[Redditolavoro] i licenziati della fiat sata denunciano
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Fri Mar 25 11:28:38 CET 2011
I tre di Melfi: "Fiat incivile"
di Adriano Botta
Licenziati nel luglio scorso e poi reintegrati dal giudice, da otto mesi
passano la giornata in una stanzetta a mezzo chilometro dalle linee di
produzione. E ora accusano: 'Basta, con noi l'azienda sta violando la
dignità dell'uomo'
Vi ricordate i tre operai di Melfi licenziati dalla Fiat nel luglio scorso,
durante il braccio di ferro con Sergio Marchionne sul destino dello
stabilimento? Li avevamo lasciati con il reintegro imposto dal giudice un
mese dopo il licenziamento e con loro che cercavano di rientrare in
fabbrica, ma la security dello stabilimento li accompagnava lontano dalle
linee di produzione.
La vicenda giudiziaria, che in quei giorni fece parlare l'Italia, nel
frattempo è continuata e il 17 maggio si terrà la quarta udienza del
processo, la prima in cui i tre - Antonio Lamorte, Giovanni Barozzino
(entrambi delegati della Fiom) e Marco Pignatelli â?" potranno dire la loro
versione. Secondo l'azienda, come noto ci tre avrebbero ostacolato il
percorso di un carrello robotizzato durante un corteo interno impedendo ad
altri operai, che non partecipavano allo sciopero e al corteo interno, di
lavorare.
Ora Giovanni Barozzino, uno dei tre, ha deciso di uscire allo scoperto con
un'intervista a 'L'isola dei Cassintegrati', sito d'inchieste e notizie
sulla condizione operaia contemporanea. E lo ha fatto lanciando una
durissima accusa alla Fiat: «Ci hanno confinato in una stanza a mezzo
chilometro dalla produzione», spiega: «Io non auguro a nessuno di vivere
quello che stanno facendo vivere a noi perché c'è in gioco la dignità del
lavoro e dell'uomo e credo che in questo momento non vengano rispettate».
Barozzino fa anche notare che «se da un lato la Fiat dice che ci sono
problemi di produttività, dall'altro mantiene tre lavoratori in una
stanzetta sindacale, pagandoli ma non facendoli lavorare».
Quanto alle accuse, sostiene l'operaio che «quella notte non è successo
assolutamente nulla e non lo dico solo io, lo dicono gli atti ufficiali, i
tabulati telefonici e le quasi cinquanta testimonianze che abbiamo
presentato. La Fiat ci ha accusato di essere stati dalle due e venti alle
due e trenta a bloccare i carrelli. Dai tabulati telefonici risulta invece
che io mi trovavo a più di 200 metri dai carrelli. Quella della Fiat è una
azione prettamente politica. Noi non abbiamo commesso nulla, l'abbiamo
dimostrato, ma nonostante questo sono otto mesi che viviamo qualcosa che non
dovrebbe succedere in un paese civile. Abbiamo sempre saputo quali sono le
regole da rispettare e non mi sarei mai permesso di sputare nel piatto dove
mangio, ma come rappresentante sindacale e come lavoratore lotterò sempre
per i miei diritti, sapendo benissimo quali sono i miei doveri. Io il mio
dovere l'ho sempre fatto».
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