[Redditolavoro] rifiuti a napoli
procomta
ro.red at libero.it
Tue Jun 28 08:35:27 CEST 2011
il testo di proletari comunisti è seguito da materiali utili per comprendere
la situazione
La situazione di Napoli è in piena emergenza e rischia di diventarlo sempre
di più Non condividiamo l'opinione di chi dice che non ci sia un'emergenza e
che ce ne siano state di più grandi; significa non vedere la situazione dal
lato della condizione reale delle masse. Sappiamo bene che il governo e le
sue TV hanno interesse ad amplificare la situazione di Napoli per deviare
l'attenzione dal governo che dopo i risultati elettorali attraversa una
crisi effettiva di consenso e legittimazione non salvata certo dal voto
parlamentare. Sappiamo bene che il governo ha tutto l'interesse a mostrare
la nuova giunta De Magistris immediatamente in crisi e in difficoltà.
Ma questo non cancella il fatto che siamo di fronte ad una crisi e ad
un'emergenza che va affrontata con misure d'emergenza.
Il neo assessore Sodano tende sostanzialmente a ridimensionare lo stato di
emergenza nella sua intervista sul manifesto e non chiede misure
d'emergenza, memore che tutto questo significherebbe riaffidare nelle mani
del governo la situazione che attuerebbe una sorta di commissariamento di
fatto della giunta e riproporrebbe l'intervento dell'esercito, ma non
chiedere lo 'stato di emergenza' non significa non considerare che siamo in
emergenza, che c'è l'emergenza e che essa debba essere affrontata con misure
d'emergenza.
Ma il dissenso più sostanziale con le posizioni dell'attuale e dei suoi
sostenitori nel movimento, vale a dire quelli che oggi chiamano alla
manifestazione di Roma, riguarda, primo: l'emergenza rifiuti non è un
complotto; secondo,le proteste dei cittadini non sono frutto di oscuri piani
della camorra - queste sono le posizioni che hanno usato le precedenti
giunte per negare la situazione e per attaccare le proteste. Che esista
l'interesse del governo, delle lobby e nella malavita nella situazione dei
rifiuti è cosa da sempre risaputa, non c'è quindi nulla di nuovo. E i
fenomeni che vengono descritti nei comunicati dai sostenitori della nuova
giunta non sono legati alla nascita della nuova giunta. Trasformando in
complotto significa non capirne la natura strutturale.
Ma soprattutto significa davvero pensare che basti cambiare un sindaco per
cambiare questa situazione.
Certamente il governo e la Lega parlano chiaro: non vogliono, soprattutto
quest'ultima, il decreto che permetta il trasporto dei rifiuti nelle altre
Regioni. Ma quando mai il movimento di lotta ha sostenuto che questa fosse
la soluzione, ma quando mai il movimento di lotta ha affermato che questo
fosse la linea con cui affrontare l'emergenza e dove sarebbe in questo il
cambiamento della giunta De Magistris rispetto alle giunte precedenti?
Sostenere che è un complotto e che la situazione sia un decreto, non
affronta effettivamente la condizione di emergenza, è una linea che lascia
le cose come stanno e ripropone, nonostante intenzioni e piani e sostegno
popolare, la linea che "tutto cambia affinchè nulla cambi".
Denunciare le responsabilità del governo e anche i boicottaggi è parte di
questa battaglia ma non è la battaglia. Per chi organizza la manifestazione
a Roma è invece questo l'aspetto principale al di là delle parole e perfino
delle intenzioni.
Noi diciamo che la strada necessaria è un'altra.
Primo, affrontare l'emergenza con misure d'emergenza, facendo della
mobilitazione popolare e della consegna del Comune alle masse organizzate
l'arma; laddove le masse si sono organizzate, come nei quartieri spagnoli,
qualcosa si è visto; certo se non avviene in tutti i quartieri non è
sufficiente. I cittadini devono essere chiamate a fare la loro parte per
dare soluzioni positive e non distruttive, i cittadini devono avere nelle
mani un potere d'intervento che il Comune deve contribuire affinchè
l'abbiano.
Bisogna decisamente respingere la linea del complotto, delle infiltrazioni,
che significherebbero solo ordine pubblico, polizia e inchieste della
magistratura, tutte strade che non risolvono il problema. Complotti,
infiltrazione si possono affrontare con la mobilitazione popolare
organizzata.
Questo è il vero segno di discontinuità necessario.
Ripulire la città e attuare subito il piano di raccolta differenziata porta
a porta assumendo subito i disoccupati e precari organizzati formati allo
scopo, incanalando subito in questa direzione i fondi esistenti e i fondi da
pretendere.
Il feticcio della "legalità" a fronte dell'emergenza non è in grado di far
assumere alla stessa giunta le proprie responsabilità nel puntare a
risolvere il problema.
La questione non è Roma, ma il Comune di Napoli come centro di
organizzazione, fondato sulla mobilitazione popolare. Questa è una linea
realmente alternativa al governo Berlusconi e al sistema economico del
capitale, legale e illegale, nel ciclo dei rifiuti. Questa linea è
alternativa a quella proposta dalle organizzazioni che vanno a Roma e
domanda la scesa in campo di tutte le energie comuniste, rivoluzionarie,
proletarie.
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Montecitorio contro il governo, la Lega e l'emergenza
Martedi' 28 Giugno tutti a Roma contro l'emergenza per difendere le
alternative !
L'appello della Rete Commons !
25 / 6 / 2011
Trame oscure ed intrecci di interessi tra criminalità, lobby inceneritoriste
e speculazioni del Pdl, stanno tentando di far naufragare la possibilita' di
poter proseguire sulla strada delle alternative senza discariche ed
inceneritori. Andiamo a Roma perchè la Lega vuole umiliare Napoli e vuole
farci affogare sotto i rifiuti affossando la possibilità di poter proseguire
sul piano alternativo dei rifiuti. Andiamo a Roma perchè vogliamo che oltre
al decreto che porti i rifiuti fuori regione per uscire dall'emergenza, si
cancellino i Cip 6 per gli inceneritori e si incentivi la strada della
alternative e del trattamento a freddo.Andiamo a Roma perchè siamo stanchi
di essere umiliati da un governo nordista.Andiamo a Roma perchè crediamo che
nessuno debba più vedere la propria terra distrutta da discariche ed
inceneritori.Andiamo a Roma perchè siamo solidali con le popolazioni di
Acerra e Caivano e odiamo chi vuole togliere la dignità ai napoletani ed ai
campani.
A ROMA PER DIFENDERE L'ALTERNATIVA !
Martedi' 28 Giugno , Presidio a Piazzale Montecitorio ore 12:00
Partenza da Napoli ore 8:00
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Focus sulla nuova fase dell'emergenza rifiuti a Napoli
23 / 6 / 2011
Quello che sta avvenendo in questi giorni a Napoli non è, come in molti
possono dedurre, un' emergenza rifiuti uguale alle tante, tantissime altre
che si sono susseguite in questi lunghissimi anni. La crisi arriva dopo un
cambiamento del contesto politico nella nostra città che ha significato
anche un cambio della strategia per l'uscita dall'emergenza rifiuti, almeno
per una delle parti istituzionali, ovvero il Comune di Napoli. Il fronte
istituzionale fino a ieri compatto nel sostenere il sistema di discariche ed
inceneritori è stato messo in crisi dalla nuova giunta comunale, che ha
deciso di provare a recepire una serie di proposte sul modello del piano
alternativo dei rifiuti che 15 anni di lotte ambientali hanno prodotto.
La prima delibera della nuova giunta infatti, fa proprie una serie di
indicazioni importanti proposte dai comitati, come la programmazione di un
piano serio di raccolta differenziata porta a porta, la separazione del
secco dall'umido e l'installazione di impianti di compostaggio, una serie di
norme per la riduzione dei rifiuti. Una delibera senza dubbio migliorabile e
che lascia comunque irrisolti alcuni nodi centrali come ad esempio l'ultimo
anello della catena di valorizzazione dei rifiuti. La delibera infatti
continua a muoversi in un quadro di "ciclo integrato dei rifiuti", ovvero
comunque nell'ambito del sistema discariche - inceneritori. Mentre viene
esplicitata l'opposizione dell'amministrazione comunale alla costruzione
dell'inceneritore di Napoli Est nel quartiere di Ponticelli, le linee di
indirizzo non accennano all'inceneritore già in funzione ad Acerra e
soprattutto non fanno alcun riferimento al destino della discarica di
Napoli, quella di Chiaiano. Allo stesso modo non viene proposto nella
delibera la costruzione di impianti di trattamento a freddo, che
rappresentano l'alternativa concreta e reale agli inceneritori. A partire da
questo cambio di rotta, seppur ancora parziale, il contesto politico
istituzionale è mutato. Il partito degli inceneritoristi vede
pericolosamente sfumare l'ipotesi di una nuovo bruciatore a Napoli e,
soprattutto, con un piano di differenziata che nei programmi dovrebbe
arrivare al 70%, vede messo a rischio anche il funzionamento dell'inceneritore
di Acerra.
E' evidente dunque che tutto quello che sta avvenendo deve tenere conto di
questo contesto, le lobby inceneritoriste, da sempre trasversali al Pd e al
Pdl, vedono messo a rischio un business fino a poco tempo fa garantito.
La nuova crisi vede la sua genesi nell'ennesimo ingolfamento degli impianti
Stir, in una crisi della raccolta che vede la ditta Lavajet, vicina agli
interessi Pdl, boicottare la raccolta se non addirittura, come in alcuni
casi comprovati, sabotarla letteralmente. Il blocco degli Stir e l'impossibilità
di aumentare il conferimento nelle discariche esistenti manda in tilt il
sistema e così 2.400 tonnellate di rifiuti giacciono in strada. Una vera e
propria bomba igienico-sanitaria, con il caldo che incombe e con la vita dei
vicoli del centro storico ridotta ad una dimensione fuori dalla dignità.
Le soluzioni finora adottate hanno visto comunque l'insorgere delle
popolazioni. La volontà della Provincia di Napoli di aprire dei siti di
trasferenza (siti in cui i rifiuti dovrebbero restare solo 72 ore) ad Acerra
e Caivano ha visto le proteste dei cittadini. Segno, questo, che nemmeno l'affermazione
di De Magistris ha potuto riportare la fiducia in quei cittadini mortificati
da 18 anni di emergenza. Napoli ne ha visto troppi che millantavano
bacchette magiche e senza dubbio la foga comunicativa del sindaco non aiuta
ad una ricomposizione di un quadro di fiducia nell'azione amministrativa.
Siamo solidali con le popolazioni di Acerra e Caivano che difendono la
propria terra, proprio perché sappiamo quanto i territori di tutta la
Campania abbiano già pagato un prezzo altissimo all'emergenza rifiuti.
Pensiamo che il diritto di resistenza di quelle popolazioni sia legittimo ed
esprima non solo un'esasperazione collettiva ma anche una voglia di
cambiamento.
Ma non si può in nessun modo non comprendere come il governo nazionale sia
responsabile più di tutti in merito a ciò che sta accadendo a Napoli. La
volontà del governo nordista a trazione leghista di non voler procedere con
il decreto che autorizza a sversare nelle altre regioni, altro non è che una
vendetta di Berlusconi e dei leghisti contro Napoli ed i napoletani, con
quell'esplicitazione concreta che annunciva "i napoletani se ne pentiranno".
Gli strali di Pontida confermano come la dismissione dell'intervento
governativo si inserisca in una logica di "punizione" della città di Napoli
che ha voluto sostenere, con l'elezione di De Magistris, un cambiamento
della gestione dei rifiuti.
La Lega porta con orgoglio la medaglia al petto di aver fatto affondare
Napoli sotto una montagna di rifiuti. In tante occasioni il decreto che
autorizzava per un periodo limitato lo sversamento in altre regioni ha
contribuito ha ripristinare una situazione di normalità nella raccolta dei
rifiuti in città. La Provincia di Napoli e la Regione Campania dimostrano in
questo modo l'assenza di un piano di autonomia dal governo nazionale. Anzi,
sono oggi vittime sacrificali di un disegno più grande che vede il
governatore Caldoro ed il presidente della provincia Cesaro (entrambi
inceneritoristi convinti) martiri necessari in termini di immagine politica
del centro destra.
Per il trasversale partito degli affari sui rifiuti la possibilità che si
imbocchi la strada del riciclo, del riuso, della riduzione dei rifiuti, del
porta a porta, senza discariche ed inceneritori va scongiurato a tutti i
costi. Esiste dunque una connessione di interessi che vede governo
Berlusconi, Lega Nord e lobby inceneritoriste impegnate a screditare le
soluzioni proposte dai comitati e recepite dall'amministrazione comunale. Di
blocchi stradali con i rifiuti ne abbiamo visti tanti ed in alcuni casi ne
abbiamo fatti tanti anche noi. Ma la simultaneità degli eventi, talvolta da
orologio svizzero in diverse parti della città, l'aumento incontrollato di
incendi di cumuli quando ormai tutti i napoletani conoscono la tossicità di
questi eventi, ci sembra che abbiano poco di spontaneo e molto di
organizzato. A questo basta sommare il boicottaggio di Lavajet, che non
raccoglie i rifiuti, per comprendere i termini di un disegno sabotatore
premeditato. Bisogna ora mobilitarsi per sostenere l'ipotesi di uscire dall'emergenza
per procedere verso rifiuti zero. Il governo nazionale ha responsabilità
precise e resta il principale nemico del piano alternativo dei rifiuti,
determinando con la dolosa inerzia nei confronti della popolazione
napoletana peggio e più del bassolinismo. Per questo la mobilitazione va
indirizzata proprio in questo senso. L'autorizzazione della Regione a
portare i rifiuti della provincia di Napoli in siti di altre province non fa
altro che alimentare la stupida e sporca guerra tra comunità, alle quali
facciammo appello per una mobilitazione unitaria e condivisa verso il nemico
comune.
Pensiamo che tantissimo c'è ancora da fare, ma in questa fase ad essere
messa in discussione è quell'opzione che abbiamo costruito negli anni, quel
modello alternativo di gestione dei rifiuti che oggi viene giustapposta alle
posizioni dell'amministrazione comunale dal circo mediatico. Non difendere
quella opzione voltandosi dall'altra parte o peggio ancora sparare sull'unico
interlocutore istituzionale che intende recepire le richieste dei comitati
lo troviamo non solo nocivo, ma soprattutto stupido. Pensiamo allo stesso
modo che l'amministrazione comunale debba imparare a costruire una relazione
con i movimenti che permetta finalmente la fuoriuscita in città da quella
dimensione plebiscitaria che ha accompagnato De Magistris in campagna
elettorale. La democrazia partecipata non si fa con il pollice verso o con
il pollice alto e non si fa costruendo la claque del re, ma si fa costruendo
insieme ai movimenti un'azione amministrativa efficace e che mantenga gli
obiettivi del piano alternativo. Su questo tutti, amministrazione e
movimenti, dobbiamo lavorare per costruire sinergie. Su questi temi
chiamiamo alla riflessione i comitati, le reti ed i movimenti che si battono
per un piano rifiuti alternativo, rinnovando l'invito alla mobilitazione
immediata.
Commons ! Rete dei comitati per i beni comuni
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Insurgencia di "lotta" e di governo
A quanto pare questi disobbedienti non hanno più scuorno. Fino a quando ci
stava la Iervolino non solo attaccavano il comune come responsabile dell'emergenza
rifiuti ma non hanno mai parlato di boicottaggi in atto. Anzi. Quando la
gente faceva i blocchi con la monnezza o la bruciava si trattava di rivolte
spontanee ora, invece, per Kombattino e soci "la simultaneità degli eventi,
talvolta da orologio svizzero in diverse parti della città, l'aumento
incontrollato di incendi di cumuli" hanno "poco di spontaneo e molto di
organizzato". Che coraggio! Ma si sa per i disobba se le lotte non sono
controllate da loro e non vanno dove dicono loro vanno fermate o buttando
merda o con le "cascate" sulla testa dei compagni come il 14 a roma.
A riprova di questo oscuro piano ci sarebbe pure "il boicottaggio di
Lavajet, che non raccoglie i rifiuti, per comprendere i termini di un
disegno sabotatore premeditato". E perché non era sabotaggio quando la
stessa Lavajet dava gli stessi problemi al vecchio sindaco, e arrivarono a
sfasciare il parco automezzi? Persino l'ingolfamento degli Stir è parte del
piano. Alla faccia!
Pure le lotte di Caivano ed Acerra sono il segno che "la foga comunicativa
del sindaco non aiuta ad una ricomposizione di un quadro di fiducia nell'azione
amministrativa"; "il diritto di resistenza di quelle popolazioni è
legittimo..Ma non si può in nessun modo non comprendere come il governo
nazionale sia responsabile più di tutti in merito a ciò che sta accadendo a
Napoli". Infatti la colpa è "della vendetta di Berlusconi e dei leghisti
contro Napoli ed i napoletani".
Scusate ma la Regione, la Provinca di Gigino a' purpetta, finora nemici
indiscussi?
Udite udite: " La Provincia di Napoli e la Regione Campania dimostrano in
questo modo l'assenza di un piano di autonomia dal governo nazionale. Anzi,
sono oggi vittime sacrificali di un disegno più grande che vede il
governatore Caldoro ed il presidente della provincia Cesaro (entrambi
inceneritoristi convinti) martiri necessari in termini di immagine politica
del centro destra".
Vittime e martiri? E chi cazzo se l'ho aspettava!! Io, giuro, non mi ero
accorto di niente.
E uno mica si accanisce sulle vittime e sui martiri. Ci mancherebbe, per la
madonna!! Soprattutto se poi il sindaco ne apprezza la collaborazione e se
decidono insieme dove portare la monnezza.
E allora che si fa? Ma si va a Roma a protestare contro la Lega e il
governo, che domanda! Si perché "l'autorizzazione della Regione a portare i
rifiuti della provincia di Napoli in siti di altre province non fa altro che
alimentare la stupida e sporca guerra tra comunità" e quindi noi dobbiamo
andargli a chiedere che deve portarli a quelli fuori regione. Così pigliamo
più piccioni con una fava: facciamo finta di lottare contro i polentoni
antisudisti e Berlusconi, diamo una mano ai martiri, tuteliamo il nostro
sindaco innovatore e ci liberiamo dalla nostra monnezza anche se a scapito
dei pugliesi, calabresi, toscani, ecc. che tanto, essendo a km di distanza,
non possono nè sputtanarci nelle assemblee né menarci. .....
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