[Redditolavoro] Fw: SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS ! "LETTERE DAL FRONTE" DEL 02/04/12

bastamortesullavoro@domeus.it cobasta at libero.it
Wed Apr 4 19:51:46 CEST 2012






SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS ! "LETTERE DAL FRONTE" DEL 02/04/12



INDICE



Marco Bazzoni bazzoni_m at tin.it

RIFORMA ARTICOLO 18: I DIRITTI SONO STATI CALPESTATI NON APPENA IL DDL
LAVORO E' STATO APPROVATO IN CDM VENERDI' 23 MARZO



Mai più ThyssenKrupp maipiuthyssenkrupp at hotmail.it

COMUNICATO STAMPA EX LAVORATORI THYSSENKRUPP TORINO: L'ITALIA È UNA
REPUBBLICA (AF)FONDATA SUL LAVORO



Marco Bazzoni bazzoni_m at tin.it

MORTI SUL LAVORO. LA BATTAGLIA DI ROSARIO



ONE STEP RECORDS - Etichetta discografica info at onesteprecords.it

"LA RIVOLTA": IL NUOVO VIDEOCLIP DEI REDSKA



COBAS SC Ravenna cobasravenna at libero.it

DOVREBBE STARE TRA GLI IMPUTATI E INVECE PARLA DI SICUREZZA SUL LAVORO!



Grillo Peppone grillo at macchinistiuniti.it

UN'ALTRA POLITICA NELLE FORME E NELLE PASSIONI. IL MANIFESTO 29 MARZO 2012



Fabio fabio74_1 at libero.it

INIZIATIVE NO TAV



COBAS Pisa confcobaspisa at alice.it

BASTA INCIDENTI SUL LAVORO



Coordinamento Nazionale SLAI COBAS coordinamento.nazionale at slaicobas.it

10 RAGIONI CONTRO LA RIFORMA DELL'ARTICOLO 18 DELLO STATUTO DEI LAVORATORI:
ALCUNE RIFLESSIONI DELL'AVV. MIRCO RIZZOGLIO



Marco Bazzoni bazzoni_m at tin.it

LETTERA: LACRIME DI COCCODRILLO E SICUREZZA SUL LAVORO.



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From: Marco Bazzoni bazzoni_m at tin.it

To:

Sent: Sunday, March 25, 2012 7:04 PM

Subject: RIFORMA ARTICOLO 18: I DIRITTI SONO STATI CALPESTATI NON APPENA IL
DDL LAVORO E' STATO APPROVATO IN CDM VENERDI' 23 MARZO



Dopo l'uscita della bozza sul nuovo articolo 18, contenuta nel DDL "Salvo
Intese", approvato in CdM Venerdì 23 Marzo 2012, hanno tentato di
rassicurarci in tutti i modi.

Il primo è stato il Presidente della Repubblica, che ha detto "non credo che
stiamo per aprire le porte a una valanga di licenziamenti facili sulla base
dell' articolo 18".

Poi è stata la volta del Presidente del Consiglio Mario Monti, che ha detto
"Eviteremo abusi sui licenziamenti".
Infine il Ministro del Lavoro Elsa Fornero, che ha detto che le modifiche
all'art. 18 ''non sono uno stravolgimento, non calpestano i diritti e non
sono causa di tensioni sociali''.

Se la riforma Fornero sul lavoro fosse già in vigore, i tre operai
licenziati dalla Fiat di Melfi per motivi discriminatori (lo dice la
sentenza di reintegro del Tribunale di Potenza del 23 Febbraio) non
sarebbero mai stati reintegrati ed il motivo è evidente, perché in questo
caso la Fiat  avrebbe utilizzato in questo caso "i motivi economici" per il
licenziamento.

Ci volete scommettere se che la riforma Fornero verrà votata senza
cambiamenti, i licenziamenti per "motivi discriminatori" spariranno, e
saranno tutti licenziamenti per "motivi economici"?!
Scusate, ma non posso fare a meno di sorridere quando sento il Presidente
del Consiglio Mario Monti, dire che eviteranno gli abusi sull'articolo 18.

L'unico modo per evitare gli abusi è mantenere il reintegro per i
licenziamenti, o ci vogliono pure prendere in giro?

Iniziamo con il dire cosa prevede questa riforma dell'articolo 18:

1) Il reintegro ci sarà solo per motivi discriminatori (su questo punto non
cambia nulla con la legge 300 del 20 Maggio 1970)

2) Per i licenziamenti per motivi economici non ci sarà più il reintegro, ma
solo un indennizzo da 15 a 27 mensilità (che non sarà automatico).

3)Anche per i licenziamenti per "motivi disciplinari", cambia e non poco,
dato che non ci sarà più il reintegro (ma solo in pochissimi casi), ma solo
un indennizzo da 15 a 27 mensilità.

Concordo pienamente con il Commento di Marco Ruffolo, che dice: "Mario
Monti, ha detto che nella riforma sul lavoro ci sarà una apposita norma per
evitare che vengano commessi abusi nei licenziamenti individuali motivati da
ragioni economiche.

Ma che cosa prevede la riforma per questo tipo di licenziamenti? Prevede che
se il giudice dimostra che non esiste un giustificato motivo economico per
espellere uno o più lavoratori, scatta l'indennizzo al posto del reintegro.
Ma se si scopre che il datore di lavoro ha licenziato senza giustificato
motivo, allora significa che ha commesso un abuso, perché evidentemente lo
scopo del licenziamento era un altro. E rispetto a quell'abuso, il governo
che fa? Riduce la punizione per il datore di lavoro abusante, cioè gli
consente comunque di espellere il lavoratore previo pagamento di un
indennizzo. Dunque, in conclusione, la riforma non solo contempla gli abusi
ma ne riduce la punizione rispetto a prima.

E allora che senso ha dire che verranno introdotte norme per evitare gli
abusi?

Il paradosso (o se vogliamo la beffa) nasce dal fatto che, diversamente da
quel che può sembrare, la riforma non stabilisce cosa deve succedere se un
licenziamento è giustificato in un certo modo (ad esempio per motivi
economici o disciplinari), ma stabilisce che cosa deve succedere esattamente
nel caso opposto, cioè se un licenziamento non è giustificato per quegli
stessi motivi. In altre parole non regola il "giusto" licenziamento ma
regola (favorendolo) proprio il suo abuso"

La nuova norma sull'articolo 18, che dovrebbero chiamare, per par condicio
"Licenzia Italia" è una vergogna!!!

Ma cosa pensa di fare il Governo Monti, di far ripartire l'economia,
licenziando più facilmente i lavoratori?
Il Paese è in forte recessione e ci rimarrà per lungo tempo: ci vorrà ben
altro per farlo ripartire!!!
Il Ministro Fornero ha una bella faccia tosta a dire che non verranno
calpestati i diritti, quando questi sono già stati calpestati non appena
questo disegno di legge "salvo intese" è stato approvato in Consiglio dei
Ministri.

Un'altra cosa certa è che con questo ddl, i Rappresentanti dei lavoratori
per la Sicurezza (RLS) spariranno, perché nessuno di loro si sentirà più di
svolgere questo ruolo, perchè non appena proveranno a pretendere sicurezza
sul lavoro nella loro azienda, verranno sbattuti immediatamente fuori, per
motivi puramente economici (vallo poi a spiegare, mi scuso, dimostrare al
giudice, che è un licenziamento per motivi discriminatori).


Marco Bazzoni

Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza

Firenze



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From: Mai più ThyssenKrupp maipiuthyssenkrupp at hotmail.it

To:

Sent: Monday, March 26, 2012 11:12 AM

Subject: COMUNICATO STAMPA EX LAVORATORI THYSSENKRUPP TORINO: L'ITALIA È UNA
REPUBBLICA (AF)FONDATA SUL LAVORO





COMUNICATO STAMPA EX LAVORATORI THYSSENKRUPP: L'ITALIA È UNA REPUBBLICA
(AF)FONDATA SUL LAVORO.

Sull'Articolo 18 e i morti sul lavoro, l'unico settore che non conosce
crisi.



Il Governo Monti, incarnazione di uno dei governi "tecnici" più autoritari e
antipopolari visto negli ultimi anni, esecutore delle misure "lacrime e
sangue" imposte da gruppi finanziari, banche e speculatori, continua con la
linea dura lanciando l'ennesima offensiva contro i lavoratori con il
tentativo di introdurre, tra le misure contenute nelle riforme del mercato
del lavoro, il cosiddetto "licenziamento economico", che di fatto cancella
le tutele garantite dall'Articolo 18.

Facendo così il paio con le misure già introdotte dal piano Marchionne, che
fa carta straccia dei diritti dei lavoratori, del CCNL e del principio di
rappresentanza sindacale all'interno delle fabbriche. Misure imposte con il
pretesto di uscire dalla crisi in cui sono coinvolti ormai (quasi) tutti i
settori dell'economia.

L'unico settore che non sembra conoscere crisi è rappresentato dai morti sul
lavoro: in media 4 al giorno con un inquietante aumento di suicidi tra
lavoratori e imprenditori strangolati dai debiti (anche qui lo zampino delle
banche). Mentre le misure repressive colpiscono sempre più pesantemente chi
si batte per vigilare sulla sicurezza nei luoghi di lavoro: emblematico il
caso di Riccardo Antonini, licenziato da FS per aver prestato opera di
consulenza in favore dei familiari delle vittime della strage ferroviaria di
Viareggio e al quale va tutta la nostra stima e solidarietà. E sono già in
preparazione nuove misure legislative (decreto legge 5/2012 articolo 14) che
smantellano i già inesistenti controlli nei luoghi di lavoro, sostituiti da
semplici autocertificazioni rilasciate da enti esterni.

Per fortuna la risposta dei lavoratori a questi scempi non si è fatta
attendere: assemblee, presidi, scioperi selvaggi e blocchi stradali hanno
imposto un ripensamento al Governo che, dalla decretazione d'autorità,
ripiega sulla discussione in Parlamento (disegno di legge).

Al di là del risultato che la discussione politica raggiungerà importante è
rilevare il fatto che la mobilitazione dei lavoratori per la salvaguardia
dei propri diritti (sanciti dalla Costituzione) è la giusta strada su cui
occorre proseguire per contrastare tutte quelle misure antipopolari che il
governo Monti ha approvato e per tutte quelle che tenterà di attuare in
seguito per scaricare sui lavoratori tutto il peso della crisi.

La crisi non si risolverà certo con le misure adottate finora dal governo:
tagli ai servizi, privatizzazioni e liberalizzazioni sfrenate, rispetto dei
patti di stabilità, realizzazione di opere pubbliche inutili e dannose come
la TAV, risanamento del debito pubblico creato dai pescicani della finanza e
non certo dai lavoratori, maggiore flessibilità del mercato del lavoro. Essa
si risolverà nella misura in cui la mobilitazione popolare, a partire dalla
difesa dell'Articolo 18 - e più in generale per quella dei diritti, della
democrazia e delle libertà democratiche - porrà la questione del lavoro
sicuro e dignitoso per tutti come unica misura per uscire dalla crisi e
della cacciata del governo Monti.

Per riprendere in mano l'iniziativa e toglierla a Marchionne, Monti e la
Fornero aderiamo e invitiamo ad aderire, partecipare e promuovere in tutte
le forme possibili l'importante giornata di mobilitazione Occupy Piazza
Affari del 31 marzo a Milano indetta dal Comitato No Debito.



Torino, 26 marzo 2012
Ex lavoratori ThyssenKrupp



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From: Marco Bazzoni bazzoni_m at tin.it

To:

Sent: Tuesday, March 27, 2012 11:32 PM

Subject: MORTI SUL LAVORO. LA BATTAGLIA DI ROSARIO



"Non ritenendo motivi di urgenza, poiché gli interessi civili sono comunque
tutelati, anche nell'ipotesi di prescrizione del reato".

Leggete a seguire di chi è la firma della risposta.

Non aggiungo altro, perché sono sconcertato da questa risposta qua.

E manco a farlo apposta, il processo penale è stato prescritto, meno di 2
anni dopo.

Saluti.
Marco Bazzoni

Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza

Firenze

P.S  Contattate Rosario D'amico, ed intervistatelo per favore

Email: napoliamor at libero.it

Cellulare: 3384245518



MORTI SUL LAVORO. LA BATTAGLIA DI ROSARIO

di Bruna Iacopino



Da Articolo 21

http://www.articolo21.org/5091/notizia/morti-sul-lavoro-la-battaglia-di-rosario.html


"Sono indignato e incazzato, questo lo può scrivere perché è la verità" la
voce è quella di Rosario D'amico, figlio di Antonio, morto in seguito ad
incidente sul lavoro il 6 marzo 2002.

Dopo 10 anni appena la settimana scorsa si è concluso il processo,
dichiarato prescritto, benché una simile richiesta "non fosse stata avanzata
neanche dagli avvocati della controparte". Precisa Rosario, anche lui
operaio Fiat.

Rosario e la sua famiglia non si danno pace non si capacitano che un
processo per omicidio colposo arrivato al secondo grado, con tre condanne
comminate in primo grado (3 su 7 imputati) alla fine venga dichiarato
prescritto.

"Siamo costretti ad aspettare che la sentenza venga resa pubblica, 90 giorni
circa, per capire cos'è successo, cosa scriverà il giudice, in che modo le
testimonianze pesanti che sono state rese verranno messe da parte, in che
modo ancora verranno rese vane le dichiarazioni spontanee rese dal
carrellista, il ragazzo che stava alla guida del muletto che quel giorno
investì mio padre..."

In quelle dichiarazioni spontanee infatti c'è un mondo che si svela, un
mondo fatto di carenze nella sicurezza, precarietà, mancata formazione.

"Il ragazzo - continua Rosario - ha dichiarato spontaneamente di non aver
mai fatto corsi di formazione, ha chiaramente parlato di carenze a livello
di norme di sicurezza, ha detto della sua condizione di precario, e che quel
giorno correva con il muletto perché si sentiva pressato da ritmi di lavoro
sempre più serrati, ha fatto nomi e cognomi parlando con le lacrime agli
occhi e chiedendo scusa alla mia famiglia..."

E tutto questo è svanito di colpo.

A distanza di 10 anni Rosario si sente ributtato indietro nel tempo.

"Sono stato trattato male dal giudice!" Dice amareggiato. "Chiedevamo solo
giustizia ed ecco invece cosa abbiamo ottenuto... esistono video,
testimonianze, ricostruzioni dei periti che dimostrano come effettivamente
ci fosse una carenza di sicurezza, mancanza di passaggi pedonali e
specchietti eppure non è stato sufficiente..."

Anzi, come se non bastasse al momento di pronunciare la sentenza, i
famigliari sono stati circondati dalla polizia "senza alcun motivo" racconta
ancora Rosario, incredulo.

Intanto lui, ancora operaio Fiat, è stato spedito al famigerato "reparto
confino", quello di Nola, dove c'è Fiat logistic "... dove - dice - il
lavoro sta solo sulla carta, ma realmente non esiste... lì ci sta la gente
che dava fastidio a Pomigliano."

E quello che lo preoccupa non è tanto il lavoro, non è la cassa integrazione
straordinaria che finirà per lui nel 2013, e certo in un territorio come
quello campano è un problema grosso, uello che gli preme adesso è raccontare
la sua storia: " Perché un cittadino onesto non può morire nella più totale
indifferenza!"



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From: ONE STEP RECORDS - Etichetta discografica info at onesteprecords.it

To:

Sent: Tuesday, March 27, 2012 8:39 PM

Subject: "LA RIVOLTA": IL NUOVO VIDEOCLIP DEI REDSKA



COMUNICATO STAMPA ONE STEP RECORDS - FORLI' (FC) ITALY



Con cortese preghiera di massima diffusione

Oggetto:  "LA RIVOLTA": IL NUOVO VIDEOCLIP DEI REDSKA

A poco meno di due mesi dall'uscita europea del loro nuovo album, i REDSKA
presentano il 28 marzo, il nuovo videoclip estratto dall'ultimo lavoro
discografico: "LA RIVOLTA", title-track del CD.

Il video sarà visionabile sui canali YOUTUBE della band e
dell'etichetta/management One Step Records:

YouTube RedSka: www.youtube.com/user/aleredska

YouTube One Step Records: www.youtube.com/user/onesteprecordstv

Il video, la cui regia è stata curata da Michele Valtancoli (MHV
Videomaking), racconta la storia di un operaio schiacciato dal suo lavoro in
nero e da un "padrone" superbo, sfruttatore e nostalgico.

Partendo dal suo "tugurio", consapevole del mondo che lo circonda, il
protagonista inizia un cammino di lotta e presa di posizione che, dapprima,
lo porta a compiere un atto non del tutto "lecito", per poi abbandonare il
maltolto e recarsi a compiere, con la propria band, la vera e propria
"rivolta".

Ambientato tra un cantiere edile, una stamberga (abitazione del
protagonista) ed una suggestiva e sperduta cava di estrazione mineraria in
disuso, il video scorre rapido e veloce e mantiene lo spettatore con il
fiato sospeso, sino all'ultimo.

In realtà, il testo de "LA RIVOLTA" prende spunto dai fatti di Brescia
dell'autunno 2010, quando alcuni migranti di varie origini, per chiedere il
rispetto dei propri diritti negati, salirono su una gru in segno di protesta
per diversi giorni.

I REDSKA, raccontando questo avvenimento, cantano di tutte quelle lotte e
proteste che hanno caratterizzato gli ultimi anni della storia italiana e
che spesso sono state accomunate dalla brusca e fredda repressione delle
forze dell'ordine: le contestazioni studentesche, le attività dei movimenti
"NO TAV" e "NO PONTE", le proteste dei lavoratori, le rivendicazioni partite
dai centri sociali, ultimo baluardo della libertà di espressione e
dell'arte.

"LA RIVOLTA" diventa, quindi, un grido di battaglia e di libertà contro un
sistema sociale, politico, economico e civile ormai al collasso e
necessariamente da cambiare.

"LA RIVOLTA" è contenuta nell'omonimo album, uscito tra la fine di gennaio e
la metà di febbraio in Germania, Spagna ed Italia e disponibile sia in
formato fisico che digitale.

In Italia l'album è disponibile presso tutti i negozi di dischi con
distribuzione VENUS.

"LA RIVOLTA" videoclip CREDITI:

Artista: REDSKA

Traccia: LA RIVOLTA

Album: LA RIVOLTA

Anno: 2012

Etichette: ONE STEP RECORDS/VENUS - MAD BUTCHER RECORDS - REDSTAR73 RECORDS

Diretto da: Michele Valtancoli (MHV Videomaking)

ISRC VIDEO: IT 05H 12 00003

Fotografia, montaggio: MHV Videomaking

Scenografia: One Step Records

Soggetto: RedSka, One Step Records, MHV Videomaking

Attori: Ale "Il Duca", RedSka, Andrea "Botte" Brighi.

Un ringraziamento particolare a Christian Casadei ed a tutti gli operai del
cantiere.

REDSKA partners:

ONE STEP RECORDS, MAD BUTCHER RECORDS, REDSTAR73 RECORDS, MAKE A DREAM,
MUTTI'S BOOKING, ATOMIC STUDIO.

In collaborazione con VENUS, MANINALTO!, RADIO ALTERNATIVE, YASTARADIO.com,
MUSIC CLUB.

I REDSKA supportano "KNOW YOUR RIGHTS - Sicurezza sul lavoro" e "CABLE
STREET BEAT - Strictly Antifascist"

Riferimenti web:

www.redska.com
Facebook: www.facebook.com/redskaofficial

Myspace: www.myspace.com/redska

YouTube RedSka: www.youtube.com/user/aleredska

YouTube One Step Records: www.youtube.com/user/onesteprecordstv

ONE STEP RECORDS

Via A. Venturini, 55

47121 Forlì (FC) - Italy

Cell.: (+39) 349 5929669

E-mail:

info at onesteprecords.it

www.onesteprecords.it
www.onesheet.com/onesteprecords
www.youtube.com/onesteprecordstv
www.facebook.com/pages/one-step-records/193986923612
www.myspace.com/onesteprecords
www.myspace.com/osralternativezone



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From: COBAS SC Ravenna cobasravenna at libero.it

To:

Sent: Wednesday, March 28, 2012 7:44 PM

Subject: DOVREBBE STARE TRA GLI IMPUTATI E INVECE PARLA DI SICUREZZA SUL
LAVORO!



Con stupore e molta rabbia apprendiamo che tra i relatori invitati alla
giornata di approfondimento su "Il lavoro ed il diritto alla salute. Dalla
Mecnavi alla Thyssen-Krupp", organizzato dal circolo del PD "Pierpaolo
D'Attorre" e dal circolo 'Libertà e giustizia' per giovedì 29 marzo, alla
sala "Rinascita" di via Maggiore 71, ci sarà, oltre al giudice Riverso che
ha emesso sentenze favorevoli ai lavoratori, anche William Dosi, "esperto di
sicurezza nei luoghi di lavoro", come viene definito dal comunicato stampa.

Dosi chi?

Quello che al processo per la morte del giovane operaio Vertullo al Porto di
Ravenna è stato il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione
della T&C Traghetti e crociere srl, un processo che lo ha visto assolto
assieme ad altri 7 imputati (Isidoro Mucciolini, legale rappresentante della
Impresa compagnia portuale, Roberto Antonioli, Responsabile del Servizio di
Prevenzione e Protezione della Cooperativa portuale, Roberto Rubboli, legale
rappresentante della Compagnia portuale, Giuseppe Poggiali, legale
rappresentante della Spedra e Luca Antonellini, legale rappresentante della
T&C Traghetti e crociere.

Poi, "perché il fatto non sussiste", anche William Dosi, responsabile del
Servizio di Prevenzione e Protezione della T&C; e "per non aver commesso il
fatto" Pietro Casadei, secondo preposto e caponave e, infine, "perché il
fatto non costituisce reato" Francesco Conficconi, dipendente della
Cooperativa portuale, autista del trattore stradale che muoveva il
semirimorchio che ha schiacciato l'operaio).

Quel processo non ha fatto né giustizia né ha fatto luce sulle
responsabilità di chi gestisce e organizza il lavoro al Porto che, dalla
Mecnavi all'ultimo operaio morto alla Bunge solamente 2 settimane fa,
Daniele Morichini, non è cambiato nella sostanza e sull'agenzia interinale
Intempo.

Questo incontro servirà per l' autopropaganda da parte del PD e dei
confederali, non aiuterà certo la battaglia dei lavoratori per la sicurezza
sul lavoro, servirà ad affossare ancora una volta la verità e ucciderà Luca
Vertullo una seconda volta!

La Rete per la sicurezza sul lavoro - nodo di Ravenna continua il proprio
lavoro a difesa della vita degli operai ed è in preparazione un convegno per
gli inizi di maggio sugli insegnamenti utili ai lavoratori della sentenza
Eternit di Torino.



Rete per la sicurezza sul lavoro

nodo di Ravenna

cobasravenna at libero.it

tel. 339 89 11 853



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From: Grillo Peppone grillo at macchinistiuniti.it

To:

Sent: Friday, March 30, 2012 12:28 AM

Subject: UN'ALTRA POLITICA NELLE FORME E NELLE PASSIONI. IL MANIFESTO 29
MARZO 2012



Dal documento politico - culturale sotto riportato.

http://www.ilmanifesto.it/approfondimenti/manifesto-per-un-soggetto-politico-nuovo/



"Le operaie e gli operai, che vedono giorno dopo giorno minacciati i loro
diritti dentro la fabbrica, le commesse e i commessi intrappolati nella
catena della distribuzione, i ceti medi del pubblico impiego, quelli della
scuola, della sanità, dell'amministrazione pubblica, che in questi anni sono
stati tartassati e disprezzati; i giovani precari, spesso super-qualificati,
vittime di una flessibilità selvaggia neoliberista inizialmente introdotta
dal centro-sinistra che ha tolto loro dignità e futuro, la rete dei
microproduttori e del cosiddetto lavoro autonomo di seconda generazione
entrata in crisi con la recessione. Tutti questi elementi possono
mobilitarsi nella società per poi trovare nel palazzo solo un muro di gomma
o un ascolto distratto. È ora di spezzare questi meccanismi perversi. Al
loro posto proponiamo un nuovo percorso in cui i cittadini riescano ad
appropriarsi, attraverso processi democratici diversi, del potere di contare
e di decidere"

Una cosa è certa: ognuno è artefice del proprio destino, non basta più
delegare.... specialmente le persone sbagliate....

Buona Vita



Dalla notte che mi avvolge

nera come la fossa dell'Inferno

rendo grazie a qualunque Dio ci sia

per la mia anima invincibile.

La morsa feroce degli eventi

non m'ha tratto smorfia o grido.

Sferzata a sangue dalla sorte

non s'è piegata la mia testa.

Di là da questo luogo d'ira e di lacrime

si staglia solo l'orrore della fine,

ma in faccia agli anni che minacciano

sono e sarò sempre imperturbato.

Non importa quanto angusta sia la porta,

quanto impietosa la sentenza.

Sono il padrone del mio destino;

il capitano della mia anima.



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From: Fabio fabio74_1 at libero.it

To:

Sent: Friday, March 30, 2012 12:17 PM

Subject: INIZIATIVE NO TAV



SOLIDARIETÀ CON LA VAL DI SUSA, NO TUNNEL TAV SOTTO FIRENZE.



Il TAV è un treno e molto di più. Il TAV è un modo di gestire i soldi
pubblici, socializzando le perdite e regalando facili profitti ai privati,
ai grandi cartelli di costruttori. Il sottoattraversamento TAV di Firenze e
il centro commerciale mascherato da stazione annesso, costeranno forse 3
miliardi di euro.

Gli investimenti per l'intera rete regionale dei treni pendolari è pari a
350 milioni spalmati sui prossimi anni. Sono quindi un decimo di quanto si
spenderà per realizzare 7,5 chilometri di tunnel TAV e la faraonica stazione
Foster. 350 milioni è quanto costerebbe adeguare le attuali linee fiorentine
per far passare il TAV in superficie, secondo un progetto alternativo mai
preso davvero in considerazione.

Con il passaggio in superficie si risparmiano risorse da destinare alle
priorità del trasporto pendolari ed alla messa in sicurezza della rete
ferroviaria, perché non accadano più stragi colpevoli frutto della mancanza
di manutenzione, come a Viareggio nel giugno 2009.

Il tunnel sotto Firenze mette a rischio molte case, farà barriera sulla
falda acquifera che corre nel sottosuolo alzandola a monte e abbassandola a
valle. Il materiale di scavo già ora viene portato via da camion: sono più
di 100 al giorno soltanto per il cantiere nella zona del Lippi, e gli scavi
per il tunnel devono ancora iniziare. Significa polveri sottili per tutti,
strade rotte e traffico impazzito. Infine le terre estratte, impastate dalle
sostanze chimiche sono rifiuti. dove li metteranno ?

Sono tutte considerazioni legittime e di banale buon senso, ma il TAV non è
soltanto un treno, è una professione di fede. Bisogna crederci. TAV
significa credere nel progresso che marcia sui binari veloci dell'economia
di mercato. Significa sopprimere i treni notte, e quindi lasciare a casa 800
lavoratori, ora in esubero, oppure licenziare chi si impegna per la verità e
la giustizia sulla strage di Viareggio, come il ferroviere Riccardo
Antonini. Significa come è stato fatto nel Mugello far scomparire 81
torrenti, prosciugare più di 60 tra pozzi e sorgenti, inquinare 24 corsi
d'acqua e alla fine far dire da un tribunale "che volete ? i danni son
connaturati all'opera".

Significa ghiotti affari per la giungla dei subappalti, terreno fertile per
le infiltrazioni mafiose.

Significa incontrollabili voragini finanziarie a scapito del debito
pubblico, che poi dovremo ripagare noi.

Il TAV è un modo di pensare il mondo diviso per classi di reddito. Come la
stazione di Santa Maria Novella: sala d'aspetto climatizzata per i clienti
gold e panchine in mezzo all'atrio, al caldo d'estate e al gelo d'inverno,
per il resto dei viaggiatori. Il TAV non si può scegliere, ma si deve
imporre, perché è tutto fuorché soltanto un treno.

Noi non crediamo nel TAV, ma preferiamo la Val di Susa.

Preferiamo quella popolazione coraggiosa che da decenni s'oppone con le
proprie ragioni pragmatiche alla realizzazione alla linea TAV Torino-Lione.
Non crediamo che quella Valle sia un fastidioso neo che ci separa
dall'Europa, un problema di ordine pubblico da schiacciare manu militari.
Non è andare da Torino a Lione in un paio d'ore di treno che ci legherà gli
uni agli altri. La vera speranza risiede invece in quel sentimento di
solidarietà e di reciproco sostegno grazie ai quali la Valle continua a
resistere.

Ci sentiamo vicini a coloro che sono stati arrestati per questo lotta e a
fianco di Luca Abbà.

Per saperne di più sulla questione TAV e sottoattraversamento di Firenze,
per conoscerci e discutere assieme vi invitiamo tutti a passare dal 2 al 6
aprile presso il presidio permanente No

TAV in largo Gennarelli (giardini di Viale Malta).

PROGRAMMA

Lunedì 2 aprile: h 21 proiezione "Fratelli di TAV", altri video NoTAV e No
Inceneritore

Martedì 3 aprile: dopo cena iniziativa/dibattito su Pietro Mirabelli e la
sicurezza nei cantieri, strage di Viareggio e il licenziamento del
ferroviere Riccardo Antonini.

Mercoledì 4 aprile: dopo cena interventi e video su Val di Susa, Firenze,
Veneto e Mugello

Giovedì 5 aprile: apericena di sottoscrizione per Luca Abbà e serata di
solidarietà con la Val di Susa

Tutti i giorni apericena h 19, streaming da Radio BlackOut di Torino, video,
musica

Assemblea NoTAV Firenze



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From: COBAS Pisa confcobaspisa at alice.it

To:

Sent: Friday, March 30, 2012 3:01 PM

Subject: BASTA INCIDENTI SUL LAVORO



BASTA INCIDENTI NELL'IGIENE AMBIENTALE



Un nuovo Incidente sul lavoro nel settore dell'igiene ambientale, questa
volta nella zona di Avane: un addetto alla raccolta rifiuti, si trova
all'ospedale dopo essere stato sbalzato dal mezzo sul quale stava lavorando
nella mattinata del 30 marzo.

Augurando al lavoratore una pronta guarigione e in attesa di conoscere
l'esatta dinamica dei fatti (questa volta vogliamo che i resoconti ASL siano
diffusi a mezza stampa) non possiamo che richiamare l'attenzione sulla
pericolosità di alcune operazioni.

Quasi 20 anni fa a Pisa il sindacato di base ottenne l'intervento della ASL
che sanzionò la ditta pubblica per la permanenza di operai dietro al camion
della raccolta rifiuti (su una pedana senza cinture) costringendo la stessa
ad adottare nuove procedure organizzative (operai accanto all'autista dentro
il camion).

Siamo certi che la riduzione delle pause e l'incremento dei carichi di
lavoro sia alla base dell'aumento di infortuni e incidenti nell'igiene
ambientale.

Con la salute dei lavoratori non si scherza!!

COBAS LAVORO PRIVATO TOSCANA



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Da: Coordinamento Nazionale SLAI COBAS coordinamento.nazionale at slaicobas.it

Data: 30/03/2012 9.42

A:

Ogg: 10 RAGIONI CONTRO LA RIFORMA DELL'ARTICOLO 18 DELLO STATUTO DEI
LAVORATORI: ALCUNE RIFLESSIONI DELL'AVV. MIRCO RIZZOGLIO



10 RAGIONI CONTRO LA RIFORMA DELL'ARTICOLO 18 DELLO STATUTO DEI LAVORATORI.



In riferimento alla ipotesi di modifica dell'articolo 18 dello Statuto dei
Lavoratori introdotta dal Governo, appare utile sviluppare alcune semplici
riflessioni in merito alla scelta effettuata, al fine di valutare le ragioni
sostanziali pro e contro la norma attuale e quella preesistente.

A prescindere da astratte argomentazioni volte a sostenere che i principi
elaborati nel 1970 siano anacronistici in ragione del semplice passare del
tempo, si dovrebbe, invece, riscoprire come la legislazione sia più che mai
all'avanguardia, avendo, nello specifico, introdotto un principio di civiltà
giuridica e sociale che, nel confronto con altre legislazioni, non
costituisce un pregiudizio, bensì un motivo di vanto.

Un corpus normativo che tuteli la libertà e la dignità del dipendente appare
necessario in un ambito in cui la sperequazione della forza tra datori di
lavoro e lavoratori è particolarmente rilevante.
1) Per quanto riguarda la previsione di un indennizzo in sostituzione al
reintegro nei licenziamenti per ragioni economiche e, in parte, in quelli
disciplinari, va detto come la soluzione adottata dal Governo non sia in
linea con i principi generali per la tutela integrale del diritto leso,
oltre a contrastare con le norme sull'adempimento e in materia di
risarcimento in forma specifica, secondo cui, chi viene illegittimamente
leso in un diritto, dovrebbe essere reintegrato nell'identica "posizione" in
cui si trovava precedentemente.

Al contrario, il risarcimento per equivalente costituisce una forma di
tutela "alternativa", quando non è possibile la reintegra in forma specifica
e richiede la valutazione della "entità" del bene compromesso, al fine di
stabilirne il valore corrispondente per la "monetizzazione" del pregiudizio
arrecato al lavoratore, con tutte le difficoltà relative a tali processi
valutativi.

2) La forfetizzazione del risarcimento in caso di licenziamento illegittimo,
stabilita nella misura variabile da 15 a 27 mensilità retributive
costituisce, dunque, un'astratta standardizzazione in materia di
risarcimento, in quanto non permette di "personalizzare" con precisione
l'entità del risarcimento dovuto con riferimento alla specificità del caso
concreto e, nell'introdurre un limite massimo e minimo, rischia in molti
casi di non costituire un effettivo risarcimento, bensì di acquisire un
carattere sanzionatorio, sostitutivo del diritto al risarcimento.

3) La "nuova" formulazione della norma consentirebbe, inoltre, di utilizzare
il licenziamento per motivi oggettivi o economici al fine di "espellere"
dall'azienda lavoratori scomodi ed in particolare gli attivisti sindacali,
con effetti discriminatori e con l'unica conseguenza di versare il
risarcimento forfetizzato, nel caso in cui il dipendente riesca a dimostrare
in giudizio la pretestuosità dei motivi economici, tenuto conto della
difficoltà per i lavoratori di conoscere e contrastare i dati organizzativi
e produttivi in possesso dell'impresa.

4) Del pari, il "nuovo" articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori
consentirebbe, alle aziende, di usare il licenziamento per motivi oggettivi
o economici e/o disciplinare al fine di "espellere" dall'azienda i
lavoratori più anziani e più costosi, quelli con limitazioni operative e
quelli fisicamente e/o psichicamente svantaggiati, con le notorie difficoltà
per questi individui di trovare una nuova occupazione lavorativa.

5) Il licenziamento per motivi oggettivi o economici potrebbe anche essere
utilizzato in alternativa ai licenziamenti collettivi per crisi aziendale,
evitando le prescritte procedure di confronto con le organizzazioni
sindacali (L.223/91) e, quindi, il controllo, da parte delle stesse, al fine
di evitare licenziamenti discriminatori, oltre che verificare la sussistenza
della effettiva criticità e delle esigenze di riduzione dell'organico, con
conseguente neutralizzazione del ruolo del sindacato.

6) La modifica introdotta, tesa a stabilire una differenza nella stabilità
del rapporto tra i dipendenti di aziende private ed i dipendenti di aziende
pubbliche o di pubbliche amministrazioni, si rivelerebbe poi incongruente ed
anacronistica, oltre che contraria al dettato ordinamentale, stante la
privatizzazione del cd. pubblico impiego e la omogeneizzazione dei rapporti
lavorativi con il settore privato introdotta con i D.Lgs.29/93 e D.Lgs.80/98
e il passaggio della giurisdizione al giudice ordinario.

7) Le nuove norme sul licenziamento per motivi oggettivi o economici non
potrebbero, comunque, essere estese ai dipendenti di Pubblica
Amministrazione, stante la impossibilità di individuare, in tale ambito, il
requisito dei motivi "economici", che giustificherebbero il licenziamento
nelle aziende private.

8) Escludere per legge la possibilità di reintegro del lavoratore e
stabilire limitazioni all'entità del risarcimento nel caso di licenziamento
illegittimo per motivi economici comporta, sostanzialmente, una evidente
sfiducia nell'indipendenza e nell'operato della magistratura, competente
istituzionalmente a tutelare i diritti ingiustamente lesi.

9) Va, inoltre, evidenziata, la inesistenza di ragioni giustificatrici
all'introduzione delle modifiche operate, con riferimento alla lentezza
della giustizia, in quanto, per ogni diritto leso, esiste un rimedio
generale costituito dalla possibilità di ricorrere al Giudice (cosiddetta
legge Pinto) e chiedere il risarcimento dei pregiudizi subiti, senza dovere
dotare le aziende di ulteriori maggiori ed eccezionali tutele.

10) Le modifiche introdotte si appalesano, poi, inadeguate, in quanto non si
è tenuto conto dell'ambiente politico-sociale italiano, in cui esiste un
contenzioso lavoristico notevolissimo (200.000 cause all'anno),
evidentemente a causa di una diffusa illegalità nei rapporti di lavoro,
sicuramente non per responsabilità dei lavoratori.



Mirco Rizzoglio (Avvocato)



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From: Marco Bazzoni bazzoni_m at tin.it

Data: 01/04/2012 22.36

A:
Ogg: LETTERA: LACRIME DI COCCODRILLO E SICUREZZA SUL LAVORO.


Ieri è morto sul lavoro Cosimo Di Muro, operaio di 47 anni, nella
costruzione del nuovo inceneritore di Torino e altri due operai sono rimasti
feriti in modo grave.

E' caduto da un ponteggio da un altezza di 40 metri.

E il secondo morto nel solito cantiere nell'arco di un mese, e adesso i
sindacati CGIL e CISL chiedono di "Chiudere immediatamente il cantiere".

Vorrei capire come mai i sindacati si muovono sempre a "scoppio ritardato"
quando accadono queste stragi sul lavoro, perché questa loro dichiarazione
potrebbe risuonare come "lacrime di coccodrillo".

Non era meglio chiudere questo cantiere, quando il 3 marzo morì sul lavoro
Antonio Carpini, operaio di 42 anni, cadendo da un'altezza di 30 metri?

Apprezzo sicuramente che il Ministro del Lavoro Elsa Fornero ieri si sia
recata al CTO a far visita ai due operai edili infortunati nella caduta nel
cantiere di Torino, così come ha fatto mercoledì nella visita fatta ai
cinque lavoratori della Lafumet.

Vorrei ricordare al Ministro Fornero che mesi fa aveva detto, intervenendo
all'assemblea del CNA che il tema della sicurezza sul lavoro "sarà centrale
nel lavoro del governo e nel suo impegno personale".

Non sarebbe il caso di ripristinare le norme per la salute e sicurezza sul
lavoro, volute dal Governo Prodi con il DLgs 81 del 9 Aprile 2008 e
stravolte dal DLgs 106 del 3 Agosto 2009 (decreto correttivo), voluto
fortemente dal suo predecessore On Maurizio Sacconi?

Voglio inoltre ricordarLe caro Ministro Fornero, che sull'Italia pende una
pesante procedura d'infrazione, per violazione di alcuni punti della
direttiva europea quadro 89/391/CEE sulla sicurezza sul lavoro e che molto
probabilmente, a breve, la Commissione Europea emetterà un parere motivato
contro l'Italia, obbligandola ad adeguarsi alla disposizioni della lettera
di costituzione di messa in mora (in caso contrario scatterebbe una pesante
sanzione, che si applicherebbe giornalmente), che ha inviato alla Repubblica
Italiana il 30 Settembre 2011.

C'è un punto di questa lettera di messa in mora che pesa come un macigno che
è la "deresponsabilizzazione del datore di lavoro in caso di delega e
subdelega", la cosiddetta "norma salva-mananger", quella che il suo
predecessore On Sacconi, diceva di aver cancellato dalla bozza del DLgs
106/09, invece la norma non era stata cancellata, ma solo riscritta, in
pratica, come si suol dire, "è uscita dalla porta per rientrare dalla
finestra".

Sarà una mia impressione, e spero di sbagliarmi, ma per adesso, non mi
sembra che la salute e sicurezza sul lavoro sia molto importante per il
Governo Monti.

Come dimenticarsi che con il Decreto semplificazioni (D.L.5/2012), il
Governo Monti voleva smantellare i controlli per la salute e sicurezza sul
lavoro, per le aziende in possesso di certificazione ISO-9001, e solo grazie
al rumore mediatico che c'è stato dietro (appello, critiche di sindacati,
partiti politici, associazioni, ecc), sono ritornati sui loro passi e la
salute e sicurezza sul lavoro è stata esclusa dalla soppressione o riduzione
dei controlli.

Nella lettera di messa in mora, c'era un altro punto di violazione, cioè la
proroga del termine per completare l'adeguamento alle disposizioni di
prevenzione incendi per le strutture ricettive turistico alberghiere con
oltre 25 posti letto esistenti in data del 9 aprile 1994.

Questa proroga scadeva il 31 Dicembre 2011 ed il Governo Monti cosa fa? Si
adegua alla disposizione della Commissione Europea? Assolutamente no, emana
una nuova proroga fino al 31 Dicembre del 2012.

Inoltre, come dimenticare l'autocertificazione del Documento di Valutazione
dei Rischi per le imprese fino a 10 dipendenti, altro punto di violazione
contenuto nella lettera di messa in mora, che è una cosa grave, anche perché
si permette alle imprese di certificare, ad esempio, che tutto va bene e che
nelle loro aziende non ci sono rischi o sono minimi.

Voglio ricordare che il 95% delle aziende italiane sono tra 5 e 10
dipendenti e sono quelle più soggette ad infortuni e morti sul lavoro.

Questa autocertificazione scadrà il 30 Giugno 2012 e voglio sperare che
questa volta il Governo Monti non emetterà una nuova proroga, perché sarebbe
davvero molto grave!!!

Noi Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), ci domandiamo: se
effettivamente si vuole fare qualcosa, quanti morti devono ancora succedere?

O come è accaduto tante volte in passato, dopo lo sdegno tutto è
dimenticato?

Vogliamo fatti e non solo parole, che rimangono fumo che si disperde
nell'aria.



Marco Bazzoni

Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza

Firenze








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