[Redditolavoro] Fw: SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS ! "LETTERE DAL FRONTE" DEL 06/04/12
bastamortesullavoro@domeus.it
cobasta at libero.it
Sat Apr 7 09:06:57 CEST 2012
SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS ! "LETTERE DAL FRONTE" DEL 06/04/12
INDICE
Scintilla Onlus scintilla.onlus at gmail.com
IL CAPITALISMO SECONDO BRECHT
Coordinamento Nazionale SLAI COBAS coordinamento.nazionale at slaicobas.it
PROCESSO MARLANE MARZOTTO: DOV'È LA GIUSTIZIA?
Carlo Soricelli carlo.soricelli at gmail.com
MORTI SUL LAVORO DAL'INIZIO DELL'ANNO: OSSERVATORIO INDIPENDENTE DI BOLOGNA
ANCORA IN MARCIA ! redazione at ancorainmarcia.it
STRAGE VIAREGGIO: PUBBLICATA RELAZIONE MINISTERIALE SULLE CAUSE. E' TARDIVA,
INCOMPLETA E NON CONTIENE RACCOMANDAZIONI CIRCOSTANZIATE
Assemblea 29 Giugno assemblea29giugno at gmail.com
PROSSIMI APPUNTAMENTI
COBAS SC Ravenna cobasravenna at libero.it
DELEGATO DELLO SLAI COBAS SC VITTIMA DI UN'AGGRESSIONE A MANO ARMATA
-----------------------
From: Scintilla Onlus scintilla.onlus at gmail.com
To:
Sent: Sunday, April 01, 2012 10:47 AM
Subject: IL CAPITALISMO SECONDO BRECHT
Cari compagni e amici, inviamo alcuni versi di Bertolt Brecht.
Con queste poche parole, colme di forza lirica, il grande poeta comunista
tedesco ricorda l'essenza del capitalismo alla classe sfruttata e
oppressa. Un piccolo esempio di arte proletaria quanto mai attuale in un
momento storico di rilancio della lotta di classe.
Saluti fraterni.
Scintilla ONLUS
sito web: http://scintillaonlus.weebly.com
email: scintilla.onlus at gmail.com
I NOSTRI AVVERSARI SONO GLI AVVERSARI DELL'UMANITA'
I nostri avversari sono gli avversari dell'umanità.
Non è vero che abbiano ragione dal loro punto di vista:
il torto sta nel loro punto di vista.
Forse è inevitabile che siano così, ma non è
necessario che esistano.
E' comprensibile che si difendano, ma essi difendono
predatori e privilegi, e comprendere in questo caso
non deve significare perdonare.
Colui che è lupo fra gli Uomini, non è uomo, ma lupo.
Oggi che dalla semplice legittima difesa di masse enormi
stiamo passando alla battaglia finale
per il potere supremo,
"bontà" significa distruzione di coloro che impediscono la bontà.
Bertolt Brecht
-----------------------
Da: Coordinamento Nazionale SLAI COBAS coordinamento.nazionale at slaicobas.it
Data: 01/04/2012 23.30
A:
Ogg: PROCESSO MARLANE MARZOTTO: DOV'È LA GIUSTIZIA?
DA PAOLA, UN ARTICOLO DI STEFANO FEDERICI.
Processo Marlane Marzotto: dov'è la giustizia?
Si apre con la notizia di altri due decessi tra gli ex-lavoratori la
giornata dell'ennesima udienza preliminare del processo alla Marlane
Marzotto.
Un udienza infinita, cominciata alle ore 9.00 di mattina e terminata alle
17.00 circa, scandita dai freddi interventi dei "principi del foro" (tra cui
gli studi degli avvocati Ghedini e Pisapia) chiamati a difesa dei
responsabili di una strage senza precedenti.
Interventi di sola elencazione di eccezioni e nomi, una perdita di tempo
evitabile con la semplice presentazione delle memorie, peraltro già
preparate da tutti gli avvocati e poi consegnate al giudice.
Ma l'allungamento dei tempi, da un anno circa si è ancora alle udienze
preliminari, serve ad arrivare alla prescrizione, forse il vero obiettivo
degli indagati.
Di certo le circa 300 costituzioni di parte civile contro gli imputati e le
aziende, tra le quali la CGIL, le istituzioni locali ed alcuni comuni anche
limitrofi, associazioni ambientaliste ed altri, hanno ulteriormente pesato
sui tempi del processo.
Quel disastro ambientale dovuto alla totale mancanza di ogni minimo criterio
di sicurezza, in quella che era una delle più importanti fabbriche tessili
d' Italia, ha ucciso per tumore centinaia di persone, ma sembra totalmente
estraneo a questo processo.
L'azienda fu fondata negli anni '50 dal conte Rivetti e produceva tessuti,
per lo più divise militari.
I reparti erano divisi tra loro da mura.
Poi nel 1969 passò nelle mani dell' ENI Lanerossi e, successivamente, nel
1987, al gruppo Marzotto per 173 miliardi di lire.
Per i 200 lavoratori espulsi la finanziaria dell'ENI mise a disposizione,
per ognuno di loro, 44 milioni per una riallocazione occupazionale mai
avvenuta.
La fabbrica, appena gestita dalla Lanerossi, tolse le mura divisorie e così
divenne tutto un ambiente unico in cui convergevano tessitura e orditura,
filatura e tintoria e così i fumi provenienti dalle sostanze chimiche della
coloritura si espandevano ovunque.
Non c'erano aspiratori funzionanti e gli operai gettavano i coloranti in
vasche aperte senza alcuna protezione.
Nella fabbrica c'era anche l'amianto presente nelle pastiglie dei freni dei
telai, che, consumandosi, emettevano polveri respirate da tutti.
A fine giornata veniva "donata" una busta di latte ad ogni lavoratore, unico
rimedio ai veleni respirati durante tutto il turno di lavoro.
Nel 1996 la tintoria veniva chiusa.
I danni sembrano anche estesi all'ambiente circostante. Dietro la Marlene
Marzotto ci sono scavi in cui sono stati rinvenuti rifiuti tossici.
La dura verità, la realtà, rimane fuori da quest'aula.
Si legge, si respira, nei visi stanchi dei parenti delle vittime, sinora
160, negli occhi dei lavoratori colpiti dal male, altri 100.
Hanno combattuto la loro battaglia appoggiati dal solo sindacato SLAI COBAS
e dalla forza e dalla determinazione di Cunto, un loro compagno e collega,
che insieme hanno presentato le prime denunce, lottato contro i numerosi
tentativi di archiviazione e mandato, infine, a processo i vertici delle
aziende coinvolte.
Ora compare anche chi, fino ad adesso, non si era visto neanche con il
binocolo.
Un banchetto di Rifondazione comunista staziona fuori al palazzo di
giustizia sino all'ora di pranzo.
Appare anche una telecamera della Rai. Poche riprese e va via.
Solo pochi trafiletti su alcuni giornali, veloci servizi in televisioni
private, nel silenzio una vicenda che dovrebbe avere il massimo dello spazio
sia per il numero di persone coinvolte, sia per la gravità dei fatti, sta
procedendo.
Il processo va avanti in un aula che sa di negazione di quella giustizia che
dovrebbe essere il baluardo di una società civile e democratica.
La prescrizione, se dovesse essere raggiunta dagli imputati, non cancellerà
il male che hanno fatto, cancellerà un altro pezzo di quella idea di
giustizia che non sembra più esistere nel nostro paese.
LA STRAGE DELLA MARLENE MARZOTTO: TESTIMONIANZA DI UN LAVORATORE
Manzilli Michele, 69 anni, di Praia (Calabria).
Ha lavorato alla Marlane dal 1959 al 1988.
Siamo seduti fuori il Tribunale di Paola, dove si svolge il processo.
Mi racconta: "lavoravo ai magazzini materie prime, dove veniva trattata la
lana per poi essere mandata alla lavorazione.
Ci ho lavorato per 5 anni e sapevo fare bene il mio mestiere.
Tornato dal servizio obbligatorio militare venivo spostato al reparto
tintoria. Sapevo che non potevano farlo, ma preferii accettare, ci tenevo a
quel lavoro.
Negli anni '60 non esistevano buoni sistemi di areazione e protezione e i
reparti si riempivano dei fumi delle lavorazioni, a volte non riuscivamo
neanche a vederci.
Poi ci furono dei miglioramenti. il fumo non occupava più gli ambienti dove
lavoravamo.
L'azienda decise di togliere le pareti di separazione tra i reparti. Forse
fu allora che in molti, se non tutti, contraemmo le malattie.
Io in tintoria lavoravo con i coloranti. Quando la sera mi lavavo i denti la
mia saliva aveva il colore del colorante che avevo usato durante le mie ore
di lavoro.
Negli ultimi anni di lavoro cominciai a sentire dolori lancinanti per tutto
il corpo. Durante i turni di notte andavo in laboratorio per massaggiarmi
con l'alcool e avere un minimo di sollievo.
Nessuno si accorse della malattia, almeno sino ad allora, neanche io.
Nel 2008, dopo uno strano fenomeno fisico, la mammella destra venne come
risucchiata all'interno, mi feci visitare.
Venni immediatamente invitato ad operarmi.
Il professor Stoppelli e la professoressa Truscelli mi operarono al petto,
alla mammella e all'ascella, asportandomi il tumore.
Poi dovetti seguire un periodo di chemioterapia. Mi caddero tutti i capelli.
Mi mancava la forza di uscire.
Sono riuscito a reagire, adesso esco, ma sono sempre sotto controllo, ogni 4
mesi devo sottopormi ad una serie di esami.
Nel reparto tintoria eravamo in 21. 8 sono morti. Tutti e 21 ci siamo
ammalati."
Stefano Federici
-----------------------
From: Carlo Soricelli carlo.soricelli at gmail.com
To:
Sent: Monday, April 02, 2012 8:14 PM
Subject: MORTI SUL LAVORO DAL'INIZIO DELL'ANNO: OSSERVATORIO INDIPENDENTE DI
BOLOGNA
Sono a darvi la situazione aggiornata ad oggi 2 aprile 2012 dei morti sul
lavoro dall'inizio dell'anno.
Dal primo gennaio ad oggi 2 aprile sono morti SUI LUOGHI DI LAVORO 135
lavoratori e oltre 268 (stima) se si sommano i lavoratori morti sulle strade
e in itinere. I MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO in questi primi 3 mesi del 2012
sono per il 31% in agricoltura, il 23% in edilizia, il 12,3% nei servizi, l'
8,9 nell'industria. L'autotrasporto regista 8 morti. L'Esercito italiano 4
morti. Il 13,7% dei morti sui luoghi di lavoro sono stranieri. Il 23,5%
hanno un'età compresa tra i 30 e i 50 anni. Il 33% ha più di 51 anni. L'8,9%
meno di 30 anni. E' sempre la provincia di Brescia con 8 morti, come negli
ultimi anni, a guidare la triste classifica delle province con più morti sui
LUOGHI DI LAVORO, con la regione Lombardia che ha già 20 morti. Segue la
Toscana con 13 morti, con Livorno che ha 3 morti, senza contare le morti in
mare del Costa Concordia, dei due fratelli del peschereccio affondato al
largo di Livorno e di un sub morto in mare, vittime che preferiamo non
segnalare nelle province ma solo nel conteggio totale. Il Piemonte registra
13 morti , con la provincia di Torino con 8 vittime. L'Emilia Romagna ha 12
morti, con la provincia di Bologna con 3 morti. Il Veneto registra 8 morti.
La Campania 8 morti con le province di Avellino e Salerno con 3 morti. Il
Lazio 8 morti con la provincia di Frosinone che ha 3 morti. Marche 5 morti
con la provincia di Ancona con 4 morti, Sicilia e Friuli Venezia Giulia con
4 morti.
Carlo Soricelli osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
http://cadutisullavoro.blogspot.com
-----------------------
From: ANCORA IN MARCIA ! redazione at ancorainmarcia.it
To:
Sent: Tuesday, April 03, 2012 8:26 AM
Subject: STRAGE VIAREGGIO: PUBBLICATA RELAZIONE MINISTERIALE SULLE CAUSE. E'
TARDIVA, INCOMPLETA E NON CONTIENE RACCOMANDAZIONI CIRCOSTANZIATE
ancora IN MARCIA !
GIORNALE DI CULTURA, TECNICA E INFORMAZIONE POLITICO SINDACALE, DAL 1908
RELAZIONE TARDIVA E INCOMPLETA, APPIATTITA SULLE INDAGINI PENALI. CONTENUTO
INSODDISFACENTE, IL RISCHIO È CHE RISULTI INEFFICACE PER IL MIGLIORAMENTO
DEGLI STANDARD DI SICUREZZA.
E' stata pubblicata oggi la relazione ministeriale redatta dall'Organismo
investigativo sul disastro ferroviario di Viareggio diretto da Marco
Pittaluga.
La Commissione, composta da Franco Branciamore, Presidente, Lorenzo Loreto e
Roberto Lucani, ha realizzato solo una parte del lavoro, quella relativa
all'asse spezzato, considerata la causa madre dell'incidente, tralasciando
la più spinosa questione dell'oggetto che ha causato lo squarcio alla
cisterna da cui è poi fuoriuscito il Gpl, (rotaia a zampa di lepre o
picchetto infisso ai margini del binario) che è il tema di uno durissimo
scontro in Tribunale tra le parti, per l'eventuale responsabilità dei
vertici Fs. L'indagine che dovrebbe essere condotta in modo indipendente
sembra risentire invece del clima tesissimo presente sul piano giudiziario
fino al punto che le indagini su quest'aspetto, per niente secondario, sono
state rinviate ad una fase successiva.
Già il fortissimo ritardo, quasi tre anni invece di dodici mesi previsti,
viene giustificato con i lunghi tempi necessari per l'incidente probatorio,
mentre la legge prevede, al contrario, che l'Organismo investigativo
ministeriale debba svolgere le proprie indagini in modo del tutto
indipendente, proprio perché esse sono finalizzate a comprendere le cause
tecniche degli incidenti (e non le responsabilità penali) e a formulare
osservazioni per il miglioramento della sicurezza.
Se per ogni incidente ferroviario su cui è chiamato ad intervenire, il
ministero aspetta i tempi della magistratura, viene meno la finalità
tecnico-amministrativa dell'indagine e la stessa possibilità di proporre
correttivi nel più breve tempo possibile.
Il 23 febbraio scorso una delegazione della nostra redazione era stata
ricevuta presso il Ministero dei trasporti per fornire, così come previsto
dalle norme, in qualità di soggetti interessati le nostre osservazioni sul
progetto di relazione.
Qui sotto il nostro contributo inviato alla Commissione a seguito
dell'incontro.
Siamo convinti che il lavoro dell'Organismo risenta di una sorta di
condizionamento burocratico e che le lacune tecniche da noi rilevate nel
progetto di relazione persistono: in particolare l'assenza di
"raccomandazioni" specifiche, definizioni dettagliate e proposte
circostanziate, rendono il documento scarsamente efficace ai fini
dell'adeguamento dei protocolli e delle normative comunitarie e nazionali.
Per questo la battaglia per una maggiore sicurezza del trasporto su ferrovia
delle merci pericolose continua senza sosta.
2 aprile 2012
OGGETTO: Osservazioni della rivista 'ancora In Marcia!' su progetto di
relazione Commissione di indagine ministeriale.
Si trasmette l'intervento, ex art. 21 D.Lgs. 162/07, dell'Associazione IN
MARCIA, sulla ipotesi di relazione della Commissione di indagine nominata
dall'Organismo investigativo, con preghiera di darne evidenza nella stesura
finale.
PREMESSA
Il collettivo dei lavoratori e pensionati che pubblica le riviste Ancora In
Marcia! e Le Lotte dei Pensionati in data 24 febbraio 2012 ha incontrato,
per proporre proprie osservazioni ai sensi dell'art. 21 del D.Lgs. 162/07,
la Direzione Generale per le Investigazioni Ferroviarie istituita presso il
Ministero dei Trasporti, (composta dal Direttore Generale ing. Marco
Pittaluga, dai due dirigenti ing. Massimo Costa e ing. Eugenio Martino e dai
componenti della Commissione, ing. Franco Branciamore, presidente, ing.
Roberto Lucani e ing. Lorenzo Loreto, componenti) in merito al procedimento
di accertamento delle cause del disastro ferroviario di Viareggio. Sulla
base delle comunicazioni ricevute e delle bozze di 'raccomandazioni'
illustrate nel corso dell'incontro si presentano le seguenti osservazioni.
RITARDO NELLA PREDISPOSIZIONE DELLA REDAZIONE FINALE
Si è rilevato, preliminarmente, un forte ritardo nella redazione della
Relazione finale della Commissione d'Indagine, rispetto ai dodici mesi
previsti dalla legge. Con ciò la Commissione è venuta parzialmente meno alla
sua funzione preminente - ovvero quella di indagare in modo indipendente
sulle cause tecniche (e non sulle responsabilità) e quella di emanare 'nel
più breve tempo posssibile "raccomandazioni", finalizzate al miglioramento
della sicurezza, agli altri organismi o autorità dello Stato o ad altri
Stati membri. Tanto che ad oggi - ad oltre 30 mesi dalla strage - nessuna
modifica normativa è stata discussa né assunta in sede UE.
RUOLO, INDIPENDENZA E RESPONSABILITA' DELLA COMMISIONE DI FRONTE ALLA STRAGE
DI VIAREGGIO
Tenuto conto che l'attività della Commissione è prettamente tecnica e
indipendente e che le sue 'raccomandazioni' diverranno il riferimento ed il
contributo istituzionale del nostro Paese per ogni futuro intervento di
modifica tecnico-normativa sulla materia del trasporto di merci pericolose
in Europa, pur consapevoli delle resistenze di natura economica, industriale
e finanche politica che potranno ostacolare l'innalzamento degli standard di
sicurezza, si sottolinea che fanno capo all'Italia, in quanto teatro casuale
della strage ferroviaria di Viareggio - ed in particolare al Ministero dei
Trasporti e per esso ai componenti della Commissione - l'onere e la grande
responsabilità di individuare e proporre all'ANSF, all'agenzia ERA, al
governo Italiano ed alla Commissione europea, tutte le misure,
ragionevolmente applicabili, finalizzate al miglioramento delle condizioni
di trasporto delle merci pericolose e alla prevenzione di analoghe tragedie
sulla rete nazionale e comunitaria. I trentadue ignari cittadini morti a
Viareggio e le immani sofferenze dei sopravvissuti impongono che quanto
avvenuto il 29 giugno 2009 non si ripeta mai più, in nessuna parte d'Europa.
FUNZIONE TECNICA DELLA COMMISSIONE
Per questa ragione, si ritiene che la relazione finale della Commissione
debba contenere, assieme all'individuazione delle cause del disastro, tutte
le proposte tecniche, normative ed organizzative per abbattere al massimo
possibile i rischi, per le popolazioni, i viaggiatori e i lavoratori
addetti, derivanti dalla circolazione su ferrovia delle merci pericolose, al
di là di ogni valutazione economica sulla fattibilità e sul rapporto
costi-benefici delle misure da adottare, valutazioni estranee ai compiti
istituzionali della Commissione.
GENERICITA'
Dagli elementi emersi nell'incontro si è rilevato un inadeguato grado di
approfondimento e di dettaglio delle 'raccomandazioni' rispetto alle misure
tecniche-normative-organizzative, da attuare con urgenza, che risultano
infatti molto generiche.
MANCANZA STANDARD
Non sono indicati tempi/percorrenze/scadenze per gli standard manutentivi,
da adottare su tutto il territorio dell'Unione, riguardanti sia i componenti
singoli che i rotabili complessivamente considerati nel loro insieme.
ORGANI MECCANICI SENSIBILI NON A VITA ETERNA
Mancano l'individuazione esatta (o con buon grado di approssimazione) degli
organi meccanici dei rotabili da considerare 'sensibili' ai fini della
sicurezza della circolazione ferroviaria perché sottoposti a 'fatica ciclica
o flessione rotante' (sono indicati solo gli assili ma non le ruote, le
molle, le balestre, ecc.) e come tali da non considerare a 'vita eterna' ma
da sottoporre ad un termine di 'vita utile', a tracciabilità, e quindi ai
protocolli di manutenzione, con intervalli di percorrenza e di tempo
prestabiliti, ed alla distruzione a 'fine vita' o nei casi previsti.
SCADENZE SU ORGANI MECCANICI SENSIBILI
Su ciascuno di questi organi occorre definire gli intervalli temporali e di
percorrenza per i vari livelli di controlli manutentivi, anche in relazione
al loro effettivo ambito di utilizzazione.
NO AD ARRETRAMENTI SU STANDARD SICUREZZA
Per tutte le indicazioni di cui sopra la Commissione non dovrà in nessun
caso far riferimento a standard meno severi di quelli già in uso presso le
maggiori imprese ferroviarie comunitarie (FS, DB, SNCF, ecc.) per non
compiere, dopo la strage di Viareggio - paradossalmente - un arretramento
degli standard della sicurezza ferroviaria.
PROPOSTE PER L'UNIONE E DEROGA PER L'ITALIA
Tali standard dovranno divenire, su impulso qualificato del nostro Paese,
normativa cogente per le Imprese ferroviarie operanti nella UE e - in ogni
caso - dovranno essere inviate agli organismi nazionali per l'adozione sul
territorio nazionale, avvalendosi della specifica normativa comunitaria
(Dir. 2008/68/CE, art. 5) che prevede l'adozione, anche in deroga, di
particolari misure in uno Stato membro a seguito di gravi incidenti
ferroviari.
INCREMENTO STANDARD SICUREZZA PER ROTABILI ADIBITI AL TRASPORTO DI MERCI
PERICOLOSE
Non è apparso chiaro in che misura ed in quali aspetti verranno incrementati
gli standard di sicurezza specifici (caratteristiche tecniche dei materiali
impiegati, procedure, tracciabilità, scadenze, controlli, ecc.) per i
rotabili e i loro componenti adibiti al trasporto di merci pericolose,
rispetto a tutti gli altri.
PROPRIETA' CARRI E LIMITAZIONE FATTISPECIE CONTRATTUALI
Si ritiene necessario affrontare in sede di 'raccomandazioni' il tema
centrale della titolarità delle responsabilità del trasporto di merci
pericolose: qualsiasi normativa tecnica potrebbe facilmente essere elusa
dall'incertezza sull'identità del soggetto obbligato al rispetto delle
procedure e degli standard vigenti. La tragica esperienza di Viareggio ha
dimostrato in tutta la sua gravità quanto le lacune normative, anche quelle
di natura contrattuale e commerciale, abbiano contribuito a creare le
condizioni del disastro. Per questa ragione, si osserva la necessità della
limitazione delle tipologie contrattuali, esclusivamente per i rotabili
adibiti al trasporto delle merci pericolose, individuando il proprietario
come unico possibile utilizzatore di tali rotabili (in analogia a quanto in
vigore in ogni Paese membro per il possesso e l'utilizzo delle armi da
fuoco), al fine di garantire l'univocità intrinseca delle responsabilità, la
trasparenza e linearità nei processi di manutenzione e la semplificazione
dei controlli da parte degli organi istituzionali preposti. La possibilità,
per i proprietari di questi carri, di affittare, cedere in leasing, in
comodato d'uso, ecc., a soggetti detentori, utilizzatori, imprese
ferroviarie, operatori della logistica, ecc., che li utilizzano con accordi
commerciali reciproci, apre uno scenario pressoché incontrollabile dal punto
di vista della loro affidabilità, della manutenzione e del controllo su di
essa.
CONTROLLI ALLA FRONTIERA E CIRCOLAZIONE IN ITALIA DELLA CISTERNA COINVOLTA
Non si trova cenno, tra le informazioni ricevute durante l'incontro,
dell'analisi tecnico-normativa sull'osservanza o meno da pare del Gestore
dell'Infrastruttura delle norme vigenti in merito alla circolabilità in
Italia della cisterna che ha causato l'incidente. Osserviamo che nelle
'raccomandazioni' dovrebbe esserci la conferma e la puntualizzazione delle
specifiche tecniche per l'ammissione sulla rete nazionale dei carri
realizzati all'estero, tenuto conto della grande quantità di carri in
ingresso posseduti da imprese prive dei requisiti e del livello di
affidabilità tecnica delle grandi imprese nazionali, quali DB e SNCF.
CABOTAGGIO
Una lacuna rilevante, nella bozza di relazione illustrata nell'incontro, è
l'assenza di qualsiasi cenno specifico alla normativa, vigente all'epoca
della strage, riguardante il cabotaggio. Infatti, risultano di grande
rilievo nella determinazione dell'incidente sia le modalità per l'ammissione
sulla rete che la titolarità delle responsabilità, degli obblighi e dei
controlli sui rotabili, cisterne, ecc., adibite al trasporto di merci
pericolose. Si ritiene pertanto necessaria una specifica valutazione da
parte della Commissione sul rispetto di quelle norme oltre che
sull'adeguatezza delle norme stesse (in particolare 'Procedure operative
emanate dal gestore Infrastruttura') e la formulazione di una specifica
'raccomandazione' che - al fine di prevenire le condizioni di altri
incidenti a genesi similare - consenta l'adozione di provvedimenti cogenti
adeguati ad eliminare incertezze nell'individuazione dei soggetti obbligati,
sulle procedure da adottare e sulla responsabilità nella catena di controllo
e di vigilanza.
CIRCOLAZIONE MERCI PERICOLOSE SOLO SU LINEE ATTREZZATE
Manca ogni riferimento al divieto di circolazione - o a severe limitazioni
di velocità - per le merci pericolose sulle linee non attrezzate con
apparecchiature di Blocco Elettrico Automatico a Correnti Codificate e la
protezione della marcia (SCMT, ERTMS, ecc.), elementi di base per la
sicurezza ferroviaria, che rappresentano un collaudato sistema idoneo a
prevenire gli incidenti tipici di maggior pericolosità (collisioni, rottura
della rotaia e/o occupazione del binario, presenza di taluni ostacoli in
linea, ecc.).
COMPOSIZIONE EQUIPAGGI E PROCEDURE DI SOCCORSO IN CASO DI SINISTRI
Dall'illustrazione della bozza di relazione risulta assente ogni riferimento
alle criticità rappresentate dalla composizione e qualificazione degli
equipaggi di guida dei treni adibiti al trasporto di merci pericolose ed
alla predisposizione di specifici Piani di intervento per ciascun punto
della linea. A tal proposito, si ritiene che la Commissione, nelle
'raccomandazioni', debba prevedere l'equipaggio di condotta di tali treni a
due macchinisti, abilitati entrambi alla guida, unico modo per garantire,
oltre ad una ovvia maggior sicurezza della marcia, anche una migliore, più
tempestiva ed efficace capacità di intervento in caso di disservizi, guasti
ed incidenti. E' necessario quindi predisporre per ciascun tratto di linea
interessato, uno specifico Piano di l'emergenza, ambientale e sanitaria, sia
per garantire il soccorso tempestivo in caso di malore o infortunio del
macchinista (sui treni dove oggi ve n'è uno solo, allo scopo di evitare una
lunga sosta in luoghi isolati per l'attesa dei soccorsi) che per garantire
il coordinamento degli interventi di contenimento e bonifica dei luoghi in
caso di fuoriuscita di sostanze pericolose.
DISPOSITIVI TECNOLOGICI DI BORDO: ANTIDERAGLIAMENTO, CONTROLLO TEMPERATURE,
VIBRAZIONI, RUMORI ANOMALI, ECC.
La previsione di dispositivi di bordo antideragliamento, controllo
temperatura, vibrazioni e/o rumori anomali, obbligatori, per ogni carro di
merci pericolose, in aggiunta ai dispositivi di terra (Rilevatori
Temperatura Boccole già esistenti) consentirebbe di allertare
tempestivamente i macchinisti e arrestare immediatamente il treno
consentendo loro - al contrario di quanto accade oggi - di lanciare subito
l'allarme, invece di proseguire fino allo spezzamento della condotta
generale del freno che avviene, normalmente, in concomitanza col
ribaltamento. Le tecnologie ad alta autonomia ed affidabilità attualmente
disponibili consentono quindi di porre oggi sotto controllo anche altri
parametri, quali la temperatura, le vibrazioni, il rumore degli organi
sensibili, quali freni, sale, boccole, ecc., in analogia a quanto già
attuato su alcuni rotabili ETR.
DISPOSITIVI TECNOLOGICI DI TERRA: INTEGRAZIONE NUMERO E FUNZIONI RTB,
CONTROLLO TEMPERATURE, VIBRAZIONI, RUMORI ANOMALI, ECC.
L'esperienza dimostra che spesso gli RTB, data la loro distanza relativa,
non hanno prevenuto la fusione delle boccole e soprattutto non hanno
rilevato le altre anormalità, sia termiche che meccaniche, che precedono
rotture significative degli organi sensibili. A questo fine si osserva, ad
integrazione di quanto già valutato dalla Commissione, la necessità di
ridurre il cadenzamento tra gli RTB oggi esistenti sulla rete ad almeno
20/25 km e di integrarne la funzione - sulle linee percorse da treni di
merci pericolose - con il controllo di altri parametri, in analogia a quanto
avviene su alcune linee AV, per monitorare anche la temperatura di altri
organi, quali i dischi, ovvero i rumori e/o le vibrazioni anomale trasmesse
al suolo.
VISITE ISPETTIVE E CONTROLLI A SORPRESA
Realizzazione di un protocollo di vigilanza, con previsioni di sanzioni
graduali, collegato col mantenimento del Certificato di Sicurezza, al fine
di realizzare un numero adeguato di ispezioni, anche a sorpresa, al confine,
nelle stazioni di partenza, di arrivo o anche durante le fermate intermedie.
DOCUMENTI ROTABILI DISPONIBILI A BORDO
Si ritiene necessaria l'introduzione dell'obbligo per ogni convoglio (almeno
per le merci pericolose) di disporre a bordo, oltre che di quella relativa
al carico, della documentazione tecnico amministrativa di ogni singolo
rotabile, relativa a identificazione univoca, proprietà, stato manutentivo,
percorrenza intermedia tra revisioni, ecc. (in formato cartaceo o
telematico-digitale), per consentire i controlli in tempo reale da parte
degli addetti alla vigilanza.
Nel ringraziare anticipatamente per l'attenzione che la Commissione vorrà
porre al contributo dell'Associazione In Marcia, si rinnova la richiesta di
dare, comunque, evidenza nella relazione finale delle suesposte osservazioni
e si coglie l'occasione per inviare i nostri
Cordiali Saluti
Roma 12 marzo 2012
ancora In Marcia
-----------------------
From: Assemblea 29 Giugno assemblea29giugno at gmail.com
To:
Sent: Tuesday, April 03, 2012 9:12 AM
Subject: PROSSIMI APPUNTAMENTI
Martedì 10 aprile saremo a Livorno per il 21° anniversario del Moby Prince.
Ore 15.30 al Teatro 4 Mori presentazione del docu-film "Ventanni".
Ore 17: partenza del corteo dal Teatro al porto (deposizione fiori, lettura
nomi delle 140 vittime).
Per Viareggio il ritrovo è alle ore 14.00 al parcheggio Pam.
-----------------------
From: COBAS SC Ravenna cobasravenna at libero.it
To:
Sent: Wednesday, April 04, 2012 10:32 AM
Subject: DELEGATO DELLO SLAI COBAS SC VITTIMA DI UN'AGGRESSIONE A MANO
ARMATA
Il Coordinamento nazionale dello SLAI COBAS per il sindacato di classe
esprime la massima vicinanza e solidarietà a M.B delegato immigrato del
sindacato al magazzino KN di Brignano (BG)
Si vuole stroncare una lotta e una organizzazione esemplare nel cuore della
logistica della zona, che combatte lo schiavismo operaio e afferma
diritti,salari e lavoro ma non ci riusciranno!
Il coordinamento nazionale dello SCSC invita tutte le forze del sindacalismo
di classe e tutte le forze politiche e sociali proletarie ad esprimere la
solidarietà e a partecipare alle iniziative di mobilitazione locale e
nazionale che saranno decise nelle prossime ore.
SLAI COBAS per il sindacato di classe
Coordinamento nazionale
4 aprile 2012
Solidarietà che può essere inviata a
SLAI COBAS per il sindacato di classe
Sede regionale viale Marconi, 1 24044 Dalmine (BG)
Cellulare 335 52 44 902
Fax 035 19 96 86 66
mail cobasdalmine at infinito.it
COMUNICATO STAMPA
Delegato dello SLAI COBAS per il sindacato di Classe vittima di
un'aggressione a mano armata.
All'alba di oggi 03/03 M.B., un nostro delegato attivo nel magazzino Kuhene
Nagel di Brignano Gera d'Adda è stato vittima di un agguato da parte di un
uomo incappucciato, mentre, a bordo della propria auto, si apprestava a
partire da casa per recarsi al lavoro.
Solo grazie alla sua prontezza M.B. è uscito illeso da questa imboscata
poiché, mentre accelerava per sfuggire all'aggressore, questo esplodeva un
colpo di pistola che andava a conficcarsi nella carrozzeria dell'auto.
M.B., un attivista sindacale da anni impegnato sul fronte delle battaglie in
difesa dei diritti dei lavoratori, dal maggio 2011 conduce, assieme ai
colleghi del magazzino di Brignano organizzati nello SLAI COBAS SC, una
strenua lotta contro lo strapotere delle cooperative che gestiscono la
logistica con metodi schiavistici, conquistando, grazie alla propria tenacia
e determinazione, un notevole miglioramento delle proprie condizioni di
lavoro.
Lo SLAI COBAS SC e tutti i delegati esprimono massima solidarietà a M,
auspicando che la magistratura faccia luce sull'accaduto in tempi brevi.
La lotta continua.
Sebastiano Lamera
SLAI COBAS per il sindacato di Classe
Segue rassegna stampa
Aggressione al sindacalista Parte il colpo di pistola
Paura a Bernareggio
Un uomo ha volto corpo ha assaltato un giovane rappresante Slai-Cobas di una
coop che opera in provincia di Bergamo. Parte un colpo di pistola
accidentale che colpisce l'auto del sindacalista.
di Marco Dozio il Giorno
Bernareggio, 3 aprile 2012 - Colpo di pistola all'alba contro un
sindacalista dello Slai Cobas. E' successo questa mattina a Bernareggio, in
via Dante, quando erano da poco passate le cinque. Un uomo a volto coperto
ha aggredito un ragazzo romeno di 35 anni, delegato sindacale in una
cooperativa di logistica che opera in provincia di Bergamo.
L'aggressore aveva con sé una pistola, dalla quale è partito accidentalmente
un colpo che ha trafitto l'autosu cui si trovava il sindacalista. La
vittima, illesa, è riuscita a scappare avvisando i carabinieri di
Vimercateche ora stanno indagando per capire i motivi dell'aggressione. Non
si esclude che possa essere legata all'attività sindacale svolta dal
ragazzo. Sul posto i militari guidati dal Capitano Marco D'Aleo hanno
rinvenuto un'ogiva, la parte anteriore del proiettile, che è stata posta
sotto sequestro.
Bernareggio: colpo di pistola contro sindacalista
Bernareggio, paura in paese: colpo di pistola contro sindacalista.
L'uomo è stato aggredito in via Dante questa mattina mentre si recava al
lavoro alle prime luci dell'alba. Poi un colpo di pistola.
Le indagini dei carabinieri stanno cercando di ricostruire la dinamica;
movente forse legato all'attività sindacale
Bernareggio: colpo di pistola contro sindacalista. Un colpo di pistola è
stato esploso questa mattina alle prime luci dell'alba a Bernareggio contro
un sindacalista. Il fatto, la cui dinamica non è ancora del tutto chiara, è
accaduto in via Dante. B.M., rumeno, residente in paese, rappresentante
locale della sigla SLAI-COBAS, lavora nella cooperativa ISL Consorzio che
opera nella bergamasca.
L'uomo si stava recando al lavoro quando una seconda persona, pare col volto
coperto, ha cercato di intrufolarsi nella macchina di cui era alla guida.
Attimi di tensione. Nella concitazione dalla pistola dell'aggressore è
partito un colpo. L'arma secondo le prime ricostruzioni non era impugnata ma
tenuta in tasca. Il proiettile esploso ha trapassato lo sportello dell'auto
dal lato del guidatore senza fortunatamente raggiungerlo; il lavoratore è
riuscito ad allontanarsi e a dare l'allarme. I carabinieri della Compagnia
di Vimercate sono accorsi sul posto, ma dell'aggressore non c'era più
traccia. I militari hanno però raccolto un'ogiva che sarà analizzata. E'
possibile che il movente dell'aggressione sia da ricercare nell'attività
sindacale del cittadino romeno.
More information about the Redditolavoro
mailing list