[Redditolavoro] lotta e vertenze nazionali contro EQUITALIA
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Sun Jun 5 09:27:52 CEST 2011
Quando uno Stato è ridotto dal gestore del Fisco a dover ricorrere alla
forza, allora è proprio il momento di una seria riflessione, per ora non mi
sembra siamo sulla strada buona e l'articolo annesso vi spiega perchè.
Si protesta molto contro Equitalia, ed è un bene, ma un rischio grosso lo
stiamo correndo: che quei furbacchioni, ben guidati da Befera, facciano i
buonini liberandosi solo della riscossione delle multe lasciandola ai comuni
che finalmente potrebbero vedere qualche soldo dal lavoro indefesso dei
viglili che ormai hanno come precipua funzione troppo spesso quella di fare
cassa. Tremonti in testa puntano a piccoli aggiustamenti su anatocismo e
tacciono astutamente sul piatto più ricco: l' ANATOCISMO NASCOSTO.
Trucchi contabili, così con trucchi contabili ci stanno spesso derubando
LEGGETEVI CHE COSA SPIEGA ADUSBEF LAZIO NORD :
Sono note ed argomento di discussione diffusa le anomalie più comuni delle
cartelle Equitalia definite come "cartelle pazze", quale l' invio di
cartelle per importi che risultano per lo meno raddoppiati rispetto al
dovuto, come la notificazione di cartelle in realtà mai notificate e/o già
pagate, o addirittura già esaminate dalla Commissione Tributaria che le ha
dichiarate già cadute in prescrizione , per errore o tardiva notificazione,
senza tralasciare i vari casi di anomalia riguardanti le richieste di
rateazione ( mensile) per rimborso di debiti per tasse, imposte e tariffe
scadute e non pagate .
Un aspetto che si tende a non considerare con la dovuta attenzione:
Equitalia con le sue Società affiliate, in termine bancario chiamate
"Sorelle", sparse sul territorio Nazionale, concede dette rateizzazioni con
l'animus evidente di aver a che fare con dei turpi evasori, mentre siamo di
fronte, nel 90 % dei casi ed oltre, a semplici episodi di morosità che ,data
la congiuntura economica del Paese, tenderanno ad aumentare e che andrebbero
trattati con la dovuta attenzione da un qualunque, mediamente capace,
ufficio interno alla Società per il recupero dei crediti .
Un addetto a tale lavoro deve possedere una professionalità tale da saper
comprendere anzi tutto se si trova di fronte ad un semplice MOROSO oppure ad
un reale EVASORE fiscale, totale o parziale. Invece ci si trova ad ascoltare
dagli addetti ai lavori assurde affermazioni feticistiche che evidenziano
soltanto la volontà di difendere Società , strutture e persone giuridiche,
privilegiate che evadono realmente ed abitualmente, o comunque presentano
forti e prolungate morosità , mentre per il comune cittadino o il piccolo e
medio operatore sembrano provare un disinteresse e un accanimento quanto
meno sconcertanti.Questo permette di poter affermare che siamo di fronte a
gente che di professionalità nel settore non ne possiede.
Non va preso sottogamba il particolare già noto ed emerso anche da
trasmissioni tv, che abbiamo una serie di persone giuridiche che non pagano
Tarsu, Inps, Imposte dirette ed indirette e non solo, che ricorrono ad
escamotages di riportare spese fittizie, per ridurre al minimo l'imponibile.Fatti
facilmente smascherabili, solo che lo si voglia,però queste evasioni restano
impunite e favorite al massimo.
Si accumulano quindi nei fatti cifre di evasione da capogiro che vengono
strombazzate ai quattro venti, in seguito Equitalia esce da questa
situazione limitandosi a perseguitare, checchè ne dica, i cittadini e i
piccoli operatori commerciali, gli indifesi diciamo.
In questo modo e con i sistemi da tanti stigmatizzati per cui si arriva a
sequestrare a questi operatori minimi i mezzi di lavoro, gli strumenti di
lavoro, ed alle famiglie la casa , persino la prima casa, si deve sapere e
arrivare a capire, che nei fatti si sta depauperando lo Stato, 0vvero si sta
solo portando allo sfacelo un Paese.
Un vero professionista del recupero del credito non è quello che distrugge
il creditore, ma quello che sa coadiuvare chi in buona fede si trova in
difficoltà, a compiere il proprio dovere, questo per il semplice motivo che
si sta operando in nome e per conto dello Stato e non del Sig, tizio o caio,
e lo Stato non trova nessun giovamento dalla riduzione in povertà dei
cittadini ed ancor meno delle piccole ditte.
Sembra incomprensibile che colui che deve operare per il recupero di un
credito lo faccia nei modi meno indicati per ottenere che il recupero
avvenga, causando nei il mantenimento ad libitum di una mole enorme di
crediti che una migliore professionalità ed un animo ben disposto potrebbe
recuperare senza tampinare i poveracci per bazzeccole.
Se io addebito rate equivalenti al 5° dello stipendio ad uno dei tanti
fortunati percettori di uno stipendio da10000 euro al mese, costui
continuerà a vivere più che dignitosamente con 8000 euro al mese.
Lo stesso metro non si può usare per la massa degli Italiani che sappiamo
bene avere un reddito netto effettivo di 500,00/ 1.500,00 euro al mese, che
in caso di cessione del 5° gli permetterebbe di vivere con un netto di
400,00/ 1200,00 al mese, cifre che gettano evidentemente alla povertà o
quasi pensionati o addirittura intere famiglie, considerando che da queste
cifre dovrebbero essere asportate le bollette per utenze di acqua,
elettricità, gas, telefonia, e magari anche un affitto.
Lo Stato ha dei precisi doveri verso i suoi cittadini per i quali non può e
non deve prescindere da simili considerazioni. Equitalia riscuote per conto
dello Stato, dovrebbe averne coscienza, invece non ne troviamo traccia, ed è
grave.
La cosa sconvolgente per chi esamina dal punto di vista del tecnico il modus
operandi di questi signori, è che Equitalia e le sue Sorelle concedono
queste rateazioni come se stessero concedendo dei finanziamenti personali
con ammortamento alla francese, che non è previsto da alcuna legge italiana
, vale a dire che applicano la automatica capitalizzazione degli interessi
( ANATOCISMO NASCOSTO) allo scadere di ogni mese, per cui, ad esempio il
tasso nominale del 10,000% all'anno ( INPS ad esempio), diventa Tasso Annuo
Effettivo del 10,47131 % .
Altra anomalia nella rateazione è che queste società, usando un chiaro
sistema estorsivo degno di mafie e camorre, pretendono un pagamento iniziale
immediato per concedere la rateazione, costituito da una somma
misteriosamente calcolata su un debito incomprensibilmente almeno
raddoppiato rispetto a quello comunicato con documentazione dall'addetto
agli uffici, qualora il malcapitato debitore vi si rechi de visu per
informazioni. quali per esempio quelle necessarie per conoscere i termini
entro i quali presentare la domanda per ottenere le "agevolazioni".
Altro malcostume è quello di spedire quasi abitualmente la risposta di
concessione con 6/8 mesi di ritardo, mentre la "ratona" iniziale dovrebbe
essere costituita dall'ammonatre degli interessi di mora maturati sul
debito, dalla data della sua formazione finale alla data della concessione
della reateazione. In questo modo il contribuente in difficoltà che avesse
ottenuto la grazia di potere effettuare il pagamento in 72 rate da euro
250,00 , cifra che può ritenersi sopportabile per diverse famiglie, si trova
poi la sorpresina di dover versare in unica soluzione come prima rata e
quale condicio sine qua non per ottenere la rateazione ambita, un importo
pari a 2.500,00 euro.
E' intuibile per chiunque che il malcapitato si troverà nella disperazione e
nella necessità di ricercare danaro, difficile da avere da una Banca per chi
ha debiti, dovrà necessariamente ricorrere al mercato delle finanziarie, ben
più costoso, o peggio a quello degli usurai che stanno facendo affari d'oro
grazie a quese società di recupero crediti ed ai loro sistemi
particolarissimi.
Comunque questo meccanismo , visto da un punto di vista meramente contabile,
tecnico, ha delle conseguenze non di poco conto, niente affatto casuali o
innocenti che sfuggono al normale cittadino e spesso ai legali stessi ed ai
giudici :
Anzi tutto fa lievitare l' ISC ( Indice Sintetico di Costo), che rispecchia
la stessa formula per il calcolo del TEG di cui al punto C3) delle
Disposizioni della Banca d'Italia rivolte al solo Settore del Credito in
data 22 maggio 2009, emesse ai sensi dell'articolo 2 della legge 7.3. 1966,n
108, a valori di gran lunga superiori al Tasso Soglia di Usura. Anche questo
ultimo particolare a chi non è del mestiere dice poco, invece è
RILEVANTISSIMO:
Banca d'Italia ed INPS sanno perfettamente di che stiamo parlando.
Tali superamenti si allineano a livelli di ben 35/ 50 punti percentuali
oltre il tasso dichiarato, senza che sia indicato il termine TAN ( tasso
annuo nominale) che servirebbe ,forse, a fare capire al contribuente moroso
come tale rateazione è trattata dalla Equitalia e dalle sue società
scagnozze, cosa che mi appresto spiegarvi. Il meccanismo che viene usato è
quello che dovrebbero usare qualora al malcapitato avessero concesso invece
che il richiesto rimborso rateale di un debito consolidato ad ammortamento
semplice, da trattarsi quindi con una formula proporzionale, un
finanziamento ad INTERESSE COMPOSTO, così detto alla Francese.
Notate che al momento della erogazione di tale finanziamento, gli ENTI
IMPOSITORI per norma dovrebbero ricevere contestulmente le somme loro
spettanti a saldo dei loro crediti, mentre Equitalia o le Società del gruppo
Esattoriale fungerebbero da Banche con capitale proprio, essendo tutte delle
spa.
Nella realtà questo purtroppo non avviene e, come emerso anche recentemente
da numerosi articoli di comunicazione televisiva, radiofonica e via
internet:
Equitalia non eroga un bel nulla agli Enti impositori mentre di fatto
percepisce i rimborsi durante l'ammortamento, e trattiene queste cifre nelle
proprie casse, libera di investire detto danaro e di lucrarci sopra
ulteriormente . Alla fine , avvenuti i rimborsi dovrebbe decidersi a rendere
il dovuto agli Enti Impositori.
Conseguenze gravi derivano da questo meccanismo perverso, degno di
associazioni delinquere:
LE CARTELLE PAZZE
Molto spesso accade che, non avendo provveduto Equitalia a rendere il dovuto
agli Enti I mpostori, questi non possono contabilmente azzerare i propri
crediti, e quindi non possono annullare la segnalazione ad Equitalia e
consociate, le quali dal loro canto, nulla hanno fatto per comunicare l'avvenuto
pagamento, per cui, continuando a trovarsi le vecchie segnalazioni,
continuano a tartassare il medesimo contribuente due, tre e chi sa quante
altre volte, richiedendogli le somme magari già soddisfatte, e caricate da
ulteriori more.
Se badate bene, ciò avviene per lo più per somme di relativa entità, perchè
evidentemente si conta sul fatto che il contribuente, per reagire in
Commissione tributaria o in Tribunale correrebbe il rischio di pagare cifre
sproporzionate al debito, quindi pro bono pacis spesso paga, e poi come
ringraziamento si trova Equitalia che, fatto decorrere un po' di tempo
riprende lo stillicidio.
Questa vergogna viene minimizzata da Befera con frasi inadeguate del tipo "
abbiamo ereditato alcune disfunzioni" Senza commenti!
Federico Lippi
Responsabile della Delegazione Lazio Centro Nord di ADUSBEF
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