di operai e ho sempre vissuto le contraddizioni di un certo
ambientalismo: se mio babbo lascia nel bosco un bossolo di cartuccia prende
500 euro di multa, giustamente.

E per quello che è successo in Mugello?

Anziché dirmi cosa sono io, presidente della regione in cui sono nata e
vivo, mi spieghi lei perché è a favore della TAV. Provi a farmi capire
soprattutto cosa c'è di sinistra e di moderno dentro quell'opera, mi porti i
dati, gli studi, il pensiero e le idee e mi convinca così smetto anche di
fare gite macabre fra i cantieri con i NoTAV nella mia terra.

Non crede che l'impunità dei politici sulle conseguenze delle grandi opere
li aiuti a parlare e decidere con troppa superficialità e leggerezza?



----------------------



Da: Mai più Thyssenkrupp maipiuthyssenkrupp at hotmail.it

Data: 11/06/2012 14.46

A:

Ogg: COMUNICATO STAMPA PRESIDIO EX LAVORATORI THYSSENKRUPP DAVANTI AL COMUNE
15 GIUGNO ORE 9,30



COMUNICATO STAMPA



A ormai un anno di distanza dal 30 giugno scorso, quando abbiamo avuto un
incontro con il Sindaco P. Fassino

http://www.tmnews.it/web/sezioni/video/20110630_video_17034053.shtml

in cui veniva garantito il suo impegno e di quello della sua Amministrazione
a lavorare per favorire un lavoro "certo e sicuro nell'ambito del percorso
di mobilità, per tutti i lavoratori", ci ritroviamo senza lavoro e persino
la Lettera Aperta rivoltagli il 7 marzo scorso non ha sbloccato la
situazione.

Il processo di primo grado, conclusosi recentemente con la condanna di tutti
gli imputati a pene severe, che ci garantiva una certa disponibilità da
parte degli organi di informazione a parlare anche della "questione lavoro"
che riguarda i lavoratori ancora in mobilità (una decina, in gran parte
costituiti Parti Civili nel processo), è andata scemando e ci ritroviamo in
una situazione di preoccupazione e incertezza per il nostro futuro e quello
delle nostre famiglie.

Francamente non capiamo la refrattarietà del Sindaco e dell'Amministrazione
a voler comunicare con noi. Non è certo mancato il tempo e ci siamo sempre
dimostrati propositivi nell'ambito del progetto, illustrato in campagna
elettorale, della Gran Torino Capitale del Lavoro. Abbiamo solo spinto
affinché il programma elettorale di Fassino non rimanga solo un programma di
intenti ma venga attuato concretamente: oggi più di ieri è urgente
un'inversione di rotta, è necessario che l'amministrazione attui un
programma per il rilancio del lavoro a Torino e provincia insieme ai
lavoratori e ai sindacati, mettendo al centro anche il rafforzamento e lo
sviluppo dei servizi (istruzione, trasporti, sanità, cultura) e la difesa
dei diritti. Per questo abbiamo sempre messo a disposizione professionalità
e competenze al servizio della Città, perché ci venga garantito il diritto
ad un lavoro sicuro e dignitoso per tutti noi.

Non è più il momento di aspettare, il tempo scorre e tra pochi mesi per noi
si apre la strada della fine di tutti gli ammortizzatori sociali e quindi
della disoccupazione.

Per spingere il Sindaco a darci un incontro di chiarimento sul lavoro svolto
in questi mesi, che speriamo non sia trascorso invano ma sia servito
all'Amministrazione per lavorare nel senso della ricollocazione dignitosa da
noi auspicato, saremo in presidio davanti al Comune venerdì 15 giugno dalle
ore 9,30.

Invitiamo a partecipare al presidio tutti coloro che condividono le nostre
proposte o sentano comunque l'esigenza di un'inversione di rotta da parte
dell'Amministrazione soprattutto per quanto riguarda la questione lavoro,
misura necessaria per consentirci di uscire dalla crisi.



Torino, 11 giugno 2012

Ex lavoratori ThyssenKrupp Torino



----------------------



Da: Cobas Pisa confcobaspisa at alice.it

Data: 11/06/2012 18.28

A:
Ogg: PONTEDERA: DUE GIORNATE PARTICOLARI



Mercoledì 6 e giovedì 7 giugno ancora una volta bandiere rosse Fiom e
bandiere rosse Cobas a Pontedera, contro il pacchetto Fornero, che - dopo
gli spietati provvedimenti contro le pensioni - va ora all'assalto
dell'articolo 18, degli ammortizzatori sociali, dei precari.

La RSU Fiom di Piaggio a Pontedera (una compagine in cui è maggioritario un
pensiero radicale che non si accontenta del rituale tuonare del suo vertice
nazionale, ma dà vita a una coerente pratica di lotta, sia sul piano
aziendale che su quello generale) e la RSU Filcams-Cgil-Cobas Lavoro Privato
della Ceva (indotto Piaggio di Lugnano) non sono alla loro prima esperienza
unitaria, ma da marzo in poi sono state più numerose che in passato le
iniziative con cui esse si sono mosse insieme - sugli stessi obiettivi e con
le stesse modalità di mobilitazione - in cortei, presidi, blocchi stradali e
ferroviari.

Così, mercoledì la Ceva ha fatto assemblea dalle 9 alle 11 e dalle 13 è
entrata in sciopero, per raggiungere la Piaggio, alle cui portinerie era
stato organizzato il picchetto a partire dalle 13, in concomitanza con lo
sciopero dichiarato per la seconda frazione di lavoro del turno centrale e
per la prima metà del secondo turno.

Poco dopo le 14 si è mosso un corteo, che ha raggiunto la sede del PD, a cui
sono state rivolte critiche pesantissime per il ruolo di totale sostegno
fornito alle politiche del governo Monti di devastazione dei diritti del
lavoro, in spregio a ogni attenzione alle aspirazioni e ai bisogni di chi
lavora.

Raggiunto il municipio, si sono aperti gli interventi operai, che hanno
ricostruito il quadro degli attacchi governativi e padronali al mondo del
lavoro subordinato, le complicità del centrosinistra e delle confederazioni
sindacali e hanno ribadito la necessità di un percorso di lotte adeguate a
fermare la carneficina sociale in atto.

Giovedì, le portinerie Piaggio sono state presidiate fin dalle 5 del
mattino, per uno sciopero programmato fino alle 9,30 del primo turno, e alle
7 un corteo (in cui erano presenti anche militanti sindacali Ceva, alcuni
militanti Cobas di Pisa e studenti di Occupy-Pisa) ha attraversato la città,
ha raggiunto le scuole superiori, ha comunicato le ragioni della lotta ai
numerosi studenti affacciati alle finestre e a quelli che sono usciti in
delegazione per un breve incontro diretto con operaie e operai.

Poi la stazione ferroviaria e il blocco dei binari.

Per finire, due considerazioni:

1 - la parte maggioritaria e più determinata della RSU Fiom di Piaggio
(malgrado gli attacchi recenti e meno recenti che ha dovuto subire sul
versante cislino, uillino e ugllino, da una parte, e sul versante della
segreteria provinciale Cgil e delle segreterie provinciale e nazionale della
Fiom, dall'altra) pare orientata a rinsaldare i suoi legami con componenti
di RSU Fiom (come quella della Same di Treviglio nel bergamasco)
particolarmente attive non solo contro le politiche padronali e il disegno
di legge Fornero, ma anche contro le "normalizzazioni" in corso in casa
Fiom;

2 - l'unità d'azione tra RSU Fiom di Piaggio e RSU Filcams-Cobas di Ceva è
parsa decisamente rafforzata dalle due giornate di mobilitazione, cosa che
(mentre ci si deve confrontare con le marce forzate con cui il governo vorrà
fare approvare il disegno di legge capestro ora in discussione alla camera
dei deputati) ha le carte in regola per estendersi alle altre realtà del
territorio.

Salvatore Bonavoglia, Marcello Pantani, Sandro Soldani

Confederazione Cobas Pisa





More information about the Redditolavoro mailing list