[Redditolavoro] sulla morte sul leader farc alfonso cano
procomta
ro.red at libero.it
Sun Nov 6 16:05:37 CET 2011
L’ASSASSINIO DEL COMANDANTE ALFONSO CANO E’ UN ATTACCO VIGLIACCO
ALLA LOTTA PER LA PACE CON GIUSTIZIA SOCIALE!
Nella giornata di venerdì 4 novembre, dopo intensi bombardamenti e
cruenti e prolungati scontri, è caduto combattendo il Comandante in
Capo delle FARC-EP, Alfonso Cano.
Tra brindisi trionfalistici e conati di bile reazionaria, gli
oligarchi e i loro lacchè, i filoimperialisti e i borghesi di ogni
risma fanno festa danzando intorno all’altare della resa e della
smobilitazione della guerriglia, che però esistono soltanto nei loro
sogni e nelle loro menti perverse.
Con la perdita di uno dei più brillanti dirigenti politico-militari
della resistenza colombiana, il movimento insorgente e quello
popolare subiscono certamente un duro colpo. Alfonso Cano, oltre ad
essere il Comandante in Capo delle FARC, era anche un riferimento
intellettuale, teorico ed etico per milioni di colombiani e
latinoamericani che ne hanno sempre apprezzato lo spirito di
sacrificio, la lucidità d’analisi, le grandi capacità politiche e
la profonda cultura.
Tuttavia, come già avvenuto in occasione dell’assassinio dei
Comandanti fariani Raúl Reyes e Jorge Briceño, e della morte per
cause naturali del leggendario Manuel Marulanda, le FARC hanno
dimostrato di poter rimpiazzare qualsiasi dirigente e di sopperire
agli eventuali scompensi causati dai colpi inferti dal nemico grazie
al principio della direzione collettiva, ad un’innegabile solidità
organica e politico-ideologica e, cosa ancor più importante, al
profondo radicamento tra le masse popolari.
Pertanto, quando l’oligarchia capeggiata da Santos promette
un’imminente smobilitazione della guerriglia e una rapida
conclusione manu militari del conflitto sociale ed armato colombiano,
mente spudoratamente. E lo fa dopo mesi e mesi in cui gli stessi media
di regime riconoscevano l’estrema difficoltà delle forze armate
governative -e dell’intero apparato repressivo- nel far fronte
all’incessante operatività delle FARC in tutta la Colombia, che
solo nel 2010 avevano realizzato 2272 azioni e messo fuori
combattimento 4341 militari e poliziotti, tra morti e feriti.
Di conseguenza, continua ad essere assolutamente necessaria una
soluzione politica del conflitto, per porre fine al bagno di sangue
provocato dall’imperterrita politica guerrafondaia del regime
narco-mafioso e dall’imperialismo, e per veicolare quelle
trasformazioni strutturali di cui il paese ha un disperato bisogno.
E’ il clamore della maggioranza del popolo colombiano, come
dimostrano le tenaci lotte dei lavoratori petroliferi contro gli
scempi delle multinazionali, le inarrestabili mobilitazioni degli
studenti contro la mannaia privatizzatrice della Riforma
dell’educazione, l’indomabile resistenza indigena e contadina e
l’ennesima, maggioritaria astensione al circo delle recentissime
elezioni amministrative.
Chiamiamo tutti i movimenti, comitati, collettivi, partiti,
associazioni, sindacati e singole persone solidali con la lotta dei
popoli a pronunciarsi con forza.
La nostra Associazione denuncia ancora una volta il fascista governo
Santos, che a parole dice di esser disposto a dialogare con la
controparte ma poi fa di tutto per assassinarne i dirigenti, e
ribadisce -come ha sempre fatto in oltre un decennio d’incessante
attività solidale con le lotte del popolo colombiano- che senza
giustizia sociale, né in Colombia né altrove, mai potrà esserci
una vera pace.
Associazione nazionale Nuova Colombia
6 novembre 2011
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