[Redditolavoro] No all'attacco alle pensioni delle donne

CobasSindacatodiClasse cobasta at libero.it
Fri Jun 17 07:04:43 CEST 2011


----- Original Message ----- 
From: "MFPR" <mfpr at libero.it>
To: "Tavolo4" <tavolo4flat at inventati.org>
Sent: Saturday, June 11, 2011 3:05 PM
Subject: pensioni donne: NO all'appello!


"Al di là delle parole (di Berlusconi), per ora la certezza sono tagli,
tagli e ancora tagli...".  Scrivono i giornali di ieri. Si comincerà subito,
già a metà luglio ma la mazzata arriverà dal 2012 in poi. Tra questi tagli
"c'è anche l'aumento da 60 a 65 anni dell'età di pensionamento delle
lavoratrici private", che porterà un risparmio di 6 miliardi.
E ci conferma che i primi risparmi, tra cui quelli derivanti dall'aumento
delle pensioni già fatto alle donne nel Pubblico Impiego, andranno a
"rifinanziare alcune spese rimaste senza copertura come le missioni
militari...".

Il governo Berlusconi e il parlamento vanno avanti quindi decisi sulla loro
strada di attacco alle lavoratrici e di uso dei nostri soldi soprattutto per
la guerra.

Le donne che subiscono ancora una volta un doppio attacco sul lavoro e fuori
dal lavoro, con più anni di lavoro (e se nel Pubblico impiego è pesante, più
anni di sfruttamento nelle fabbriche, negli altri posti di lavoro privati
vuol dire mettere a rischio sicuro la salute) e contemporaneamente più
servizi in casa per i tagli ai servizi sociali.
A fronte di questa marcia a tappe forzate verso il moderno medioevo,
l'attacco ai diritti e alle condizioni di vita e la politica imperialista di
guerra è necessario una risposta forte, di lotta soprattutto proprio delle
lavoratrici di tutte le donne.

Per questo, non siamo affatto d'accordo con l'appello uscito nella
conferenza stampa fatta il 7 giugno nella sala stampa della Camera dei
deputati, proposto da alcune associazioni di donne, prevalentemente di
Napoli  (Pari o Dispare, Arcidonna, Udi Nazionale, Casa Internazionale della
Donne, Usciamo dal Silenzio, Di Nuovo, Aspettare Stanca, ecc).

Questo appello si limita a chiamare ad una mobilitazione delle donne per
sostenere 3 emendamenti al decreto "Sviluppo" firmati da deputati di tutte
tre gli schieramenti, quindi anche di quei partiti che sono direttamente
responsabili di queste politiche di attacco alla vita e alla dignità delle
donne; le firmatarie dell'appello poi hanno deciso di istituire un "Comitato
Garanti", in cui dovrebbero esserci parlamentari come per es. Ichino, già
noto nel movimento dei lavoratori per le sue posizioni fasciste contro i
diritti di classe, lo Statuto dei lavoratori, ecc. Ma siamo su "scherzi a
parte"?
Questo governo, questo parlamento, che sulla questione delle missioni
militare vede la sua più ampia compattezza, da destra a "sinistra", non
faranno certo con qualche emendamento dei passi indietro. Affermare questo
vuol dire essere ciechi o peggio coprire la natura moderno fascista di
questo governo.
La mobilitazione delle donne non deve essere usata per sostenere i deputati
firmatari.
Né siamo d'accordo sul fatto che una mobilitazione delle lavoratrici come
prima cosa non debba dire NO all'aumento dell'età pensionabile, perchè noi
donne abbiamo già lavorato il doppio degli anni!
Le prime firmatarie dell'appello che sicuramente sono scese in piazza il 13
febbraio ormai hanno messo una pietra sopra alla questione centrale per ogni
difesa delle nostre condizioni di lavoro e divita: che questo governo se ne
deve andare come tutti i governi dei padroni!?


lavoatrici slai cobas per il sindacato di classe
taranto 347-1102638



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