[Redditolavoro] india - dove gli operai bruciano i padroni
procomta
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Sat Jul 21 11:03:39 CEST 2012
india operai che bruciano i padroni - ad amburgo il 24 novembre conferenza
internazionale - delegazioni operaie dall'italia - info csgpindia at gmail.com
mozione approvata da assemblee e incontri di operai, lavoratori, precari,
disoccupati di taranto,ravenna,marghera,torino, palermo nel corso della
campagna di sostegno alla guerra popolare in India dello scorso anno
India, il paese dove "gli operai bruciano i padroni"
Noi operai, lavoratori, precari, disoccupati salutiamo la lotta delle masse
popolari indiane contro il regime reazionario indiano e l'imperialismo che
lo sostiene.
In India le masse lottano contro i padroni che licenziano e sfruttano,
contro il carovita, la corruzione e il terrorismo di Stato, con grandi
scioperi e manifestazioni, occupazioni di fabbriche, attacchi ai padroni.
In India il governo è deciso a vendere le risorse naturali e umane alle
multinazionali imperialiste occidentali, ai nuovi monopoli dei padroni delle
grandi fabbriche automobolistiche e siderurgiche, come Tata, Essar, Jindal,
Mittal, ecc., che traggono dallo sfruttamento selvaggio di operai, spesso
donne e bambini, i profitti che permettono loro di divenire acquirenti e
partecipanti dei grandi monopoli internazionali del settore, in alleanza
anche con i padroni italiani.
Contro tutto questo le masse popolari indiane si ribellano e sviluppano una
guerra di popolo guidata dal partito della classe operaia indiana, il
Partito Comunista dell'India maoista.
Il governo indiano e l'imperialismo scatenano contro le masse ribelli una
repressione che, sotto il nome di "operazione Green Hunt", è fatta di
massacri, esecuzioni sommarie, repressione verso interi villaggi e settori
della popolazione, per cercare di cancellare quello che i padroni del mondo
definiscono "la più grave minaccia interna e un pericolo per il sistema
internazionale", la guerra di popolo che ha invece per obiettivo quello di
stabilire un governo popolare basato sull'unità di operai e contadini,
rovesciando gli imperialisti, la borghesia e le classi feudali.
La lotta per i diritti dei lavoratori e dei popoli, la lotta per il lavoro,
i salari, le condizioni di vita; la lotta per la libertà, per la democrazia;
la lotta per rovesciare il potere dei padroni e per il potere nelle mani dei
lavoratori e delle masse popolari, è una lotta internazionale che ci unisce
in ogni angolo del mondo.
Per questo esprimiamo la massima solidarietà alle masse popolari indiane, al
Partito che le guida, perchè respingano gli attacchi del nemico e avanzino
fino alla vittoria.
mozione approvata da assemblee e incontri di operai, lavoratori, precari,
disoccupati di taranto,ravenna,marghera,torino, palermo nel corso della
campagna di sostegno alla guerra popolare in India dello scorso anno
18 luglio
Il direttore del personale di una fabbrica del gruppo indiano Maruti (la cui
maggioranza azionaria è di proprietà della giapponese Suzuki) è stato
bruciato vivo e decine di altre persone sono rimaste ferite nel corso dei
violenti scontri scoppiati tra gli operai e i responsabili dell'azienda. Il
corpo carbonizzato del responsabile, Avnish Kumar Dev, è stato identificato
dopo il suo ritrovamento nella sala conferenze della fabbrica a Manesar,
località a 50 chilometri dalla capitale Nuova Delhi, dopo gli scontri
avvenuti ieri.
Secondo l'azienda i disordini sono scoppiati ieri mattina, quando un
dipendente ha colpito con violenza un caporeparto. Ma secondo i sindacati è
il caporeparto che ha maltrattato l'operaio scatenando la reazione dei suoi
compagni che poi si è trasformata in una vera e propria sommossa violenta.
La Maruti ha riferito che i dipendenti armati di spranghe hanno poi colpito
dei responsabili «alla testa, alle gambe e alla schiena, provocando
emorragie e svenimenti».
«La produzione è totalmente sospesa», ha dichiarato un responsabile,
precisando di non sapere quando la filiale, dalla quale escono 55mila
veicoli ogni anno, riaprirà i battenti. Intanto il titolo del gruppo è
precipitato a fine giornata di circa il 9% alla Borsa di Bombay, con gli
investitori preoccupati per una possibile chiusura prolungata dello
stabilimento.
Maruti Suzuki è il marchio indiano da tempo in fase di avvicinamento al
gruppo Fiat. Lo scorso novembre era stato raggiunto un importante accordo
per la fornitura di 100mila motori all'anno per tre anni da parte del
Lingotto. Fiat India, la joint venture tra Fiat Spa e Tata Motors, è in
grado di assemblare fino a 300 mila propulsori a gasolio l'anno nello
stabilimento di Ranjangaon, vicino Pune
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Press Statement:Maruti Suzuki Workers Union (MSWU)
by Iqbal Abhimanyu <https://www.facebook.com/iqbal.abhimanyu> on Thursday,
19 July 2012
PRESS STATEMENT
19TH July 2012
The Maruti Suzuki Workers Union (MSWU) is anguished at the recent
developments in Maruti Suzuki plant, IMT Manesar where the management has
resorted to anti-worker and anti-Union activities in a pre-planned manner
leading to violence and the closure of the factory yesterday.
We have had a long tough struggle with the strong unity of our permanent
and contract workers to establish and register our Union last year, and had
recently as of April 2012 submitted our Charter of Demands to the
management of Maruti Suzuki, and the process of negotiation for wages and
other demands was underway. However the management has done its utmost to
derail the process since long and is trying to break the back of the spirit
of unity of the workers and the legitimacy of the Union.
It is due to this, and continuing with this vindictive attitude and in a
pre-planned manner, yesterday, the afternoon of 18thJuly, a supervisor in
the shop floor abused and made casteist comments against a dalit worker of
the permanent category, which was legitimately protested by the worker.
Instead of taking action against the said supervisor, the management
immediately suspended the worker concerned without any investigation as was
demanded by the workers. When the workers along with Union representatives
went to meet the HR to demand against the supervisor and revoke the unjust
suspension of the worker, the HR officials flatly refused to hear our
arguments, and it was in no mood to resolve the issue amicably.
When the negotiation was going on with the leaders of the Union inside the
office, the management called in the entry of hundreds of bouncers on its
payroll from outside the plant to attack the workers, and blocked the exit.
This is completely an illegal vindictive action in the spirit of conspiracy
to corner us into submission even as our demands and methods are legitimate
and peaceful. The exit gates were closed by the security on behest of the
management and the bouncers brutally attacked the workers with sharp
weapons and arms. They, joined by some of the managerial staff and police
later, beat up a number of workers who have had to be hospitalised with
serious injuries. The bouncers, who are anti-social elements on hire, also
destroyed company property and set fire to a portion of the factory. The
gates were later opened to oust the workers and enforce a lockout by the
company.
We have the workers and the company's welfare in mind and have worked
towards it after the resolution of the dispute last year, and to blame the
current violence on us is unjust, which should be properly investigated. We
are still keen to dialogue with the company and want to sit with the
company management and the government labour department to amicably resolve
the matter and restore industrial peace in the factory.
Ram Meher
President, Maruti Suzuki Workers Union (MSWU)
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