[Redditolavoro] l'altro resoconto dei funerali di barletta - un testo importante
CobasSindacatodiClasse
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Fri Oct 7 20:14:26 CEST 2011
> "CON MATILDE, GIOVANNA, ANTONELLA, TINA E MARIA.
> LE NOSTRE VITE VALGONO DI PIÙ DEI VOSTRI AFFARI E COMPLICITÀ".
>
> Una delegazione di lavoratrici, disoccupate del Movimento Femminista
> Proletario Rivoluzionario da Taranto è andata ieri a Barletta, perchè,
> come
> abbiamo detto ai vari giornalisti e tv, la morte delle 4 operaie e della
> ragazzina Maria non è un "disastro", ma un assassinio che mette
> tragicamente
> in luce una condizione delle donne operaie che per lavorare devono
> rischiare
> anche di morire; è un assassinio che grida ribellione, giustizia,
> necessità
> di unità e lotta non solo a Barletta ma per tutte le donne. Per questo era
> giusto esserci a Barletta (benchè oltre la nostra non vi erano altre
> presenze di lavoratrici da altre città).
> Quando siamo arrivate, abbiamo trovato il primo grosso contrasto: da un
> lato
> arrivavano da varie vie nella piazza A. Moro tanti spezzoni di gente che
> sembravano quasi dei cortei, soprattutto gruppi di donne, la maggior parte
> giovani, tante ragazze che portavano il loro dolore, calore, rabbia;
> dall'altra una piazza resa volutamente ferma, silente dall'intreccio
> apparati della Chiesa - tutti presenti ai massimi livelli e che hanno
> imposto durante la cerimonia funebre un clima da "sepolcri imbiancati" - e
> apparati delle forze dell'ordine.
> Da un lato le operaie delle altre fabbriche tessili, le operaie della
> fabbrica Vinci Shoes, una delle più grandi con 100 lavoratori, venute con
> il
> loro striscione, che volevano stringersi intorno alle loro compagne uccise
> e
> ai loro familiari, operai di fabbriche che erano usciti prima dal lavoro
> per
> partecipare al funerale, ma anche commercianti che avevano tutti chiuso
> per
> lutto, e poi migliaia e migliaia di persone, sicuramente più di 10 mila
> solo
> nella piazza, ma vi era tante gente anche nelle strade laterali, in
> particolare nelle 2 strade vicinissime alla piazza dove vi è stato il
> crollo; da un lato i familiari, i parenti, le amiche delle 5 donne che
> esprimevano la loro disperazione, ma anche, alcuni, la loro denuncia per
> quelle morti annunciate. Dall'altra arrivavano quelli in "giacca e
> cravatta":
> gli amministratori con il sindaco di Barletta, complici, o forse di più,
> per
> questi omicidi e giustificatori della "normalità" del lavoro in quelle
> condizioni di tutto nero; arrivavano scortati i politici e rappresentanti
> delle istituzioni regionali, Vendola, e nazionali, Carfagna; e uguali a
> questi sono arrivati anche i segretari sindacali Bonanni e Camusso, che
> hanno detto parole scontate. E l'ipocrisia è andata in scena!
> "Vendola - ci ha detto un'operaia correggendo il nostro volantino - non è
> vero che ha dato 200 mila euro a famiglia. Ha dato 200mila euro in tutto!
> E
> poi per pagare il funerale e le spese dell'albergo dove ora stanno le
> famiglie sgomberate dalle palazzine". Quindi, soldi dovuti (ci mancava
> anche
> che le famiglie dovessero pagare), non certo un contributo di solidarietà
> espressione di una politica "diversa" della Regione Puglia.
>
> Intanto, le gerarchie della Chiesa all'inizio ogni 5 minuti facevano dal
> palco appelli al "silenzio", quasi preoccupati che così non potesse
> essere.
> Ma la stessa preoccupazione aveva la polizia, ed essa si è subito
> manifestata verso la nostra delegazione che aveva aperto in piazza uno
> striscione che diceva: "CON MATILDE, GIOVANNA, ANTONELLA, TINA E MARIA. LE
> NOSTRE VITE VALGONO DI PIÙ DEI VOSTRI AFFARI E COMPLICITÀ". Striscione
> davanti a cui si fermavano tante persone, donne, e soprattutto le operaie
> della Vinci Shoes, operaie di altre fabbriche tessili, delegate sindacali,
> per parlare, prendere il nostro volantino/messaggio, rimanere in contatto.
> Ma quella scritta, "...le nostre vite valgono di più dei vostri affari e
> complicità", guastava il clima di "silenzio-rassegnazione" imposto; ad un
> certo punto è arrivata la polizia che si è accanita sullo striscione, ha
> provato a strapparlo e poi a sequestrarlo, cercando anche di portare in
> questura una compagna di Taranto. Solo la nostra ferma determinazione e
> l'isolamento del dirigente della polizia dalle donne e persone vicine lo
> ha
> impedito. Ma per far rimanere lo striscione nella piazza abbiamo dovuto
> mettere dello shock sulla frase "pericolosa", benchè, come si può vedere
> da
> alcune foto, la frase si leggeva bene lo stesso....
>
> Con le operaie con cui abbiamo parlato, e nelle interviste rilasciate a Tv
> e
> stampa locale e nazionale, abbiamo insistito sul fatto che queste morti
> sono
> frutto sia della speculazione edile dei padroni, come della complicità del
> Sindaco di Barletta - e, forse, anche più che complicità. Visto quanto sta
> venendo fuori circa un piano esistente che prevedeva l'abbattimento di
> quelle palazzine non per fare abitazioni e locali a norma, ma per farci
> abitazioni di lusso; piano che potrebbe nascondere un intreccio
> affari/tangenti.
>
> Ma queste morti sono soprattutto frutto del lavoro nero. Chi in questi
> giorni sta negando questo sbaglia, o volutamente in cattiva fede, o anche
> in
> buona fede come alcuni familiari, lavoratrici, gente di Barletta.
> Le 4 donne sono morte in quanto operaie, sono morte sul lavoro e per il
> lavoro. Anche la piccola Maria è morta sul luogo di lavoro. E sono morte
> per
> le condizioni di lavoro a "nero", che vuol dire taglio dei costi del
> lavoro,
> del salario come dei costi per la sicurezza. Se le operaie non fossero
> state
> in quelle condizioni, non si sarebbero neanche trovate in quel sottoscala
> a
> lavorare quasi di nascosto, in locali con le crepe nei muri, senza via
> d'uscita a norma, ecc., per gli affari del padroncino ma soprattutto per i
> profitti delle 'Grandi marche'. Se non sono queste morti per il lavoro,
> cosa
> sono? Non è sicuramente un caso che sono morte solo operaie e Maria che
> era
> andata da loro. Chi nega il rischio mortale del lavoro nero, intrecciato
> con
> la speculazione affaristica dei padroni edili e la mancanza di controlli
> di
> Ispettorato, Asl, ecc., il menefreghismo, o connivenza delle Istituzioni,
> di
> fatto, come sta facendo il sindaco di Barletta, lo vuole giustificare,
> normalizzare, renderlo ordinario e scontato, accettabile come unica
> prospettiva soprattutto al sud, soprattutto per le donne. Ma così non deve
> essere!
> Con le operaie abbiamo parlato della necessità, anche di fronte alla morte
> di Giovanna, Matilde, Antonella, Tina, Maria - ma c'era stata un'altra
> morte
> pochi giorni fa in Puglia tra le braccianti - dell'unità, della lotta, di
> uno "sciopero delle donne", per dire Basta!, per sentirci forti, per non
> accettare questa vita!
>
> Purtroppo, a Barletta, chi non c'era, a parte le delegate operaie, erano i
> sindacati confederali locali, regionali. Ma questa non è una ragione in
> meno, ma un motivo in più per non delegare la nostra lotta di lavoratrici
> e
> di donne.
>
> Il momento più emozionante è stato verso la fine della pomposa, lunga
> celebrazione religiosa.
> Un grande, fortissimo applauso di tutta la piazza ha salutato le bare che
> andavano via.
> Ma nello stesso tempo all'applauso si è unita la ribellione. Striscioni
> sono
> calati dai palazzi nella piazza: da un terrazzo, lo striscione nero "E ora
> vogliamo la verità!!"; da un balcone di un altro palazzo: "Muore chi fa il
> suo dovere per colpa di chi non ha mai fatto il suo".
> I rappresentanti istituzionali sono stati "accompagnati" alla fine dalle
> grida di gente comune, dal minimo "Bella figura che avete fatto", a frasi
> molto più pesanti "Bastardi", "Assassini", "Andate in galera".
> La rabbia poi si è trasferita da parte di tanti cittadini sotto il Comune,
> verso il sindaco che si è barricato dentro e non ha voluto neanche
> incontrare una delegazione. La parola principale era "Dimettetevi", "i
> Profitti non valgono la vita di 5 operaie Dimettetevi" - diceva uno
> striscione.
>
> Noi prima di tornare a Taranto siamo andate sul luogo del disastro,
> vicinissimo a p.zza A. Moro, per lasciare su quelle maledette pietre il
> nostro striscione, come saluto, insieme ai fiori e ai cartelli, e ad altri
> striscioni.
> Un padre ci ha detto: "grazie di essere venute. Avete fatto una cosa
> bella!".
>
> per Le lavoratrici, disoccupate del Movimento Femminista Proletario
> Rivoluzionario - Taranto
>
> Concetta Musio
> Fiorella Masci
>
> TA. 7.10.11
>
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