[Redditolavoro] Genova l'arroganza di padron riva e l'appoggio del marchese Doria
procomta
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Thu Jul 5 15:59:20 CEST 2012
L'ARROGANZA DI PADRON RIVA E L'APPOGGIO DEL MARCHESENel marzo scorso, gli
operai dell'Ilva di Genova Cornigliano - insieme con quelli di Ansaldo
Energia, Fincantieri, ed altre realtà - scesero in sciopero in difesa
dell'articolo diciotto dello Statuto dei Lavoratori.
Mercoledì quattro luglio, proprio mentre il marchese-sceriffo di Genova (è
dello stesso giorno la notizia dell'ordinanza per il decoro, ossia per
l'allontanamento dei senzatetto e dei venditori abusivi dalle zone
turistiche della città) si presenta in azienda per visitarne i nuovi
impianti: in particolare decatreno, zincatura tre e impianto quattro, i
padroni - Emilio e Daniele Riva - annunciano una multa di duecento Euro ai
lavoratori che avevano partecipato alla suddetta giornata di lotta.
La sanzione è elevata con il pretesto della violazione di un accordo,
risalente agli anni ottanta, che prevede un congruo preavviso in caso di
astensione dal lavoro; peccato che tale intesa, come sottolineano
giustamente le Rsu interne, valga per contenziosi inerenti i problemi
aziendali e non quelli generali.
Questi sono i metodi terroristi utilizzati da Riva, che contemporaneamente
riceve i complimenti del nuovo doge per la modernità dei nuovi impianti:
peccato che il nobiluomo non spenda neppure una parola sulla vicenda
dell'assurdo provvedimento antisindacale.
Lo stesso primo cittadino non trova nulla da ridire neppure per quel che
concerne la messa in mora del Comune di Genova e della Società per
Cornigliano, da parte del padrone dell'ex Italsider, per non aver sviluppato
adeguatamente i collegamenti viari e ferroviari con lo stabilimento: la sua
promessa, anzi, è stata quella di provvedere al più presto.
Chi scrive pensa che, prima di soddisfare le richieste del padrone, il
nobiluomo dovrebbe pensare - invece di tacere sull'argomento - ad obbligarlo
a bonificare le aree da lui abbandonate: ma la cosa non è fattibile, secondo
il padrone, perché troppo onerosa.
Non è però l'unico argomento sul quale il Doria non apre bocca: a settembre
i contratti di solidarietà - la cui applicazione ha permesso finora di
evitare cinquecento licenziamenti - passeranno dall'attuale numero di 954 a
quasi 1.500; un modo di scaricare la crisi sulle spalle dei lavoratori del
quale il marchese sembra disinteressarsi, nonostante la dichiarazione del
padrone che definisce a rischio l'apertura dei nuovi impianti.
Il padrone, come sempre, esprime la propria arroganza; il marchese, per
parte sua, dimostra di essergli solidale: che brutta persona!Genova, 05
luglio 2012
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Genovahttp://pennatagliente.wordpress.com
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