[Redditolavoro] TRE BUONE RAGIONI PER SCIOPERARE. PER I FERROVIERI MOLTE DI PIU'. L'INVITO DI GIORGIO CREMASCHI
CobasSindacatodiClasse
cobasta at libero.it
Wed Jan 25 04:40:10 CET 2012
*TRE BUONE RAGIONI PER SCIOPERARE. PER I FERROVIERI MOLTE DI PIU'.
L'INVITO DI GIORGIO CREMASCHI
27 GENNAIO 2012, /"UNO SCIOPERO DIFFICILE MA GIUSTO"/
*
*
RICEVIAMO E VOLENTIERI INOLTRIAMO L'APPELLO DI GIORGIO CREMASCHI
PER LA PARTECIPAZIONE ALLO SCIOPERO GENERALE DEL 27 GENNAIO
CONDIVIDIAMO E FACCIAMO NOSTRE LE RAGIONI, ESPRESSE IN ESTREMA SINTESI,
NELLE POCHE RIGHE QUI SOTTO
Per noi ferrovieri, oltre ai temi di politica generale che ci
riguardano come cittadini e lavoratori (pensioni, aumenti tariffari,
art. 18, recessione, ecc. ecc.) si sono tante altre ragioni per
scioperare, a cominciare dalla cancellazione per legge
del Contratto nazionale per le imprese ferrroviarie, gli 800
licenziamenti subiti dai colleghi dei treni notte, la
cancellazione del servizio nord-sud, i tagli ai treni notte ed al
servizio pendolari, lo smantellamento del trasporto
merci, gli accordi a perdere su equipaggi e macchinista solo, turni
individuali (IVU), la concorrenza
sleale consentita ai nuovi 'padroni delle ferriere' di NTV, solo per
citarne i principali.
INVITIAMO QUINDI TUTTI I FERROVIERI A PARTECIPARE ALLA MANIFESTAZIONE DI
ROMA IL 27 MATTINA
(APPUNTAMENTO BIN. 1 STAZ TERMINI
<http://www.inmarcia.it/home/28-ultimora/479-scioperogenerale2712012-contro-manovra-sindacati-di-base>)
ED ADERIRE ALLO SCIOPERO DI TUTTO IL SETTORE
DALLE 21 DI GIOVEDI' 26 ALLE 21 DI VENERDI' 27 GENNAIO 2012
<http://www.inmarcia.it/home/28-ultimora/479-scioperogenerale2712012-contro-manovra-sindacati-di-base>
<http://www.inmarcia.it/home/28-ultimora/479-scioperogenerale2712012-contro-manovra-sindacati-di-base>
-----
*
*/"Il 27 gennaio sciopera una parte rilevante del sindacalismo di base.
E' uno sciopero difficile, perché con questa crisi la perdita di una
giornata di lavoro è sempre un costo pesantissimo per chi lavora. Ma è
uno sciopero giusto perché il mondo del lavoro non può continuare ad
accettare o a subire l'aggressione ai suoi diritti./*/
**
*Le ragioni immediate dello sciopero, a mio parere, sono almeno tre.*
**
*La prima è il massacro sulle pensioni che, in nome dei giovani, ha
portato l'età pensionabile, prima di tutto proprio per i giovani, alla
soglia dei settanta anni.*
**
*In secondo luogo tutte le misure della manovra economica del governo
stanno colpendo le condizioni sociali e di vita di chi lavora, che vede
ridotti i propri redditi, mentre il futuro è ancor più minacciato dalla
recessione in arrivo, causata anche dalle manovre restrittive dei
governi Monti e Berlusconi.*
**
*In terzo luogo, con l'ultimo decreto sulle liberalizzazioni, il governo
Monti si è schierato armi e bagagli con Marchionne e la sua linea di
distruzione del contratto nazionale. Lo ha fatto proprio per la materia
di sua competenza, infatti ha stabilito per decreto che il trasporto
pubblico non sarà più soggetto ai contratti nazionali, e quindi ha dato
il via libera ai contratti low cost, sia nelle ferrovie, sia nel
trasporto locale. Cosa questa che neppure il governo Berlusconi, autore
dell'articolo 8 sulle deroghe contrattuali, si era sognato di fare.*
**
*Ora si apre il tavolo in cui, secondo Monti, il sindacato dovrebbe
affrontare "senza tabù" la questione dell'articolo 18, cioè cominciare a
rinunciarvi. Ci sono quindi molte ragioni immediatamente sindacali che
portano alla necessità di uno sciopero generale contro le scelte di
questo governo. Ma ce n'è anche una di significato più vasto, che è bene
non trascurare. Il governo Monti, si dice, ha un grande consenso di
opinione pubblica. Questa è una parziale verità e una sostanziale
mistificazione. Infatti, chi afferma questo, dimentica di dire che il
governo Monti ha il consenso di oltre il 90% del Parlamento, del
Presidente della Repubblica, del 98% della carta stampata e del 100%
delle grandi televisioni. Di fronte a questo consenso di regime enorme,
il consenso reale nell'opinione pubblica del governo non raggiunge il
60%. C'è quindi una parte enorme del paese che non condivide le scelte
del governo, nonostante il sostegno istituzionale e mediatico enorme che
esso raccoglie.*
**
*Di fronte a tutto questo è compito di chiunque creda nei diritti, nella
democrazia, nell'uguaglianza sociale, scendere in lotta per non lasciare
campo libero a una protesta populista, reazionaria, xenofoba. Non
parliamo affatto dei tassisti o degli autotrasportatori. La loro
protesta ha sicuramente degli elementi di ambiguità, ma parte da
un'indignazione comprensibile. Non si può sostenere realmente che la
crisi economica si risolve aumentando le licenze per i taxi o per le
farmacie. Questo è un vero e proprio depistaggio propagandistico, che fa
parte di quella campagna ideologica che cancella le ragioni reali della
crisi, il debito, l'usura della finanza internazionale, le politiche
restrittive invece che quelle espansive di bilancio, la distruzione del
pubblico. Invece si dà la colpa ai tassisti, come nel film Johnny
Stecchino si spiegava al protagonista che il problema di Palermo era il
traffico.*
**
*Ecco, contro questo depistaggio occorre che scenda in campo il
movimento sindacale e democratico e lo sciopero del 27 è un primo
segnale di una mobilitazione necessaria.*
**
*Poi seguirà la manifestazione della Fiom dell'11 febbraio e le
iniziative proposte a tutti i movimenti di lotta per marzo dal movimento
No Debito. Si tratta di scendere in piazza per affermare un'idea di
uscita dalla crisi opposta, sia a quella del capitalismo delle
multinazionali, di cui il governo è interprete, sia a quella del
populismo reazionario, agitata in particolare dalla Lega Nord. Si
tratta, cioè, di difendere il lavoro e la democrazia. Dovrebbero farlo
anche Cgil, Cisl e Uil, invece che farsi imprigionare in una trattativa
in perdita sul mercato del lavoro. Se però i grandi sindacati
confederali non lo fanno non è per questo giusto rimanere a casa. Bene
quindi lo sciopero del 27 e tutte le lotte che portano e porteranno i
diritti del lavoro e la democrazia in piazza".*
**
**/*Roma, 23 gennaio 2012*
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ancora
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TRE BUONE RAGIONI PER SCIOPERARE. PER I FERROVIERI MOLTE DI PIU'. L'INVITO
DI GIORGIO CREMASCHI
27 GENNAIO 2012, "UNO SCIOPERO DIFFICILE MA GIUSTO"
RICEVIAMO E VOLENTIERI INOLTRIAMO L'APPELLO DI GIORGIO CREMASCHI
PER LA PARTECIPAZIONE ALLO SCIOPERO GENERALE DEL 27 GENNAIO
CONDIVIDIAMO E FACCIAMO NOSTRE LE RAGIONI, ESPRESSE IN ESTREMA SINTESI,
NELLE POCHE RIGHE QUI SOTTO
Per noi ferrovieri, oltre ai temi di politica generale che ci riguardano
come cittadini e lavoratori (pensioni, aumenti tariffari,
art. 18, recessione, ecc. ecc.) si sono tante altre ragioni per scioperare,
a cominciare dalla cancellazione per legge
del Contratto nazionale per le imprese ferrroviarie, gli 800 licenziamenti
subiti dai colleghi dei treni notte, la
cancellazione del servizio nord-sud, i tagli ai treni notte ed al servizio
pendolari, lo smantellamento del trasporto
merci, gli accordi a perdere su equipaggi e macchinista solo, turni
individuali (IVU), la concorrenza
sleale consentita ai nuovi 'padroni delle ferriere' di NTV, solo per citarne
i principali.
INVITIAMO QUINDI TUTTI I FERROVIERI A PARTECIPARE ALLA MANIFESTAZIONE DI
ROMA IL 27 MATTINA
(APPUNTAMENTO BIN. 1 STAZ TERMINI) ED ADERIRE ALLO SCIOPERO DI TUTTO IL
SETTORE
DALLE 21 DI GIOVEDI' 26 ALLE 21 DI VENERDI' 27 GENNAIO 2012
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"Il 27 gennaio sciopera una parte rilevante del sindacalismo di base. E' uno
sciopero difficile, perché con questa crisi la perdita di una giornata di
lavoro è sempre un costo pesantissimo per chi lavora. Ma è uno sciopero
giusto perché il mondo del lavoro non può continuare ad accettare o a subire
l'aggressione ai suoi diritti.
Le ragioni immediate dello sciopero, a mio parere, sono almeno tre.
La prima è il massacro sulle pensioni che, in nome dei giovani, ha portato
l'età pensionabile, prima di tutto proprio per i giovani, alla soglia dei
settanta anni.
In secondo luogo tutte le misure della manovra economica del governo stanno
colpendo le condizioni sociali e di vita di chi lavora, che vede ridotti i
propri redditi, mentre il futuro è ancor più minacciato dalla recessione in
arrivo, causata anche dalle manovre restrittive dei governi Monti e
Berlusconi.
In terzo luogo, con l'ultimo decreto sulle liberalizzazioni, il governo
Monti si è schierato armi e bagagli con Marchionne e la sua linea di
distruzione del contratto nazionale. Lo ha fatto proprio per la materia di
sua competenza, infatti ha stabilito per decreto che il trasporto pubblico
non sarà più soggetto ai contratti nazionali, e quindi ha dato il via libera
ai contratti low cost, sia nelle ferrovie, sia nel trasporto locale. Cosa
questa che neppure il governo Berlusconi, autore dell'articolo 8 sulle
deroghe contrattuali, si era sognato di fare.
Ora si apre il tavolo in cui, secondo Monti, il sindacato dovrebbe
affrontare "senza tabù" la questione dell'articolo 18, cioè cominciare a
rinunciarvi. Ci sono quindi molte ragioni immediatamente sindacali che
portano alla necessità di uno sciopero generale contro le scelte di questo
governo. Ma ce n'è anche una di significato più vasto, che è bene non
trascurare. Il governo Monti, si dice, ha un grande consenso di opinione
pubblica. Questa è una parziale verità e una sostanziale mistificazione.
Infatti, chi afferma questo, dimentica di dire che il governo Monti ha il
consenso di oltre il 90% del Parlamento, del Presidente della Repubblica,
del 98% della carta stampata e del 100% delle grandi televisioni. Di fronte
a questo consenso di regime enorme, il consenso reale nell'opinione pubblica
del governo non raggiunge il 60%. C'è quindi una parte enorme del paese che
non condivide le scelte del governo, nonostante il sostegno istituzionale e
mediatico enorme che esso raccoglie.
Di fronte a tutto questo è compito di chiunque creda nei diritti, nella
democrazia, nell'uguaglianza sociale, scendere in lotta per non lasciare
campo libero a una protesta populista, reazionaria, xenofoba. Non parliamo
affatto dei tassisti o degli autotrasportatori. La loro protesta ha
sicuramente degli elementi di ambiguità, ma parte da un'indignazione
comprensibile. Non si può sostenere realmente che la crisi economica si
risolve aumentando le licenze per i taxi o per le farmacie. Questo è un vero
e proprio depistaggio propagandistico, che fa parte di quella campagna
ideologica che cancella le ragioni reali della crisi, il debito, l'usura
della finanza internazionale, le politiche restrittive invece che quelle
espansive di bilancio, la distruzione del pubblico. Invece si dà la colpa ai
tassisti, come nel film Johnny Stecchino si spiegava al protagonista che il
problema di Palermo era il traffico.
Ecco, contro questo depistaggio occorre che scenda in campo il movimento
sindacale e democratico e lo sciopero del 27 è un primo segnale di una
mobilitazione necessaria.
Poi seguirà la manifestazione della Fiom dell'11 febbraio e le iniziative
proposte a tutti i movimenti di lotta per marzo dal movimento No Debito. Si
tratta di scendere in piazza per affermare un'idea di uscita dalla crisi
opposta, sia a quella del capitalismo delle multinazionali, di cui il
governo è interprete, sia a quella del populismo reazionario, agitata in
particolare dalla Lega Nord. Si tratta, cioè, di difendere il lavoro e la
democrazia. Dovrebbero farlo anche Cgil, Cisl e Uil, invece che farsi
imprigionare in una trattativa in perdita sul mercato del lavoro. Se però i
grandi sindacati confederali non lo fanno non è per questo giusto rimanere a
casa. Bene quindi lo sciopero del 27 e tutte le lotte che portano e
porteranno i diritti del lavoro e la democrazia in piazza".
Roma, 23 gennaio 2012
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