[Redditolavoro] Fw: Fermare i violenti in divisa - Libertà imm ediata per gli attivisti fermati

procomta ro.red at libero.it
Mon Jul 4 19:27:06 CEST 2011


Fermare i violenti in divisa - Libertà imm ediata per gli attivisti fermati


*Torture e violenze in val Susa. *

Fermare i violenti in divisa
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Libertà immediata per gli attivisti fermati
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Chi ha guardato il telegiornali (tutti, nessuno escluso) della
straordinaria
giornata di lotta in val Susa non ha potuto sapere nulla. Se non la
versione
dei comandi dei carabinieri, della finanza, della polizia.
Chi ha visto i tiggi non ha saputo che tre nostri fratelli sono stati
aggrediti, picchiati, feriti gravemente e sottoposti a torture.
Jacopo, giovane studente veneziano di 19 anni, è tuttora in ospedale con
traumi gravissimi ed in condizioni molto serie. Il poliziotto che gli ha
sparato con una granata lacrimogena da guerra sparata ad alzo zero ha
sparato
volontariamente e sapendo di poter uccidere.
Fabiano, del Centro sociale TPO ed attivista per la giustizia ambientale e
sociale -non “un pregiudicato” come riportati dai lanci di agenzia- è stato
ferito gravemente riportando traumi lacero-contusi al capo, il setto nasale
fratturato ed ha una mano fratturata.
Agli arrestati è stato riservato un trattamento violento con botte e con
privazione delle cure mediche. Chi lo ha fatto è un torturatore in concorso
con altri, che vestono la stessa divisa.
Gianluca, attivista del Centro sociale Rivolta è stato fermato e
trasportato
in ospedale per le botte ricevute.
A distanza di 10 anni da Bolzaneto, le pratiche dei reparti mobili italiani
non sono cambiate per nulla.
Noi stiamo con Fabiano, con Iacopo, con Gianluca e staremo con loro per
denunciare quello che hanno subito, per ottenere giustizia e facciamo
appello
ai giornalisti che non hanno smesso di pensare affinchè diano spazio e
visibilità alle denunce che presenteremo.
Chi si dissocia da “comportamenti violenti” si rivolga al Ministro Maroni e
reclami le sue dimissioni, invece di confondersi nel gioco di
distinzione tra
manifestanti buoni e cattivi.
Ribellarsi ha significato costruire una giornata di indignazione generale,
enorme e non ignorabile con un assedio di massa di decine di migliaia di
persone che hanno bloccato i cantieri accogliendo l'appello dei comitati no
tav.
Noi eravamo a Chiomonte ed in Val Susa. E siamo felici di esserci stati.
Perchè, né Cota né Fassino possono fermare il vento che è cambiato.
Tutti liberi! Liberi tutti!
*Centro sociale TPO (Bologna), Centro sociale Rivolta (Venezia)*
*il desk di globalproject.info*

Tpo

Via Casarini 17/4

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