[Redditolavoro] Fw: Bergamo: immigrati tunisini lega-digos e falsa sinistra

procomta ro.red at libero.it
Wed May 4 09:08:38 CEST 2011











  Nella mattinata di oggi, una delegazione di lavoratori dello slai cobas 
bergamo-milano, aveva richiesto un incontro col sindaco di Mozzo per esporre 
le proposte del sindacato in merito alla situazione degli  immigrati 
tunisini presenti in zona.

  Che ci fosse poca disponibilità all'incontro da parte del sindaco lo si è 
capito sin dal nostro arrivo in paese, poichè, innanzitutto nessuno dei 45 
tunisini con cui ci si era dati appuntamento nei giorni scorsi era presente, 
mentre al loro posto, presso il centro sociale per anziani ci attendeva il 
consigliere di cosiddetta opposizione Locatelli che ci aggrediva verbalmente 
con frasi offensive, in particolar modo all’indirizzo del coordinatore cobas 
provinciale che apostrofava con le seguenti parole  "..non sei un uomo...noi 
abbiamo risolto già la situazione mentre voi fate casini...ecc".

  Lo stesso Locatelli, stravolgendo quanto successo nella cena all'oratorio 
nella serata del 1 maggio, mostrava la sua piena condivisione con la linea 
dei due rappresentanti regionali della Lega che domenica sera avevano dato 
il via alle provocazioni e che poi, avevano fatto intervenire immediatamente 
la stampa e le forze dell'ordine, per identificare noi del Cobas, con l’accusa 
di essere i "provocatori".

  Infatti, dopo l'ennesima offesa, il Locatelli se ne andava e come l'altra 
sera, guarda caso, si materializzavano gli agenti della Digos che 
procedevano, ad una alquanto ridicola ispezione del centro anziani.



  Nel frattempo si iniziava a parlare con le persone presenti al centro, 
distribuendo loro la proposta che avevamo intenzione di portare al Sindaco e 
il comunicato su quanto successo il 1° maggio all'Oratorio. Queste persone, 
esprimevano il loro consenso rispetto al nostro operato affermando che, 
anche a parer loro, spesso i politici di destra e sinistra, dal Governo ai 
sindaci, son buoni a fare proclami e dichiarazioni trionfalistiche che poi, 
nella pratica, non mettono in atto, scaricando i problemi sulla popolazione 
ed inasprendo in questo modo i rapporti tra immigrati e locali.



  (Ad ulteriore conferma di queste tesi,  ricordiamo quanto afffermato dal 
consigliere comunale indipendente nei Verdi, Pietro Vertova, ieri al 
Giornale di Bergamo, il quale, stigmatizzando la condotta delle Istituzioni 
tutte, ha dichiarato che "Si concedono diritti ma poi se ne impedisce 
l'esercizio").



  Più tardi ci trasferivamo al Comune per l’incontro col Sindaco che, come 
ipotizzavamo, si rifiutava di riceverci.

  Considerato questo rifiuto consegnavamo comunque ad un impiegato la 
lettera con la nostra proposta e una copia del nostro comunicato sui fatti 
di domenica sera. Per concludere la "democratica" accoglienza delle 
Istituzioni mozzesi,  i tre agenti della Digos pensavano bene di chiedere i 
documenti ad un lavoratore del Cobas che stava facendo delle riprese video 
all'esterno del Comune, al fine di identificarlo.



  Su questo particolare interessamento delle forze dell'ordine, le montature 
e le provocazioni dei leghisti e del Locatelli, continueremo a denunciare in 
tutte le sedi quanto successo.



  Sebastiano Lamera

  per lo Slai Cobas per il sindacato di classe Bergamo

  03-05-2011



  di seguito la proposta che abbiamo presentato e un primo comunicato sui 
fatti del 1° maggio



  All c.a. del sindaco di Mozzo e  p.c. a tutta la popolazione



  BASTA CON L’IPOCRISIA!!! RISPETTO DEI DIRITTI, NON ELEMOSINE!



  Venerdì 29 aprile i lavoratori dello Slai Cobas hanno incontrato gli 
immigrati tunisini per portare la loro solidarietà che si è poi 
concretizzata con un’assemblea nel pomeriggio di sabato al centro sociale 
del comune di Mozzo dove si è deciso di affrontare collettivamente i 
problemi che stanno vivendo.



  La classe politica ed in particolare il governo Berlusconi-Maroni infatti, 
pur avendone la facoltà non hanno espresso alcuna volontà di voler dare un 
aiuto concreto a questi profughi, anzi, le azioni che hanno intrapreso hanno 
il solo fine di liberarsi al più presto di loro.

  Con la concessione del permesso di soggiorno temporaneo e la deportazione 
in varie parti d’Italia, senza che venissero forniti, a livello locale né le 
direttive e né i fondi necessari per poter gestire la situazione in modo da 
garantire un’accoglienza dignitosa; il governo ha sperato che gli immigrati, 
costretti a vivere nascondendosi come animali braccati, lasciassero al più 
presto il territorio nazionale.



  Così in queste settimane si è assistito ad un rimpallo di responsabilità 
tra le istituzioni sulla pelle degli immigrati e della popolazione: il 
sindaco chiede l’intervento del prefetto che a sua volta risponde che non 
può fare niente in quanto gli immigrati sono regolari, mentre nel frattempo, 
una campagna mediatica  subdolamente razzista amplifica i sentimenti di 
diffidenza e di paura già presenti in questo periodo di crisi e di 
licenziamenti.



  Per affrontare questa grave situazione serve l’unità di lavoratori, 
popolazione locale e immigrati  perché lo stesso governo che l’ha generata è 
quello dell’attacco al lavoro,  alle condizioni di vita, della guerra e del 
malaffare.



  Per questi motivi come lavoratori, insieme agli immigrati e alla 
popolazione che lo ritiene giusto, chiediamo che le autorità si adoperino 
per accogliere immediatamente gli immigrati in condizioni dignitose 
(alloggio, lavarsi, mangiare, cure mediche), attivando una collaborazione 
tra i vari comuni e un tavolo permanente con la Provincia affinché nei 
nostri territori siano ripristinati i diritti per tutti.



                               Sebastiano Lamera

                            Slai COBAS per il sindacato di classe





  Alcuni doverosi chiarimenti rispetto alle falsità diffuse in rete da 
alcuni dei partecipanti alla cena di

  ieri 01/05/2011all’oratorio di Mozzo (Bg).

  Alcuni giorni fa, siamo entrati in contatto con alcuni dei profughi 
tunisini che da settimane dormono

  all’addiaccio nelle campagne dell’Isola, ai quali, in base alle nostre 
possibilità, abbiamo cercato di

  dare un aiuto. Vorremmo ricordare che queste persone, da settimane, non 
hanno la possibilità di

  lavarsi, di cambiarsi, di mangiare, costretti a “vivere” in rifugi di 
fortuna, case diroccate, sotto

  cavalcavia, anfratti del terreno ecc. che, quando vengono scoperti dalle 
forze dell’ordine vengono

  immediatamente resi inagibili. Nel contempo, cittadini della zona, 
fomentati da politici e mezzi di

  informazione che dipingono i profughi come dei delinquenti, hanno riempito 
di scritte xenofobe un

  quartiere del paese e si sentono legittimati ad insultarli e aggredirli se 
li incontrano per strada.

  Ieri sera quindi ci siamo recati a Mozzo con l’intenzione di consegnare a 
questi tunisini alcuni beni

  di prima necessità (capi di vestiario e della frutta) e saputo che i 
ragazzi erano all’oratorio abbiamo

  portato tutto lì. Al nostro arrivo le volontarie della Caritas locale, 
molto gentilmente, ci hanno

  chiesto di fermarci alla cena, che stava volgendo al termine. L’atmosfera 
sembrava molto rilassata

  e non dava l’impressione di essere un ricevimento a numero chiuso. Erano 
presenti, in perfetta

  armonia, oltre ai ragazzi/e e volontari/e dell’oratorio, i profughi 
tunisini, politici di (quasi) tutti i colori,

  compresi gli eminenti esponenti della Lega, partito che ha i suoi 
fondamenti nel razzismo e

  nell’intolleranza più becera, Daniele Belotti e Roberto Pedretti.

  Il fatto che ha scatenato il putiferio, è stata una semplice domanda posta 
all’assessore Belotti,

  mentre stava esortando gli immigrati a ringraziare chi aveva offerto loro 
da mangiare; gli è stato

  chiesto cosa avessero fatto le istituzioni di cui lui è un rappresentante, 
nelle settimane precedenti e

  cosa pensavano di fare in futuro, per garantire a quegli immigrati una 
vita dignitosa.

  Una semplice domanda quindi, alla quale Belotti si è guardato bene dal 
rispondere, ma che ha gli

  ha ispirato una sequela di insulti (“che cazzo vuoi…fatti i cazzi 
tuoi..ecc”). Contemporaneamente,

  da una parte degli astanti, curato e politici in testa, è partito un 
attacco ferocissimo verso chi aveva

  osato rompere il clima di letizia della serata. Così chi ci ha invitato a 
fermarci ha negato di averlo

  fatto, il prete ci ha informato che anche se invitati, non avevamo diritto 
di parola e poi un’infilata

  delle solite battute senza senso, “voi non siete del paese quindi sono 
cazzi nostri”, “allora portateli

  a casa vostra “ ecc…

  Nel giro di pochi minuti, avendo evidentemente esaurito i già risibili 
argomenti, qualcuno ha

  pensato bene di chiamare le forze dell’ordine nella speranza di farci 
allontanare, cosa che non è

  avvenuta in quanto era evidente che non ne sussistevano le ragioni. Tanto 
è vero che la serata è

  proseguita e c’è stato modo di confrontarsi in maniera civile con un gran 
numero dei presenti.

  Ribadiamo quindi quanto già detto ieri sera. Crediamo che la serata 
organizzata dai ragazzi/e e

  volontari/e dell’oratorio avesse un intento lodevole e che sono stati i 
politici presenti a

  strumentalizzarla per far passare un piano che ha il solo scopo di 
cacciare gli immigrati dal

  territorio con la trovata del pullman per la Francia pagato da Perdetti e 
di alcuni posti alla comunità

  Ruah per un tempo che non è dato sapere.

  La critica era a chi, ricoprendo ruoli istituzionali, da settimane non sta 
assolvendo alle proprie

  responsabilità e che, nonostante abbia mezzi e disponibilità sufficienti a 
risolvere un “problema” di

  entità irrisoria rispetto al milione di abitanti della provincia, si 
guarda bene dal farlo.

  Una classe politica becera e ignorante che sta utilizzando questa vicenda 
per farsi propaganda e

  al contempo dirottare il malcontento dei propri concittadini verso chi sta 
peggio di loro.

  Noi crediamo che l’accoglienza dei profughi non sia una questione che 
riguarda la sola zona dove

  casualmente si sono rifugiati, bensì dovrebbe interessare tutta la 
provincia. Chiediamo quindi che

  chi ne ha facoltà se ne faccia carico al più presto perché altrimenti, 
nella malaugurata ipotesi che a

  queste persone dovesse succedere qualcosa di veramente grave, dovrà 
assumersene la

  responsabilità politica e morale.

  Questo è quanto è successo, tutto il resto sono fandonie o deliri di 
persone in malafede.

  (Le parolacce sono documentate dagli innumerevoli video girati dai 
presenti)

  I due “cosiddetti” provocatori



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