[Redditolavoro] Ilva - una crisi provocata -

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Wed Jul 18 21:03:08 CEST 2012


domani secondo comunicato dello slai cobas ilva per il sindacato di classe
marted' 24 ore 17.30 attivo generale dello slai cobas per il sindacato di 
classe taranto via rintone 22

slai cobas ilva taranto
per il sindacato di classe
18-7-2012


Ilva, anche i sindacati al vertice
"A rischio è l'intero Gruppo"
I leader di Cgil, Cisl, Uil all'incontro a Palazzo Chigi con il premier 
Monti sul futuro dell'intera città e dell'acciaieria, su cui incombe 
l'incubo del sequestro e l'effetto contagio sugli stabilimenti di tutta 
Italia. L'azienda: "Non siamo contro Taranto". Varato il piano per il 
quartiere Tamburi. Il ministro Clini sull'autorizzazione d'impatto 
ambientale: "Non solo emissioni, problemi anche dai depositi dei materiali"

Ilva, anche i sindacati al vertice "A rischio è l'intero Gruppo"
Il problema ambientale, i rischi per la salute, lo spettro del sequestro che 
getta nel panico 11.634 operai a Taranto e la possibilità che il blocco 
dello stabilimento pugliese paralizzi l'attività di tutti gli impianti 
d'Italia, che dipendono dalle produzioni joniche. La crisi dell'Ilva rischia 
di contagiare l'intero Gruppo e i lavoratori tremano.

Per questo, domani, con il premier Monti, nell'incontro decisivo per il 
futuro dello stabilimento e dell'intera città, ci saranno anche i leader 
nazionali dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, oltre al presidente della Regione 
Puglia, Nichi Vendola, dopo il varo della legge regionale finalizzata ad 
abbattere l'inquinamento e a salvare l'acciaieria dai sigilli giudiziari, 
visti i risultati delle perizie che associano le malattie alle emissioni. Ma 
non sono solo i fumi dell'Ilva a preoccupare, c'è anche la questione delle 
barriere per le montagne di minerali che oggi come oggi non esistono, 
nonostante le promesse. Sulla questione è intervenuto anche il ministro 
dell'Ambiente Corrado Clini, ricordando come in discussione ci sia ancora 
l'autorizzazione di impatto ambientale (l'Aia) concessa un anno fa, la cui 
pratica è stata riaperta. Nel frattempo, si pensa ai cittadini. Con il piano 
di risanamento del quartiere Tamburi, a ridosso del gigante, dove i 
bambini - visti i livelli di inquinamento - non posso, da ordinanza del 
sindaco, neanche giocare per strada.

L'INCONTRO A PALAZZO CHIGI - I segretari generali di Cgil,
Cisl, Uil e Ugl, hanno ricevuto una convocazione per domani alle 11, inviata 
dal sottosegretario alla presidenza del consiglio Antonio Catricalà. 
L'attenzione per il siderurgico di Taranto è ora tutta spostata sul vertice 
con il premier Mario Monti, la Regione, enti locali di Taranto, parlamentari 
pugliesi e i ministeri dell'Ambiente, dell'Economia, dello Sviluppo 
economico e della Coesione territoriale. Con loro, ci saranno dunque anche i 
leader sindacali, vista la delicatezza del momento, con 11.634 operai che 
rischiano il posto di lavoro.

IL DILEMMA SALUTE E LAVORO - Bonifica del territorio tarantino e riduzione 
degli inquinanti attraverso una nuova legge, quella approvata ieri con voto 
unanime dal consiglio regionale, che introduce la valutazione del danno 
sanitario (Vds): questa la strategia messa in campo a livello istituzionale 
e politico pugliese per mandare un segnale alla magistratura, pur senza 
interferire nell'attività. L'obiettivo è cercare di evitare quella 
prospettiva che in molti a Taranto ritengono ormai imminente, ovvero il 
sequestro di una serie di impianti dell'Ilva a conclusione dell'inchiesta 
della Procura per disastro ambientale colposo e doloso che vede indagati i 
vertici della aziendali, fra cui gli ex presidenti dell'Ilva, Emilio e 
Nicola Riva, e l'ex direttore del siderurgico tarantino, Luigi Capogrosso 
(Nicola Riva e Capogrosso si sono dimessi dagli incarichi nei giorni 
scorsi). Molta importanza viene data a Taranto all'aspetto delle bonifiche 
ambientali in quanto, si osserva, l'inquinamento evidenziato anche dalle 
perizie della magistratura deriva da oltre 50 anni di industrializzazione 
pesante e l'Ilva, prima di essere privatizzata dall'Iri nel 1995 e ceduta al 
gruppo privato Riva, è appartenuta allo Stato attraverso l'Iri e la 
Finsider. Cento milioni è la dote che la Puglia ha dichiarato di mettere a 
disposizine per le bonifiche di Taranto: l'impegno è stato assunto dal 
presidente Vendola nei giorni scorsi. Regione e parlamentari pugliesi 
chiedono ora al Governo di stanziare altri 200 milioni in modo da fornir al 
piano delle bonifiche una prima dote finanziaria.

LEGGI Ecco la legge anti-stop. Vendola: "300 milioni per le bonifiche"

IL RISCHIO CONTAGIO - Non solo. "Il blocco dell'area a caldo del sito Ilva 
di Taranto metterebbe a rischio il futuro dell'intero Gruppo siderurgico in 
Italia e non solo quello inerente allo stabilimento pugliese". E' questa la 
posizione inequivocabile del "management" dell'Ilva espressa oggi a Milano 
ai sindacati metalmeccanici come riferiscono Mario Ghini ed Antonio Talò, 
rispettivamente segretario nazionale e di Taranto della Uilm. Questa 
mattina, infatti, nel capoluogo lombardo le segreterie nazionali dei 
metalmeccanici di Uil, Cisl e Cgil hanno incontrato Bruno Ferrante e Fabio 
Riva, presidente e vicepresidente del gruppo siderurgico per esaminare le 
conseguenze derivanti dalle decisioni in itinere della magistratura 
sull'attività produttiva dello stabilimento Ilva di Taranto. "La Uilm - 
hanno ribadito Ghini e Talò - ha espresso una forte preoccupazione sul fatto 
che una decisione fortemente invasiva della magistratura possa avere 
ripercussioni occupazionali devastanti non solo nell'area tarantina ma in 
tutto il territorio nazionale. Sosterremo la necessita di coniugare attività 
industriale con la prevenzione e sicurezza ambientale attraverso regole 
chiare e trasparenti per salvaguardare una parte del settore industriale 
fondamentale per l'intero sistema economico del Paese".

I SINDACATI - In una nota, Cgil, Cisl e Uil, le tre sigle nazionali 
esprimono forte preoccupazione per le prospettive del sito industriale 
tarantino e per le possibili ripercussioni su tutto il gruppo. "Abbiamo 
chiesto all'azienda  -  scrivono i sindacati - di dare continuità al 
confronto con le organizzazioni sindacali di categoria, affidando a 
quest'ultimo un ruolo preventivo rispetto a decisioni aziendali che 
potrebbero essere assunte. Riteniamo importante e strategico l'impianto 
ionico per il sistema industriale. Per questo è indispensabile che, a 
partire dal tavolo convocato dalla Presidenza del Consiglio, il Governo 
coordini tutte le iniziative finalizzate al consolidamento e allo sviluppo 
del settore siderurgico, strategico per ogni ragionamento di politica 
industriale. Cogliamo  -  concludono - con favore l'approvazione unanime 
della nuova legge regionale con le norme antinquinamento in caso di rischi 
per la salute".

L'AZIENDA: "l'ILVA NON E' CONTRO TARANTO"- "Il momento economico è 
difficile - ha commentato invece Fabio Riva - e le incertezze legate alla 
situazione di Taranto rendono il momento estremamente delicato. L'incontro 
di oggi con i sindacati è servito per condividere i possibili scenari che 
riguardano il futuro dell'Ilva. Un incontro schietto che, mi auguro, possa 
aiutarci a trovare le soluzioni migliori". "Vogliamo che il lavoro con i 
sindacati - ha aggiunto Bruno Ferrante - non sia occasionale ma un metodo di 
lavoro nell'ambito delle rispettive prerogative e responsabilità. E siamo 
già d'accordo che ci rivedremo quando le decisioni dell'autorità giudiziaria 
saranno note. Viviamo una fase difficile e abbiamo bisogno di lavorare con 
equilibrio e chiarezza di obiettivi. L'Ilva non è contro Taranto - ha 
spiegato il Presidente Ferrante - ma appartiene alla storia della città e 
questa storia va protetta perché è l'unica via per tutelare il territorio, i 
lavoratori dell'Ilva, a Taranto, a Genova e negli altri stabilimenti, e 
naturalmente l'ambiente e la salute. È il momento dell'assunzione di 
responsabilità da parte di tutti. Per noi significa responsabilità, oggi e 
domani, nel fare impresa, nel tutelare i posti di lavoro e nell'essere 
presenti nella vita delle comunità in cui opera Ilva. I sindacati ci hanno 
chiesto quali saranno le conseguenze qualora la procura decidesse di 
sequestrare alcuni impianti a Taranto - ha concluso Ferrante - ma oggi è 
presto per dare delle risposte. Certo l'avverarsi di alcuni scenari potrebbe 
mettere in dubbio l'esistenza dell'Ilva. Io mi auguro che le recenti azioni 
della società siano un segnale di serenità per tutti a garanzia della 
continuità della collaborazione con le istituzioni e con Taranto".

IL MINISTRO CLINI: "AUTORIZZAZIONE ANCORA IN DISCUSSIONE" - "Ci sono state 
informazioni aggiuntive sulle emissioni degli impianti per questioni che 
erano rimaste aperte nella procedura" di Via (valutazione dell'impatto 
ambientale) "e di conseguenza abbiamo riaperto la procedura per affrontare 
queste tematiche". Lo ha spiegato il ministro dell'ambiente, Corrado Clini, 
al termine dell'audizione in commissione ambiente alla Camera. Si tratta, ha 
aggiunto Clini, "di un'integrazione" perché "lì c'è un problema aperto che 
riguarda valutazioni diverse che si leggono sui giornali sulla procedura di 
Aia (autorizzazione integrata ambientale) e qui lo verifichiamo nel merito". 
Le problematiche di Taranto, ha concluso il ministro "non sono connesse solo 
agli impianti ma anche ai depositi di materiali che al momento non sono 
regolamentati al livello europeo". In pratica, nella sua audizione, Clini ha 
puntato l'attenzione su problematiche come quelle dei parchi minerali, messi 
più volte sotto accusa per le polveri che piovono sul centro abitato e in 
particolare sul rione Tamburi, il quartiere di Taranto che convive con le 
ciminiere della grande fabbrica dell'acciaio. In ragione di queste 
problematiche il ministro ha fatto riferimento alla riapertura della 
procedura Aia concessa al gigantesco impianto siderurgico il 4 agosto dello 
scorso anno.

IL PIANO PER IL QUARTIERE TAMBURI - Per tre anni consecutivi nel popoloso 
rione sono stati superati i limiti di concentrazione per il benzo(a)pirene 
ed è stato oltrepassato il numero di superamenti ammissibili di 
concentrazione massima giornaliera di pm10. Il piano prevede una riduzione 
delle emissioni e delle attività dello stabilimento nei giorni critici, 
dovuti alle condizioni metereologiche. "Nei cosiddetti 'Wind Days' - è stato 
spiegato dal direttore dell'Arpa Puglia, Giorgio Assennato - dovranno essere 
ridotte le operazioni di caricamento, sfornamento e spegnimento di un 10% 
dell'attività di cokeria Ilva e ridotta la movimentazione dei materiali 
stoccati all'esterno, filmare o bagnare in maniera doppia rispetto al solito 
le materie prime, ridurre del 50% la velocità dei mezzi su pista all'interno 
degli stabilimenti e, infine, di ridurre del 10% il flusso di massa di 
emissioni in aria per gli inquinanti. Il piano prevede che le aziende 
provvedano alla completa copertura degli stoccaggi esistenti all'aperto". 
"In attesa che ciò avvenga - ha aggiunto Assennato - gli accumuli di 
materiale dovranno essere delocalizzati in zona lontana dal centro abitato e 
dalla strada che separa il rione Tamburi dallo stabilimento Ilva o ridotti 
del 19% rispetto alla giacenza media del 2011 allo scopo di limitare 
l'altezza massima dei cumuli e la conseguente asportazione di polveri per 
l'azione del vento". Ulteriori interventi - è stato spiegato - sono previsti 
sulla circolazione dei veicoli pesanti nell'area. Previste misure anche per 
le emissioni relative alle attività portuali per la cui riduzione si è 
auspicata l'elettrificazione delle banchine per il funzionamento dei sistemi 
a navi ferme.

GLI INDUSTRIALI -  Si muove anche Confindustria Taranto che oggi ha tenuto 
una riunione straordinaria della giunta. Il presidente Enzo Cesareo ha 
chiesto l'intervento del presidente nazionale di Confindustria, Giorgio 
Squinzi, evidenziando la preoccupazione degli imprenditori pugliesi per un 
sequestro giudiziario dell'Ilva, provvedimento, ha detto oggi in una 
conferenza stampa, che avrebbe gravi ripercussioni economiche e 
occupazionali qualora venisse attuato, essendo l'Ilva di Taranto il 20% 
dell'export pugliese e rappresentando, con i suoi 12mila occupati 
diretti,una delle piu grandi aziende industriali italiane.  Confindustria 
Taranto ha anche chiesto un coinvolgimento della rappresentanza 
imprenditoriali ai diversi tavoli che n questi giorni si stanno occupando 
dell'Ilva di Taranto.

(18 luglio 2012) 



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