[Redditolavoro] Fw: problema amianto a milano

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Wed Apr 4 18:29:41 CEST 2012



Comune allarme dei dipendenti "Amianto killer in via Larga"
Il caso del
palazzo dell’Anagrafe
La denuncia arriva dal consigliere comunale del
movimento Cinque Stelle Mattia Calise ed è appoggiata dai dipendenti
comunali rappresentati da Slai Cobas e Csa, dal Comitato nazionale
amianto
di Massimiliano Mingoia
Milano, 3 aprile 2012 -«Emergenza
amianto» e «morti anomale» in via Larga, nel palazzo dell’Anagrafe. La
denuncia arriva dal consigliere comunale del movimento Cinque Stelle
Mattia Calise ed è appoggiata dai dipendenti comunali rappresentati da
Slai Cobas e Csa, dal Comitato nazionale amianto Eppur si muove e dal
Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel
territorio. La battaglia di Calise è iniziata lo scorso agosto, quando
il consigliere grillino, dopo una segnazione da parte dei lavoratori,
ha svolto un sopralluogo nel palazzo dell’Anagrafe per verificare la
presenza di amianto. Le foto raccolte dal movimento Cinque Stelle
mostrano tubi di amianto in stato di totale degrado. «In quell’
occasione ho visionato corridoi e archivi sotterranei. I funzionari
comunali che mi accompagnavano mi avevano spiegato che alcune
campionature erano già state effettuate». Passano i mesi ma i risultati
delle analisi effettuate dal Comune in via Larga su tubature, pannelli
e rivestimenti non arrivano e così Calise torna alla carica e il 2
febbraio presenta un’interrogazione urgente in Consiglio comunale sul
caso amianto. Poco più di un mese dopo, il 14 marzo, l’assessore
comunale al Demanio Lucia Castellano risponde per iscritto all’
interrogazione del consigliere: «I materiali contenenti amianto
presenti sulle tubazioni saranno rimossi secondo le procedure di legge
a decorrere dal prossimo 15 aprile, data in cui sarà sospesa l’
erogazione del riscaldamento». Non è finita. La settimana scorsa Calise
decide di denunciare pubblicamente il rischio amianto in via Larga e
convoca una conferenza stampa, che si è svolta ieri mattina. Ma venerdì
gli uffici del Comune comunicano che martedì 3 aprile, cioè oggi,
«verrà effettuata da parte dell’Amsa la bonifica del locale sottotetto
del palazzo di via Larga 12, mediante rimozione dei manufatti
contenenti amianto che vi sono depositati. I manufatti in questione
sono considerati “materiale compatto” e pertanto con rischio “zero”
circa la presenza di fibre autodisperse». Insomma, quell’amianto non è
pericoloso per la salute. Calise non è convinto: «Bastano poche fibre
di amianto per potersi ammalare. Per quasi otto mesi non ci sono state
date risposte, mettendo in grave pericolo l’incolumità di lavoratori e
cittadini che entrano in via Larga». Il consigliere grillino parla
anche di «una serie di decessi anomali tra i dipendenti comunali che
operano nel palazzo dell’Anagrafe». Antonio Cusimano (Slai Cobas)
lavora in via Larga e racconta: «Diversi miei colleghi di lavoro si
sono ammalati di tumore. Collegamento tra malattie e presenza di
amianto? Non possiamo affermarlo con certezza. Ma bisogna limitare i
rischi per la salute». Michele Michelino (Comitato per la difesa della
salute nei luoghi di lavoro) è sicuro che «il Comune sta cercando di
minimizzare il pericolo amianto in via Larga». In serata arriva la
replica della Castellano. L’assessore conferma «il via alla bonifica
allo spegnimento dei riscaldamenti» e assicura che «l’amianto è
presente in forma compatta e quindi non rischiosa. Una cosa è certa:
nessuno sta respirando amianto in via Larga».
massimiliano.
mingoia at ilgiorno.net


Mac Mahon parco off limits amianto nel cuore
della città
La chiusura del terreno di 9.600 metri quadrati a ottobre,
con la scoperta di materiali sospetti
Dopo la analisi si decide di
riaprire ad aprile, ma sul terreno compaiono altri quattro frammenti
di
FRANCO VANNI
L’amianto nel terreno forse c’è — come recitano i
cartelli esposti dalla società incaricata di fare le bonifiche — o
forse no, come invece ha messo nero su bianco Arpa in una relazione
tecnica. Nel dubbio, i padroni dei cani della zona di piazza Firenze
entrano lo stesso nel parco, aprendosi varchi nelle reti con cui il
Comune ha recintato l’area verde di 9.600 metri quadrati. «La storia
dei giardini Firenze è un pasticcio infernale — dice Mauro, dopo avere
varcato la recinzione con due cani al guinzaglio — regna la confusione,
nessuno sa dirci una parola certa e intanto la città è privata di uno
spazio verde prezioso».
L’odissea dei giardini Firenze — che molti
residenti della zona chiamano 'parco Tolentino' dal nome di una delle
vie che li delimitano — comincia a fine giugno scorso, quando una donna
segnala al Comune di avere trovato nel parco «un frammento di materiale
sospetto». A luglio partono i primi rilievi di Arpa e Asl e in ottobre
il parco viene chiuso dal Comune per «ulteriori accertamenti
ambientali». Passano tre mesi e a gennaio Arpa pubblica il resoconto
delle indagini, da cui risulta che nei campioni di terreno analizzati
«non si riscontrano tracce di amianto», semmai una discarica
sotterranea di materiale edile non pericoloso. I residenti, riuniti in
comitato, cantano vittoria e pubblicano il certificato di Arpa su
Facebook, dove hanno creato un gruppo per chiedere la riapertura dei
giardini. Per tornare a potere accompagnare i loro cani nel parco,
hanno anche raccolto 1.200 firme. Ma la storia non è affatto finita.

Lunedì della scorsa settimana i residenti sono stati ricevuti dal
Comune, dove i tecnici del settore Ambiente di Palazzo Marino li hanno
rassicurati sul fatto che «dopo una bonifica superficiale dai laterizi
e dai calcinacci, il parco sarà riaperto». Si fissa anche un orizzonte
temporale: entro fine aprile il parco sarà riaperto. Ma nel frattempo
succede qualcosa: giovedì scorso, la società incaricata da Amsa di fare
la bonifica superficiale del terreno trova quattro frammenti di
«materiale sospetto», forse amianto.
Nel parco vengono allora affissi
«per precauzione» cartelli che più espliciti non si può: «Attenzione,
contiene amianto. Respirare polvere di amianto è pericoloso per la
salute». In pratica, dopo otto mesi si è al punto di partenza: in
attesa di ulteriori indagini. «Non ne possiamo più — dice la portavoce
dei residenti, Isabella Maffettini — visto che Arpa ha chiarito che l’
amianto non c’è, si riapra il parco».
Nell’impazienza degli abitanti
per la riapertura dei giardini si fanno strada teorie al limite della
leggenda: c’è chi avanza il sospetto che i quattro frammenti di
materiale sospetto rinvenuti giovedì scorso siano stati buttati nel
prato ad arte da qualcuno mosso da presunti interessi immobiliari sull’
area. Di certo, al momento c’è tanta confusione. «Il Comune e l’
assessore all’Ambiente, Maran, stanno facendo tutto il possibile per
venire a capo della situazione — dice Simone Zambelli, presidente del
consiglio di Zona 8 — speriamo che si arrivi in tempi brevi a una
soluzione che restituisca ai cittadini un parco che ha vitale
importanza per il quartiere».
(04 aprile 2012) © Riproduzione
riservata




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