[Redditolavoro] 21/07 in piazza a Palermo contro femminicidi e violenza sulle donne

cobas slai s.c. palermo cobas_slai_palermo at libero.it
Mon Jul 23 12:54:43 CEST 2012



>Diverse centinaia di donne sono scese  in piazza sabato 21 luglio a Palermo 
>contro femminicidi e  violenza.
>
>Sotto un sole caldissimo il corteo "bianco", proposto dalle organizzatrici 
>del 
>Coordinamento antiviolenza 21 luglio, si è però colorato della ribellione e 
>determinazione delle lavoratrici, precarie e disoccupate dello Slai Cobas 
>per 
>il s.c. e delle compagne del Mfpr che sin dal concentramento, durante 
>l'affissione degli striscioni tra cui "contro femminicidi e violenza 
>sessuale 
>la lotta rivoluzionaria delle donne per rovesciare questa società che li 
produce",  la diffusione dei materiali portati, presi ben volentieri da 
parecchie donne grandi e giovani, hanno iniziato ad animare la 
>manifestazione 
>con  slogan e primi spikeraggi al megafono.
>
>Così anche durante il corteo che si è snodato da piazza Croci fino a piazza 
>Massimo.
>
>Uno spezzone vivace e ribelle che ha costituito la parte combattiva e di 
>classe del corteo, che si è distinto da tutto il resto, da segnalare però 
>anche 
>spezzone delle giovani compagne del Collettivo Anillo de Fuego in piazza 
con 
>uno striscione "non è più il tempo delle vittime, ma è l'ora di lottare".
>
>Tanti gli slogan lanciati "femminicidi/violenza sessuale  è questo il 
>sistema 
>del capitale", "la nostra vita non si tocca la difenderemo con la lotta, " 
>la 
>furia delle donne si deve scatenare questa sistema dobbiamo rovesciare,  
>"Moderno Medioevo, doppia oppressione donne in lotta contro la 
>rivoluzione"...  
>
>per  portare con forza alle donne un messaggio diverso e in netta 
contrapposizione con quanto contenuto nell'appello di convocazione 
ufficiale 
>e 
>quanto dichiarato ai mass media dalle rappresentanti del coordinamento 
>organizzatore "... l'intento è anche quello di sottoporre alle 
>amministrazioni 
>comunali e regionali la necessità di alcune misure in merito a prevenzione, 
>educazione e tutela… in merito al tema della certezza della pena...  al 
>sostegno degli operatori e delle operatrici dei centri antiviolenza..." o 
>dalle 
>donne di IdV "... siamo convinte che sia necessario, ora più che mai, 
>sviluppare politiche di prevenzione e di sensibilizzazione sociale, per la 
>diffusione di una cultura del rispetto"... Ma non avevano detto che non ci 
>sarebbero stati partiti e istituzioni presenti???
>
>Diverse nostre compagne e lavoratrici hanno ribadito, alternandosi al 
>megafono, che affrontare la questione della violenza sessuale e dei 
>femminicidi 
>esclusivamente con le misure repressive o con il potenziamento dei centri 
>antiviolenza, come pongono anche le donne dal governo, del PD, la Camusso e 
>company fino a settori del femminismo borghese/riformista, non è e non può 
>essere la "soluzione". Le misure repressive non fanno che alimentare un 
>clima 
>oscurantista, razzista, ideale per la coltivazione e diffusione di idee e 
>pratiche fasciste, maschiliste, di sopraffazione che finiscono per favorire 
>la 
>violenza, la logica dei centri antiviolenza è limitata e limitante perché 
>interna a questo sistema sociale, perché tende ad individualizzare i casi 
di 
>violenza soffocandone invece l'aspetto sociale della questione e la 
>necessità 
>della ribellione e della rivoluzione attraverso la lotta collettiva delle 
>donne.
>
>Forte è stata anche la denuncia contro chi ogni giorno fa sì che si 
diffonda 
>un clima e un humus maschilista, sessista, razzista, moderno fascista 
contro 
>le 
>donne, che inevitabilmente finisce con il legittimare la violenza contro di 
>esse,  in particolare sono state denunciate le politiche del governo 
>Monti/Fornero doppiamente scellerate contro la condizione di lavoro e di 
>vita 
>delle donne affiancate dalle "nuove" campagne ideologiche su famiglia e 
>attacco 
>alla libertà di scelta delle donne della Chiesa.
>
>Senza rovesciare questo sistema sociale che produce i femminicidi e la 
>violenza contro le donne non ci può essere alcuna reale soluzione, ma si 
>tratta 
>di  una lotta che  non ha niente da spartire con la politica del femminismo 
>borghese e piccolo borghese che fa appello "alla civiltà dell'Europa",  ma 
>che 
>ha a che fare invece con la concezione/pratica del NOI ODIAMO GLI UOMINI 
CHE 
>ODIANO LE DONNE che significa  rispondere, da parte della maggioranza delle 
>donne, quelle che non hanno nulla da conservare in questo sistema, 
>organizzandosi con la legittima violenza rivoluzionaria: "… basta con  i 
>lamenti e le inutili e impotenti richieste ma serve sviluppare una linea 
>combattiva verso gli stupratori, assassini e le Istituzioni... una lotta 
>che  
>non è però interesse solo delle donne, ma di tutti i proletari ... è una 
>lotta 
>per una nuova umanità, nuovi rapporti sociali…" .
>Il messaggio forte, diverso e in critica  portato in piazza dalle compagne 
e 
>lavoratrici sia lungo tutto il corteo ma anche intervenendo alla fine in 
>piazza, ha dato  l'opportunità di interloquire con diverse  donne, 
>giornaliste 
>che lo hanno accolto con un certo interesse misto a curiosità e anche 
>richiesta 
>di comprendere meglio,  fino alle stesse organizzatrici del corteo che ci 
>hanno 
>ribadito  l'importanza di confrontarsi con noi nonostante la diversità dei 
>contenuti e della forma invitandoci alle loro prossime riunioni di 
>coordinamento. 
>
>Ma ci sono stati anche momenti di scontro in diretta ci sono stati durante 
>il 
>corteo in particolare con un piccolo gruppo di donne che alquanto 
>infastidite 
>si sono rivolte ad una lavoratrice al megafono dicendo "ma cosa c'entra che 
>stai denunciando il governo e i politici di oggi? la violenza sulle donne è 
>un 
>fatto culturale, è la cultura che si deve cambiare". Pronta e determinata è 
>stata la risposta delle lavoratrici e compagne che innanzitutto hanno 
>denunciato che proprio a causa delle politiche del vari governi, e adesso 
>più 
>che mai dell'attuale governo Monti/Fornero, spesso le donne proprio perché 
>private dell'indipendenza economica, non avendo un lavoro e perdendolo, non 
>possono liberarsi da situazioni di oppressione e violenza familiare, e che 
>poi 
>hanno ribadito con forza che la cultura maschilista, sessista, patriarcale, 
>in 
>quanto elemento sovrastrutturale non si può cambiare se non si cambia sin 
>dalle 
>radici, strappandole, la struttura che sta alla base e che la genera, il 
>sistema capitalistico che fa della doppia oppressione delle donne una 
>base/puntello per la sua esistenza e conservazione. 
>
>Tra gli interventi finali da segnalare quello di una giornalista del 
>Coordinamento delle giornaliste Giulia che ha denunciato la cattiva 
>informazione che fanno i mass media su femminicidi e violenza sulle donne, 
>non 
>è più il tempo di parlare di raptus o troppo amore, qui occorre dire "che 
>gli 
>uomini odiano le donne" sottolineando l'impegno del loro coordinamento in 
>questo senso, e quello di una donna immigrata che ha denunciato la 
questione 
>della tratta delle donne migranti di cui ancora si parla troppo poco.
>
>Il corteo si è chiuso con il lancio di uno slogan collettivo, da noi 
>proposto 
>e accolto da tutte le presenti… PER OGNI DONNA UCCISA E OFFESA SIAMO TUTTE 
>PARTE LESA!
>
>Lavoratrici slai cobas per il s.c
>Compagne del movimento femminista proletario rivoluzionario
>
>Palermo, 22 luglio 2012
>
>http://www.youtube.com/watch?v=V0mNyItIhkI
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