[Redditolavoro] Fw: ANCORA A PROPOSITO DEL TERREMOTO IN EMILIA

bastamortesullavoro@domeus.it cobasta at libero.it
Fri Jun 1 08:21:44 CEST 2012


----- Original Message ----- 
From: "cobasta" <cobasta at libero.it>
To: <bastamortesullavoro at domeus.it>
Sent: Friday, June 01, 2012 8:21 AM
Subject: Fw: ANCORA A PROPOSITO DEL TERREMOTO IN EMILIA



----- Original Message ----- 
From: "Marco Spezia" <sp-mail at libero.it>
To: <Undisclosed-Recipient:;>
Sent: Thursday, May 31, 2012 10:18 PM
Subject: ANCORA A PROPOSITO DEL TERREMOTO IN EMILIA


ASSISTENZA ALLE POPOLAZIONI COLPITE

Riporto quanto mi scrive Cristiano "Ruvido" Baldo e invito a diffondere.


San Felice sul Panaro, Finale Emilia e tutta la zona mi sono molto
familiari.

Sono paesi che frequento da più di vent'anni, ho molti amici lì, alcuni sono
come fratelli di sangue per me.

Sono persone umili, positive, straordinarie e molto forti dentro ma con
drammi del genere non ce la si può fare da soli.

Con Massimo di San Felice ci siamo conosciuti nel 1987 o giù di lì e non ci
siamo più allontanati da allora; abbiamo girato mezza Europa assieme,
abbiamo organizzato e visto centinaia di concerti assieme, diviso letti e
ospitalità reciproca.

Massimo è anche assessore a San Felice e in questi giorni lo sto sentendo.

La situazione non è per niente bella e su mia insistenza mi ha detto di
guardare questo link per chi voglia in qualche modo dare una mano. Per chi
sta raccogliendo generi di prima necessità da portare o vuole andare a dare
una mano sul posto è importante che si metta prima in contatto coi numeri
che trovate. Chi eventualmente invece volesse contribuire con una donazione
trova come fare, chi mi conosce, se preferisce, e ci si può incontrare di
persona può contattarmi ed eventualmente dare a me direttamente il contante
così facciamo un versamento unico.
So bene che economicamente non è un bel periodo per tanti ma anche pochi
euro diventano pesanti ed importanti se spesi così.. vi aiuterà a sentirvi
meglio e ad essere più vicini col cuore alla "Bassa".

Grazie di cuore in anticipo anche da parte mia


http://terremotosanfelice.org/come-contribuire/



IN DENARO
Abbiamo aperto un conto corrente bancario, a cui tutti possono contribuire.
Il ricavato verrà usato esclusivamente per l'emergenza terremoto.

IBAN: IT84X0503466980000000000100 con causale "emergenza terremoto"


GENERI DI PRIMA NECESSITÀ
Contattate il numero verde unico 800210644, per accordarsi su dove
consegnare merci in lotti.

Per portare giocattoli, attrezzature per bimbi e tende: centro Opera, via
Montessori, 39, San Felice S.P. vicino alla Coop (rif. Lino Luppi); per
alimentari e prodotti di igiene personale recarsi in via dell'Agricoltura,
capannone Bianchini (rif. Reggiani).


VOLONTARIATO, AIUTO DI PERSONA, POSTI LETTO
Contattate il numero verde unico 800210644

Couchsurfing.org ha messo a disposizione un sito dove indicare la propria
disponibilità di posti letto per ospitare gli sfollati.

http://www.couchsurfing.org/group.html?gid=52939


PER RICOSTRUIRE IL PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE
Contattate il numero verde unico 800210644


PER COMPRARE DA AZIENDE DELLA ZONA IN DIFFICOLTÀ
Per acquisto di Parmigiano "caduto", il caseificio Casumaro vende
direttamente al pubblico in via Matteotti 80 a San Possidonio (MO), tutti i
giorni dalle 8 alle 20 anche il sabato e la domenica.


5 PER MILLE
Se sei residente a San Felice, puoi lasciare il tuo 5 per mille al comune
che lo utilizzerà solo a scopo assistenziale.



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TERREMOTO, IL RICATTO DEGLI IMPRENDITORI AGLI OPERAI: O LAVORI CON LE SCOSSE
O VAI IN FERIE



Da http://www.ilfattoquotidiano.it/



I racconti dei lavoratori: "nelle aziende sono comparsi anche cartelli di
avvertimento". E le vittime finite sotto le lamiere erano tutte precarie

Vincenzina vuol bene alla fabbrica, canta in uno dei suoi pezzi formidabili
Enzo Jannacci, quando smette i panni dello stralunato e folle. E di
Vincenzine ce ne sono tante tra Mirandola, Medolla, Cavezzo e San Felice sul
Panaro, borghi produttivi della Bassa modenese, il motore di una Emilia che
fu rossa, ma è rimasta operaia. Ventiquattro ore dopo la scossa che ha
sepolto i lavoratori, distrutto capannoni, viene da chiedersi perché fossero
lì dentro a lavorare e non, come tante altre persone all'aperto, a
preoccuparsi della loro pellaccia più che dei bilanci da fare, del premio
produttivo da raggiungere, dello stipendio. Volontari in barba alle leggi
della natura?

Manco per idea. In molte aziende, quelle piccole, da dieci, quindici
dipendenti, le richieste le ha fatte il direttore generale, il padrone
direttamente, il ragioniere dell'amministrazione. "Noi siamo qui", ha detto
il piccolo imprenditore di turno via telefono ai suoi dipendenti. Un "noi
siamo qui" che in molti casi ha suonato come "meglio che rientriate, perché
se non lavoriamo oggi è un problema mio, domani un problema vostro". Lo
raccontano al Fatto Quotidiano non una, ma diverse persone.

Tanti immigrati tunisini, ripresi anche in video. "Evitatemi di finire
licenziato, proprio io che sono tornato a lavorare", dice uno degli ospiti
del campo allestito a Cavezzo. "Mi hanno costretto e sono rientrato". Lo
dice anche il marito di una donna che la mattina di lunedì 21 maggio è stata
"gentilmente" invitata a rientrare. "E mia moglie è andata. Lavora in
un'azienda del settore della meccanica da 20 anni. È tornata in ufficio. Si
è salvata per miracolo, è stata l'ultima a uscire dalla porta d'emergenza.
Il caso di mio zio - prosegue l'uomo - la dice ancor più lunga. Lo hanno
chiamato i colleghi e spiegato che sul cancello della ditta c'era un
cartello, che era meglio che passasse a leggerlo. Che cosa c'era scritto?
Invito molto armonioso e gentile: c'è stato il terremoto, ma la vita
continua. Chi vuole lavora, gli altri possono prendersi le ferie.
Liberissimi di farlo".

Ecco perché non c'era nessuno nelle case, ma c'erano molte persone a
lavorare. Non è successo niente di diverso. Alla Haemotronic gli operai
nella maggior parte dei casi sono assunti con contratto a tempo. In questo
caso non c'è stata nessuna pressione per tornare, ma sotto le macerie sono
morti i precari. L'azienda è un colosso della biomedica, i problemi non
c'erano, ma avevano la certificazione per tornare al lavoro. Nessun rischio,
nessun pericolo. Le pareti portanti hanno resistito, è il resto che è
crollato.

D'altronde avere l'agibilità, anche in casi di massima emergenza, è un gioco
da ragazzi . Basta un ingegnere pagato dall'azienda che dice se è possibile
rientrare. "Non potevamo prevedere un'altra scossa, non era prevista,
eravamo convinti di poter lavorare", dice uno dei soci della Haemotronic tra
le lacrime, Mattia Ravizza. E nessuno mette in dubbio la sua parola. C'era
anche lui lì, dentro, ha rischiato come gli altri. E non è un eroe.

Ma quei lavoratori erano dove non dovevano essere. Lo ha detto il
procuratore della Repubblica di Modena, Vito Zincani. E ha fatto capire dove
andrà a parare la sua inchiesta. Strutture, progetti, direzione dei lavori.
Ma soprattutto dovrà farsi spiegare perché a Medolla gli operai erano in
fabbrica mentre il paese era quasi completamente evacuato. Chi ha dato
l'agibilità, chi l'ha firmata? E perché tante di quelle carrozzerie che
coprono così potenti motori del secondo comparto mondiale per la biomedica,
dietro solo a Memphis per produzione, si sono sciolte come panetti di burro.



da Il Fatto Quotidiano del 31 maggio 2012



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DIRITTI DEI LAVORATORI IN CASO DI TERREMOTO


Se ne parlerà domani primo giugno con Oliviero Beha a "Brontolo" a partire
dalle 11 su RAI 3.


http://www.olivierobeha.it/inevidenza/2012/05/diritti-dei-lavoratori-in-caso-di-terremoto



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