[Redditolavoro] [BCinforma] 2011-10-13 - Il 15 ottobre a Roma
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Thu Oct 13 20:15:48 CEST 2011
-------- 2011-10-13 - IL 15 OTTOBRE A ROMA
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BCinforma — Newsletter del P.C. Internazionalista (Battaglia Comunista)
Leggi sul sito: <http://www.leftcom.org/it/newsletters/2011-10-13/bcinforma>
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Sabato 15 ottobre saremo presenti al corteo di Roma. Cercheremo di dare una
presenza che vada oltre la semplice sfilata, che faccia sentire il
protagonismo dei lavoratori, dei proletari, fuori e contro i partiti
istituzionali, oltre i sindacati (grandi o piccoli che siano…).
Appuntamento alle ore 13 in Piazza Esedra per una prima assemblea con
lavoratori provenienti da Napoli (Comitato lavoratori Fiat), Bologna e Roma.
Non crediamo nelle istituzioni, non crediamo in questi sindacati, non
vogliamo costruirne altri… Per il protagonismo diretto dei lavoratori
attraverso comitati di sciopero e di lotta, attraverso le assemblee aperte
sui luoghi di lavoro e sul territorio. Il protagonismo reale dei proletari è
il punto di partenza per reagire all’attacco padronale e costruire
l’alternativa al capitalismo.
Contattaci, per unirti a noi e anche per partire insieme da Napoli, Bologna,
Roma, Parma, Toscana, Milano, Torino, Bolzano.
-------- VOLANTINO PER IL 15 OTTOBRE A ROMA
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La loro crisi e la nostra
Questa giornata mondiale di mobilitazione contro la crisi e per il
cambiamento globale ci mostra come l'aggressività del capitalismo sia
arrivata ad un punto tale da spingere, ad ogni latitudine, milioni di persone
sull'orlo dell'esasperazione a riempire le piazze.
Questa è la loro crisi: saggi dei profitti calanti da decenni nella
produzione di merci e servizi “reali” hanno provocato lo spostamento di
gigantesche masse di capitali verso la speculazione finanziaria, la quale si
presenta come una diabolica catena di Sant’Antonio — una dozzina tra
banche e grandi centri finanziari che gestiscono capitali pari a 10 volte
l’intero pil mondiale fanno il bello ed il cattivo tempo… gli Stati
nazionali ne sono i maggiordomi e le guardie del corpo allo stesso tempo.
Tali Stati, già indebitati per loro conto, hanno riempito di soldi
“pubblici” (cioè estorti con le tasse e lo sfruttamento ai proletari!)
le banche in difficoltà dall’inizio della bolla finanziaria (2008) ad
oggi…
Tutto ciò per noi proletari di tutti i paesi si traduce in precarietà,
caro-vita, salari indecorosi, attacco frontale al salario sotto forma della
distruzione di contratto nazionale e tutela legale, ovviamente con la
indispensabile complicità sindacale, tagli drastici ai già miserevoli
servizi pubblici (cioè al salario indiretto dei proletari… quello frutto
delle tasse della nostra busta paga) e al consueto attacco alle pensioni
(cioè al nostro salario differito).
“Sono sempre i soliti i a pagare, i più deboli — ora basta!”, “la
Crisi la paghi chi l’ha provocata!”, “non paghiamo il debito!”
lamentano i moderni donchischiotte del radical-riformismo (Fiom, sindacalismo
di base, antagonisti ecc.): ci viene da rispondere che nel capitalismo non ci
sono alternative che tengano, il tentativo di non pagare il debito nasconde
— come in Islanda — l'impossibile tentazione di un capitalismo
“buono”, ma l'unico capitalismo possibile è questo e nel capitalismo,
qui ed ora, la crisi la pagano — come sempre — i più deboli esattamente
perché sono i più deboli! … il punto centrale sono proprio i rapporti di
forza tra quelle classi che hanno interessi opposti ed inconciliabili.
O noi o loro: questo va mostrando con sempre maggior evidenza la realtà.
Opporre il nostro rifiuto collettivo, intransigente, di classe, ai sacrifici
che ci vogliono imporre per rispettare le compatibilità economiche del loro
sistema. Dunque, casomai bisognerebbe discutere di come fare questo, altro
che di “ricette condivise”, come se fossimo tutti sulla stessa barca!
L'ideologia riformista ci relega solamente all'impotenza.
Noi comunisti internazionalisti pensiamo che la strada per una ripresa della
lotta di classe, almeno per arginare le offensive padronali, passi
inevitabilmente attraverso il protagonismo dei settori meno rassegnati e più
avanzati della classe che, organizzati in assemblee/comitati di lotta sovrani
ecc., prendano l’iniziativa di unificare e dirigere sul posto di lavoro e
sul territorio lotte intorno ai bisogni primari di tutti i proletari, nelle
forme e nei modi che l’esperienza e la conoscenza delle situazioni
specifiche indicano come i più efficaci. Per forza di cose, dunque, di fatto
lotte contro le compatibilità dell’economia borghese e al di fuori — se
non contro — la volontà dei sindacati , meri filtri “istituzionali”
quando va bene: ad es. lotta alla precarietà per le stabilizzazioni, al
caro-vita per aumenti di salario a partire dagli stipendi più bassi, contro
chiusure e licenziamenti ecc.
Noi comunisti internazionalisti lavoriamo in questa dinamica per creare
Gruppi Internazionalisti di Fabbrica e Territorio, dove poter aggregare
compagni e proletari più avanzati intorno alla prospettiva di una società
senza mercato, classi e sfruttamento, dove il fine sia il soddisfacimento dei
bisogni umani e non il profitto… il comunismo cioè, ed il suo programma
rappresentato dai comunisti organizzati nel loro partito di classe ed
internazionale.
Contro i padroni, senza il sindacato, in potere al proletariato!
-------- BATTAGLIA COMUNISTA #10
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