[Redditolavoro] ilva taranto - dopo il vertice del 17

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Sun Aug 19 10:46:32 CEST 2012

















La
giornata di ieri è definita “storica” da alcune delle forze
istituzionali e dalla stampa per la venuta dei Ministri e per i
Vertici che si sono fatti, le decisioni prese e quelle annunciate dal
governo, l'assunzione di responsabilità delle Istituzioni e per gli
impegni e dichiarazioni del facente funzione di padron Riva, Marco
Ferrante.

Di
“storico” c'è solo che questa concentrazione sia avvenuta dopo
anni di disinteresse o di interesse saltuario per la situazione
ambientale, per la città di Taranto in generale. Non c'è però
niente di “storico” nelle decisioni e negli impegni presi. 


Essi
sono di natura molto insufficiente e inadeguata, sia rispetto alle
stesse intenzioni annunciate da chi le ha prese, sia soprattutto
rispetto alle esigenze imposte dalle manifestazioni di lavoratori e
cittadini e posta, ancora senza adeguata manifestazione, dalla parte
cosciente e avanzata degli operai Ilva di cui lo Slai cobas per il
sindacato di classe è parte e interprete.

L'impegno
principale è quello, finora puramente formale, di integrare le
prescrizioni della magistratura, tranne una, quella del fermo degli
impianti, nella nuova Aia da concedere a fine settembre. Si tratta
attualmente di un impegno tutto sulla carta perchè mancano
totalmente piani e cronoprogramma Ilva che possano tradurre gli
impegni in fatti; sostanzialmente Ferrante ha dichiarato che la
proprietà è disponibile a fare questo sforzo ulteriore a condizione
che la continuità della produzione venga altrettanto assicurata e
non messa più in discussione; quando invece è ben chiaro che la
questione è rovesciata, è la messa a norma dello stabilimento la
principale garanzia della sua continuità produttiva. 


Detto
questo, i soldi in tutti i campi sono pochi. Sono cifre quasi da
ordinaria amministrazione di uno stabilimento come l'Ilva, non ci
voleva tutto questo “casino” per impegnare solo questi fondi.
Questo dimostra che si affronta una situazione straordinaria con
mezzi ordinari, quando solo l'assunzione di mezzi straordinari può
affermare una ordinarietà accettabile. 


Circa
poi la magistratura, gli equivoci sono rimasti tutti. Il governo ha
fatto un passo indietro rispetto alla minaccia di ricorso alla
Consulta, ma non ha mancato di esercitare il massimo di pressione
sulla vicenda e di svolgere un dialogo a distanza i cui esiti verso
l'inchiesta sono tutti da vedere. Ci riferiamo qui ad una telefonata
fatta dal Ministro Clini al Procuratore della Repubblica Sebastio, di
cui Clini non divulga i particolari ma parla di “convergenze di
intenti”, e ad una intervista al Procuratore di Lecce, massima
autorità nella gestione dell'inchiesta, che giudica molto positivo
l'esito del Vertice. Tutto questo sembra una pressione, mentre si è
in attesa della, obiettivamente tardiva e non sappiamo quando
incidente a questo punto, motivazione della sentenza del riesame. 


Noi
da parte nostra diciamo a chi esprime una fiducia incondizionata ai
giudici, nel caso concreto al giudice Todisco, sappia che la
Magistratura è una parte dello Stato, uno Stato che complessivamente
è al servizio degli interessi delle classi dominanti e, nel caso
concreto, dei padroni, e questo indipendentemente che ci siano dei
giudici che si muovano dentro una logica diversa, e non si può avere
fiducia in questo Stato e nei suoi governi.

Per
questo diciamo che ora più che mai, anche alla luce del Vertice,
contro padron Riva e lo Stato dei padroni difendiamo salute e lavoro
con la lotta. 






Dove
i nodi appaiono effettivamente inadeguati è nel merito, nella
valutazione degli atti di intesa alla Regione e degli impegni della
proprietà espressi da Ferrante, a partire da quella che è diventata
una specie di simbolo di questa situazione, vale a dire la questione
dei parchi minerali. Gli impegni contenuti nell'intesa tra Regione e
Riva su questo prevedono solo interventi tampone, o già vecchi e non
adeguati, o la costruzione di una barriera alta che al massimo
ridurrebbe ma non bloccherebbe lo spandersi delle polveri; non
arrivano invece a prevedere, e quindi di fatto escludono, la
copertura totale dei parchi minerali o il trasferimento di essi,
quando è divenuto chiaro agli operai, ai cittadini che si stanno
mobilitando che al di sotto di questi provvedimenti, il problema non
è realmente affrontato. Ma su questo, è evidente, non ne vogliono
sapere. Questo finisce per dare un segno negativo anche alle altre
cose che si vogliono fare, su cui torniamo in altre occasioni.





Per
questo la lotta deve continuare. Ma nella continuità di questa lotta
che ha la salute al centro, è il lavoro la chiave per vincere. Il
lavoro significa difendere attivamente il posto di lavoro all'Ilva
sapendo che esso è legato strettamente ai risultati della messa a
norma degli impianti e che quindi si deve tradurre nell'azione di
lotta in fabbrica per imporre e controllare la messa a norma. 


I
dirigenti sindacali di Fim e Uilm si muovono solo a comando di Riva,
fanno sciopero quando il padrone lo ordina o glielo permette, e ora
dicono esattamente le stesse cose che dice Ferrante per dire che non
si deve più lottare. La Fiom ultimamente si è distinta da questa
posizione ma c'è troppa coda di paglia, troppa voglia di rientrare
nel gioco truccato che attualmente è l'attività sindacale all'Ilva.
Ciò che è necessario si deve imporre in fabbrica come linea di
condotta per tutti gli operai qualunque sia il sindacato a cui siano
iscritti. 


Lottiamo
subito per la vera messa a norma dello stabilimento, su questo noi
dei cobas vogliamo costruire insieme agli operai la piattaforma
necessaria subito e senza una nuova organizzazione sindacale senza
lotta non si fa e soprattutto non si vince. 


Ma
la questione lavoro va messa al centro anche dal movimento di lotta
che si è raccolto intorno al Comitato lavoratori cittadini liberi e
pensanti', perchè esso è la chiave per l'unità operai e movimento
antinquinamento; ma è anche molto di più, la chiave per la chiamata
a raccolta dei disoccupati, della gente dei quartieri perchè i soldi
che arrivano per la bonifica servano per darlo il lavoro non per
toglierlo, affinchè Taranto sia la città del lavoro e della salute.



Su
questo lo Slai cobas per il sindacato di classe all'Ilva, i
Disoccupati Organizzati in lotta per il lavoro sono strumento
indispensabile. 


Non
è che l'inizio, la lotta continua
 
 18 -8-2012
slaicobas per il sindacato di classe ilva taranto
347-5301704 cobasta at libero.it. 
E' stata innanzitutto una grande assemblea popolare la risposta del 
'Comitato lavoratori cittadini liberi e pensanti' alla visita dei ministri 
Passera e Clini a Taranto, e alla "zona rossa" con cui lo Stato ha blindato 


questa visita.Dal palco, con un improvvisato Apecar artigianale - a 
quello vero era vietato l'accesso - si sono susseguiti interventi di operai, 
lavoratori, cittadini, donne, che hanno denunciato la gravità degli effetti 


dell'inquinamento provocato dai padroni dell'Ilva alla salute e alla vita 
della gente, con il racconto di morti per tumori, di adulti e bambini, che 
hanno colpito famiglie del popolo e oggi alimenta la rivendicazione piena 


del diritto a non morire più, a non ammalarsi in forme così eclatanti in 
alcuni quartieri, a potersi curare; questa è l'anima effettiva del Comitato 
che ne amplia la partecipazione dopo ogni iniziativa e che si trasforma 


anche in un fenomeno di cittadini che prendono la parola per la prima volta 
in contesti così grandi. Ci sono  stati poi interventi che hanno denunciato 
come l'inquinamento abbia prodotto danni ad altri settori della vita 


economica e sociale della città, vedi i miticultori.

E' da qui che nasce 
il grido di ribellione e la volontà di lotta di numerosi cittadini che 
stanno partecipando alle iniziative. L'assemblea popolare ha dimostrato che 
questo grido deve essere raccolto e non si può soffocare con denunce e 
divieti, che vi è un risveglio della popolazione di Taranto e che tanti 
cittadini si stanno prendendo il diritto di parola e devono essere 
ascoltati.

Alcuni operai hanno denunciato il clima in fabbrica, dove 
l'azienda e i sindacati aziendalisti stanno promuovendo degli scioperi a 
difesa sostanzialmente di Riva e dell'azienda così com'è adesso. Alcuni 
operai 

hanno preso coscienza anche attraverso questo movimento della gravità 
del problema dell'inquinamento fuori dalla fabbrica e sono divenuti assai 
sensibili e vogliono che questa situazione venga affrontata 
realmente.

Altri interventi hanno solidarizzato e invitato a solidarizzare - 
invito raccolto - con la Magistratura e il giud. Todisco che con la sua 
inchiesta ha messo realmente a nudo il problema cominciando a colpire i 
responsabili, 

padron Riva, Emilio e Nicola, come il dirigente Capogrosso, 
sono ancora ai domiciliari, e l'ordinanza impone perentoriamente interventi 
per mettere fine alle violazioni.L'assemblea si è svolta costantemente 
in un clima di partecipazione, di applausi, di slogan - molti mutuati dallo 
stadio vista la presenza di una forte componente ultras. L'assemblea ha 
denunciato le istituzioni, dal sindaco Stefano, a Florido, a Vendola, come 
silenti e complici delle violazioni in materia di sicurezza e ambiente 
dell'Ilva, peraltro ora al centro anche di un'inchiesta di corruzione che 
tocca politici, funzionari, sindacalisti, ecc.

Dopo l'assemblea popolare 
la spinta dei partecipanti è stata verso un corteo che violasse la "zona 
rossa" e portasse fin sotto la prefettura la protesta, à dove i ministri 
erano intanto giunti. E un corteo è partito e ha fatto, ingrossandosi, il 
breve pezzo che va da p.zza Immacolata a p.zza Della Vittoria. Qui ha 
trovato la barriera del massiccio spiegamento della polizia e la scelta del 
Comitato, che ha messo su allo scopo anche un 'servizio d'ordine', è stata 
di fermare lì la protesta, scelta accettata a fatica da una parte dei 
manifestanti.



Ma a Taranto oggi vi è stata anche un'altra manifestazione, 
centinaia di operai hanno partecipato allo sciopero e al blocco promosso da 
Fim e Uilm, ma in realtà voluto dall'azienda che ha visto i portavoci 
aziendali nelle fila operaie farla da padroni. Uno sciopero negativo che lo 
Slai cobas, con un volantinaggio di questa mattina, ha invitato a 
boicottare.



Nella piazza in cui si è radunato il Comitato è stato 
presente lo Slai cobas per il sindacato di classe, con rappresentanti di 
operai Ilva, precari, disoccupati, prima di tutto per effetto di un divieto 
che ha negato allo 

Slai cobas la possibilità di tenere un presidio sotto la 
prefettura per esprimere direttamente la protesta contro la visita dei 
Ministri - la questura ha costretto tutti a manifestare solo in p.zza 
Immacolata.

Lo Slai cobas per il sindacato di classe aveva striscioni ben 
chiari: "Contro padron Riva e lo Stato dei padroni, difendiamo con la lotta 
la salute e il lavoro", "Per il lavoro e il salario garantito, uniti nella 


lotta operai e disoccupati" - che rappresentano la battaglia quotidiana 
fatta in Ilva e in città.

Lo Slai cobas per il sindacato di classe non si 
trincea nell'anonimato e difende realmente lavoro e salute battendosi 
soprattutto in fabbrica contro Riva, non per la chiusura dell'Ilva ma per 
imporre con la lotta il suo 

effettivo, e controllato dagli stessi operai, 
risanamento e ponendo nell'unità tra operai e masse popolari la via per 
ottenere il massimo dei fondi, interventi immediati per la bonifica dei 
quartieri più colpiti e il 

rafforzamento delle strutture per la tutela della 
salute.

Lo Slai cobas si batte perchè tutto il movimento assuma questa linea 
e per questo ha rivolto la sua iniziativa e le sue parole d'ordini anche 
alla massa di partecipanti all'iniziativa del Comitato. Questo non sta bene 
a chi invece vuole la chiusura dell'Ilva e vede in questo la soluzione e 
contrappone la lotta per la salute alla lotta per il lavoro in Ilva. Una 
posizione dannosa agli operai e alle masse popolari e controproducente 


rispetto agli obiettivi che ci si pone.



Ma naturalmente la questione 
principale resta la mobilitazione autonoma da padroni, governo e sindacati 
confederali degli operai dell'Ilva e dell'indotto, arma indispensabile per 
vincere in fabbrica e in città.

La mobilitazione deve continuare e da parte 
nostra noi lavoriamo per uno sciopero e un'assemblea autonoma degli operai 
Ilva, così come va raccolto, oltre l'attività del Comitato, l'appello a 
formare comitati popolari nei 

quartiere ed altri strumenti di organizzazione 
necessari ad una battaglia così grande e nello stesso tempo difficile e 
complessa.



SLAI COBAS per il sindacato di classe

17.8.12 
 







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