[Redditolavoro] morte e processo a praia a mare

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Sat Jul 21 09:53:28 CEST 2012


Nicola Di Turi

Gli ex operai della Marlane-Marzotto di Praia a Mare, in provincia di 
Cosenza, continuano a morire per gli effetti dell'amianto, ma il processo va 
a rilento. Iniziato ufficialmente il 19 aprile 2011, a causa di errori di 
notifica degli atti e legittimi impedimenti invocati dagli avvocati della 
difesa, ha subito 5 rinvii in soli 10 mesi. Lo scorso 8 giugno il giudice ha 
accolto la richiesta dei Pm di una perizia suppletiva sulle cause dei 
decessi. La nuova udienza è fissata per domani.


19 luglio 2012 - 17:30

COSENZA - Un enorme scheletro di amianto, circondato da ammassi di ferraglia 
arrugginita e carcasse di auto abbandonate. Alle spalle il cimitero, di 
fronte la ferrovia, poi la strada provinciale. Tutt'intorno campi verdi, 
forse ancora coltivati. Si presenta così l'ex stabilimento tessile 
Marlane-Marzotto di Praia a Mare (Cosenza), una struttura dove ancora oggi i 
tetti sono in amianto, nonostante la fabbrica sia dismessa ormai dal 2004.

La chiusura della struttura risale a 8 anni fa, quando la produzione venne 
spostata in Repubblica Ceca. Marlane oggi significa soprattutto amianto, di 
cui è ricoperto da cima a fondo quello stesso capannone che negli anni '60 
impiegava circa 400 operai. Da qui venivano prodotte lenzuola, tovaglie e 
fazzoletti distribuiti in tutta Italia. Al momento però la fabbrica, situata 
quasi al centro di Praia a Mare, è totalmente abbandonata. E oggi non si 
parla più di tovaglie e lenzuola, ma di processi e udienze.

Le decine di decessi per tumore di ex dipendenti dello stabilimento tessile 
hanno portato all'apertura di tre diversi filoni di indagine, il primo dei 
quali risale al 1999. Successivamente sono state aperte altre due inchieste, 
la prima nel 2006 e la seconda nel 2007. Infine le inchieste sono confluite 
nel processo attualmente in corso nel Tribunale di Paola (Cosenza), che vede 
15 ex dirigenti e tecnici (due dei quali nel frattempo deceduti), rinviati a 
giudizio per omicidio colposo plurimo e disastro ambientale.

Proprio come all'Eternit di Casale Monferrato, alla Marlane gli operai 
lavoravano a stretto contatto con l'amianto, che si sprigionava dai freni 
delle macchine e si diffondeva sugli altri impianti. Infatti, come hanno più 
volte affermato le associazioni dei parenti delle vittime, la sottile 
polverina del materiale cancerogeno veniva spazzata via con una pistola ad 
aria compressa, che però spargeva i frammenti dappertutto. Ma a Praia non c'era 
solo l'amianto. Nello stabilimento Marlane è stato rinvenuto anche il cromo 
esavalente, causa prima di leucemie e altri tipi di tumori.

Lo stabilimento venne rilevato nel 1987 dai Marzotto, storica famiglia di 
industriali veneti. Conosciuti nel vicentino per la loro attività tessile, l'anno 
scorso hanno festeggiato i 175 anni di attività, con un fatturato di 316 
milioni di euro e oltre 4mila dipendenti. Oggi però, due persone chiave del 
Gruppo, Pietro Marzotto e Antonio Favrin, sono coinvolte nel processo di 
Paola per la morte di oltre 80 ex lavoratori dello stabilimento di loro 
proprietà a Praia a Mare e per altri 60 operai oggi malati di tumore, dopo 
aver lavorato per anni nella stessa fabbrica.

L'inchiesta principale è durata dieci anni ed è stata coordinata dal 
procuratore Bruno Giordano (lo stesso che istruì l'indagine sulle navi dei 
veleni). Nell'ottobre 2009 vennero chiuse le indagini e nel Novembre 2010 
furono rinviate a giudizio 15 persone tra ex funzionari e dirigenti dello 
stabilimento, chiuso dal 2004. Il processo è cominciato ufficialmente il 19 
aprile 2011 a Paola, ma -  a causa di errori di notifica degli atti e 
legittimi impedimenti invocati dagli avvocati della difesa - ha subito ben 5 
rinvii in soli 10 mesi.

Del collegio difensivo fa parte anche l'onorevole-avvocato Niccolò Ghedini, 
noto legale dell'ex Premier Silvio Berlusconi. Nell'udienza dello scorso 8 
giugno è stata disposta una nuova perizia tecnica dello stabilimento della 
fabbrica Marlane-Marzotto, ormai dismessa nel 2004. Il giudice ha accolto la 
richiesta del pm Bruno Giordano in merito alla necessità di predisporre una 
perizia suppletiva, in grado di accertare meglio le cause delle morti che 
continuano a verificarsi tra ex dipendenti ed operai dello stabilimento, e 
che potrebbero essere collegate alla loro attività all'interno della 
fabbrica. La nuova udienza è stata fissata per domani.

Durante un'udienza dello scorso ottobre, nella quale stava per essere 
fissato l'ennesimo rinvio, la seduta venne interrotta dalla notizia della 
morte per tumore di Franco Morelli, 70enne ex impiegato del reparto filatura 
della Marlane, entrato come operaio ed uscito come caporeparto.

Tra gli imputati risulta anche l'attuale sindaco di Praia a Mare Carlo 
Lomonaco del Pdl, accusato di omicidio colposo plurimo e disastro 
ambientale, per aver ricoperto la carica di responsabile del reparto 
tintoria e dell'impianto di depurazione dal 1973 al 1988. Lomonaco è 
imputato anche in qualità di responsabile della fabbrica dal 2000 al 2003.

Paradossalmente il 28 marzo 2011 il Comune di Praia a Mare ha deciso di 
costituirsi parte civile nel processo in corso di svolgimento presso il 
tribunale di Paola. In pratica la Giunta ha votato a favore di un 
provvedimento che, all'interno dello stesso processo, vedrà l'amministrazione 
comunale contrapposta al sindaco imputato.

A parte il sindaco Lomonaco, Pietro Marzotto e Antonio Favrin, gli altri 
imputati sono: Silvano Storer, Vincenzo Benincasa, Attilio Rausse, Ernesto 
Fugazzola, Salvatore Cristallino, Giuseppe Ferrari, Jean De Jaegher, 
Lamberto Priori e Lorenzo Bosetti. Tutti gli imputati sono accusati di 
omesso controllo sulla sicurezza all'interno dell' ex fabbrica dei Marzotto, 
mentre alcuni di loro sono chiamati a rispondere anche di delitto e omicidio 
colposo.

Pietro Marzotto gestisce ancora direttamente le fabbriche e i dipendenti 
dell' omonimo Gruppo, Favrin è vicepresidente vicario di Confindustria 
Veneto, Storer è stato dirigente di marchi importanti come Benetton e De 
Jaegher è consigliere di Hugo Boss e Zucchi. E' quello che riportano 
Francesco Cirillo, Giulia Zanfino e Luigi Pacchiano nel libro Marlane: la 
fabbrica dei veleni (editore Coessenza). Inoltre, gli autori scrivono nel 
libro che Calabria e Sicilia non hanno ancora fornito una mappatura del 
rischio amianto all'interno dei loro territori.

A parte il quotidiano Il Manifesto, che ha seguito spesso la vicenda dell'ex 
stabilimento tessile di Praia a Mare, il processo per le decine di morti di 
ex operai della fabbrica del cosentino è stato ignorato dai media nazionali, 
probabilmente anche a seguito dei numerosi rinvii del dibattimento. Tuttavia 
Praia a Mare arriva dopo Casale Monferrato, quasi a voler ricordare che la 
storia dei processi per amianto in Italia è ancora tutta da scrivere e da 
seguire.








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