[Redditolavoro] Fw: teleperformance taranto
CobasSindacatodiClasse
cobasta at libero.it
Wed Jun 1 11:20:30 CEST 2011
nella giornata di ieri
le lavoratrici dello slai cobas per il sindacato di classe hanno diffuso
questo volantino alla teleperformance
il volantino sarà diffuso anche questa sera in piazza immacolata dalle 18 in
poi
Nessun licenziamento deve passare! Nessuna nuova riduzione di orario e
salari!
E' la vita delle lavoratrici, lavoratori, dei loro bambini che vale, non il
profitto!
Le false giustificazioni dell'azienda per scaricare la crisi sui lavoratori
I lavoratori, le lavoratrici, disoccupate dello Slai cobas per il sindacato
di classe sono al fianco delle lavoratrici e lavoratori di Teleperformance.
L'azienda piange crisi, chiede interventi del governo contro la concorrenza,
e per ulteriori e più lunghi sgravi, ecc., ma non dice che in tutti questi
anni ha fatto begli utili. Prima, facendo lavorare con contratti a progetto
in condizione di continuo ricatto occupazionale e di iperstress; poi, dal
2007 ottenendo sgravi e contributi sia dal governo che dalla Regione - pur
quando, non rispettando gli impegni, ha continuato ad assumere tanti
lavoratori a progetto.
L'azienda dichiara che quando fu costretta a stabilizzare perse 900mila
euro, ma non dichiara quanto ne aveva guadagnato prima tenendo i lavoratori
a progetto.
Anzi dice addirittura che "in Italia non ha mai prodotto utili" e avrebbe
messo di tasca propria "le risorse per pagare gli stipendi e andare avanti".
Avrebbe, quindi, fatto beneficenza?
Nessuno può "giustificare" una multinazionale che taglia in Italia, ma, come
tutti i capitalisti, allarga le attività all'estero in paesi (Albania,
Grecia, Portogallo) dove può ridurre al massimo il costo del lavoro e i
diritti dei lavoratori. E Ghetti - amministratore di TP - può dichiarare
tranquillamente: "è normale per un'azienda cercare condizioni migliori per
stare sul mercato". E nessuno gli dice che i lavoratori invece non possono
trovare "sul mercato" altri posti di lavoro.
Né si può avallare l'altra giustificazione della azienda circa la questione
della "concorrenza". L'azienda dice: "o tutti stabilizzano i lavoratori
oppure il prezzo da pagare per chi rispetta la normativa è il licenziamento
dei dipendenti". Ma questo ragionamento è inaccettabile e ha tutto il sapore
di un ricatto, della serie "se io devo seguire le leggi, allora licenzio".
Ma anche sul problema degli altri concorrenti è bene riportare le cose con i
piedi per terra: "sul territorio Jonico - scrive il Corriere della sera del
18 maggio - esistono 19 microaziende, agili, leggere, un po' sommerse che
fanno concorrenza al pachiderma Teleperformance. Trecento addetti ingaggiati
a progetto e semiprecari (che si accontentano di 4-500 euro al mese)
fronteggiano i duemila stabilizzati della multinazionale francese. Questi
piccoli call center si accontentano di acquisire piccoli clienti.". Quindi,
fermo restando che per i lavoratori che operano in questi call center in
condizioni di superlavoro, sottosalario e senza contratto è giusto chiedere
l'intervento degli Enti statali per imporre il rispetto di norme e
contratti, è però, assurdo che TP metta sullo stesso piano sé stessa,
multinazionale, e questi call center banditi: è come il fastidio che può
dare una mosca ad un elefante. Ma siamo seri!
Così, siamo chiari sulla questione del "massimo ribasso"! Noi denunciamo da
anni su vari appalti la questione del "massimo ribasso" che vede unite
aziende, governo, istituzioni e il fatto soprattutto che il massimo ribasso
delle aziende viene pagato sempre dai lavoratori con condizioni di lavoro e
salario al "massimo ribasso", ma Teleperformance non può fare la
innocentina, la rispettosa delle regole solo quando viene penalizzata, e
invece usare la stessa politica del "massimo ribasso" appena la può fare in
Italia, come all'estero.
In tutto questo chi ci perde sono solo le lavoratrici, i lavoratori che
vedono messo di nuovo a rischio il loro futuro e quello dei loro bambini.
Occorre in questa battaglia una autonomia di linea e di lotta, non
mischiando i seri interessi dei lavoratori con quelli aziendali né con
quelli di rappresentanti di partiti e istituzioni il cui sostegno ai
lavoratori a volte non è genuino. Vari partiti, parlamentari di Taranto,
hanno fatto di TP negli anni un bacino di voti, concordando con l'azienda
addirittura assemblee in fabbrica per fare propaganda elettorale. E oggi
stanno a giustificare l'azienda, a farsi portavoce delle sue denunce e
richieste.
Nessun licenziamento deve passare! Nessuna nuova riduzione di orario e
salari!
I lavoratori, lavoratrici, disoccupate dello SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI
CLASSE
TARANTO v. Rintone, 22 - cobasta at libero.it - 3475301704
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