[Redditolavoro] Fw: finalmente scarcerato Enzo Cinque
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Mon Jan 2 11:25:24 CET 2012
Napoli 30.12.11
Finalmente ieri è stato scarcerato il compagno Enzo Cinque e tolto l’obbligo
di firma a Salvatore Di Nardo!
È con immenso piacere che comunichiamo che ieri il Giudice per le Indagini
Preliminari (GIP) Alessandro Buccino, ha disposto la scarcerazione del
compagno Enzo e la revoca dell’obbligo di firma per Salvatore.
La decisione del GIP è arrivata dopo che il 14 dicembre scorso il giudice
del Riesame aveva respinto la richiesta di libertà per Enzo e lasciato
intatto l’obbligo di firma per Salvatore.
Ricordiamo che Vincenzo Cinque, Francesco Liguori (dirigenti nazionali del
Sindacato Lavoratori in Lotta e lavoratori dell’ASTIR), Salvatore Di Nardo
(del sindacato SCO e lavoratore dell’ASTIR) e Katiuscia Sabatino
(disoccupata organizzata del Sindacato Lavoratori in Lotta) dal 24 novembre
sono inquisiti per “violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale”
perché hanno “osato” manifestare in difesa del posto di lavoro, contro la
chiusura delle aziende ASTIR e ARPAC Multiservizi e per la conquista di un
lavoro utile e dignitoso, in sostanza per la reale applicazione dell’art.1
della Costituzione italiana!
I quattro compagni erano in quella giornata con un centinaio di lavoratori e
disoccupati in mobilitazione per ottenere un incontro con le autorità
regionali campane presso l’assessorato all’ambiente, ma constatata la
persistente latitanza dell’assessore, i manifestanti si erano mossi in
corteo legittimamente, pur non avendolo preannunciato alle autorità, per
protestare e denunciare alla cittadinanza l’irresponsabile e criminale
atteggiamento della giunta Caldoro, che dal suo canto continua la politica
di lacrime e sangue contro le masse popolari campane alla stregua del
governo Monti.
A seguito della decisione intrapresa dai lavoratori e dai disoccupati di
esercitare il diritto democratico di manifestazione, il vice questore, primo
dirigente dott. Maurizio Fiorillo della DIGOS di Napoli, lanciava le forze
di polizia contro i manifestanti. I quattro compagni che con gli altri
avevano resistito con onore e determinazione alla violenta aggressione
poliziesca, assaliti e bastonati venivano ammanettati (in particolare Enzo
che era bene ammanettato con la mani dietro la schiena, durante il tragitto
nel blindato verso la questura, veniva vigliaccamente e ripetutamente
schiaffeggiato da uno sbirro che gli diceva, “..un’altra volta impari!..”) e
trascinati in questura per l’identificazione e poi tradotti in carcere.
La violenza degli sbirri, i loro abusi di potere atti a terrorizzare chi osa
protestare, sono sempre più in auge: queste condotte non sono altro che la
materializzazione di una vera e propria linea politica adottata dai governi
che nel nostro paese si susseguono sempre più reazionari, autorevoli e
autoritari. Questa linea di violenza aperta e di abuso inauditi ricordiamo
che fu inaugurata nel marzo del 2001 a Napoli (sotto il governo di centro
sinistra) con i pestaggi di centinaia di manifestanti a piazza Municipio e
le torture a decine di persone fermate alla caserma Ranieri. Stessa linea di
condotta repressiva proseguì in luglio a Genova (sotto il governo di centro
destra), con la morte di Carlo Giuliani, le torture di centinaia di
manifestanti alla scuola Diaz e fermati nella caserma Bolzaneto. Il capo
della polizia di allora in entrambi i governi del paese era l’attuale capo
dei servizi segreti Gianni De Gennaro, che per quei fatti, guarda caso,
è stato assolto presso la Corte di Cassazione per il reato di istigazione
al falso.
Nell’applicazione di questa linea politica repressiva dura, troviamo sempre
chi si mostra più capace di interpretarla. A Napoli per l’ordine pubblico si
sono distinti in questi ultimi anni personaggi come il vice questore Trocino
e i suoi capi come il dirigente DIGOS Buonfiglio e il questore Merolla;
oppure a livello di polizia municipale troviamo che si distingue in
tolleranza zero il generale Sementa il cui campo d’azione particolare è la
persecuzione di immigrati, ambulanti e senza casa (Per il licenziamento di
Sementa è in corso una raccolta firme. Per le adesioni scrivere a e-mail:
asp.napoli at yahoo.it).
Il GIP Buccino nel suo ragionamento per la convalida degli arresti
domiciliari per Enzo e l’obbligo di firma per Salvatore, ha sostenuto le
tesi che i compagni arrestati sono dei delinquenti, persone che hanno
“comportamenti antigiuridici non occasionali”, di avere “propensione all’illegalità”,
di essere “incapaci di rispettare gli altrui diritti e le altrui libertà”,
etc. etc. A tale proposito ci chiediamo: quali sono gli altrui diritti e le
altrui libertà? Quella dei padroni, dei banchieri, dei finanzieri e degli
alti prelati, con i loro comitati d’affari alla governo Monti, di licenziare
e mandare alla rovina milioni di lavoratori con le loro famiglie? di
sfruttare fino all’estremo con il lavoro precario milioni di individui? di
tagliere le pensioni, di allungare l’età pensionabile, di eliminare il
diritto alla sanità, all’istruzione e ai servizi sociali? di tartassare con
imposte, tasse e multe la stragrande maggioranza
della popolazione che veramente produce con il proprio lavoro la ricchezza
del paese e di cui ne godono i benefici per oltre il 50% un’infima minoranza
(circa il 10%, della popolazione rappresentato dai debosciati della classe
borghese)? di continuare a devastare l’ambiente e il territorio per il
profitto? di continuare con le guerre di aggressione e il saccheggio di
materie prime dei paesi oppressi? di criminalizzare e perseguitare gli
immigrati? in conclusione di lasciare un pugno di sfruttatori internazionali
a continuare ad alimentare sempre di più una guerra di sterminio non
dichiarata ovunque nel mondo contro miliardi di esseri umani? E’ questo l’ordinamento
giuridico e legale a cui i lavoratori e i disoccupati come Enzo, Salvatore,
Katiuscia e Francesco e come loro milioni di persone dovrebbero sottostare?
Alle fandonie sulla legalità e al rispetto del sistema giuridico dell’ordinamento
borghese la gran parte delle masse popolari
ormai ha imparato sulla propria pelle a non crederci più!
In soccorso e in solidarietà con i quattro compagni colpiti dalla
repressione si sono mobilitati a Napoli movimenti di lotta, Organizzazioni
Operaie (OO) e Organizzazioni Popolari (OP), ma anche singoli personalità
della cultura, della società civile, della politica e delle organizzazioni
sindacale. Si sono svolte diverse manifestazioni e presidi di protesta
contro la repressione. Oltre 1000 firme sono state raccolte con l’appello
per la solidarietà ai quattro compagni e per la scarcerazione di Enzo.
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