[Redditolavoro] Rif: MayDay 2011

[matilde]

...."La Mayday è stata simbolo e strumento efficace, ma secondo la nostra
opinione ha chiuso un ciclo.
Gli eventi di questi ultimi mesi, raccontano di un’insofferenza diffusa
che ha bisogno di nuovi orizzonti per esprimersi in forme di conflitto
produttive.
La May Day deve essere quindi ripensata completamente e i tempi stringono." 
..

vedasi caso BIT precariato giovanile ricattato e over 35 che si sentono dire
dalle agenzie che sono troppo vecchie per poter essere collocate - anche se
brevissimamente - presso loro clienti, gettandole nello sconforto totale al
punto di mirare come unica possibilità di sopravvivenza ad un ammortizzatore
sociale almeno una tantum o ridotto.   
Indietro e cioè al lavoro unico per tutta la vita non si torna ma avanti
verso il reddito minimo garantito si può andare, superando ogni differenza.
Ovvio che venga ostacolato questo percorso. Dove li troverebbero più quelli
disposti a lavorare per lo stesso importo di un reddito minimo? Ma il punto
è questo: se chi riceve il reddito minimo fosse avviato in forza di legge a
questi "lavoretti" per un massimo di 3 ore al giorno e a rotazione
selvaggia/flessibilità spinta fino alle estreme conseguenze, in modo che
tutti siano "occupati" ma nessuno singolarmente affidabile, li
frastorneremmo. "uno, nessuno e centomila". Direi loro : volete la
flessibilità? Beccatevi questa. Una volta raggiunto il diritto al reddito
minimo di sopravvivenza, e quindi diritto di scelta pur mantenendosi attivi 
sul mercato" ogni giorno, dovrebbero essere le aziende a cercare di
trattenere i "talenti" .
laura
 
 
-------Messaggio originale-------
 
Da: afuma
Data: 26.03.2011 22:40:34
A: Precog;  Neurogreen;  Redditolavoro
Oggetto: [Redditolavoro] MayDay 2011
 
http://www.precaria.org/mayday-2011.html
 
Per dieci anni la May Day ha portato centinaia di migliaia di persone in
piazza.Gente stanca di subire in silenzio il ricatto della precarietà.
Stufi di vedere le mummie sindacali che avevano legalizzato il lavoro
interinale, sfilare la mattina in Porta Venezia. Le prime edizioni della
Parade sono servite ad accendere la luce sul dramma fino allora taciuto
dell’instabilità. Nonostante Istituzioni, Media, Partiti e Sindacati di
ogni colore, tranne rare eccezioni, abbiano fatto di tutto per impedirlo,
il termine precarietà è diventato di uso comune. Le ultime edizioni della
May Day hanno dato voce alle vertenze sul terittorio, ai conflitti sul
lavoro e, per noi, sono servite da volano per la costruzione di una rete di
mutua assistenza fra precari, unendo singoli, collettivi e agenzie di
conflitto in una rete che tuttora prolifera.
 
La Mayday è stata simbolo e strumento efficace, ma secondo la nostra
opinione ha chiuso un ciclo.
Gli eventi di questi ultimi mesi, raccontano di un’insofferenza diffusa
che ha bisogno di nuovi orizzonti per esprimersi in forme di conflitto
produttive.
La May Day deve essere quindi ripensata completamente e i tempi stringono.
**
Giovedì prossimo, 31 marzo alle 21.00 in via Pichi 3 presso la sede del
Punto San Precario di Milano convochiamo un’assemblea per discutere come.
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