[Redditolavoro] Fw: processo thyssenkrupp: udienza del 25 gennaio
bastamortesullavoro@domeus.it
cobasta at libero.it
Wed Jan 26 07:14:09 CET 2011
PROCESSO THYSSENKRUPP: UDIENZA DEL 25 GENNAIO
(ricevo ed inoltro, per gentile concessione di Elena di Agenda Rossa)
ore 9,35 entra la corte.
In aula tutti gli avvocati della Difesa: Zaccone, Anglesio, Coppi, Audisio,
Garaventa, gli avvocati della parte Civile, il pubblico Ministero è
rappresentato dai PM Laura Longo e Francesca Traverso.
Il presidente esordisce con una raccomandazione ai familiari e ai superstiti
presenti in aula. Pur comprendendo che, molto probabilmente, le affermazioni
della Difesa potrebbero suscitare animosità, li richiama ad un comportamento
corretto, e, se non in grado di esercitarlo, di uscire dall'aula
permettendo lo svolgimento del processo.
Inizia l'avvocato Franco Coppi in qualità di difensore del principale
imputato: l'amministratore Delegato Herald Espenhahn, e lo fa, diamo a
Cesare quel che è di Cesare, cercando di calmare gli animi, dicendo che si
rende conto di difendere una causa impopolare... che si rende conto del
dolore dei familiari delle vittime... e che, sia lui che i suoi colleghi,
sentono il ''peso anche fisico'' della grande impopolarità, che questo
processo reca loro. Ricorda che hanno subito offese... che sono stati
chiamati ''servi'' e che sono stati costretti prima di entrare in tribunale
a ritirare dei volantini che li definivano ''mercenari degli stragisti''.
Ribadisce che se fosse stato parente delle vittime, forse avrebbe reagito
anche peggio, ma ricorda che lui, come i suoi colleghi, sono avvocati e che
fanno il loro dovere nè più nè meno dei Pubblici Ministeri! Prestano il loro
contributo affinchè la legge venga applicata! Ricorda che in questa sede
vale solo la legge e che assieme alla corte faranno in modo che la legge
venga applicata!
Nei confronti dell'imputato Espenhahn l'accusa è di omicidio volontario.
Ricorda che il PM ha dimostrato che l'imputato non ha agito volontariamente
ma che ha agito accettando il rischio di quel che ''avrebbe'' potuto
succedere, quindi non dolo intenzionale ma dolo eventuale.
Cosa è il dolo eventuale sul piano normativo? Il nostro codice NON prevede
dolo eventuale ma solo dolo intenzionale ... Parla di colpa cosciente e la
paragona al lanciatore di coltelli e alla sua partner. Porta in esempio il
lanciatore di coltelli, che è bravissimo, ma va da sè che un rischio c'è...
ma con questo non è detto che lui sia un omicida. Altro esempio quello del
Chirurgo inesperto che deve fare un intervento... non può tirarsi indietro
deve farlo, pur mettendo sul piatto della bilancia la sua inesperienza...
pur senza voler uccidere nessuno ma accettando i rischi... quindi sostiene
che per condannare qualcuno a dolo eventuale - ammesso che possa essere
possibile - in quanto non esistente nella normativa attuale - non basta il
sospetto ma ci vuole qualche cosa di più.
Sostiene che si potrebbe accusare di dolo eventuale solo se si avesse la
sicurezza che l'imputato, pur sapendo che i risultati della sua condotta
avrebbero causato la morte di 7 persone, avrebbe fatto le stesse cose che ha
scelto di fare! Quindi so che moriranno ma lo faccio lo stesso! Insiste sul
fatto che il dolo non deve essere ingigantito per provare una colpa che non
si può provare.
Non vuole che la corte consideri il dolo eventuale come una scorciatoia
visto che non si riesce a provare il dolo diretto. Bisogna capire se
l'imputato è un assassino. In fondo era sempre stato attento alla salute dei
suoi dipendenti, alla sicurezza dei lavoratori... solo a Torino rinuncia a
tutto ciò? Fingiamo di credere che tutti i guai che c'erano alla Thyssen
fossero tali da portare alla morte... fa di Espenhahn un assassino o si è
solo sbagliato nella valutazione?
Continua dicendo che non possiamo entrare nell'animo delle persone ma che
dobbiamo avere dei criteri di valutazione. Chiede quindi se è possibile che
l'imputato si sia seduto al tavolino e abbia deciso di scegliere tra il
fattore economico e la salvguardia delle persone fisiche? (n.d.r. ovviamente
l'imputato non è presente... perchè a questa domanda mi sarebbe piaciuto
guardarlo in faccia). Per ultimo dice che l'imputato non era a conoscenza
dello stato dello stabilimento in quanto era parecchio tempo che non andava
a controllare.
Quindi non possono essere a lui imputati i reati di omicidio e incendio!
ore 12.00 Avvocato Zaccone
e qui per me il problema è enorme perchè questo signore sguazza nelle norme
e nei cavilli... cercare di tirare le fila di quel che dice non è uno
scherzo! Sembra l'azzeccagarbugli... comunque mi è parso di capire -
prendete con le molle quanto segue - in questo processo si contesta lo
stesso fatto per due volte in modo diverso omicidio colposo e omicidio
doloso. Parla di esclusione di concorso di reati nello stesso processo
portando l'esempio di una rapina a cui viene contestato il furto.
Il reato di omicidio colposo è solo l'omessa segnalazione di norme di
sicurezza... Quindi il fatto contestato non costituisce omicidio colposo ma
è solo responsabilità dell'Ente di Vigilanza di non aver attuato in pieno il
modello previsto da Confindustria in materia di sicurezza.
Era stata prevista l'attuazione delle modifiche per l'adeguamento della
legge 237 e mancava solo la firma dell'approvazione prevista a dicembre.
Quindi l'imputato aveva delegato il comitato di vigilanza per il controllo
della sicurezza. Controlli che erano stati approvati sulla carta e che
aspettavano di essere attuativi a dicembre.
In questo caso la società deve rispondere per i reati commessi dai suoi
dirigenti (Comitato di vigilanza) ma non si parla di omicidio colposo ma
solo di inosservanza delle regole. Bisogna capire quindi, se stiamo parlando
di responsabilità penale o amministrativa. Qui parla di Diritto Penale
Nucleare, dove pare esserci una convergenza di responsabilità. Se la persona
fisica è anche nell'organismo di controllo si ha in questo caso un' unione
di responsabilità e non si piò triplicare la pena per un fatto unico.
Quindi è necessario stabilire se parliamo di ''penale'' o
''amministrativo''.
Avv. Nicoletta Garaventa
Si occupa delle sanzioni che trova troppo onerose nei confronti
dell'azienda. Si chiede se la somma di 1.5 Mio di euro non sia troppo alta
visto che l'azienda ha già risarcito i parenti delle vittime.
Ricorda che le sanzioni interdittive richieste non si dovrebbero applicare
immediatamente ma dovrebbero essere valutate... Ricorda inoltre che le
ricadute di tali sanzioni potrebbero essere spaventose per la società e per
i dipendenti, ribadisce che i lavoratori di Terni sono preoccupati ...
chiede quindi che non vengano pubblicate le sentenze sui giornali di
tiratura internazionale, che causando una pessima pubblicità... potrebbero
mettere in crisi posti di lavoro (mamma mia poveri giudici... n.r.d.)
Ricorda che la somma di 800.000 euro di cui si chiede la confisca , pari al
risparmio fatto dalla Thyssen per l'inadempienza alle norme di sicurezza, è
una richiesta di pura fantasia... Sostiene che è impossibile determinare il
profitto nei reati colposi! Chiede quindi che la corte, in via subordinata,
voglia tenere conto delle sanzioni nella misura più bassa prevista dalla
legge, che voglia evitare la pubblicazione delle sentenze su testate a
tiratura internazionale e che non venga applicata la confisca di 800.000
euro.Torino, 25 gennaio 2011
Stefano Ghio - Rete sicurezza Torino
__________ Informazione NOD32 5818 (20110125) __________
Questo messaggio � stato controllato dal Sistema Antivirus NOD32
http://www.nod32.it
More information about the Redditolavoro
mailing list