[Redditolavoro] I: Lettere dal carcere: LA MORTE TI RENDE LIBERO
cobasta at libero.it
cobasta at libero.it
Sat Jul 2 08:51:45 CEST 2011
----Messaggio originale----
Da: spartacok at alice.it
Data: 01/07/2011 22.37
A: "neurogreen"<neurogreen at liste.comodino.org>
Ogg: Lettere dal carcere: LA MORTE TI RENDE LIBERO
BODY {
MARGIN-TOP: 25px; BACKGROUND-REPEAT: repeat; FONT-FAMILY: Tahoma; BACKGROUND-POSITION: left top; COLOR: #415432; MARGIN-LEFT: 25px; FONT-SIZE: 10pt
}
-->
La morte
ti rende libero
“Non temo le
cattiverie dei malvagi, temo piuttosto il silenzio dei giusti” (Martin Luther
King)
Dalla Rassegna Stampa di Ristretti
Orizzonti:
Bari, 27 giugno. D.S., persona detenuta di 28 anni, si è
impiccato nel pomeriggio ll’interno del bagno della sua
cella
Teramo, 30 giugno : detenuto
di 31 anni si impicca in
cella; è il trentesimo suicidio del 2011 nelle carceri italiane
Uccidersi non è facile, ma vivere nelle patrie galere italiane è ancora
più difficile. Per questo nelle carceri italiani si continua a morire.
E
nessuno fa nulla.
Nelle
carceri italiani c'è una vera e propria guerra fra la vita e la morte, ma i mass
media preferiscono occuparsi delle guerre degli altri paesi.
Ai
nostri governanti i suicidi in carcere fanno paura per questo cercano di
nasconderli. L'Assassino dei Sogni (come chiamo io il carcere) non vuole che
fuori si sappia che suoi prigionieri hanno più paura di vivere che di morire.
Più
nessuno parla e scrive del perché
in carcere sono così in tanti a togliersi la vita.
L'Italia spreca lacrime di coccodrillo
per la pena di morte negli altri paesi, invece i
suoi prigionieri li mura
vivi senza la compassione di ammazzarli prima, perché vuole che i
detenuti abbiano il
coraggio di ammazzarsi da soli.
I
nostri governanti dovrebbero sapere che per rimanere in vita bisogna amare la
vita, ma come si può amarla chiusi in una cella di cemento e ferro, giorno dopo
giorno, notte dopo notte, un anno appresso all'altro a vegetare?
I
nostri politici dovrebbero sapere che in carcere in Italia si muore in tanti
modi: di malattia, di solitudine, di sofferenza, di malinconia, di ottusa
burocrazia e d'illegale legalità.
E poi
si muore perché per alcuni detenuti vivere nelle galere italiane è diventato un
lusso che molti non si possono più
permettere.
Per
questo ammazzarsi diventa una vera e propria necessità.
E
questa non è una libera scelta, come alcuni cinici di turno potrebbero pensare,
ma è una legittima difesa contro la sofferenza e l'emarginazione.
La
verità è che ormai in carcere in Italia t'impediscono di vivere, per questo
alcuni detenuti decidono di non vivere più.
Come
dargli torto?
Io
spero sempre che in carcere nessuno
si tolga la vita, ma non mi sento di condannare chi non ha il coraggio di vivere
come un animale in gabbia.
Ricordo
che chi in carcere si ammazza non desidera proprio farlo, piuttosto vuole solo
protestare per attirare l'attenzione su di se.
E che
ci si uccide soprattutto per le restrizioni sociali e affettive.
Proporzionalmente al “fuori”, in carcere si muore di più non solo perché ci si toglie la vita da
soli, si muore più spesso
semplicemente perché si è dimenticati
dalla società, o non si viene curati bene.
La figlia di un uomo ombra,
di un ergastolano che è morto qualche giorno fa, ha scritto a un nostro
compagno:
-Mio padre è mancato con
l’unica consolazione di morire accanto ai suoi figli. Nei pochissimi giorni
trascorsi insieme mio padre raccontava sempre di voi tutti. Gli ho promesso che
vi avrei scritto per avvisarvi, eravate per lui la seconda famiglia. Lui era
molto malato, solo nel carcere di Parma dopo un’ infinità di istanze hanno
scoperto che era affetto dì carcinoma polmonare in metastasi con la
complicazione di diverse infezioni, una di quelle era l’enfisema polmonare, non
ha fatto una lunga agonia è crollato di colpo, in due giorni se ne andato per
sempre.
Quando
qualcuno muore di carcere, in carcere o fuori, il caso non
esiste.
L’Assassino dei Sogni è una fabbrica di
morti.
Intanto
fuori i “buoni” continuano a fare i “buoni” lasciando che le carceri italiane si
trasformino in lager.
Buona
morte ai "cattivi" che decidono di
togliersi la vita perché dimenticati dalla società. E buona vita ai "buoni" e
agli ignavi che non fanno nulla per
evitarlo.
Carmelo
Musumeci
Carcere
Spoleto, 30 giugno 2011
"PERCORSI
SBARRATI-" Video sull'ergastolo ostativo, prodotto dagli
ergastolani:
http://www.youtube.com/watch?v=pZnUuSfe7Yg
Questa mail list è stata creata per dare voce ai condannati
all’ergastolo ostativo, quello senza nessun beneficio, senza mai un giorno
di permesso: anni e anni, decenni, senza mai un giorno fuori dal
carcere, senza mai un Natale in famiglia, senza mai un abbraccio libero
con i propri cari. Tutto questo per reati commessi anche 20-30-
40 anni prima.
Le
persone condannate all’ergastolo ostativo, anche quando scontato 20-30
anni di reclusione e hanno realizzato una radicale trasformazione interiore,
NON POTRANNO USCIRE VERAMENTE MAI DAL CARCERE e, dunque, viene a morire il
fine educativo della pena (Art. 27 della nostra Costituzione “Le pene devono
tendere alla rieducazione del condannato”)
Nessuno è colpevole per
sempre.
Tutto quello che leggerete
proviene direttamente da loro: noi siamo il loro tramite, la loro
voce che esce fuori, perchè internet e posta elettronica in
carcere non sono ammessi.
www.urladalsilenzio.wordpress.com
-------------- next part --------------
An HTML attachment was scrubbed...
URL: <http://lists.ecn.org/pipermail/redditolavoro/attachments/20110702/51ad6f0f/attachment-0001.htm>
More information about the Redditolavoro
mailing list