[Redditolavoro] 4 gatti fascisti a milano -
procomta
ro.red at libero.it
Mon Jul 9 18:27:24 CEST 2012
il problema non sono loro- anche se vanno contrastati con l'antifascismo
militante
il problema e Monti e la dittatura dei tecnici sostenuta da tutti i partiti
e dai sindacati confederali e difesi eimposti con lo stato di polizia
il modernoi fascismo è questo e si rovescia con la resistenza e l'uso della
forza di masa e d'avanguardia
proletari comunisti_PCm Italia
da contropiano
Le presenze sono state molto al di sotto delle aspettative, i camerati
italiani - che tanto si erano impegnati - non sono riusciti né a portare
gente né a far parlare di sé.
Avete mai sentito un fascista dire a gran voce "Viva la Resistenza"? Siamo
alla fine della due giorni organizzata all'hotel Michelangelo di Milano dall'Alleanza
nazionale dei movimenti nazionali. Le decine di persone sedute tra il
pubblico cominciano ad alzarsi, i relatori hanno concluso. E allora, dalle
casse degli amplificatori: "Viva la Resistenza". Piccolo brivido che corre
lungo la schiena: che sta succedendo? I camerati si guardano sconvolti, no,
questo proprio non era previsto. Un lunghissimo attimo di silenzio per
riprendere fiato e poi: "Viva la resistenza nazionale! Viva l'Italia". Ah,
ecco. Si parla del vecchio Stivale che deve resistere alla "plutocrazia
mondialista". Così va meglio, ora è tutto più chiaro.
Questo l'unico sussulto dell'internazionale nera che tanto aveva fatto
discutere il web e tanto poco ha fatto rumore. Dentro le sale dell'hotel di
via Porpora, un paio di telecamere appena e qualche giornalista confuso tra
i militanti. Tanti sbadigli nell'ascoltare le solite parole d'ordine, l'unica
distrazione rappresentata dalle altissime e biondissime hostess. Fuori, in
realtà, un po' di polizia c'era, ma di manifestanti neanche l'ombra. D'altra
parte, in questura nessuno si stava preoccupando granché: le proteste si
erano sfogate a colpi di comunicati stampa, poi, Forza Nuova e Hammerskin
manco erano stati invitati. Persino il sindaco Pisapia è riuscito a
sfangarla con stile: nessuna censura, nessun attacco, solo uno spesso
sipario di silenzio sulle redivive camicie nere. Poco rumore per il nulla
più assoluto.
E pensare che gli ospiti promettevano scintille: oltre all'immarcescibile
Luca Romagnoli - ultimo alfiere della moribonda Fiamma Tricolore - e a una
vecchia gloria come Roberto Jonghi Lavarini, si sono visti Bruno Gollnisch
del Front National francese, Nick Griffin del British National Party e Béla
Kovàcs, europarlamentare di Jobbik, che in Ungheria controlla una fetta
consistente del Parlamento. Più, altri oscuri figuri da Malta, Russia,
Svezia, Belgio e Bulgaria. Tutti con un credo da portare avanti: neofascisti
duri e puri che sembrano usciti dai quartieri popolari degli anni '80,
evoliani con gli occhiali, tetri spiritualisti, reduci dell'arianesimo,
fautori dell'idealismo magico. Non c'erano i greci di Alba Dorata. "Quelli
stanno con Forza Nuova", dice un militante con la testa completamente rasata
e due occhi blu, gelidi come l'acciaio. "Non fanno parte del nostro
movimento - ha spiegato poi l'addetto stampa Massimo Panero -, né potrebbero
mai farne parte".
L'obiettivo dichiarato è di formare un gruppo a Strasburgo, anche se la
strada è in salita: servirebbero 25 deputati eletti in 7 paesi diversi. Un'impresa
ancora fuori portata, ma se la crisi dovesse aggravarsi ancora, perché non
scommettere su un rigurgito nazionalista?
Detto fatto, Romagnoli apre le danze con un attacco serrato a Monti ("un
usuraio") e Napolitano ("è rimasto il vecchio comunista di sempre"): "Li
denunceremo, l'Italia non ha più una sovranità monetaria". Scrosci di
applausi dalla platea. Il governo dei tecnici non piace proprio a nessuno.
La parola magica: eurolira, "non un ritorno al passato, ma un passo avanti".
Il microfono passa agli altri relatori: "Aboliamo Maastricht, l'immigrazione
è una nuova colonizzazione al contrario". "Dobbiamo allargare l'Europa all'Uzbekistan
e all'Algeria", "Via i minareti dall'Europa, abbiamo chiese e cattedrali". E
la Merkel? "Non sta sbagliando niente, fa gli interessi del suo paese. Sono
tutti gli altri che chiedono l'elemosina.". Non è tutto, lo spazio avanza, e
allora: "La Coca Cola fa venire il cancro". Apoteosi.
Ma, in verità, le presenze sono state molto al di sotto delle aspettative, i
camerati italiani - che tanto si erano impegnati - non sono riusciti né a
portare gente né a far parlare di sé. Che figura davanti a chi crede di
essere a un passo dalla conquista dell'Europa.
Sembra quasi che il vecchio cuore nero dei neofascisti italiani non batta
più da queste parti, conquistato un po' dai "fascisti del terzo millennio"
di Casapound - che ha definito i partecipanti al meeting di Milano come
"morti che camminano" e esponenti della "destra sepolcrale - e un po' sempre
fedele a Forza Nuova, che della Fiamma Tricolore se ne frega e adesso
proverà a godere di riflesso dei successi di Alba Dorata in Grecia. La
spaccatura, d'altra parte, è chiara: l'Aemn non è un movimento, ma un
partito, con tutte le sue logiche e i suoi meccanismi. E l'antipolitica è
sbarcata pure a destra della destra: non è un caso che l'ultima mossa di
Casapound, prima ancora di gettarsi nella mischia delle prossima comunali di
Roma, sia stata quella di fondare un sindacato. Roberto Jonghi Lavarini c'ha
provato, qualche tempo fa, a lanciarsi nella mischia. I centri sociali
stavano organizzando la marcia di Occupyamo Piazza Affari e il barone nero
aveva annunciato la presenza dei suoi ragazzi. Finì che la questura minacciò
pesanti sanzioni in caso di teste rapate in mezzo al corteo e tutti
restarono a casa, docili come agnellini.
Romagnoli, però, ha idee diverse. L'ex eurodeputato crede ancora di riuscire
a trovare un modo per tornare a galla e schiodarsi dal'imbarazzante zero
virgola niente percento che collezione ad ogni tornata elettorale. I
messaggi d'amore sono tutti per un Pdl ormai ridotto ai minimi termini,
pronto a cedere alla favola del "governo mondiale" sosten
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