[Redditolavoro] palermo il corteo delle proletarie
MFPR
mfpr at libero.it
Wed Mar 9 07:39:58 CET 2011
"Siamo solo una goccia nel mare. Ma il mare è fatto di gocce"
Precarie delle Coop Sociali, lavoratrici della scuola precarie e non,
lavoratrici comunali, precarie postali, disoccupate, studentesse siamo scese
in corteo a Palermo nella mattina di questa giornata di lotta dell'8 marzo.
Dietro un grande striscione con su scritto " 8 Marzo: per uno Sciopero
totale delle donne contro governo, padroni, stato." abbiamo inizialmente
sfilato attraverso alcuni quartieri popolari portando con tanta
determinazione e grinta un forte messaggio di lotta alle donne "normali",
quelle " di tutti i giorni".
Ad alcune giornaliste che sono venute al concentramento e che ci hanno
chiesto incuriosite "ma come mai sfilerete in questi quartieri popolari e
non nelle piazze ufficiali che solitamente si scelgono per le
manifestazioni?" abbiamo risposto che noi siamo parte della maggioranza di
donne proletarie, lavoratrici, precarie, disoccupate, casalinghe,
studentesse, immigrate. che vivono in tante in questi quartieri, quelle
donne i cui bisogni e necessità nei loro "bei discorsi" le tante
parlamentari non ricordano mai tranne quando strumentalmente se ne servono
per i loro scopi elettorali o contro cui le tante sindacaliste dei sindacati
ufficiali sono complici degli attacchi che governo, padroni, stato.
scagliano non solo in termini lavorativi ma anche in termini di vita vera e
propria.
E la risposta dalle donne è arrivata incoraggiandoci nella protesta, tante
donne si sono affacciate dai balconi e ci hanno salutato, diverse commesse
sono uscite dai negozi e hanno solidarizzato prendendo volentieri il
volantino/mozione/appello promosso dal Mfpr per la costruzione dello
sciopero delle donne che contemporaneamente veniva letto e spiegato al
microfono "uno sciopero al femminile, costruito dalle lavoratrici, da tutte
le donne, operaie, precarie, disoccupate, immigrate, studentesse., uno
sciopero su una piattaforma, parole d'ordine che esprimano l'insieme della
nostra condizione di doppio sfruttamento e oppressione, uno sciopero per
imporre sui posti di lavoro, nelle piazze, nelle scuole, il punto di vista
delle donne, la doppia determinazione delle donne." "Tutta la nostra vita
deve cambiare!"
Arrivate dinanzi al mercato popolare del "Capo" dove ci siamo fermate per un
po' bloccando la strada antistante, donne e anche uomini che facevano la
spesa sono venuti verso di noi applaudendo e unendosi alla denuncia contro
il governo con le sue politiche antiproletarie e antipolari che per le donne
si traducono in doppio attacco, non ultimo il recentissimo provvedimento di
legge che il ministro Sacconi ha iniziato a discutere con i sindacati
confederali, compreso la Cgil, sulla cosiddetta conciliazione per le donne
dei tempi di lavoro con i tempi per la famiglia, che dietro l'ipocrita
intenzione di "aiutare" le donne, in realtà non è altro che l'ennesima
manovra a favore dei padroni per sfruttarle maggiormente sul lavoro al
ribasso e contro le donne che di fatto si vorrebbero ricacciare a casa, da
usare sempre di più come ammortizzatore sociale al posto dei servizi sociali
che dovrebbe garantire lo Stato, donne da attaccare anche sul piano
ideologico riportandole indietro in un moderno medioevo.
Un altro momento forte nel corteo si è avuto quando siamo passate davanti
il tribunale dove sono stati denunciati i tanti episodi di violenza sessuale
che nel nostro paese sono in continuo aumento contro le donne, le sentenze
vergognose dei giudici che in diversi casi hanno assolto gli stupratori e i
violentatori, vedi il grave caso dell'assoluzione dell'ispettore di polizia
che aveva tentato di violentare Joy, una donna immigrata rinchiusa in un CIE
che con grande coraggio insieme ad altre compagne si è ribellata ad una
situazione di oppressione che per le donne migranti significa anche violenza
per non parlare dell'ultimo caso di violenza sessuale in una caserma da
parte di alcuni carabinieri e un vigile in servizio contro una donna
arrestata: "Poliziotti e carabinieri non stuprano solo nei Cie ma anche
nelle caserme", "Vergogna! Vergogna!" , "Per ogni donna stuprata e offesa
siamo tutte parte lesa!" " contro la violenza dello Stato di polizia
scateniamo la nostra doppia ribellione e lotta!" .
Ma è stato anche denunciato con forza come la violenza sulle donne in questo
paese parte dall'alto, il governo Berlusconi in questo senso rappresenta la
sintesi più marcia dell'uso/abuso del potere politico per usare/abusare del
corpo delle donne diffondendo a livello di massa un humus maschilista,
sessista, fascista che inevitabilmente si trasforma in violenza crescente
contro le donne, "dal 13 febbraio, all'8 marzo e oltre. lottiamo per
cacciare via Berlusconi e tutto il governo.!"
Lungo il corteo abbiamo anche salutato le tante e altre iniziative di lotta
messe in campo oggi in diverse città da quella del Coordinamento donne di
Trieste al presidio delle compagne, lavoratrici, disoccupate di Taranto a
Melfi con le operaie della Fiat Sata, da Milano, a Ravenna, Perugia, Roma.
ma un messaggio di solidarietà è stato lanciato anche alle tante donne che
stanno lottando in prima linea nel mondo dalle rivolte popolari della Libia,
Egitto, Tunisia, Algeria., alle guerre popolari in India, Perù. contro un
sistema sociale da trasformare totalmente.
Il corteo si è concluso alla prefettura dove una folta delegazione di donne
e studentesse ha incontrato il prefetto cui sono state portate tutte le
rivendicazioni della protesta.
Il corteo è stato sostenuto anche dalla presenza di lavoratori e precari che
hanno condiviso la necessità e le ragioni della lotta.
8 marzo 2011
Lavoratrici/precarie/disoccupate Slai Cobas per il sindacato di classe
Donne del movimento femminista proletario rivoluzionario
dal 13 febbraio all' 8 marzo... e oltre
PER UNO SCIOPERO TOTALE DELLE DONNE
da ogni posto di lavoro,scuola, quartiere, casa.
CORTEO MATTUTINO A PALERMO MARTEDI' 8 MARZO
da Piazza principe di Camporeale partenza ore 11,00 - attraverso alcuni
quartieri popolari della città - fino alla Prefettura
Siamo lavoratrici precarie delle Cooperative Sociali - Assistenti
igienico personale ai ragazzi disabili nelle scuole superiori- sfruttate da
anni e spesso anche discriminate dai padroncini coop per il fatto di essere
donne, oggi a serio rischio posto di lavoro (a partire da giugno 2011)
Siamo lavoratrici della Scuola colpite maggiormente dai tagli massicci
sferrati alla scuola pubblica dalla riforma Gelmini del governo che ha
causato veri e propri licenziamenti di massa
Siamo donne disoccupate che doppiamente hanno difficoltà a trovare un
lavoro in un paese, per non parlare della regione in cui viviamo, dove le
prime ad essere licenziate, ad essere messe in cassa integrazione, ad
essere sempre più precarizzate e ricattate, a pagare la crisi, sono appunto
le donne
Siamo donne, quelle "di tutti i giorni" che Martedì 8 marzo saranno
ancora in lotta e certamente scenderemo ancora in piazza dicendo a gran
voce CONTRO! perchè oggi per noi donne, lavoratrici, precarie, disoccupate,
studentesse...la questione principale è scatenare la nostra ribellione
contro tutti gli attacchi alle nostre condizioni di lavoro e di vita, è
costruire e organizzare una forte risposta di lotta a quello che è un
attacco complessivo alle nostre vite, uno "sciopero totale delle donne"
prendendo ancora e ancora... la lotta nelle nostre mani
TUTTA LA NOSTRA VITA DEVE CAMBIARE!
Invitiamo tutte le donne, lavoratrici, precarie, disoccupate, casalinghe,
giovani, immigrate... a partecipare
COSTRUIAMO LO SCIOPERO DELLE DONNE
PER QUESTO INIZIEREMO A DIFFONDERE ANCHE NELLA NOSTRA CITTA' A PARTIRE
DALL'8 MARZO UNA MOZIONE/PETIZIONE CHE ALLEGHIAMO IN QUESTA E MAIL PER
INVITARE LE DONNE LAVORATRICI, PRECARIE, DISOCCUPATE, GIOVANI, IMMIGRATE AD
ADERIRE
LAVORATRICI/PRECARIE/DISOCCUPATE Slai Cobas per il sindacato di classe
cobas_slai_palermo at libero.it
Donne del movimento femminista proletario rivoluzionario - mfprpa at libero.it
340/8429376
"Siamo solo una goccia nel mare. Ma il mare è fatto di gocce" ha detto
qualcuna di loro. Donne di tutte le età sono scese per strada, questa
mattina a Palermo, donne che questa festa hanno voluto trasformarla in un'opportunità,
di sciopero e di protesta. Poche decine, tra loro anche uomini, ma che non
hanno intenzione di rassegnarsi. Lavoratrici delle cooperative sociali,
precarie della scuola, disoccupate che vogliono difendere il loro "posto di
lavoro" e la loro "dignità".
Le assistenti igienico-sanitarie, dipendenti di cooperative sociali, che
assistono gli alunni disabili nelle scuole della provincia, come la Nido d'Argento,
Azione Sociale, MediCare, dopo aver visto il loro contratto passare a tempo
determinato, non sanno se l'appalto verrà loro rinnovato l'anno prossimo: "I
problemi sono sia relativi ai fondi - spiega Stefania Costa, 37 anni - che
alle modifiche che la Provincia, modifiche che neanche noi abbiamo ben
capito. Le voci che girano sono quelle di un albo che introdurrebbe anche
nuove figure professionali, altri lavoratori" e l'incertezza per la loro
posizione dopo 12 anni e mezzo di lavoro: "Ci hanno tirato la terra sotto i
piedi" protesta Stefania. Alcune di loro sono divorziate, pagano affitti,
mantengono figli."Mio marito è disabile e non lavora, ma sembra che di
persone come lui lo Stato non se ne prenda cura. Noi dobbiamo pagare anche
un affitto, mia figlia è all'università" spiega Francesca Armetta, 55 anni,
anche lei assistente igienico sanitaria. "Stiamo puzzando di fame" ha detto
Epifania Ippolito, 55 anni, che ancora non riesce a percepire il Tfr dalla
cooperativa che ha lasciato qualche tempo fa.
Ma c'è chi il lavoro non lo ha mai avuto, e nonostante le qualificazioni, si
trova costretta a vivere con i genitori senza potersi permettere una
famiglia: "Nel '92 ho preso un attestato come assistente socio-sanitaria al
Policlinico, ma non ho mai lavorato. Ho lottato per sette anni si seguito
per il posto che mi spettava. Abbiamo ottenuto un'ulteriore qualifica, ma
ancora niente, così abbiamo occupato anche la Regione. Su 500, in 320 sono
riusciti a entrare". Lei, Enza Librè, 42 anni, no, ma dice di continuare a
sperare: "Abbiamo fatto causa all'assessorato al Lavoro e alla Sanità,
perché secondo noi non ci sono state assunzioni regolari. Se pagavamo anche
noi - chiosa - entravamo tutti".
Anche poche giovanissime, come Sabrina, 18 anni, studentessa di Ragioneria,
hanno preso parte al corteo: "Penso anche al mio futuro e so che è
necessario manifestare tutti insieme". Spiega di vivere sulla propria pelle
l'esperienza della sorella maggiore: "Precaria, molto spesso licenziata,
anche con orari estenuanti: diritti zero".
E ancora, chi uno stipendio ce l'ha ma si sente "umiliata", perchè non
lavora. Regina Milone ha 55 anni ed è un assistente tecnico ex-enti locali:
"Eravamo collaboratori scolastici sotto il Comune. Abbiamo fatto un concorso
per passare ad assistente tecnico di quarto livello, ma nel 2000 siamo
passati allo Stato in terzo livello. Abbiamo fatto causa e siamo nuovamente
passati al quarto". Risultato? "Adesso siamo a scuola senza fare niente,
prendiamo stipendio senza lavorare!". È un crescendo la sua rabbia fino a
queste ultime parole. La rabbia di "persone fantasma" che si sentono
"umiliate" e "non apprezzate". Lei dovrebbe aiutare nella gestione di
laboratori, come quelli informatici, ma non ha le qualifiche. "Lo sanno
tutti che nel 2000 Orlando ha voluto trasferirci allo Stato per poter
inserire gli Lsu" continua la signora prima di scusarsi per lo sfogo,
aggiungendo che "siamo in molti, ma non hanno più la forza, sono depressi e
amareggiati".
E ancora a scuola, donne che dopo gli ultimi tagli non sanno se il prossimo
anno avranno un lavoro. Caterina Lo Iacono da 11 anni ha incarichi annuali
nelle segreterie, ma da quest'anno dice di essere nel "buio più totale":
"Dopo i tagli a scuola le segreterie hanno un peso di lavoro eccessivo. Io
ho cinquantadue anni, sono vedova e non so se l'anno prossimo sarò
richiamata. E come me molti altri".
Infine le lavoratrici delle Poste Italiane che hanno lavorato solo tre mesi
nel 2000 e che da allora chiedono "il posto di lavoro cui abbiamo diritto da
contratto". Qualcuna accanto al marito, è venuta anche solo per esprimere la
propria solidarietà: "Ci tenevo che anche lui fosse presente. Io sono a
tempo indeterminato, ma vedo a scuola questi ragazzi che vivono doppiamente
questo disagio: da una parte la consapevolezza che non ci sarà futuro anche
con i meriti, e dall'altra quella delle famiglie, dei loro genitori precari",
spiega Antonella Milici in coda ad un corteo che lei vede "una goccia nell'acqua,
in un mare che però è fatto da gocce".
Il corteo, partito da Piazza Principe di Camporeale si è concluso alla
Prefettura: "Chiederemo al prefetto di aprire un tavolo - afferma Donatella
Anello, rappresentante sindacale Slai Cobas - con Provincia e Regione per le
precarie delle cooperative, con il Provveditorato per le precarie della
scuola e chiederemo alla Regione di istituire un fondo sociale minimo
esistenziale per le disoccupate".
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