[Redditolavoro] Fw: reprt e foto antirazzisti processo kater i rades Lecce

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Wed Jun 29 10:32:04 CEST 2011




Report  esu presidio antirazzista  dinanzi al tribunale di Lecce, in attesa 
della sentenza di appello sulla strage del Canale d’Otranto del 97




Questa mattina si è tenuto un  presidio antirazzista  dinanzi all’ingresso 
del tribunale di Lecce  che ha visto la presenza di esponenti delle 
associazioni antirazziste salentine ed in particolare delle province di 
Lecce e di Brindisi ( Osservatorio sui Balcani di Brindisi, Osservatorio 
Permanente Italia-Albania, gruppo NO_CIE di Mesagne, Comitato 
internazionalista Dino Frisullo, Antirazzisti salentini, ecc)  che hanno 
testimoniato la loro solidarietà ai familiari delle vittime e i superstiti 
della strage del Venerdì santo del 1997,  quando la nave militare italiana 
Sibilla impegnata in un’operazione di respingimento in mare speronò, 
affondando una piccola motosilurante albanese stracolma di profughi.

Una strage di un centinaio di donne e bambini della quale sino ad oggi, 14 
anni dopo, si era  avuto il solo giudizio di primo grado, quello emesso dal 
tribunale di Brindisi che condannava “salomonicamente” a miti condanne (4 e 
tre anni)  il pilota albanese e il comandante italiano, mentre  i ministri 
dell’allora governo Prodi , e gli ammiragli in carica allo Stato Maggiore 
Marina e al dipartimento di competenza dello Jonio -Taranto, erano scomparsi 
durante le fasi processuali  dal banco degli imputati,  come si conviene a 
ogni Strage di Stato che si rispetti in Italia.

Questa mattina il manipolo di superstiti e familiari delle vittime, che 
ostinatamente in questi anni ha continuato a presiedere ogni udienza , prima 
a Brindisi e poi a Lecce, ha partecipato con gli antirazzisti salentini al 
presidio di protesta, in un reciproco  e toccante infondersi fiducia e 
coraggio nella volontà di perseguire sino in fondo l’ottenimento della 
giustizia.

Dalle 11.30 la camera di Consiglio della corte di Appello di Lecce è riunita 
per emettere la sentenza che potrebbe dire definitivamente  la parola fine 
all’iter giudiziario italiano,  ma qualunque essa  sia non potrà mai 
restituire alla vita tante vite personali e famigliari spezzate.

“-Vogliamo un tribunale Internazionale!”- scrivevano sui loro striscioni di 
protesta i superstiti albanesi nel lontano 1997 quando chiedevano il 
recupero della Kater I rades per permettere che i corpi deoi loro cari 
avessero una degna sepoltura, ma anche perché sapevano che dall’esame dello 
scafo sarebbero scaturiti quei segni, quelle prove che avrebbero inchiodato 
esecutori e mandanti di quella strage alle loro responsabilità.

In effetti il numero dei corpi e i danni riscontrati confermavano quanto 
dichiarato sin dal primo momento dagli albanesi e negato da ministri  dell’allora 
governo Prodi ed ammiragli:

-Vi era stata un operazione di respingimento, un vero abbordaggio che 
secondo trattati internazionali viola il diritto alla sicurezza marittima e 
quello del diritto di un profugo di fuggire dal suo paese in guerra civile e 
di essere accolto a braccia aperte da paese che si considerano civili.-

Questo era anche un convincimento del compianto avvocato Giuseppe Baffa di 
Cosenza, morto in un incidente stradale nel 2000 mentre andava al tribunale 
di brindisi per patrocinare la causa degli albanesi

Purtroppo il non aver potuto e voluto perseguire la richiesta di un giudizio 
per violazione di diritti e trattati internazionali  ( anche per la 
debolezza dei vari governi albanesi che sino susseguiti da allora, 
dipendenti dagli aiuti internazionali controllati dall’Italia e che non ha 
visto lo Stato Albanese chiedere un giudizio internazionale contro l’Italia) 
ha permesso che i mandanti di quella strage non siano mai apparsi sul banco 
degli imputati e anzi,  coloro che in quel lontano marzo 97, ( e tra questi 
i leghisti)  auspicavano addirittura che si prendessero gli albanesi a 
cannonate, oggi sono al governo e chiedono ancora una volta che altre 
operazioni criminali di respingimento siano effettuate contro coloro che 
fuggono dal Sud-Mediterraneo in fiamme tra rivolte e guerre civili.

Per questo motivo oggi si manifestava dinanzi al Tribunale di Lecce,   come 
anche per dire che le strutture carcerarie per migranti come i CIE vanno 
chiusi, aboliti le misure segregazioniste come quelle dei 18 mesi, ma per 
indicare come mandanti di stragi passate e future come quella della Kater i 
Rades sono coloro che per fini elettorali attuano politiche xenofobe e 
antiimmigrati.

 Ma oggi la solidarietà di coloro che erano dinanzi al tribunale di Lecce 
andava anche  agli uomini e alle donne che resistono in Val di Susa all’imposizione 
manu militari di politiche aggressive e devastanti del proprio territorio e 
che hanno visto il brutale intervento poliziesco contro il presidio NO-TAV, 
e poi solidarietà a tutti coloro sono colpiti dalla repressione di un 
sistema , quello capitalista  dell’era della globalizzazione che non vuole 
ostacoli alle sue politiche predatorie e disumane, solidarietà al popolo 
greco che in queste ore manifestava contro l’ennesima manovra imposta dai 
banchieri internazionali , ma anche ai popoli del mondo arabo che in questi 
mesi lottano per la democrazia , ai palestinesi, ai curdi e  tutti coloro 
che vedono negato il diritto all’autodeterminazione.

Umana solidarietà quella che oggi ha unito uomini e donne di due regioni 
bagnate dallo stesso Canale d’Otranto, la Puglia e l’Albania, unite da 
sempre da destini comuni e che ha voluto lanciare a tutti l’invito a non 
chiudere il cuore e la porta di casa a chi chiede solo il rispetto della 
dignità umana.



Osservatorio sui Balcani di Brindisi

osservatoriobrindisi at libero.it

28 giugno 2011 ore 17.30




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