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Thu Mar 3 18:22:58 CET 2011


Affollata assemblea degli autoconvocati a Roma: Manifestazione delle 
opposizioni sociali"

Uno sciopero da generalizzare. I delegati prendono la parola

Fabio Sebastiani - Liberazione 27/02/2011

"Uno sciopero vero che fermi il paese". Non ci si aspettava tanta 
partecipazione all'assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici 
autoconvocati che si è svolta ieri a Roma. Più di trecento persone, un po' 
dai quattro angoli del Bel Paese, che raccontano della voglia di mobilitarsi 
ma, soprattutto, della volontà di farlo nella chiarezza degli obiettivi. E 
quindi più che "sciopero generale", che ormai in bocca alla Cgil sta 
diventando sinonimo di "grande
iniziativa" e basta, è meglio parlare di "sciopero generalizzato".
Presenti delegati e delegate di sigle sia dei sindacati di base, 
praticamente tutti, che di alcune categorie della Cgil (metalmeccanici, 
chimici, commercio, pubblico impiego, scuola), l'assemblea ha rilanciato con 
chiarezza l'idea di una mobilitazione permanente. Un messaggio preciso all'indirizzo 
delle burocrazie sindacali" che la protesta è un'arma in mano ai lavoratori; 
al Governo che il suo tempo è ormai finito; e alla Confindustria che la 
crisi i lavoratori non intendono pagarla. Ma quello che la terza assemblea 
degli autoconvocati ha posto con maggiore chiarezza è stata l'urgenza di 
unificare le lotte. Del resto, la disarticolazione non può dar luogo ad 
alcuna proposta alternativa, alcuna piattaforma che sia in grado di dare una 
prospettiva alle
tante lotte di resistenza che si vanno articolando da un anno e mezzo a 
questa parte in Italia. Sul palco hanno preso la parola i delegati di 
Mirafiori, della Maflow, della Manuli, ed anche i precari della Scuola, gli 
operatori della Sanità, e i "precari" delle cooperative sociali appesi, con 
un contratto a tempo indeterminato, alla scure dei tagli al welfare.
Oggi che il "cerchio" della protesta si sta allargando coinvolgendo i 
diritti del lavoro e quelli civili, il mondo del precariato e le centinaia 
di migliaia di lavoratori coinvolti dalla crisi, come chi lotta per avere 
una casa e chi per non far chiudere l'ospedale, nessun sindacato sembra aver 
voglia di elaborare una proposta convincente e vincente. Per quanto riguarda 
la politica, in particolare quella che occupa i banchi del Parlamento, forse 
nemmeno si
sta accorgendo che c'è un Paese che lotta.
Ed è una lotta, come testimoniano le decine di interventi dal palco, che 
vede finalmente protagonisti tanti giovani. «Ormai non si puo più rinviare - 
sottolinea Giorgio Cremaschi - l'urgenza di costruire una lotta, e una 
partecipazione, dal basso. Chi sta con Marchionne è nostro nemico». Un 
impegno, questo, che è ritornato in molti interventi. Del resto di 
alternative non ce ne sono. In una fase in cui il modello sindacale 
prevalente va verso la corporativizzazione, e quello che rimane non è in 
grado di reagire in modo efficace, i lavoratori come è stato ripetuto, 
"devono prendere in mano il proprio destino". "Se non ora quando?", hanno 
ripetuto alcuni delegati, visto che questo percorso andava fatto "prima". 
Intanto, l'obiettivo è quello di stabilizzare
l'esperienza in alcuni coordinamenti territoriali, che siano in grado di 
ripetere l'assemblea degli autoconvocati. L'idea è di accumulare forze in 
vista di un obiettivo preciso, una manifestazione di «tutte le opposizioni 
sociali contro Governo e Confindustria», costruendo, contemporaneamente, un 
«protagonismo dei lavoratori» dentro il quale i sindacati si devono 
confrontare. Da qui la proposta di un tavolo aperto a tutte le sigle 
sindacali, e ai movimenti, in cui riuscire a creare un vero e proprio 
laboratorio delle lotte e delle iniziative.
Tra gli altri, è intervenuta anche Emidia Papi, del Coordinamento nazionale 
di Usb, che in nome della indipendenza e della autonomia a criticato l'evocazione 
di una Cgil che «parla di sciopero come sinonimo di competitività».
Nel documento finale le critiche più aspre sono contro l'offensiva di Sergio 
Marchionne. «Quel modello, con il pretesto della crisi e della concorrenza 
globale, punta allo smantellamento dei diritti e delle tutele sindacali e 
vuole riportare la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori indietro di 
un secolo». «L'assemblea, inoltre, invita tutti i movimenti sindacali, 
sociali, ambientali che si oppongono all'offensiva padronale e governativa - 
conclude
il documento - a individuare un percorso comune che costruisca 
tempestivamente, al di là delle ambiguità, delle timidezze e dei continui 
rinvii della Cgil, una giornata di lotta e di mobilitazione nazionale e una 
grande manifestazione a Roma».
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