[Redditolavoro] la persecuzione verso paolo dorigo
procomta
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Mon Mar 28 08:45:08 CEST 2011
SIAMO ALLE SOLITE
La repressione continua a colpire il nostro compagno Paolo Dorigo, da 5 anni
scarcerato e tuttora in attesa di un processo che l'Italia non vuole
svolgere, e che nemmeno le richieste della Corte di Appello di Bologna del
dicembre 2008, volte a smuovere la pilatesca Corte Costituzionale, sono
riuscita ancora ad ottenere.
Ora come se non bastasse, tre processi iniqui e quasi 16 anni di detenzione
per un compagno di 51 anni, senza un processo corretto od una condanna
valida, abbiamo avuto anche un giudizio di "inammissibilità" emesso dalla
Corte di Cassazione nel 2003 su un suo ricorso in detenzione contro il
sequestro di corrispondenza a lui diretta in carcere a Spoleto,
corrispondenza del cui blocco non era stato informato come da leggi vigenti,
dal Magistrato di Sorveglianza di Spoleto stesso. Tale giudizio di
"inammissibilità" era stato emesso alla presenza di un avvocato d'ufficio
romano, tale Ruffo, da Paolo mai conosciuto e che a Paolo non ha fatto mai
neppure un telegramma. Paolo si era opposto al pagamento di 1000 euro di
ammenda, in quanto non aveva mai potuto esercitare il proprio diritto di
difesa in relazione a quel procedimento, avvenuto nel dicembre 2003.
Nel 1993 Paolo venne arrestato su delazione di un membro della malavita
pordenonese, che aveva incidentalmente conosciuto in quanto conoscente di
alcuni ex prigionieri politici, ed è rimasto in carcere sino al 2005,
"grazie" ad una condanna a 13 anni e 6 mesi per reato associativo e
connessi, in relazione alla azione condotta contro i dormitori della base
USAF di Aviano il 2.9.1993 e firmata dalle BR.; è stato poi ai domiciliari
per un anno fino a quando nel 2006 la Corte di Assise di Appello di Bologna
ha recepito la sentenza CEDU del 9.9.1998 che considerava iniquo ed invalida
la procedura processuale seguita dalla Corte di Assise di Udine, dalla Corte
di Assise di Appello di Trieste, e dalla Corte di Cassazione.
Tra il 2002 e 2004 Paolo avviò una dura lotta fatta di lunghi scioperi della
fame, tesa ad ottenere degli esami medici in strutture ospedaliere ordinarie
(e non sotto la direzione dei medici penitenziari), che continua ancor oggi,
dopo gli esami "positivi" del settembre e novembre 2005 e la successiva
refertazione del 2007, che dimostrarono la presenza nella sua testa di corpi
estranei.
Nel 2005, per bloccare questa protesta, furono attivate tutte le forze
politiche, che tendevano a stravolgere il movimento di solidarietà e di
opinione attorno al suo caso, nascondendo questa questione e portando tutto
sulla necessità di una revisione processuale. Tra queste forze, il Sindaco
di Venezia, che promise che Paolo sarebbe stato "aiutato" a "reinserirsi"
nella sua città.
Nel frattempo, nessuna di queste forze, e nemmeno il Sindaco Cacciari, è
riuscita od ha voluto, neppure sotto il governo Prodi (2006-2008) ad avviare
una lieve modifica legislativa che permettesse la revisione dei casi di
ingiusto processo anche ai casi precedenti all'entrata in vigore delle
modifiche Costituzionali e procedurali penali avvenute proprio sul caso di
Paolo !
Paolo ha creato una associazione di vittime di questi trattamenti di tortura
tecnologica, e nonostante un libro presentato in tutta Italia nel 2006,
anche dal sen.Russo Spena, non si è mossa apertamente nessuna forza
istituzionale o "sociale", nemmeno tra quelle che nel 2004 erano "scese in
campo" per "sostenere" apparentemente Paolo, mentre le forze proletarie che
avevano dato sostegno alla sua lotta, non hanno potuto molto in una
situazione come questa.
Anziché essere "reinserito" socialmente a Venezia "dal Sindaco" Cacciari,
Paolo ha continuato la militanza nel proletariato, conducendo anche
importanti battaglie sindacali in cui è tuttora impegnato, e non ha avuto
alcun aiuto dal Sindaco di Venezia né da quello di Mira.
Essendo praticamente con un reddito vicino allo zero e sostenuto dalla sua
famiglia d'origine, ed essendo impedito a trovare un lavoro visto che prima
dell'arresto del 1993 era un esperto informatico in ambito di medie aziende
utenti IBM, Paolo aveva chiesto la remissione del debito al Magistrato di
Sorveglianza di Venezia.
L'udienza si è tenuta ieri, ma il Magistrato di Sorveglianza di Venezia non
ha colto la straordinaria occasione di poter eccepire un "mostrum"
giudiziario, in quanto comunque sia, una sentenza di Cassazione non è
appellabile. Al massimo Paolo potrà avere una rateizzazione da pagare di
questa somma.
In pratica, un errore della Magistratura di Sorveglianza, è stato giudicato
non emendabile dalla stessa Magistratura di Sorveglianza.
(25-3-2011)
__________ Informazione NOD32 5987 (20110326) __________
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