[Redditolavoro] sulmona Finmek, 90 giorni senza stipendio
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Thu Sep 15 16:25:51 CEST 2011
.Finmek, 90 giorni senza stipendio
La vertenza più lunga del Centro Abruzzo, disperati i lavoratori (foto: una
manifestazione di protesta): da tre mesi non arrivano gli assegni, adesso
non riusciamo più neanche a fare la spesa
lavoro..+-di Federica Pantano
zoom .SULMONA. Il lavoro che non c'è e la vita che si tramuta di colpo in
sopravvivenza per le persone che vanno a ingrandire le fila dell'esercito
dei disoccupati e dei cassintegrati del territorio. Le storie dei lavoratori
della Finmek, la vertenza più lunga del Centro Abruzzo, sono emblematiche
visto che alla mancanza di lavoro da otto anni, si deve aggiungere quella
degli assegni di cassa integrazione da tre mesi.
Dopo l'avvio della liquidazione del Gruppo padovano, la cassa integrazione
per cessazione di attività firmata a Roma, valida per i prossimi 12 mesi
rinnovabile di altri 6, tarda a essere accreditata ai lavoratori della ex
fabbrica di componenti elettronici. Novanta lunghi giorni senza stipendio e
le spese della vita quotidiana da affrontare ugualmente, dall'affitto alle
bollette, dal mangiare al mantenimento dei figli. Vivere fa rima con
sopravvivere con ottocento euro al mese di cassa integrazione, che ora i
lavoratori aspettano da tre mesi.
«Si prova ad andare avanti», spiega Maurizio Esposito, 55 anni con 34 anni
di lavoro alle spalle, «io ho una moglie che fa la commessa e due figlie da
mantenere. Una di loro va all'università e le spese sono molte. Le vacanze
sono un lontano ricordo, così come andare in pizzeria ogni tanto. Non esiste
comprare un pantalone o un paio di scarpe». «Ma anche quando gli assegni di
cassa integrazione arrivano», tiene a precisare, «non è facile vivere con
soli 800 euro al mese».
Senza lavoro da otto anni e alle dipendenze dello Stato e dei capricci della
burocrazia, c
on ritardi negli accrediti delle mensilità ad ogni rinnovo degli
ammortizzatori sociali in scadenza. «Non sappiamo come andare avanti»,
interviene Antonio Pezzella, che ha lavorato 34 anni nella in fabbrica, «io
ho due figli che lavorano, ma non è comunque facile arrivare a fine mese.
Purtroppo le bollette e la spesa non aspettano gli assegni di cassa
integrazione».
Ancor più grave la situazione di chi nella fabbrica, aperta il 5 settembre
del 1977, aveva trovato non solo la speranza di un lavoro sicuro, ma anche
l'amore della vita.
Il caso di una coppia di coniugi che si sono conosciuti proprio fra le linee
produttive dell'azienda e che ora sono in cassa integrazione.
«Per noi è durissima», spiegano marito e moglie che preferiscono rimanere
nell'anonimato, «mandare avanti una famiglia è pressocché impossibile con i
due genitori in cassa integrazione. Impensabile se da tre mesi nemmeno ti
danno quei pochi soldi». Ma le cose non migliorano per chi è in mobilità.
«Io sono in mobilità da quattro anni e il provvedimento scadrà a gennaio»,
aggiunge Fernando Centofanti, storico dipendente dell'azienda, «ma non ho
nessuna certezza di poter accedere alla pensione e cosa farò?».
Una domanda quella sulla incertezza del futuro che si tramuta in un quesito
a breve termine per chi è senza stipendio da tre mesi. «Ero giovanissima
quando nel '78 sono entrata in fabbrica», racconta Maria Giampietro, «e mai
mi sarei immaginata che finisse così. Ho due figli all'università che
campiamo grazie al lavoro di mio marito». «Io non ho famiglia e vivo con mia
sorella per dividere le spese», rivela Mario Ciacià, con 33 anni di lavoro
in fabbrica alle spalle
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