[Redditolavoro] polizia contro gli operai Irisbus

procomta ro.red at libero.it
Wed Sep 21 16:49:25 CEST 2011


Roma: scontri tra polizia e lavoratori Irisbus
(21 settembre 2011)


Incindenti tra gli operai della Irisbus e le forze di polizia. I lavoratori 
della fabbrica di autobus in provincia di Avellino, di cui la Fiat ha 
annunciato la chiusura, volevano lasciare il presidio davanti al ministero 
dello Sviluppo economico e raggiungere piazza di Monte Citorio. Qualche 
contuso sia tra i manifestanti che tra le forze dell'ordine. Coinvolto negli 
scontri anche il parlamentare dell'Idv Francesco Barbato

Solidarietà agli operai in lotta per il lavoro.

A Termini Imerese come all'Iribus gli operai da giorni hanno risposto con la
lotta alla chiusura della loro fabbrica che li butta in mezzo alla strada in
città e zone del sud, dove dilaga la disoccupazione. Fabbriche sacrificate
al dio profitto, al dio mercato, incarnate dall'uomo nero della Fiat,
Marchionne, il cui stipendio è già 400 volte più di quello dell'operaio
quando lavora e che ora diventa 1000 volte del reddito assistito nella
penosa trafila, cassintegrazione, mobilità, disoccupazione.
Operai, parte di un esercito che ha mantenuto in piedi in tutti questi anni
queste fabbriche, che hanno retto insieme ai loro compagni di classe la
cosiddetta economia nazionale, che oggi dovrebbero essere rigettati a
presunte nuove fabbriche senza presente e futuro, o a "rifiuti umani" come
vengono chiamati coloro che comunque per vivere rientrano nel ciclo della
grande malavita ben presente in queste zone.
Ma chi l'ha detto? Dove sta scritto? Il mercato, la legge... E' il vostro
mercato, sono le vostre leggi!
Noi siamo solidali con chi sta lottando, ma lo saremmo di più e pensiamo che
tutti gli operai e le masse popolari di questo paese lo sarebbero di più, se
queste lotte assumessero fino in fondo il carattere di rivolta operaia,
senza freni e senza limiti che non siano quelli dell'esercizio della forza
collettiva, come gli operai hanno saputo spesso fare in Italia - ma si pensi
anche alla Francia - a fronte di problemi di licenziamenti.
Anche tra gli operai bisogna affermare con forza che i risultati concreti
che permettono di continuare a lavorare sono il sottoprodotto di una lotta
che punti più in alto, che punti alla radice e alla causa e non all'effetto.
Per una lotta simile i sindacati attuali non sono armi sufficienti. E qui
c'è il problema del nuovo sindacato di classe, che non nasca dalla luna o da
sigle nuove calate dall'alto, ma appunto dalla ribellione di massa degli
operai allo stato di cose esistente, per un movimento reale che lo abolisca.

proletari comunisti







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