[Redditolavoro] un assoluzione scandalosa
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Thu May 26 08:43:55 CEST 2011
Incidenti lavoro:morti Tricom
Galvanica,assolti i 3 imputati
Accusa aveva chiesto complessivamente 12 anni e 8 mesi
24 maggio, 16:45
.
(ANSA) - VICENZA, 24 MAG - ''Tutti assolti perche' il fatto non sussiste''.
E' la sentenza del
gup Deborah De Stefano del Tribunale di Bassano del Grappa, nei confronti
dei tre imputati che
dovevano rispondere delle morti di cinque dipendenti della Tricom-Pm
galvanica di Tezze sul
Brenta (Vicenza). Il procuratore capo Carmelo Ruberto per i tre imputati
aveva chiesto
complessivamente dodici anni e otto mesi per omicidio colposo plurimo,
lesioni gravissime ed
omissione di cautele.
Questo lo scarno comunicato ANSA
Come MD eravamo presenti in quanto parte civile e siamo rimasti
assolutamente colpiti dalle parole di
assoluzione del giudice De Stefano dopo 10 minuti di camera di consiglio.
Difficile accettare una sentenza
che manda assolti dei responsabili di azienda per la morte di lavoratori
esposti a sostanze tossiche e
cancerogene e all'interno di un ambiente di lavoro dove delle leggi sul
lavoro e delle sicurezza nulla si
sapeva (o si evitava di sapere). L'assoluzione, per ora in primo grado,
significa che è stato dato ragione alle
difese. Queste hanno sostenuto che i lavoratori sono morti a causa del fumo
di sigaretta, il cromo
esavalente (sostanza cancerogena nota) non c'entrava niente. Abbiamo anche
appreso un'ulteriore novità:
il DPR 303 del 1956 prescriveva all'articolo 20 non la rimozione delle
poveri dall'ambiente di lavoro, ma -
secondo le difese - l'eliminazione degli odori molesti. Il rapporto causa
effetto fra malattia e morte per
tumore ed esposizione a sostanze cancerogene è indimostrabile. I periti
epidemiologi, compresi quelli del
giudice, hanno sbagliato tutto perché l'epidemiologia non basta. I numeri
sono troppo piccoli, non si può
dire che ci sono state morti (dei lavoratori) in eccesso, rispetto alla
popolazione. Insomma, occorre essere
garantisti. quindi i lavoratori uccisi dal cromo , dal nickel e da altre
sostanze tossiche, non sono mai esistiti.
Una conclusione che come si diceva è avvenuta dopo dieci minuti di camera di
consiglio senza attendere
che in aula arrivasse l'unico avvocato di parte civile e, dopo che, nella
precedente udienza (17 maggio), allo
stesso avvocato era stato impedito di svolgere l'arringa come stava
iniziando a fare.
Come per la prima sentenza a Marghera contro Montedison ed Enichem
ingiustizia è stata fatta. Come
allora il ricorso in appello è inevitabile, ma ancora più inevitabile è la
lotta per il diritto alla salute, contro
l'accettazione di qualsiasi condizione di lavoro in nome dell'occupazione,
ma in sostanza per salvaguardare
sempre e comunque il profitto.
Milano, 24 maggio 2011
Fulvio Aurora (Md nazionale)
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