[Redditolavoro] Fw: La Libia sotto il tallone della NATO

CobasSindacatodiClasse cobasta at libero.it
Sun Oct 23 09:20:31 CEST 2011



                        Comunicato della Rete nazionale Disarmiamoli

  Le immagini della macellazione di Muammar Gheddafi sono il miglior 
commento sullâ?Toperazione militare dellâ?TAlleanza atlantica in Libia. Alla
ferocia dei macellai locali si somma lâ?Timmagine disgustosa di una classe 
dominante internazionale pronta a massacrare senza battere ciglio chi sino
a ieri accoglieva con salamelecchi, trattati di amicizia, affari e 
baciamano.

  In queste ore gli analisti delle grandi testate giornalistiche e TV sono 
impegnati a neutralizzare anche storicamente la figura del leader libico,
immergendo in un fiume di fango tutto ciò che è stato fatto in quel paese, 
nel bene e nel male, dalla liberazione dal giogo colonialista nel 1968 sino
a pochi mesi fa.
  Non ci siamo mai erti a difesa dellâ?Tindifendibile, date le vergognose 
scelte fatte dal governo libico nellâ?Tultimo decennio. Il giudizio sulla
leadership libica non ci ha fatto però perdere indipendenza di giudizio 
sullo scenario nel quale maturavano le condizioni della nuova aggressione.
  Molti â?" anche nel movimento pacifista â?" sono apparsi come irretiti e 
prigionieri di una narrazione scritta dai vincitori di oggi, che ha ridotto
ai minimi termini il numero di coloro che hanno scelto di battersi contro 
lâ?Taggressione alla Libia.
  Una scelta che rivendichiamo, che continueremo a portare avanti se in quel 
paese riprenderà una lotta di liberazione nazionale contro il nuovo
colonialismo euro â?" statunitense.

  Niente di quello che è successo in Libia in questi mesi, sarebbe stato 
possibile senza le decine di migliaia di bombe (dalle 40 alle 50mila)
sganciate dagli aerei dellâ?TAlleanza atlantica in oltre 10mila missioni di 
attacco sulla testa di quei libici che avrebbe dovuto â?odifendereâ?.
Nessuna città sarebbe stata â?oliberataâ? senza il supporto a terra di 
migliaia di soldati e mercenari italiani, francesi, inglesi, impegnati sia
nelle retrovie, sia sul fronte, a sostenere una banda di tagliagole 
denominati â?oribelliâ?, â?orivoluzionariâ? dalla stampa embedded. Le 
uniche
strutture militari di una qualche consistenza sono quelle dei 
fondamentalisti islamici addestratisi in Iraq e Afghanistan, ora insediati a 
Tripoli,
Sirte, Bani Walid e altre città devastate dai combattimenti.

  Se le immagini che i mass media occidentali ci propinano in questi giorni 
hanno un qualche fondamento, con le migliaia di persone che festeggiano il
bagno di sangue impugnando insieme alle bandiere dellâ?Tex re senussita 
quelle inglesi, francesi, statunitensi e italiane, allora saremmo di fronte 
a
diverse leadership locali sostenute da una base di massa reazionaria, lieta 
di tornare sotto la tutela dei colonialisti di ieri. Non sarebbe la prima
volta nella storia.

  Dubitiamo fortemente di tutto ciò che ci propina la macchina da guerra 
mediatica al servizio della NATO, per cui ci riserviamo di esprimerci in
merito, in attesa degli sviluppi, che promettono altro sangue e guerra.

  A ventiquattro ore dal massacro di Gheddafi il Presidente degli Stati 
Uniti comunica al mondo il ritiro totale delle truppe dallâ?TIraq, mettendo 
la
parola fine a una guerra persa.
  La situazione in Afghanistan, a oltre dieci anni dallâ?Tinizio delle 
ostilità, evidenzia una situazione di stallo strategico sul piano militare. 
Per
la potentissima alleanza impegnata a occupare quel paese ciò significa 
unâ?Tulteriore, cocente, sconfitta.

  La Libia del futuro promettere di essere una nuova polveriera, a poche 
miglia marine dalle coste del Bel Paese. La vittoria di oggi potrebbe
riservare nuove delusioni per gli apprendisti stregoni della NATO.

  Nonostante tutto questo i paesi occidentali, forti delle loro alleanze 
militari, continuano nella loro opera di â?odemocratizzazioneâ? del mondo,
attraverso le loro â?ooperazioni di paceâ? lanciate per â?oproteggereâ? i 
civili.

  I mass media nostrani ci dicono che i popoli della Siria, del Libano, 
dellâ?TIran attendono trepidanti la prossima liberazione.

  Le fucine dei filosofi, degli strateghi militari e di Finmeccanica sono 
già al lavoro, onde abbreviare i tempi di attesa per la prossima missione.

  La Rete nazionale Disarmiamoli!
  www.disarmiamoli.org info at disarmiamoli.org 3381028120 - 3384014989


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