[Redditolavoro] Fw: SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS ! "LETTERE DAL FRONTE" DEL 01/06/12

bastamortesullavoro@domeus.it cobasta at libero.it
Sat Jun 2 10:43:28 CEST 2012



SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS ! "LETTERE DAL FRONTE" DEL 01/06/12



INDICE



COBAS Pisa confcobaspisa at alice.it

LAVORATORI IN CASSA INTEGRAZIONE / MOBILITÀ CADUTI IN MISERIA. UNA PICCOLA 
INCHIESTA DEI COBAS


Carlo Soricelli carlo.soricelli at gmail.com

TUTTI I CAPANNONI COSTRUITI IN ITALIA NEL SECOLO SCORSO DEVONO ESSERE MESSI 
IN SICUREZZA



Samanta Di Persio samantadipersio at virgilio.it

BRINDISI-MINERBIO A TUTTO GAS (ANCHE CON IL TERREMOTO)



Leopoldo Pileggi pileggi.lp at tiscali.it

ANCORA A PROPOSITO DEL TERREMOTO IN EMILIA


ANCORA IN MARCIA ! redazione at ancorainmarcia.it

STAZIONE BOLOGNA: SCOPPIA APPARECCHIATURA CARROZZA INTERCITY. PANICO E 
ALLARME BOMBA MA NESSUN FERITO



ProletariaVox ottobre18 at email.it

CHIUSO PER TERREMOTO


Francesco Ficiarà frficiar at hotmail.com

14 OPERAI MODENA RICEVONO DECRETO PENALE (COMMUTATA IN SANZIONE) DI 2600 
EURO PER INVASIONE AUTOSTRADA DEI 5000 METALMECCANICI


Samanta Di Persio samantadipersio at virgilio.it

GUIDO BERTOLASO: UN BIDELLO CONSIGLIA GLI EMILIANI



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Da: COBAS Pisa confcobaspisa at alice.it

Data: 29/05/2012 21.53

A:
Ogg: LAVORATORI IN CASSA INTEGRAZIONE / MOBILITÀ CADUTI IN MISERIA. UNA 
PICCOLA INCHIESTA DEI COBAS


Crescono ogni giorno i lavoratori e le lavoratrici che inoltrano richieste 
di sussidi alla Commissione di assistenza sociale. Trattasi di uomini e 
donne espulsi dal ciclo produttivo, giovani per andare in pensione, ma 
troppo avanti con gli anni per essere nuovamente assunti.

Le domande per alta emarginalità alla azienda ASL di Pisa riguardano non 
solo famiglie indigenti ma anche operai/e che con gli assegni della cassa 
arrivano solo a metà mese.

Abbiamo parlato con Fabio (nome di fantasia) che lavorava nella ditta 
interna alla Saint Gobain.

"Leggo con rabbia che hanno premiato la Saint come azienda che promuove 
l'occupazione e il lavoro, ma io e quasi 20 dei miei colleghi siamo a casa e 
la cassa tra qualche mese finirà senza alcuna certezza per il futuro, senza 
quei pochi soldi saremo letteralmente alla fame visto che già oggi non 
paghiamo le bollette, abbiamo fermato la macchina perché senza 
assicurazione, viaggiamo in 3 con un motorino 50 non revisionato e a rischio 
di sequestro e relativa multa".

Marina ha lavorato come badante in molte famiglie, ha dei figli monorenni a 
carico e senza il marito la sera deve tornare a casa, per questo ha perso 
lavoro. Si adatta con qualche pulizia, ma non riesce ad andare avanti se non 
con qualche sussidio, con l'aiuto della Caritas e della parrocchia di 
quartiere dalla quale riceve pacchi di generi alimentari e vestiti . Cerca 
qualunque tipo di lavoro ma anche i più umili e meno pagati sono ormai rari 
da trovare.

Andrea (altro nome di fantasia), che come gli altri si è presentato allo 
sportello sicurezza nei luoghi di lavoro dei COBAS, ha una storia più 
complicata perché lavora, ma con 17 ore settimanali arriva a malapena a 480 
euro.

"Porto i volantini a domicilio e con me ci sono ormai tanti pensionati che 
non arrivano a fine mese con figli e parenti a carico disoccupati e 
precari".

Andrea abita in una casa popolare, non paga l'affitto da quasi 1 anno ("con 
800 euro si deve vivere in 3 e non ce la facciamo più") e si aspetta lo 
sfratto da un momento all'altro.

Questi uomini e donne vogliono rendersi utili, nella scheda compilata alla 
Caritas hanno scritto di cercare un lavoro ma di sentirsi ormai tagliati 
fuori. Hanno tutti tra i 50 e i 56 anni di età, disposti a lavorare anche 
per poche ore, non accettano di vivere di carità e di sussidi anche se sono 
costretti a farlo da mesi.

All'ombra della torre pendente crescono nel frattempo gli sfratti per 
morosità, le cartelle di Equitalia e i solleciti della Sepi rappresentano 
una minaccia costante per queste famiglie.

La disperazione e l'isolamento di tanti uomini e donne determina un aumento 
delle malattie depressive.

Un disagio sociale sempre più grave contro il quale non servono le ricette 
di austerità del Governo Monti.



COBAS Pisa

349 84 94 727



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Da: Carlo Soricelli carlo.soricelli at gmail.com

Data: 31/05/2012 15.12

A:

Ogg: TUTTI I CAPANNONI COSTRUITI IN ITALIA NEL SECOLO SCORSO DEVONO ESSERE 
MESSI IN SICUREZZA



OCCORRE URGENTEMENTE METTERE IN SICUREZZA TUTTI I CAPANNONI COSTRUITI IN 
ITALIA NEGLI ANNI DEL BOOM ECONOMICO E NON SOLO !

La prima scossa di terremoto ha evidenziato che quasi tutti i capannoni 
costruiti nelle zone terremotate il 20 maggio 2012 in Emilia Romagna, e in 
tutto il Paese, che è uno dei più a rischio sismico del mondo, sono a 
rischio crollo in caso di forte scosse.

Occorre fin da ora lavorare per mettere in sicurezza tutti i capannoni 
industriali costruiti nel secolo scorso. Non si può far correre il rischio 
di far morire tra le macerie i lavoratori italiani, la messa in sicurezza 
dei capannoni avrà dei costi altissimi, ma la vita di chi lavora è più 
importante della produzione industriale.



Carlo Soricelli

Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

http://cadutisullavoro.blogspot.com



NOTA

Purtroppo in Emilia Romagna non sono crollati solo i capannoni costruiti 
prima del 2000, ma anche alcuni recentissimi. La messa in sicurezza deve 
riguardare tutti i capannoni che a seguito di perizia eseguita da Vigili del 
Fuoco risultino a rischio.

Marco Spezia



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Da: Samanta Di Persio samantadipersio at virgilio.it

Data: 31/05/2012 16:42

A:

Ogg: BRINDISI-MINERBIO A TUTTO GAS (ANCHE CON IL TERREMOTO)


A Brindisi termina la via Appia, un esempio virtuoso di quello che ci ha 
lasciato la storia: l'Appia era la strada che portava i greci, l'oriente 
nell'antica Roma.

Oggi l'uomo vuole fare un percorso lungo 687 chilometri per realizzare un 
metanodotto che andrebbe oltre la Capitale e terminerebbe con una centrale 
di spinta a Minerbio (BO).

Snam Rete Gas, una società leader in Italia nel trasporto e dispacciamento 
di gas naturale, vuole utilizzare il mega-gasdotto Rete Adriatica come via 
di commercio con l'Europa, quindi non sarebbe adoperato per l'uso locale del 
gas (Il 22 dicembre 2011 Lorenzo Bini Smaghi viene nominato presidente della 
Snam, fino al 10 novembre era è stato membro del Comitato esecutivo della 
Banca centrale europea un bel conflitto di interessi visto che dovrebbe 
trascorrere un anno dalle dimissioni prima di avere un altro incarico).

Inizialmente il percorso doveva essere lungo la costa adriatica (ecco perché 
Rete Adriatica) successivamente è stato dirottato verso l'interno: lungo la 
dorsale appenninica.

Tale decisione è ancora in piedi dopo il terremoto che ha colpito l'Abruzzo 
il 6 aprile 2009 e l'Emilia con le forti scosse del 20 e 29 maggio 2012, 
anzi l'8 aprile 2009 la società Snam ripropose l'istanza di pubblica 
utilità.

Il tratto verrebbe interrato, il fatto che non si veda, non deve indurre a 
pensare che sia rassicurante: i tubi hanno un diametro di un metro e venti, 
occorre fare lo scavo con mezzi d'opera imponenti, distruzione di uliveti, 
foreste, l'impatto ambientale in Abruzzo, regione verde, sarebbe molto 
invasivo.

Il 6 marzo 2012 l'Antitrust ha avviato un'istruttoria nei confronti di Eni 
(La Snam rete gas è una controllata di Eni) per possibile abuso di posizione 
dominante. Eni, che detiene la quota prevalente dei diritti di capacità sui 
gasdotti TAG e Transitgas, ha limitato la disponibilità di capacità di 
trasporto per altri importatori (trasportatori e utilizzatori finali/clienti 
industriali che fanno ricorso all'autoapprovvigionamento), a fronte di un 
sostanziale sottoutilizzo dei gasdotti. Questo determina una sorta di 
monopolio sul prezzo.

Ancora una volta si vorrebbe realizzare una grande opera inutile, per i 
soliti interessi di lobby.

L'ennesima costruzione che, non solo consumerebbe e deturperebbe territorio, 
ma è una sciagura certa in caso di terremoto.



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Da: Leopoldo Pileggi pileggi.lp at tiscali.it

Data: 01/06/2012 0.02

A: Marco Spezia sp-mail at libero.it

Ogg: R: ANCORA A PROPOSITO DEL TERREMOTO IN EMILIA


Vedo tanti soccorritori con delle mascherine da basso rischio che cercavano 
di scavare per cercare di salvare vite umane.

Ma mi sorge una domanda, ma in caso di coperture di amianto qualcuno si e' 
posto la domanda come procedere.

Credo proprio di no.

ciao Leo



NOTA

ATTENZIONE ! TUTTI COLORO CHE SONO COINVOLTI NELLE OPERAZIONI DI RECUPERO O 
MESSA IN SICUREZZA NELLE ZONE TERREMOTATE, DEVONO SAPERE CHE TRA LE MACERIE 
E' PIENO DI ETERNIT SBRICIOLATO E QUINDI CON PERICOLO DI EMISSIONE DI FIBRE 
CANCEROGENE. NON AVVICINATEVI A DETRITI DI ETERNIT. RIFIUTATE DI LAVORARE 
PRESSO DETRITI DI ETERNIT ! ALLERTATE I VIGILI DEL FUOCO O LA ASL. IN OGNI 
CASO, ANCHE SE LONTANI DA DETRITI DI ETERNIT, SE LAVORATE ALL' APERTO E 
VISTO CHE LE CORRENTI D'ARIA DIFFONDONO LE FIBRE, INDOSSATE MASCHERINE 
FACCIALI CON GRADO DI PROTEZIONE FFP3. SE SIETE LAVORATORI DIPENDENTI VE LE 
DEVE DARE IL VOSTRO DATORE DI LAVORO.

Marco Spezia



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Da: ANCORA IN MARCIA ! redazione at ancorainmarcia.it

Data: 01/06/2012 0.03

A:
Ogg: STAZIONE BOLOGNA: SCOPPIA APPARECCHIATURA CARROZZA INTERCITY. PANICO E 
ALLARME BOMBA MA NESSUN FERITO



ancora IN MARCIA !

GIORNALE DI CULTURA, TECNICA E INFORMAZIONE POLITICO SINDACALE, DAL 1908


STAZIONE BOLOGNA: SCOPPIA APPARECCHIATURA CARROZZA INTERCITY. PANICO E 
ALLARME BOMBA MA NESSUN FERITO

FORSE UN SERBATOIO O UN'APPARECCHIATURA ELETTRICA. I PEZZI DI LAMIERA DEL 
PANNELLO VOLANO SUL MARCIAPIEDE



Oggi pomeriggio un boato proveniente dalla seconda carrozza del treno IC 590 
Salerno-Milano, ha - comprensibilmente - generato il panico nella stazione 
di Bologna dove il treno era in transito. I frammenti del pannello della 
carenatura laterale sono volati a diversi metri di distanza, dal terzo al 
primo binario.

Fortunatamente in quel momento non c'erano viaggiatori, quindi non ci sono 
stati feriti ma solo tanta paura per il forte rumore paragonabile ad una 
vera e propria esplosione. Molti infatti hanno temuto che si trattasse di 
una bomba tanto che è stata effettuata un'accurata ispezione anche dagli 
artificieri e dalla polizia scientifica.

Secondo i primi accertamenti della polizia ferroviaria però, è stata esclusa 
qualsiasi ipotesi dolosa; l'incidente sarebbe stato causato con molta 
probabilità da una delle apparecchiature di bordo, elettrica o pneumatica.

Non è la prima volta che le apparecchiature di bordo "scoppiano" mettendo a 
rischio l'incolumità dei viaggiatori e degli stessi ferrovieri. Era accaduto 
alcuni anni or sono con i serbatoi d'aria dell'ETR 500, poi sostituiti 
sull'intera flotta per una lacuna strutturale ed all'ETR 480 quando il 3 
gennaio 2006 avvenne un'esplosione nella cabina alta tensione a causa di un 
malfunzionamento delle apparecchiature.

Il treno è stato posto sotto sequestro dalla Polfer e le indagini saranno 
coordinate dalla PM Gabriella Taviano.

I circa 200 viaggiatori hanno proseguito il viaggio con altri treni.

Bologna, 31 maggio 2012



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From: ProletariaVox ottobre18 at email.it

To:

Date: Thu, 31 May 2012 16:07:17

Subject: CHIUSO PER TERREMOTO


Care colleghe, cari colleghi,

faceva davvero uno strano effetto ieri vedere tutte le sedi bolognesi 
dell'Università chiuse per terremoto.

Si avvertiva, infatti, la totale diversità da una giornata di chiusura per 
festa o fine settimana o sciopero. La motivazione ufficiale, comune a tutti 
gli uffici pubblici e le scuole di Bologna, era il doveroso accertamento di 
eventuali danni a cose e strutture.

Accertamenti che, non a caso, dopo le nuove forti scosse di martedì che 
hanno aggravato le condizioni già precarie dei territori colpiti dal sisma 
del 20 maggio, sono ora molto più tassative e, si spera, più accurate.

La superficialità delle prime ispezioni, la facilità con cui si sono 
concesse le prime agibilità a strutture industriali e, non ultime, le 
"pressioni padronali" per un rientro al lavoro denunciate da alcuni 
dipendenti del modenese, hanno infatti determinato nuove tragiche morti sul 
lavoro.

Morti che, a questo punto, è bene denunciare pienamente come OMICIDI sul 
lavoro, senza alcun alibi di "eventi imprevedibili" dietro cui nascondere 
precise responsabilità .

Ancora una volta, infatti, il numero più elevato di morti avviene proprio 
tra quelle fabbrichette tirate su in fretta e legate dallo sputo.

Ancora una volta, cioè, la logica del profitto si rivela molto più letale 
delle cause "naturali".

Di questo si tratteggia nell'articolo già caricato sul blog la settimana 
scorsa, ovvero dopo la prima manifestazione sismica, e dopo i primi 
rilevamenti sulle condizioni strutturali di quei moderni capannoni venuti 
giù come castelli di carta.

Per inciso, non si creda che certe "soluzioni strutturali" che già le 
immagini televisive avevano evidenziato, ovvero il semplice appoggio di 
travi su pilastri senza alcun tipo di ancoraggio (e con l'evidente rischio 
di scivolamento per un movimento ondulatorio orizzontale, come poi è 
avvenuto"), sia caratteristica del solo ambiente di lavoro privato.

Per dire, anche nel nostro ateneo esistono capannoni industriali in cui, 
strano ma vero, insiste una discreta quantità di lavoro "operaio" e tecnico 
e che, a prima vista, presentano "soluzioni strutturali" non molto dissimili 
da quelle di cui sopra, differenti magari per l'aggiunta di un salvifico 
bullone d'ancoraggio e due spallette di contenimento.

C'è da augurarsi che queste aggiunte siano sufficienti a garantire la 
sicurezza.

Gli accertamenti e le ispezioni dei tecnici e degli ingegneri, a questo 
punto sicuramente molto più attente, dovranno comunque fugare efficacemente 
i timori di chi è stato evacuato e che già da subito è dovuto rientrare in 
sedi, molte delle quali di tipo "storico", e oggettivamente difficili da 
valutare. E' necessario considerare, infatti, che ai criteri di sicurezza e 
funzionalità si deve aggiungere il criterio di salvaguardia del bene 
artistico e storico del patrimonio immobiliare in cui si lavora, e i termini 
non sempre sono facili da coniugare economicamente.

Di certo, in un discorso più generale, c'è una sicura colpa oggettiva di 
tutti i governi che si sono finora succeduti nel trasferire quote di 
bilancio pubblico sempre più ingenti e progressivamente crescenti a opere 
inutili, sprecone e devastanti sul piano ambientale (la famigerata TAV e il 
Ponte sullo Stretto di Messina in primis), o addirittura criminali e foriere 
di morte, come gli armamenti bellici.

Il tutto, è noto, a scapito di servizi sociali indispensabili come Scuola, 
Assistenza Sociale, Previdenza e messa in Sicurezza degli edifici pubblici, 
del patrimonio artistico e storico, dell'ambiente e del territorio.

Le solite facce note, puntualmente, esprimono sobrio cordoglio, promettono 
aiuti e maggior prevenzione, e poi si acconciano a parate militari che 
costano fior di milioni.

Dov'è una "ratio" coerente in tutto ciò?

Non sarebbe preferibile dirigere quei soldi per opere di pubblica utilità e, 
nel contesto attuale, ad un primo tangibile intervento delle popolazioni 
terremotate?

A questo interrogativo crediamo dunque sia preferibile rispondere con 
l'iniziativa promossa da Emergency, col suo mensile on line, e che 
riportiamo sul blog all'indirizzo 
http://blog.libero.it/VoceProletaria/11349302.html con la speranza di una 
larga e rapida diffusione.


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Da: Francesco Ficiarà frficiar at hotmail.com

Data: 01/06/2012 15.03

A:
Ogg: 14 OPERAI MODENA RICEVONO DECRETO PENALE (COMMUTATA IN SANZIONE) DI 
2600 EURO PER INVASIONE AUTOSTRADA DEI 5000 METALMECCANICI


DECRETO PENALE DI 2600 EURO CONTRO ALCUNI (POCHI) OPERAI DI FIAT, TERIM, 
ECC. PER INVASIONE AUTOSTRADA DURANTE IL CORTEO DEI 5000 METALMECCANICI DEL 
29 MARZO 2012 A MODENA.



Mentre si versano lacrime di coccodrillo per il terremoto che ha colpito 
sostanzialmente solo gli Operai, cosa si fa?

Si sfila l'articolo 18 con 233 voti favorevoli e una trentina di contrari 
nel parlamento dei padroni,

E NEL SILENZIO GENERALE SI "SANZIONA" GLI OPERAI CHE FANNO SERIAMENTE IL 
LORO DOVERE DI SCIOPERARE E BLOCCARE LA PRODUZIONE, GUARDATE QUI, 
INAUDITO!!! [vedi allegato].

14 OPERAI A MODENA SONO SANZIONATI CON 2600 EURO PER ESSERE ENTRATI IN 
AUTOSTRADA, PECCATO CHE LO HANNO FATTI INSIEME A MIGLIAIA DI LORO COMPAGNI 
ALL'INTERNO DI UNO SCIOPERO E CORTEO INDETTO DALLA FIOM!!!



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Da: Samanta Di Persio samantadipersio at virgilio.it

Data: 01/06/2012 17:39

A:

Ogg: GUIDO BERTOLASO: UN BIDELLO CONSIGLIA GLI EMILIANI



Guido Bertolaso dal suo blog dispensa consigli agli emiliani. Li esorta a 
chiedere o meglio pretendere che le linee dello sviluppo e della ripresa 
economica che tutti ritengono essenziali abbiano due punti centrali come 
perno.

Il primo, immediato, nell'aiuto esplicito e forte alle imprese fermate dal 
sisma in Emilia e in tutte le aree del cratere sismico per riprendere 
immediatamente la produzione, in modo da non mettere queste imprese, da 
tempo capaci di competere a livelli di eccellenza mondiale, nella condizione 
di subire anche danni di mercato oltre a quelli ricevuti dal terremoto.

La seconda, di costruire le linee degli investimenti pubblici che il Governo 
intende farsi autorizzare in Europa in una sola direzione: messa in 
sicurezza del territorio, degli edifici strategici, delle scuole, delle 
infrastrutture. Niente "grandi opere", ma una sola grande opera diffusa e 
capillare: la messa in sicurezza delle fragilità più pericolose dei nostri 
territori.

Guido Bertolaso che scrive sul blog dal nome "Il sito di Guido Bertolaso" 
http://www.guidobertolaso.net/ non dev'essere lo stesso che era a capo della 
Protezione Civile il 6 aprile 2009.

Non dev'essere lo stesso che diceva all'assessore alla Protezione Civile 
Daniela Stati di rassicurare con un evento mediatico la popolazione 
evidentemente scossa dallo sciame sismico che interessava L'Aquila da 
quattro mesi.

Deve aver dimenticato che alle imprese aquilane di aiuti ne sono stati dati 
pochissimi: 800 euro per tre mesi e null'altro. Ci sono imprese che hanno 
chiuso e non hanno più riaperto, altre che hanno provato ma poi hanno dovuto 
chiudere.

Deve aver dimenticato anche la passerella sottobraccio a Berlusconi, per 
pubblicizzare il miracolo delle New town (la "grande opera" che non auspica 
in Emilia, anche perché gli sfollati sono soli 15mila e nelle New town 
aquilane vivono circa 40mila persone).

Per il terremoto che ha colpito l'Abruzzo, l'Europa voleva intervenire, 
propose anche un appalto per la ricostruzione a livello europeo, ma 
Berlusconi disse che non c'era bisogno di nulla... avevano già Camorra, 
'Ndrangheta, Mafia che pensavano a tutto.

Dev'essersi dimenticato completamente de L'Aquila, del resto ha creduto 
anche lui nella ricostruzione tanto sbandierata dai media di regime perché è 
impensabile seduto in poltrona a vedere uno speciale di Report o Presa 
Diretta sul terremoto che l'ha reso famoso.

Così come dev'essersi dimenticato che lui è indagato per omicidio colposo 
plurimo e disastro colposo in relazione proprio al terremoto de L'Aquila.



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