[Redditolavoro] Fw: "La città invisibile che si ribella al veleno nel lavoro"

bastamortesullavoro@domeus.it cobasta at libero.it
Mon Nov 7 07:38:16 CET 2011



"La città invisibile che si ribella al veleno nel lavoro"


Di Fulvio Colucci
Terra 4/11/2011

REPORTAGE. A Taranto è mistero sul registro dei lavoratori esposti ad agenti
cancerogeni. E nel capoluogo sono presenti Ilva, Cementir ed Eni.

Invisibili. I lavoratori dell’area industriale tarantina. Invisibili alla
società, alla politica, ai dati sulla loro salute. Invisibile è, nei numeri,
uno dei più temuti rischi corsi dagli invisibili in fabbrica: l’esposizione
agli agenti cancerogeni. In un triangolo senza pari, nel resto del Paese: le
acciaierie Ilva, la raffineria Eni, la Cementir, le aziende dell’indotto. L’istituzione
del registro dei lavoratori esposti ad agenti cancerogeni risale al 1994,
alla legge 626 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Ci vorranno tredici
anni perché diventi realtà grazie al regolamento attuativo contenuto nel
decreto ministeriale 155 del 2007. Il registro deve essere istituito dal
datore di lavoro e inviato agli organi preposti alla prevenzione e alla
sicurezza. Ma nell’area industriale tarantina la legge resta sulla carta. E
cala la nebbia sul rapporto fabbrica-tumori se l’associazione ambientalista
Peacelink ha chiesto di nuovo alla magistratura «un’indagine specifica sull’espo!
 sizione dei lavoratori agli agenti cancerogeni, anche per verificare se il
registro dei lavoratori esposti ad agenti cancerogeni sia stato
effettivamente attivato e se sia disponibile per elaborazioni statistiche
per verificare quanti decessi e quanti ammalati vi siano stati in questi
anni nei reparti a più alto rischio».

Il problema delle malattie professionali ha già destato l’interesse della
magistratura quanto quello delle morti bianche: pochi mesi fa sono stati
rinviati a giudizio dal Tribunale di Taranto 19 ex dirigenti dell’Italsider
(gestione pubblica) per la morte di una trentina di operai deceduti dopo
aver contratto il tumore. «Le autorità sanitarie – incalza il presidente di
Peacelink Alessandro Marescotti – dovrebbero essere in possesso di una
consistente quantità di dati che possono consentire di effettuare calcoli
statistici sull’impatto che i cancerogeni industriali hanno avuto e hanno
attualmente sui lavoratori». Il meccanismo previsto dalla legge delegava l’Ispesl,
l’Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza, a raccogliere i dati
trasmessi dalle aziende entro trenta giorni dall’istituzione del registro. L’Ispesl
è stato sciolto e incorporato nell’Inail, ma l’attuazione del decreto è
ancora lontana.

Il vicario regionale Inail per la Puglia, Giuseppe Gigante, spiega: «Il
registro non esiste ancora e l’Istituto utilizza l’elenco delle sostanze
nocive per collegare l’attività del lavoratore esposto alla malattia
diagnosticata dal medico. I dati – aggiunge Gigante – sono richiesti nel
momento in cui bisogna riconoscere la malattia professionale. La creazione
del registro appare necessaria non solo per verificare le patologie
contratte sui luoghi di lavoro, ma soprattutto per un’attività di
prevenzione divenuta ormai indifferibile». Il vicario regionale dell’Inail
fa un paragone con l’altra grande emergenza, gli infortuni sul lavoro.
Taranto ha vissuto anni drammatici, la tragica statistica delle morti
bianche all’Ilva che ha costellato, fino al 2008, fino all’ultimo incidente
mortale, il decennio. «L’attività di prevenzione aziendale, lo sforzo
unitario degli organi competenti, hanno permesso di fare passi avanti decisi
e decisivi nell’ottica della riduzione del fenomeno.

L’esperienza va mutuata sul fronte delle malattie professionali che restano
una grande emergenza». La prevenzione come parola d’ordine, come tam tam
civile «anche rispetto alla bonifica dell’area industriale». Perché, spiega
Gigante, «quella è attività determinante per ridurre i rischi di malattie
professionali contratte sul posto di lavoro». Le bonifiche, cinquant’anni di
veleni da cancellare. Lo sa bene il sindacato. Antonio Talò, segretario
generale dei metalmeccanici Uilm, allarga le braccia: «Siamo a favore del
registro tumori e delle mappe epidemiologiche, sosteniamo la battaglia del
comitato “Donne per Taranto”, figurarsi sul registro dei lavoratori esposti
alle sostanze cancerogene. Ma senza bonifiche della zona industriale tutto
risulterebbe inutile». E allora chi tenderà l’orecchio verso la città
invisibile, chi ascolterà il suo lamento muto, la sua ribellione ai veleni,
dentro e fuori le fabbriche?
www.peacelink.it

--
Mailing list Taranto dell'associazione PeaceLink.
Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html
Archivio messaggi: http://lists.peacelink.it/taranto
Si sottintende l'accettazione della Policy Generale:
http://web.peacelink.it/policy.html



More information about the Redditolavoro mailing list