[Redditolavoro] presidio no war contro conferenza della scuola "di guerra" S.Anna a Pisa

procomta ro.red at libero.it
Tue May 24 17:16:09 CEST 2011



Pisa: gli allievi della Scuola superiore S. Anna celebrano la guerra in 
Afghanistan protetti dalle forze dell’ordine.

Un presidio No War li contesta.

 Un forte schieramento di polizia, carabinieri, Digos e guardie del corpo 
dei politici e generali invitati proteggeva ieri la Conferenza «Italia e 
Afghanistan: dieci anni di impegno politico e militare 2001-2011», 
organizzata dagli allievi della Scuola superiore S. Anna, istituzione 
specializzata per il lavoro di ricerca e sviluppo del “peacekeeping”, 
termine soft coniato per nascondere le contemporanee tecniche di aggressione 
militare colonialista dell’Occidente contro governi e popoli poco propensi a 
essere indiscriminatamente sfruttati.

Il presidio, promosso dal Coordinamento No Hub e da “studenti e studentesse 
contro la guerra”, ha portato in Piazza Martiri della Libertà quella parte 
della città intenzionata a strappare il velo di silenzio intorno alle 
attività di un’istituzione che contribuisce, ben di più delle basi militari, 
alla militarizzazione dei nostri territori.

I numeri del presidio sono stati dignitosi, anche se si riscontra - nella 
piazza pisana così come nel resto del paese – un livello di mobilitazione 
molto al di sotto delle esigenze che la situazione imporrebbe, per i costi 
umani ed economici dell’intervento italiano nei vari fronti di guerra, in 
Afghanistan come in Libia.

La mobilitazione pisana ha comunque colto nel segno, scatenando le ire e le 
preoccupazioni degli allievi della scuola S. Anna, i quali alcuni giorni 
prima della conferenza hanno preso contatto telefonicamente con un 
rappresentante del Coordinamento no hub, per evidenziare il “danno” arrecato 
al buon nome della scuola dalla nostra mobilitazione, ma anche per fare ai 
pacifisti una proposta: In perfetto stile “peacekeeper”, i giovani allievi 
avevano spalancato le porte della conferenza al Coordinamento, con un’apertura 
mozzafiato: sessanta secondi per una domanda prima del coffe break che 
concludeva la pima parte del loro convegno…! Ovviamente la delegazione 
invitata doveva essere di modeste dimensioni: uno,massimo due 
rappresentanti, in attesa di poter formulare la sospirata domanda al termine 
delle prolusioni dei due ex Ministri della Difesa Martino e Parisi, dei 
generali e dell’ex ambasciatore italiano in Afghanistan.

I rappresentanti del No Hub hanno così potuto dimostrare “sul campo” che le 
tattiche del “peacekeeping” si possono battere. La “generosa” proposta dei 
giovani yuppies delle guerre “giuste” è stata rinviata al mittente.

Le idee di studenti e militanti no war sulla celebrazione di dieci anni di 
massacri in Afghanistan sono risuonate chiare e forti dai megafoni delle 
trombe piazzate su una macchina posteggiata di fronte alla sede del S.Anna.

L’asimmetria tra mezzi tecnici era evidente, ma sicuramente i “signori della 
guerra” seduti nelle comode poltrone della sala conferenze all’interno del 
S.Anna hanno sentito risuonare, anche nella piazza pisana, l’eco di una 
sconfitta che nessuna celebrazione può nascondere.

Il giorno 24/mag/2011, alle ore 16.07, Assemblea No War Napoli ha scritto:

> Di seguito inviamo il report della seconda assemblea nazionale contro la 
> guerra, tenutasi a Roma lo scorso 15 maggio.
> Lo trovate anche qui.
> Saluti antimilitaristi.
>
>
>
> Domenica 15 maggio, a Roma, si è tenuto il secondo appuntamento nazionale 
> delle realtà No War riconvocatosi dopo la manifestazione e l’assemblea 
> nazionale di Napoli del 16-17 aprile.
> Erano presenti e sono intervenuti compagni di diverse realtà: Napoli, 
> Roma, Milano, Pisa, Viareggio, Bologna, Massa, Lecce, Genova.
>
> La discussione ha cercato di individuare i motivi di difficoltà nella 
> mobilitazione contro la guerra in Libia che si vanno registrando sia nelle 
> iniziative del movimento No War che in quello più tradizionalmente 
> pacifista.
> La copertura ideologica offerta da Napolitano alla guerra umanitaria e la 
> scarsa percezione nella società che il paese sia effettivamente dentro una 
> guerra, sono una parte significativa del problema. Ma non si può 
> sottovalutare neanche come una parte del movimento che storicamente si è 
> battuto contro la guerra, non ne condivida i mezzi (i bombardamenti, l’intervento 
> militare Nato etc.) ma ne condivida gli obiettivi (l’eliminazione di 
> Gheddafi). Infine questa guerra, non è la solita “guerra americana” ma è 
> una guerra coloniale che vede come protagoniste le potenze europee, a 
> cominciare dalla Francia, ma con Gran Bretagna e Italia ormai pienamente 
> coinvolte a tutti i livelli.
>
> Dentro questa contraddizione si è ritenuto di dover agire comunque intorno 
> soprattutto a tre questioni di fondo:
> 1) Le piene responsabilità dell’Italia dentro il fronte dei paesi 
> belligeranti e aggressori. Non ci si può sottrarre dalla denuncia del 
> “proprio” imperialismo, soprattutto per una Italia che torna a bombardare 
> la Libia un secolo dopo l’invasione coloniale
> 2) La denuncia delle connessioni e delle conseguenze tra la guerra e le 
> condizioni di vita dei lavoratori e degli studenti in una fase in cui la 
> crisi sta già erodendo diritti, salari, prospettive e che vede gli impegni 
> militari sottrarre risorse preziose.
> 3) La “protezione dei civili” come litanìa di copertura alla guerra, deve 
> essere decostruita e smantellata. I bombardamenti sulle città libiche, l’abbandono 
> dei migranti in mezzo al mare, le misure emergenziali e razziste contro 
> gli immigrati che fuggono e arrivano in Italia, demoliscono ogni copertura 
> umanitaria alla guerra.
>
> a) Si è deciso pertanto di non retrocedere sul piano della denuncia e dell’iniziativa 
> e di tenere ovunque sia possibile il livello della mobilitazione 
> possibile. In tal senso è stato deciso di convocare per mercoledì 1 giugno 
> (vigilia della Festa ormai militarista e militarizzata del 2 giugno) una 
> giornata di mobilitazione nazionale in tutte le città dove sia possibile 
> con iniziative pubbliche e/o di piazza contro la guerra. A tale scopo sarà 
> approntato un volantino unitario per la giornata di mobilitazione  del 1 
> giugno da utilizzare comunemente in tutte le città
> b) In secondo luogo si sta verificando la possibilità di portare l’iniziativa 
> contro la guerra al suo livello dovuto, cioè europeo, con una 
> manifestazione a Bruxelles, sede dell’Unione Europea e Comando Centrale 
> della Nato. Su questo sono in corso verifiche e contatti con altre realtà 
> europee per convergere su una data comune della mobilitazione.
> c) Tra gli appuntamenti intermedi a livello locale, alcuni interventi 
> hanno segnalato quello di sabato 21 al Cie di Santa Maria Capua Vetere per 
> denunciare la “guerra contro i migranti” e quello alla scuola Sant’Anna di 
> Pisa per il 23 maggio dove si terrà un convegno di tutte le istituzioni 
> politiche, culturali e militari guerrafondaie.
> d) Si è deciso altresì di integrare al massimo gli strumenti a 
> disposizione come il sito www.stopwar.altervista.org e la mailing list 
> utilizzata per preparare la manifestazione nazionale di Napoli.
>
> -- 
> Assemblea contro la Guerra
> http://stopwar.altervista.org
>




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