[Redditolavoro] Fiat sata melfi ora !

procomta ro.red at libero.it
Mon May 9 08:03:32 CEST 2011


 Fiat sata melfi  ora !

riprendiamo questa cronaca da 'operai contro' a firma di 'alcuni operai 
della fiat sata' perchè essa conferma la denuncia e analisi dettagliata da 
noi fatta
sugli ultimi sviluppi a melfi contenuta negli articoli del blog da noi 
dedicati alla questione
non condividiamo la forma 'anonima dell'articolo' e ci apprestiamo a fare su 
questi eventi una battaglia aperta con una prossima iniziativa alla fiat 
sata
che si terrà in occasione della ripresa del processo per i tre licenziamenti
la questione melfi e la questione bertone sono legate e la fine 
dell'anomalia fiom è il tema su cui ragionare e agire nella prospettiva 
della ricostruzione
dal basso del sindacato di classe nella fabbrica, gruppo fiat in testa
un' altra riunione si terrà a Torino sul fronte mirafiori

proletari comunisti

CRONACHE DA MELFI

Noi operai alla Fiat di Melfi, nelle assemblee indette dalla Fiom abbiamo 
detto di no
al sistema Ergo-Uas che vuole dire riduzione delle pause e aumenti dei ritmi 
di
lavoro.
La stessa cosa abbiamo detto firmando la petizione della Fiom. 2984 operai 
hanno
firmato.
Nonostante questo, 11 delegati RSU della Fiom hanno chiesto più volte al 
segretario
nazionale Maurizio Landini di firmare l'accordo che prevede di aumentare i 
ritmi di
lavoro e ridurre le pause a partire dal 1° Gennaio del 2012.

Tanti di questi delegati si comportando come veri ballerini.

Il coreografo di questi danzatori sembra essere proprio l'ex segretario 
della Fiom,
Cillis.

Alcuni di questi delegati hanno partecipato alla raccolta delle firme per 
chiedere
che non si tagliassero le pause e si aumentassero i ritmi di lavoro. Li 
abbiamo visti
con i nostri occhi.

Poco dopo, hanno cambiato idea e hanno chiesto con una lettera a Landini che 
si
firmasse l'accordo che prevede il contrario di quello che ci hanno fatto 
firmare.

Successivamente 2 delegati Rsu (degli 11), in assemblea quando si è votato 
affinché
la Fiom non firmasse l'accordo che prevedeva l'aumento dei ritmi e la 
riduzione delle
pause, hanno votato insieme a centinaia di noi.

Gli altri 9 delegati RSU che vorrebbero firmare l'accordo, invece nelle 
assemblee non
si sono fatti nemmeno vedere, nessuno è intervenuto e ha avuto l'audacia di 
dire di
voler firmare. Nemmeno l'ombra di Cillis si è vista.

Da allora non sono passati neanche una quindicina di giorni, ed ecco che gli 
11
delegati si sono di nuovo compattati e sono tornati alla carica.

Hanno inviato un'altra lettera al segretario della Fiom Maurizio Landini e 
alla
segretaria della Cgil Camusso. Continuano a dire "che l'accordo si poteva e 
si può
firmare".

Cosa spinge questi delegati a voler firmare l'accordo ad ogni costo?

Sono le ore di permesso sindacale che verrebbero date dalla Fiat per 
muoversi
liberamente in fabbrica e non fare niente.

Se loro vanno in giro e in cambio di questo devono peggiorare le nostre 
condizioni,
lavorino pure loro.

Cosa spinge Cillis a sostenere che si può firmare il peggioramento delle 
nostre
condizioni.

La Fiat? La Cgil? Tutte e due? Quello di non essere un operaio? Di non 
vivere le
nostre stesse condizioni?

Cillis operaio non è mai stato, quel poco che ha lavorato in fabbrica lo ha 
fatto
come impiegato.

Un impiegato che vuole decidere sulla pelle di noi operai. Uno come tanti 
che si è
trovato sotto la bandiera sbagliata!

Il segretario nazionale della Fiom Maurizio Landini e il segretario 
regionale
Emanuele De Nicola non hanno lavorato sulla catena di montaggio ma si sono 
schierati
con noi.
Emanuele De Nicola quando faceva il manutentore in fabbrica è stato più 
volte isolato
dall'azienda dagli altri compagni di lavoro. Molti operai ancora lo 
ricordano su un
soppalco, solo come un cane.

I dirigenti sindacali hanno una propria storia alle spalle.

L'ex segretario della Fiom Giuseppe Cillis e 11 delegati Rsu invece si sono 
schierati
con il padrone.

Quanto tempo potranno resistere Maurizio Landini ed Emanuele De Nicola 
contro la Fiat
senza la nostra dura protesta? Se il prossimo anno si taglieranno le pause 
noi operai
non resteremo a guardare.

Per adesso le pause non sono state ridotte e non sembra ci sia questa 
volontà.

La Fiom dovrebbe incominciare a pensare di bloccare lo stabilimento come 
successe nel
2002 con gli operai di Termini Imerese.

Il segretario nazionale della Fiom Maurizio Landini ed Emanuele De Nicola 
continuano
a dire no all'aumento dei ritmi e alla riduzione delle pause. Cillis e gli 
11
delegati RSU dicono che si può fare. Tanto non tocca a loro.

Sono tante le manovre che la Fiat si potrebbe inventare. Ci sono anche i 
falsi
referendum!
Con una canea di "falsi compagni", insieme ai delegati filopadronali già 
pronti,
l'esito diventerebbe scontato.

Otto delegati Rsu che sostengono i rappresentanti nazionali e regionali 
della Fiom:
Miniscalchi, Gravinese, Barrozzino, La Morte, Imbrenda, Barbano, Langone 
lavorano
sulle linee e fruiscono delle poche ore di permesso sindacale previste. Gli 
altri
vogliono di più e scalpitano che vogliono firmare.

Si dice che l'ex segretario della Fiom Cillis, che delegato non è, sembra 
che in
fabbrica vada dove vuole.

L'ex segretario della Fiom Cillis è entrato nella segreteria della Cgil.

Ci avevano detto che doveva rappresentare gli operai in seno alla 
confederazione!
Se questo è il modo, sicuramente, la Fiat e i padroni farebbero ponti d'oro 
per
averne tanti così.
Alle passate elezioni regionali Cillis, candidato con rifondazione comunista 
con le
chiacchiere ha abbagliato parecchi operai. Tanti l'hanno votato. Meno male 
che è
stato trombato e noi non l'abbiamo votato!

La prossima volta, potrà farsi dare una mano anche dalla Fiat nella campagna
elettorale.

Si può imbrogliare per un po' di tempo, per tanto tempo, ma non per sempre!

Noi è da tempo che ci siamo accorti cosa c'era dietro quella maschera.

Cillis insieme ai delegati ballerini hanno conquistato il consenso del 
padrone.

Però siamo sicuri che ha perso la fiducia di tantissimi operai che non gli 
batteranno
più le mani!

Alcuni operai della FIAT di Melfi

da uno degli articoli del blog di proletari comunisti aprile 2011

Il fronte di lotta si deve necessariamente spostare negli stabilimenti 
effettivamente operativi e chiave, primo tra tutti alla Fiat Sata.
Qui vi è una prima applicazione con gli operai in fabbrica del piano 
Marchionne; qui vi è la partita aperta dei licenziamenti repressivi; qui la 
Fiat da un lato ha alzato il tiro, pause e Ergo Uas effettivamente in opera 
(vedi articolo sul blog di giorni fa); su diritto di sciopero e malattia ha 
allentato la presa, anche perchè qui fanno da monito e freno i 
licenziamenti. Ma l'offensiva padronale punta su isolamento della Fiom, 
delle parti di essa più inclini alla resistenza e alla lotta, con una 
politica di accerchiamento che fa leva, oltre che su tutto il resto, sul 
cavallo di troia nelle fila operaie, la Cgil regionale e l'uomo in fabbrica 
della Cgil regionale, Cillis, l' "ex eroe" dei 21 giorni, il candidato 
tornato poi in fabbrica, riaccolto bene dagli operai ma non cogliendo subito 
che in tutto questo tragitto, questo ritorno non è da fuochista ma da 
pompiere.
Quindi, la Fiom resta il luogo dello scontro; ma uno scontro che si 
affidasse all'esito in questo luogo non è in grado nè di fronteggiare il 
piano Fiat nè di preparare un futuro alternativo al piano Fiat.
Checchè ne pensi tuttora la maggioranza operaia, divisa tra coscienza e 
sfiducia, la via del sindacato di classe, del circolo operaio per dare una 
testa e un luogo, al di là delle tessere, a queste battaglie, per 
contribuirvi, è l'unica proposta oggi necessaria.
Sul piano immediato la linea è facile da tracciare:
contrastare l'applicazione dell'Ergo Uas in termini di diritti, condizioni, 
sicurezza e salute;
far rientrare i licenziati in fabbrica;
assumere la centralità di Melfi non come aziendalismo produttivista da 
contrapporre in termini neocorporativi, come vuole il padrone e il sindacato 
del padrone in tutte le sue vesti, ma come centro di ricomposizione 
dell'unità di classe degli operai Fiat di tutti gli stabilimenti, da 
Pomigliano alla Sevel, fino a Mirafiori, non considerando chiusa neanche la 
partita Termini Imerese.
Serve una rete politica e sindacale di classe che faccia perno sulle 
avanguardie operaie, ma anche sul lavoro sistematico esterno, altrettanto 
importante in questa situazione, che, se basato su una analisi strategica 
corretta, è l'unico che può dare i suoi frutti.
Utili restano a questo proposito l'analisi da noi prodotta, dai 21 giorni 
fino agli ultimi 2 speciali Fiat, armi della critica per la costruzione.





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