[Redditolavoro] UMBRIA OLII: "VOGLIAMO GIUSTIZIA PER I 4 MORTI"

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Fri Nov 18 08:36:52 CET 2011


UMBRIA OLII: "VOGLIAMO GIUSTIZIA PER I 4 MORTI"





Sono Lorena Coletti, mio fratello morì il 25 novembre 2006, nella tragedia 
delle Umbria Olii.

Quel giorno morirono altre 3 persone che lavoravano con lui nella ditta 
Manili, la quale effettuava manutenzioni in appalto presso la Umbria Olii.

Il lavoro della ditta Manili, consisteva nel montare delle passerelle sui 
silos che per l' occasione dovevano essere bonificati, mentre tramite 
successive perizie, si è scoperto che questi ultimi contenevano un gas 
potenzialmente esplosivo, l' esano.

Quindi i dipendenti della ditta Manili non sapevano il rischio che correvano 
nell' effettuare il montaggio delle passerelle e la Umbria Olii non 
possedeva il certificato antincendio che oltretutto era scaduto da due anni.

Al momento dell' esplosione, il contenuto dei silos, che ammontava a diverse 
tonnellate di olio si è riversato nel fiume Clitunno e nelle strade di 
Campello, provocando ingenti danni ambientali.

Nel 2008 iniziò il processo preliminare, durante il quale i legali di Del 
Papa [titolare della Umbria Olii] avanzarono diverse istanze, tra cui la 
rimessione per poter spostare il "sito" del processo per ostilità ambientale 
e addirittura la ricusazione del giudice dell' udienza preliminare, 
ritenendolo di parte. Tutte istanze che ovviamente non sono mai state 
accolte, cosi come la richiesta di rito abbreviato da parte dell' imputato e 
la richiesta di risarcimento di 35 milioni di euro che i familiari e l' 
unico superstite si sono visti recapitare.

Al termine del processo preliminare Giorgio Del Papa, amministratore 
delegato della Umbria Olii, fu rinviato a giudizio e la data del 24 novembre 
del 2009 vagliava l' inizio del processo penale dove l' amministratore 
delegato ha, a suo carico, le imputazioni di omicidio colposo plurimo con l' 
aggravate della colpa cosciente, disastro ambientale e il mancato rispetto, 
anche doloso, di alcune norme sulla sicurezza del lavoro.

Durante le varie udienze, la prima linea difensiva adottata dal legale di 
Giorgio Del Papa, vedeva incolpare i dipendenti della ditta Manili che 
secondo perizie di parte, avrebbero utilizzato fiamme libere per ancorare le 
passerelle ai silos, tesi difensiva che poi è stata abbandonata dalla difesa 
stessa.


Il 18 ottobre 2011 nell' aula del tribunale di Spoleto, dove era attesa la 
requisitoria del PM Federica Albano, non sono mancati i colpi di scena, 
poiché stavolta a far discutere l' accusa è stata la sorpresa dell' avvocato 
La Spina che ha presentato un libro scritto da lui stesso, dal titolo "Non 
ho colpa".

Un libro dal titolo innocuo ma che contiene il racconto della vicenda 
processuale, vista dagli occhi della difesa, e raccontata con la voce di 
"Pippo", dove idealmente Giorgio Del Papa viene ritenuto innocente e assolto 
dopo profonde analisi e osservazioni nel libro contenute.

Lo stesso giorno nell' aula del tribunale il Procuratore capo Gianfranco 
Riggio, ha avallato calcando la mano sulle accuse già formulate nella 
requisitoria del PM e ha specificato che la Procura ha negato a Del Papa il 
riconoscimento delle attenuanti generiche, vuoi per l' estrema gravità del 
fatto vuoi per la personalità dell' imputato che tra l' altro non è immune 
da precedenti.
Il 19 ottobre 2011 è il giorno della difesa, nel quale l' avvocato La Spina 
ha parlato per ben 5 ore, leggendo anche alcuni passi del libro-arringa che 
è finito agli atti del processo.

Come prima cosa l' avvocato ha chiesto per Giorgio Del Papa l' assoluzione 
con formula piena, evidenziando addirittura, che i precedenti di cui aveva 
parlato il giorno prima il Procuratore Capo Riggio non sarebbero ostativi 
per la concessione delle attenuanti generiche.

Durante la requisitoria, il libro-arringa non è stata l' unica sorpresa 
della difesa di Del Papa, in quanto l' avvocato dell' imputato ha chiesto, 
oserei dire anche in maniera piuttosto inaspettata, al giudice una 
superperizia. Ossia, La Spina vuole ricorrere all' articolo 507 del C.P.P. 
che consente al giudice, in caso di assoluta eccezionalità, quindi anche a 
processo praticamente concluso vista la sentenza imminente, di disporre di 
nuovi mezzi di prova.

L' utilità a parere della difesa di questa superperizia, sta nel verificare 
la tesi difensiva attuale, che vede attribuire all' unico superstite, 
Klaudio Dimiri, l' intera colpa della catastrofe.

Secondo la difesa quindi la colpa dell' unico superstite sta nell' aver 
compiuto una manovra errata con la gru, che quel giorno avrebbe sollevato il 
silos.

Secondo l' accusa, l' ipotesi è fantasiosa avendo già considerato peso del 
silo e del suo contenuto, il peso e l' inclinazione del braccio della gru.

Un' altra cosa che l' avvocato della difesa vuole verificare, tramite 
perizia, è l' attendibilità degli esami chimici di laboratorio effettuati 
durante le indagini.

Il giudice Avenoso, ha sospeso l' udienza dando come prossima data utile il 
15 novembre, non escludendo un eventuale sentenza.

Noi familiari delle vittime, come ha già detto il Procuratore Riggio, 
pretendiamo giustizia per questi 4 morti.

Chiediamo al giudice Avenoso la massima celerità nell' espletare la 
sentenza.


Lorena Coletti






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