[Redditolavoro] Fw: SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS ! "LETTERE DAL FRONTE" DEL 15/07/12
bastamortesullavoro@domeus.it
cobasta at libero.it
Mon Jul 16 02:24:56 CEST 2012
----- Original Message -----
From: "cobasta" <cobasta at libero.it>
To: <bastamortesullavoro at domeus.it>
Sent: Monday, July 16, 2012 2:24 AM
Subject: Fw: SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS ! "LETTERE DAL FRONTE"
DEL 15/07/12
SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS ! "LETTERE DAL FRONTE" DEL 15/07/12
INDICE
Marco Bazzoni bazzoni_m at tin.it
RAPPORTO INAIL 2011: POCHE VERITÀ - MARCO BAZZONI
Gino Carpentiero ginocarpe at teletu.it
EUTANASIA DI UNA PIANA
Carlo Soricelli carlo.soricelli at gmail.com
OSSERVATORIO INDIPENDENTE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO: I MORTI SUL LAVORO
NEL 2011 SONO STATI OLTRE 1170
Aldo Mancuso aldo.mancuso at asf.toscana.it
PUZZA BALOCCHI & PROFUMI
Marco Bazzoni bazzoni_m at tin.it
REFERENDUM ABROGAZIONE PARZIALE INDENNITA' PARLAMENTARE: NESSUNO DICE
NULLA!!!
ANCORA IN MARCIA ! redazione at ancorainmarcia.it
BOLOGNA: DERAGLIA TRENO REGIONALE. SOLO CONTUSI MA SFIORATA TRAGEDIA
COBAS Pisa confcobaspisa at alice.it
A PROPOSITO DEL CONTROLLO A DISTANZA NEI LUOGHI DI LAVORO?
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From: Marco Bazzoni bazzoni_m at tin.it
To:
Sent: Wednesday, July 11, 2012 10:19 PM
Subject: RAPPORTO INAIL 2011: POCHE VERITÀ - MARCO BAZZONI
RAPPORTO INAIL 2011: POCHE VERITÀ - MARCO BAZZONI
http://www.beppegrillo.it/2012/07/rapporto_inail_2011_poche_verita_-_marco_bazzoni.html
"Ho sentito sia le dichiarazioni odierne, sia quelle passate del Presidente
della Repubblica. Dice che ci vogliono più controlli, più sanzioni, però il
Presidente della Repubblica 3 anni fa l'ha firmato il Decreto Legislativo
106/09 che ha dimezzato le sanzioni ai datori di lavoro, ai dirigenti, ai
preposti. Ha introdotto la salva-manager che deresponsabilizza i datori di
lavoro, quella che l'ex Ministro del Lavoro Sacconi diceva di avere
cancellato, invece è uscita dalla porta è rientrata dalla finestra." Marco
Bazzoni
Il testo dell'intervento
DATI FORTEMENTE SOTTOSTIMATI
"Buongiorno a tutti, sono Marco Bazzoni, ho 38 anni, sono un operaio
metalmeccanico. Sono anche rappresentante della sicurezza dal 2003 e mi
occupo di questa tematica, del tema della sicurezza sul lavoro da tanto
tempo.
Oggi è stato presentato il rapporto annuale Inail sugli infortuni e le morti
sul lavoro. l'Inail ha detto che nel 2011 ci sono stati 920 infortuni
mortali in calo rispetto al 2010, quando ce ne erano stati 970. Questi
secondo me sono dati fortemente sottostimati, prima cosa perché l'Inail
tiene conto solo degli infortuni accaduti ai suoi assicurati e tra i suoi
assicurati non ci sono né le forze di Polizia, né Carabinieri, né gli
sportivi, tante categorie che non sono assicurate con l'Inail. Poi, in tutti
questi dati incide la crisi economica che c'è stata. Perché l'Inail non lo
dice, ma ci sono tante aziende che hanno chiuso, tanti lavoratori in cassa
integrazione, tanti lavoratori in mobilità, quindi non sono questi dati "oro
colato" come voglio far credere. Ai dati dell'Inail sulle morti sul lavoro e
ai dati dell'Inail sugli infortuni sul lavoro mancano all'appello gli
infortuni che accadono nel sommerso che si stima siano almeno 200 mila ogni
anno. Addirittura ho visto che l'Inail ha fatto una stima provvisoria che
dice che sono circa 164 mila per l'anno 2011, quindi anche questa stima è al
ribasso.Va detto anche che l'Inail ha un avanzo di bilancio annuale di circa
2 miliardi di Euro ogni anno e questi soldi non è che vengano utilizzati per
aumentare le rendite agli invalidi sul lavoro o per aumentare le rendite ai
familiari delle vittime sul lavoro, ma vengono utilizzati dallo Stato per
ripianare i debiti. Sono depositati presso un conto infruttifero del
Ministero del Tesoro e lo Stato lo utilizza per ripianare i debiti. È una
cosa scandalosa perché quei soldi non sono dello Stato, appartengono alle
aziende e ai lavoratori.
Non c'è la coscienza di tutto il problema della salute sui rischi sul lavoro
anche perché non c'è sensibilità né da parte dei mezzi di informazione, né
da parte delle istituzioni, né da parte del mondo politico, questo va detto.
Perché? Tanto per quanto riguarda i mezzi di informazione ne parlano solo
quando ci sono gravi infortuni o morti sul lavoro, quando va bene perché a
volte non dicono neanche quelli, altrimenti nulla, una notizia nelle brevi e
basta, quando dovrebbero fare inchieste, lo spazio sui quotidiani, sui Tg ne
hanno quanto vogliono, però si preferisce parlare di altro.
Per quanto riguarda il mondo politico lasciamo perdere. Loro sono buoni solo
a fare le cosiddette lacrime di coccodrillo quando c'è un morto sul lavoro
dicendo che bisogna aumentare i controlli, dicendo che manca la cultura
della sicurezza sul lavoro e poi dopo restano solo parole, i fatti zero!
Perché manca la cultura della sicurezza sul lavoro, questa frase la sento da
anni, però ci fosse stato un governo né di destra, né di centro e né di
sinistra che abbia fatto qualcosa. Manca la cultura della sicurezza, per
insegnare la cultura della sicurezza bisognerebbe partire dalle scuole, però
non c'è stato un governo che abbia detto: "insegniamo la sicurezza sul
lavoro a partire dalle scuole elementari". In Francia lo fanno, in Italia
non ci riusciamo, non so perché non ci riusciamo.
BASTA SCUSE E LACRIME DI COCCODRILLO
Ho sentito sia le dichiarazioni odierne, sia quelle passate del Presidente
della Repubblica. Dice che ci vogliono più controlli, più sanzioni, però il
Presidente della Repubblica 3 anni fa l'ha firmato il Decreto Legislativo
106/09 che ha dimezzato le sanzioni ai datori di lavoro, ai dirigenti, ai
preposti. Ha introdotto la salva-manager che deresponsabilizza i datori di
lavoro, quella che l'ex Ministro del Lavoro Sacconi diceva di avere
cancellato, invece è uscita dalla porta è rientrata dalla finestra. Queste
dichiarazioni mi sembrano frasi di circostanza e poi dopo non cambierà
nulla, in Italia ci sono un mucchio di infortuni, molte morti sul lavoro,
molte anche di malattie professionali che nessuno lo dice mai ma c'è anche
un sacco di lavoratori che muoiono perché si ammalano sul lavoro o per
l'amianto o per altre cose e nessuno dice nulla anche di questo. Per quanto
riguarda il livello europeo noi siamo il paese con il più alto numero di
incidenti sul lavoro, che va detto come statistiche sono sottostimate. Sono
molte di più di quello che dice l'Inail. C'è l'osservatorio indipendente di
Bologna che per il 2011 ha stimato 1170 morti sul lavoro, l'Inail sono 920
c'è qualcosa che non va qui! 1170 è la stima minima perché chiaramente sono
di più, anche l'osservatorio non può arrivare dove ci sono stati dei
lavoratori che sono morti in nero, che non si sanno neanche noi che fine
hanno fatto, quindi. però è la stima. 1170 non sono pochi. L'Italia ha una
procedura di infrazione aperta dal 29 settembre 2011, questo grazie a una
denuncia che ho fatto io nel 2009. Abbiamo una procedura di infrazione su 6
punti. Il primo punto è il principale, la deresponsabilizzazione dei datori
di lavoro in caso di delega e subdelega, la proroga di 90 giorni del
documento di valutazione dei rischi per le nuove imprese, la proroga per la
valutazione di rischi da stress da lavoro, la proroga dell'adeguamento
antincendio per le strutture ricettivo - turistico - alberghiere, fino a 25
posti letto e la proroga anche per quanto riguarda l'applicazione del Testo
Unico per la Sicurezza per le cooperative e per i volontari della protezione
civile, questi sono punti principali.
L'Italia aveva due mesi di tempo per rispondere alla Commissione europea,
fino al 30 novembre, ha risposto l'8 dicembre. Ad oggi la Commissione
europea ha finito di esaminare il materiane che gli ha inviato l'Italia,
però ancora non si sa cosa farà. Molto probabilmente emetterà un parere
motivato, che significa? Significa che l'Italia si dovrà adeguare alle
disposizioni di questa lettera che è messa in mora, pena delle sanzioni
salatissime, sanzioni che vanno da 200 mila a 700 mila Euro il giorno. È
probabile che ci si arrivi perché non mi sembra che il nuovo Ministro del
lavoro Fornero abbia tanta sensibilità per quanto riguarda la salute e la
sicurezza sul lavoro, forse a parole, perché a parole l'ho sentita diverse
volte dire che la salute della sicurezza sul lavoro è centrale per il
governo Monti, poi abbiamo visto che nei fatti hanno fatto poco o nulla,
anzi per quanto riguarda i diritti dei lavoratori abbiamo visto cosa hanno
fatto, la riforma del lavoro ne è un esempio. Da quando c'è il Prof. Monti
alla guida del Governo, non so come mai sembra che la Commissione europea
abbia tirato il freno a mano, non va, questa procedura di infrazione va a
rilento, stranamente quando c'era Berlusconi andava a mille all'ora. Se
scrivo io alla Commissione europea dicono è sempre Bazzoni che scrive, ci
rompe le scatole, se magari scrive qualcun altro mi fanno un favore
estremamente e li ringrazio!
Marco Bazzoni
Operaio e Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza
Per ascoltare l'intervista, cliccare qui:
http://www.youtube.com/watch?v=1SE_Bj4ya7g&feature=youtu.be
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From: Gino Carpentiero ginocarpe at teletu.it
To:
Sent: Thursday, July 12, 2012 12:22 AM
Subject: EUTANASIA DI UNA PIANA
Dal Coordinamento dei Comitati Cittadini
Gino Carpentiero
EUTANASIA DI UNA PIANA
Alla fine la cosiddetta pista convergente (12/30) proposta da Enac per il
potenziamento dell'aeroporto di Firenze che per molti è "la miglior pista
possibile", tale che "raramente si trovano soluzioni che rispettino tutti i
parametri come questa: sicurezza, efficienza, impatto sul territorio e
sull'ambiente" farà colare a picco il Parco della Piana per il quale, tra
2009 e 2010 nel processo di partecipazione dei cittadini, erano stati
ingaggiati fior di avventure urbane, sociolab e Massino Morisi.
Anche se la nuova pista lascerà fuori dal rumore gli abitanti di Peretola,
Brozzi, Piagge e Oltregreve, avrà però per obbiettivo il raddoppio del
traffico aereo (almeno 4 milioni di passeggeri all'anno), aprendo a velivoli
più grandi, distribuiti su tutte le 24 ore, con conseguente maggiore
produzione di residui di combustione.
Nessuna parte del territorio della Piana può sperare di trovare sollievo da
questa soluzione, se non altro per i problemi di mobilità che l' incremento
dei voli turistici provocherà!
Il prolungamento della pista determinerebbe profonde modifiche nella rete
idrografica di un'area soggetta per un buon 25% a rischio idraulico
generando ulteriori cementificazioni e maggiori rischi di sommersione.
Il presidente della Regione Enrico Rossi in occasione della presentazione
dello studio dell'aviazione civile ha promesso di rimodellare il Parco in
funzione del nuovo incomodo, ma basta elencare le funzioni esistenti e
previste in quello spazio limitato per capire quanto egli straparli:
- inceneritore e discarica a Case Passerini
- scuola Marescialli
- convenzione Ligresti
- terza corsia dell'autostrada A11
- arteria Mezzana-Ricasoli
- Polo scientifico
- Polo ferroviario, ecc.
Il tutto nel contesto dei 40.000 ha del bacino FI-PO-PT, solcato da ogni
genere di infrastruttura, punteggiato da macrolotti industriali e centri
commerciali e con una popolazione di 1.500.000 abitanti.
Se la promessa di Rossi venisse mantenuta chi abita e lavora in quell'area
vedrebbe la propria salute trasformarsi in un puro bene negoziabile e da
cittadino dimezzato sarebbe ancor più solo contro tutti: giornali,
amministratori, partiti politici, gruppi economici, opinione pubblica
distratta.
Una Valutazione di Impatto Sanitario eseguita alcuni anni fa dall'Agenzia
Regionale di Sanità denunciava in quel territorio livelli anomali di gravi
malattie anche degenerative causate dall'elevato inquinamento e dal degrado
ambientale.
E tuttavia oggi sono in molti a premere perché si approvi il PIT (Piano di
Indirizzo Territoriale)\ prima della pausa estiva suggerendo di eludere
proprio quella VIS richiesta a gran voce dalle popolazioni, da vari sindaci
e dallo stesso Presidente della Provincia Barducci. Così la pensano il
consigliere regionale Giani, il Sindaco Renzi, le Camere di commercio,
l'opposizione politica di centro destra, tutti uniti nel fronte del far
presto e male.
Bene ha fatto invece l'assessore Marson a ribadire le sue prerogative
sull'Urbanistica, riaffermando la cultura delle regole, della legge e della
partecipazione dei cittadini alle grandi scelte strategiche. Quei cittadini
che invano chiedono da anni di essere partecipi di una discussione che parta
dal parametro della salute e della qualità della vita avviando una nuova
Valutazione di Impatto Sanitario per la Piana fiorentina.
E' discutibile che l'economia toscana dipenda da quei 200 m. di pista in più
per uno scalo nato sbagliato in un posto sbagliato e che si trova pur sempre
ad un' ora di distanza da quelli internazionali di Pisa e di Bologna.
Né risulta che le aziende manifatturiere della zona indichino nell'aeroporto
l'elemento decisivo per superare la dura crisi attuale.
Prima di qualsiasi decisione irreversibile si verifichino allora seriamente
modelli economici che mettano al primo posto la sostenibilità ambientale
della Piana:
- un Piano rifiuti concepito in alternativa alla politica degli
inceneritori,
- un vero piano di risanamento ambientale per tutta lapiana
fiorentina
- la ricerca di un possibile equilibrio economico per un City
airport a 5 km dal centro di firenze, finalizzato agli affari, alle attività
fieristico-congressuali e ad un turismo qualificato.
CITTADINI AREA FIORENTINA
COMITATI DEI CITTADINI-FIRENZE
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From: Carlo Soricelli carlo.soricelli at gmail.com
To:
Sent: Thursday, July 12, 2012 8:34 AM
Subject: OSSERVATORIO INDIPENDENTE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO: I MORTI SUL
LAVORO NEL 2011 SONO STATI OLTRE 1170
L'Osservatorio indipendente di Bologna morti per infortuni sul lavoro
riconferma ancora una volta che nel 2011 ci sono stati più di 1170 morti sul
lavoro, di cui 663 sui luoghi di lavoro + 11,6% sul 2010, tutte le vittime
sui luoghi di lavoro sono registrate. Per approfondimenti sui lavoratori
morti per infortuni sul lavoro nel 2011 andare nella pagina dell'1 -1 e 3- 1
del 2011 del'Osservatorio.
Ci sono cartine geografiche con il numero di morti sui luoghi di lavoro per
ciascuna provincia italiana e grafici inerenti all'età, professione e
nazionalità dei lavoratori vittime d'infortuni mortali. dall'inzio dell'anno
2012 ad oggi ci sono stati 324 morti sui luoghi di lavoro e oltre 600 con i
lavoratori morti sulle strade e in itinere.
Carlo Soricelli
Osservatorio indipendente di Bologna morti per infortuni sul lavoro
http://cadutisullavoro.blogspot.com
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From: Aldo Mancuso aldo.mancuso at asf.toscana.it
To:
Sent: Friday, July 13, 2012 5:16 PM
Subject: PUZZA BALOCCHI & PROFUMI
AMERICA SI'- TOSCANA NO
Diversi stati USA reagiscono alla Truffa "PUZZI: PROFUMATI!" dei Gruppi
Industriali/Finanziari che si abbuffano di profitti idioti fetenti e
puzzolenti, a Firenze, in Toscana,in Italia NO.
Negli USA non c'é la Legge che tutela dall'Inquinamento Chimico Odoroso, in
Italia SI': c'é la Costituzione Antifascista - grazie alla Resistenza
Partigiana al nazi-fascismo - MA E' COME SE NON CI FOSSE.
La Legge che OBBLIGA datori di lavoro, dirigenti, preposti e LAVORATORI a
non ledere i Diritti dei Dipendenti C'E': perché non è APPLICATA?
Cosa aspettano i Servizi PISLL, la Regione Toscana, la Magistratura
fiorentina ad APPLICARE LA LEGGE CHE C'E'?
Perché quelli che lottano gridano alla luna narrando del loro posto nella
comunicazione del nuovo mondo globalizzato anziché lottare per
l'applicazione delle norme che tutelano i Diritti dei Lavoratori Dipendenti
della Costituzione Antifascista?
ciao, Aldo
Fonte: ANGELO AQUARO la Repubblica Mercoledì 04 Luglio 2012 10:28
Le essenze provocano allergie e infezioni. Campagne per limitare gii odori
eccessivi. La crociata degli Usa contro l'eau de toilette.
NEW YORK - Una donna senza profumo a una donna senza futuro: cosi diceva
Coco Chanel. Ma che dire di tutte quelle signore (e tantissimi maschietti)
che infestano il nostro presente con un profluvio di eau davvero da
toilette? Si, la bonanza di fragranza rischia davvero di darci alla testa. E
cosi nell'America salutista che ha già dichiarato guerra al fumo e ai
bibitoni, ai grassi e ai grassoni, ci si sta già avviando, inesorabilmente,
verso l'ultima battaglia: quella ai profumi.
Profumarsi non è più una virtù. E la rivolta stavolta non a confinata nella
solita California, il paradiso dei salutisti dove una decina d'anni fa suono
la prima carica con quel cartello appeso nel celeberrimo Berkeley Rep,
teatro raffinatissimo: "Per favore, niente profumi forti".
No, stavolta la ribellione pulsa nelle viscere dell'America più profonda,
con i divieti che sbocciano a Jefferson City, Missouri, a Windom, Minnesota,
a Bremerton, Washington, e via di seguito.
L'elenco dei posti perfume free, cioè dove profumarsi a praticamente
vietato, l'ha scodellato in prima pagina Usa Today.
Si tratta di uffici comunali, edifici pubblici, presidi medici, a volte
perfino parchi e centri ricreativi. Ma il motivo non e, ci mancherebbe,
estetico: chi potrebbe mai decidere quale profumo e buono o meno buono, più
acido o più fragrante?
La questione a di salute pubblica: perche sempre più persone sono allergiche
a particolari profumi.
II dottor Clark Kaufman di Lancaster, Pennsylvania, dice addirittura che
certe fragranze possono scatenare allergie, asma e infezioni respiratorie:
danni insomma equiparabili proprio "al fumo di una sigaretta". Chiaro che
per l'industria si tratta di una battaglia di retroguardia. Allo stesso
quotidiano Elena Solovyov dell'International Fragrance Association ricorda
al contrario l'utilizzo di profumi e fragranze negli ospedali e nei centri
assistenza.
Altro che divieti: per lei basterebbero "educazione e buon senso invece che
regole e procedure".
Sarà. Ma come sempre la verità sta nel mezzo. Il tanto sbandierato buon
senso spesso è affogato proprio dagli effluvi dei produttori. Il Centro per
la salute e la sicurezza sul lavoro del Canada ricorda che non sempre le
leggi richiedono di sbandierare tutte le informazioni che ci riguardano.
Per questo, sempre qui negli Usa, Anne C. Steinemann sta conducendo una vera
crociata: "Quasi il 38 per cento degli americani denunciano problemi dovuti
all'esposizione ai profumi" dice a Repubblica la professoressa
dell'università di Washington "e le emissioni chimiche si riscontrano anche
nei cosiddetti prodotti naturali e negli olii essenziali Non c'é scampo?
Qui la prof vede una soluzione drastica: "Dalla pulizia del corpo a quella
della casa andrebbero usati solo prodotti senza profumi o fragranze".
Intanto la mobilitazione popolare è partita anche su Internet. Al modico
prezzo di 16 dollari chiunque può dotarsi di un pacchetto di 10 cartoline
Fragrance Free Reminders, da spedire cioé ai puzzoni, pardon, ai
profumatissimi compagni di banco o di lavoro.
Gli slogan? Più o meno del tipo "Chi si profuma avvelena anche to". Certo,
hai voglia di dirgli di smettere se non c'e una legge da far rispettare: non
l'ha detto Coco Chanel ma il buon senso, si sa, evapora facilmente. E più in
fretta di certe fragranze.
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From: Marco Bazzoni bazzoni_m at tin.it
To:
Sent: Saturday, July 14, 2012 12:05 AM
Subject: REFERENDUM ABROGAZIONE PARZIALE INDENNITA' PARLAMENTARE: NESSUNO
DICE NULLA!!!
C'è un referendum di cui i media non parlano, di cui il mondo politico non
parla (e come poteva essere altrimenti), ed è quello dell'abrogazione
parziale dell'indennità parlamentare:
http://www.unionepopolare.eu/
Un referendum di civiltà, considerando che mentre la maggior parte degli
italiani, in questi mesi sta facendo enormi sacrifici, la casta politica è
riuscita nell'impresa di non tagliarsi neanche un euro di indennità
parlamentare.
E' una vergogna!!!
Probabilmente in pochi o nessuno sa, che per questo referendum è possibile
firmare nel proprio Comune di residenza, ma solo fino al 30 Luglio 2012 (il
31 Luglio le firme dovranno essere consegnate a Roma).
Per adesso sono state raccolte 200 mila firme e considerando che i mezzi
d'informazione hanno detto poco o nulla di questo referendum non è poco.
Solo che per essere valido, devono essere raccolte almeno 500 mila firme.
Io credo sia giusto parlarne.
Va anche detto, che il Comitato Promotore non riceve neanche un centesimo di
finanziamento pubblico, quindi stanno provvedendo in proprio alle spese
della campagna referendaria.
Spero che qualche blog, sito web, darà spazio a questa importante
iniziativa.
Comunque, diffondete a più non posso questa iniziativa, invitando i vostri
amici, colleghi a firmare e a far firmare il referendum.
Saluti.
MarcoBazzoni
Operaio metalmeccanico
Firenze
LA LEGITTIMITA' COSTITUZIONALE DEL REFERENDUM
Proposta di referendum popolare abrogativo - ai sensi dell'art.75 della
<costituzione e in applicazione della legge 25 Maggio 1970, n. 352 sul
seguente quesito: Volete voi che sia abrogato l'Art. 2 della legge 31
Ottobre 1965, n. 1261 pubblicata sulla Gazzetta ufficiale 20 Novembre 1965,
n.290?
Con l'abrogazione della disposizione di cui all' 2 della legge 1265, n.
1261, ai Parlamentari non verrà più corrisposta la "diaria a titolo di
rimborso delle spese di soggiorno a Roma". Resta comunque ferma la
corresponsione dell'indennità disciplinata dall'Art 1 della predetta legge.
La scelta di non proporre l'abrogazione dell'art. 1 della legge nasce
dall"esigenza di non incorrere nel rischio incostituzionalità del
referendum. Va infatti rammentato che l' art.96 della costituzione recita :
"i membri del Parlamento ricevono un'indennità stabilita dalla legge".
Ne deriva che l'abrogazione della norma che attua il dettato Costituzionale
( appunto L'art. uno della legge 1265) lascerebbe un vuoto normativo in una
materia coperta da disciplina costituzionale.
L'abrogazione dell' art 2, che prevede l'erogazione di una diaria a titolo
di rimborso spese, non mette a rischio la legittimità costituzionale del
referendum.
Peraltro va osservato che quest'ultima norma prevede un "rimborso spese" in
cifra fissa uguale per tutti e senza l'obbligo di dimostrarne l'effettiva
spesa. La stessa cosa prevista per cosiddetti rimborsi elettorali: un vero e
proprio ossimoro molto lucroso.
Al di la delle considerazioni politiche e morali a sostegno della proposta,
merita di essere preso in considerazione anche il dato del significativo
beneficio che deriverebbe alle disastrate casse dello stato.
L'indennità infatti costa ben 48.000 euro all'anno per ciascun parlamentare:
quasi un raddoppio dell'indennità di cui all'art.1.
Contattaci:
- comitato organizzatore: referendum at unionepopolare.eu
- ufficio stampa: ufficiostampa at unionepopolare.eu
- segreteria politica: segreteria.politica at unionepopolare.eu
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From: ANCORA IN MARCIA ! redazione at ancorainmarcia.it
To:
Sent: Saturday, July 14, 2012 5:03 PM
Subject: BOLOGNA: DERAGLIA TRENO REGIONALE. SOLO CONTUSI MA SFIORATA
TRAGEDIA
ancora IN MARCIA !
GIORNALE DI CULTURA, TECNICA E INFORMAZIONE POLITICO SINDACALE, DAL 1908
Deraglia treno regionale vicino Bologna. Pochi feriti lievi ma si è sfiorata
la tragedia.
Troppi incidenti: la magistratura accerti le cause organizzative.
L'incidente mentre il treno viaggiava a circa 130 Km/h. Tutto verde per il
"libero transito", ma il macchinista trova lo scambio "deviato". Nella zona
un cantiere lavori.
VIAGGIATORI TERRORIZZATI - Stamattina verso le 9 il treno regionale 2885
Voghera Rimini, è deragliato nella stazione di Lavino di Mezzo, nei pressi
di Bologna. L'incidente è avvenuto in corrispondenza di uno scambio che
secondo le prime ricostruzioni effettuate dalle autorità, avrebbe 'deviato'
la corsa del treno che in quel punto viaggiava a circa 140 Km/h. Il
deragliamento che ha letteralmente terrorizzato tutti i viaggiatori è stato
inevitabile ma fortunatamente nessuna delle sei carrozze si è rovesciata. Il
treno era materiale navetta con sei vetture 'a piano ribassato, spinte in
coda da una locomotiva E 464.
ANCORA MOLTA FORTUNA
Fortunatamente, è proprio il caso di dirlo vedendo le immagini del treno
spezzato in più punti e le carrozze inclinate sulla massicciata, non ci sono
state conseguenze gravi né per i circa 300 viaggiatori né per macchinista e
capotreno, lievemente contusi e comprensibilmente provati dalla drammatica
esperienza.
SOLO FERITI LIEVI E CONTUSI
Soccorsi tempestivi ed efficienti da parte del 118 locale che ha allertato
numerose ambulanze giunte sul posto dopo pochi minuti. Secondo le agenzie di
stampa 25 persone sono state ricoverate con codice 1, il più lieve, una con
codice 2 per un trauma toracico. Dieci sono state portate al Maggiore, 8 al
Sant'Orsola, 4 al Rizzoli, 4 a Bazzano. La Procura di Bologna ha aperto
un'inchiesta per disastro ferroviario colposo.
SOLIDARIETA' AI COLLEGHI COINVOLTI
Ai nostri compagni di lavoro, Stefano e Paola, in servizio su quel treno
tutta il nostro affetto e la nostra comprensione per il forte shock subito e
per l'impegno profuso nei drammatici momenti della prima emergenza e nei
soccorsi; l'invito è ad affrontare con serenità anche le impegnative fasi
degli accertamenti giudiziari di queste ore.
L'INCHIESTA
Del fascicolo si occuperà il pubblico ministero Francesco Caleca. La
circolazione sulla linea è stata prima bloccata per garantire i soccorsi e
poi molto rallentata per consentire gli accertamenti ed i rilievi giudiziari
e poi la rimozione dei rotabili e gli interventi di riparazione della linea
sensibilmente danneggiata.
PREVALENTE IPOTESI SCAMBIO
Le prime ipotesi, ancora da verificare, su un cedimento del binario o -
peggio - su una indebita manovra dello scambio durante il passaggio del
treno, sono avvalorate dal fatto che transitava con la via libera delle
apparecchiature di bordo ed i segnali tutti al verde, per il libero transito
ed alla massima velocità. Per il momento, seppur possibile anche un
cedimento di qualche parte del treno, ruote, sospensioni o carrelli, queste
eventualità sono considerate meno probabili. Inoltre risulta che nell'area
fossero in corso lavori di manutenzione che, in teoria, come accaduto per
altri incidenti analoghi, potrebbero aver avuto un ruolo nell'accaduto.
TROPPI INCIDENTI ANALOGHI
Alla magistratura chiediamo non soltanto di accertare le cause di questo
ennesimo incidente che solo per fortuite circostanze casuali non ha causato
vittime, ma di analizzare i numerosissimi, ormai davvero troppi, incidenti
analoghi avvenuti negli ultimi mesi sulla rete italiana senza aspettare
l'irreparabile.
CAUSE RIPETITIVE E SISTEMATICHE SU TUTTA LA RETE
Riteniamo, infatti, sia necessario, non solo individuare le responsabilità
del fatto in sé ma intervenire per prevenire il ripetersi di situazioni
pericolose, o disastri più gravi, verificando l'eventuale esistenza di cause
'ripetitive, sistematiche e prevedibili', riconducibili a lacune
organizzative e manutentive, presenti sull'intero territorio nazionale,
ovvero alle scelte e le priorità negli investimenti in sicurezza da parte
del, Gestore dell'Infrastruttura ferroviaria nazionale e delle imprese
ferroviarie coinvolte.
14 luglio 2012
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From: COBAS Pisa confcobaspisa at alice.it
To:
Sent: Sunday, July 15, 2012 12:41 PM
Subject: A PROPOSITO DEL CONTROLLO A DISTANZA NEI LUOGHI DI LAVORO?
COME TI AGGIRO LO STATUTO DEI LAVORATORI. A PROPOSITO DEL CONTROLLO A
DISTANZA NEI LUOGHI DI LAVORO?
Una recente sentenza di Cassazione
(http://www.cobaspisa.it/non-ci-puo-essere-controllo-a-distanza-con-le-telecamere-senza-lassenso-di-tutto-il-personale/)
ha stabilito che per installare le telecamere e controllare i dipendenti,
l'imprenditore non ha bisogno del preventivo confronto con il Sindacato e\o
dell'approvazione della Direzione provinciale del lavoro perchè è
sufficiente l'assenso del personale.
La legge 300\70 (statuto dei lavoratori ) prevede, anzi prevedeva visto che
ormai è progressivamente svuotata e vanificata, un passaggio sindacale
preventivo prima di installare telecamere, ora basta che il datore di lavoro
abbia il consenso dei dipendenti, un consenso facile da ottenere senza il
sindacato, basta qualche pressione, la minaccia di licenziamento (tanto
l'articolo 18 lo hanno eliminato....), basta destare sospetto sulla
correttezza e buona fede del dipendente (requisiti senza i quali il rapporto
di lavoro può ormai essere a rischio, requisiti stabiliti e verificati dai
padroni, pubblici e privati, dalle cooperative che nei loro statuti hanno
ormai introdotto il principio secondo cui il socio può decadere dalla sua
funzione (e di conseguenza perdere lavoro) ogni qual volta porti discredito
alla cooperativa stessa. Ora capirete come sia sufficiente una semplice, e
pur fondata , critica sindacale per trovarsi senza posto di lavoro in
cooperativa, capirete che è sufficiente la pressione di un padrone\cino per
avere il via libera dal singolo dipendente sui controlli a distanza senza
che ci sia una rappresentanza sindacale a svolgere quel ruolo di controllo e
di verifica dell'operato Ma cosa stabiliva l'articolo 4 della legge 300\70?
Vietato l'uso di impianti audiovisivi e di altre apparecchiature per
finalità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori. Gli impianti
e le apparecchiature di controllo che siano richiesti da esigenze
organizzative e produttive ovvero dalla sicurezza del lavoro, ma dai quali
derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell'attività dei
lavoratori, possono essere installati soltanto previo accordo con le
rappresentanze sindacali aziendali, oppure, in mancanza di queste, con la
commissione interna. In difetto di accordo, su istanza del datore di lavoro,
provvede l'Ispettorato del lavoro, dettando, ove occorra, le modalità per
l'uso di tali impianti.
Il Garante della privacy ha stabilito, bontà sua. la legittimità di "
Sistemi di localizzazione dei veicoli nell'ambito del rapporto di lavoro per
soddisfare esigenze organizzative, produttive ovvero per la sicurezza sul
lavoro e disciplina di protezione dei dati personali".
Ma qual è il confine tra l'interesse legittimo del datore di lavoro e il
diritto del lavoratore? Per il garante della privacy è il bilanciamento
degli interessi che nei tempi attuali equivale ad una sconfitta del
lavoratore poiché il diritto non è immune dai rapporti di forza, anzi per
dirla tutta il diritto (quello scritto e quello materiale) è l'espressione
dei rapporti di forza che nell'attuale fase sono a tutto vantaggio del
padronato la questione non può limitarsi al trattamento dei dati o alla
informazione fornita ai diretti interessati (sappiamo quale uso venga fatto
delle immagini che ci riprendono attraverso le telecamere segnalate da
cartellonistica?)
Il controllo di un mezzo attraverso il GPS per il Garante deve essere di
regola non monitorato continuativamente dal titolare del trattamento, ma
solo quando ciò si renda necessario per il conseguimento delle finalità
legittimamente perseguite. Facciamo allora due esempi: se il datore di
lavoro ritiene che il personale spenda troppi soldi in carburante o venga
meno ai doveri aziendali (secondo i principi di correttezza e buona fede che
regolano il rapporto tra datore e lavoratore), può chiedere un costante
controllo del mezzo e da qui trarre dati ed elementi attraverso i quali
stabilire una diversa organizzazione del lavoro, dei tempi, delle pause,
stabilire quante volte al giorno il dipendente può fermarsi, per quanto
tempo , ogni quanti chilometri, partire con provvedimenti disciplinari
qualora abbia impiegato "troppo tempo" per coprire una tratta o se si è
fermato in pausa caffè.
Ancora una volta, la tutela della privacy non equivale alla difesa dei
diritti di un lavoratore specie se un Giudice stabilisce per sentenza di
scavalcare il sindacato ritenendo che un accordo tra padrone e sindacato
possa essere sostituito dal generico assenso alle riprese e al controllo che
un lavoratore subordinato e in posizione di palese debolezza\inferiorità non
farà mancare se vuole preservare il suo posto. Ancora una volta gli
interessi dei lavoratori sono calpestati da sentenze di vario ordine e grado
e da interpretazioni padronali che salvano le forme ma stravolgono il
diritto e le sue fonti. Cosa rimane del resto di quello Statuto del 1970 tra
cancellazione dell'articolo 18 e le continue sentenze che riducono il potere
di contrattazione?
COBAS Pisa
www.cobaspisa.it
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