[Redditolavoro] ilva circa mille no all'accordo SI allo slai cobas per il sindacato di classe in ILVA
cobasta
cobasta at libero.it
Wed Jan 11 08:34:04 CET 2012
Perchè NO all'accordo 'CAMBIO TUTA'
perchè in circa mille sosteniamo lo slai cobas per il sindacato di classe
ilva
e ci siamo organizzati per il ricorso collettivo
L'accordo firmato da tutti e tre, fim, uilm e fiom, dà una miseria, scambia
un diritto retributivo certo per una
concessione. In sintesi dà 1,95 euro lordi per giornata di presenza - che
tassate del 10% diventano 1,75, e
una tantum di 1.750 euro in due tranches: 1000 con la busta paga di gennaio
2012 e 750 con quella di
settembre 2012; viene imposta la firma di una liberatoria per bloccare
ricorsi in corso o futuri; le somme date
non saranno computati ai fini del ricalcolo di istituti retributivi diretti
e/o indiretti, tra cui il TFR.
L'una tantum di 1.750 euro viene riconosciuta per intero solo agli operai
con "anzianità aziendale minima
di cinque anni", tutti gli altri la riceveranno in proporzione alla loro
anzianità - quindi soprattutto i
giovani operai vengono ulteriormente penalizzati.Infine,i lavoratori che
hanno fatto ricorso non solo
devono rinunciarvi, ma devono anche farsi carico delle spese legali che
superino le 300 euro.
La inaccettabilità di questo accordo sta anche nella sua motivazione. Invece
di parlare di un diritto
previsto da leggi e sentenze anche della Cassazione che l'Ilva ha violato in
tutti questi anni, si parla di
"premio di presenza", una sorta di "indennità" data dall'azienda sulla base
dell'accordo del 20.5.1989
sulla produttività.
Leggi e sentenze dicono chiaro che "L'orario di lavoro inizia quando il
dipendente, entrando nell'impresa,
si assoggetta alle disposizioni dell'imprenditore; il tempo impiegato, all'interno
dell'unità produttiva, per
indossare le tute rientra quindi nell'orario di lavoro".
Invece gli operai Ilva si trovano di fronte non al riconoscimento di questo
diritto ma a una "concessione"
dell'Ilva, fatta pure, come viene scritto nell'accordo 'cambio tuta', "in
assenza di obblighi specifici". Col
rischio che in futuro, essendo non una parte della retribuzione certa ma
appunto un "incentivo legato alla
produttività", l'Ilva potrà anche toglierlo.
Nello stesso tempo il richiamo all'accordo del 1989 smaschera la diretta
responsabilità anche di Fim, fiom
e uilm per la mancata retribuzione del 'cambio tuta' in questi anni, visto
che nell'89 avevano già
concordato con l'azienda "le modalità di inizio e fine dell'attività
lavorativa e del computo dell'orario di
lavoro", non inserendo il 'cambio tuta'.
Se da parte di Fim e Uilm era scontato che firmassero, da parte dei
dirigenti della Fiom che fino all'ultimo
ha giurato che non avrebbe firmato, è una vergogna. Ora, per cercare di
abbellire l'accordo, arrivano
anche a far passare come tutela della volontà dei lavoratori la firma della
liberatoria, che è invece una vera
e propria estorsione aziendale.
Indipendentemente dall'esito del referendum che è falsato dal ricatto
aziendale e dalla pressione congiunta
dei sindacati confederali, invitiamo tutti i lavoratori all'
ASSEMBLEA SABATO 14 GENNAIO ORE 10
CENTRO 'MAGNA GRECIA" V. ZARA, 121 TA
discutiamo con i legali termini e tempi del nuovo ricorso collettivo
SLAI COBAS per il sindacato di classe ILVA
v. Rintone, 22 TA - 3475301704 - 3471102638 - T/F 0994792086 -
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