[Redditolavoro] 2011. Un anno di guerra ai poveri, un anno di resistenza popolare

matilde matilde at inventati.org
Mon Dec 26 10:28:09 CET 2011


non ho capito come si fa a lasciare dei commenti ai post. Molto equilibrato 
e interessante il ragionamento su post fordismo, salvaguardia dei territori 
(in senso negativo, come mantenimento status quo), con il rischio di finire 
sempre più verso l'arte di arrangiarsi (questo lo dico io).
E ho sentito anche Cremaschi. Ma nessuno risponde ad alcuni dubbi che mi 
assillano e sono di carattere molto pratico.

Poniamo che io questa mattina mi sia svegliata con un'idea luminosa per un 
business, stanca di fare la dipendente di un padrone ignorante e prepotente. 
Vado in azienda, lo insulto, mi licenzia, concordiamo e con una certa somma 
avvio la mia piccola impresa. Ho bisogno di alcuni collaboratori e voglio 
metterli in regola: ne assumo 15. Gli affari vanno benissimo e decido di 
assumerne altri 5.
Una mattina un compaesano si sveglia con un'idea più luminosa della mia. 
Decide di aprire la sua azienda e questa fa concorrenza alla mia. Calano i 
miei guadagni e sono costretto a licenziare almeno i 5 che superavano i 15. 
Intanto è stata approvata una legge che fornisce molte più garanzie di prima 
ai dipendenti estromessi per motivi economici e se provvedo io a tanti anni 
di ammortizzatori e ricollocamento devo togliere ai 15 dipendenti rimasti 
metà stipendio. Come ne esco?

Vi prego di chiarirmelo.
Grazie e buon anno
Laura


----- Original Message ----- 
From: "Federazione Anarchica Torinese" <fat a inrete.it>
To: <redditolavoro a ecn.org>
Sent: Sunday, December 25, 2011 10:53 PM
Subject: [Redditolavoro] 2011. Un anno di guerra ai poveri,un anno di 
resistenza popolare


2011. Un anno di guerra ai poveri, un anno di resistenza popolare

Il 2011 è un anno difficile da archiviare.
Anarres, nell'ultima trasmissione dell'anno, ha voluto tentare un primo
bilancio, proponendo approfondimenti su alcuni dei tanti fronti di lotta
politica e sociale che hanno segnato gli ultimi 12 mesi.
Il 2011 è stato l'anno delle primavere arabe e dell'autunno di sangue e
integralismo che le ha seguite.
L'anno della crisi e del cambio di governo in Italia - dove tutto doveva
cambiare perché nulla mutasse davvero.
L'anno di Marchionne, l'uomo forte che ha imposto la fine dei contratti
collettivi a Mirafiori, piegando l'ultimo bastione di resistenza operaia,
in una delle sue roccaforti storiche.
L'anno del decennale della guerra in Afganistan, dove l'Italia resta in
prima fila; l'anno che l'Italia - per festeggiare i 100 anni dalla prima
guerra per la Libia - ne ha fatta un'altra per non perdere del tutto il
controllo sull'ex colonia.
L'anno delle tendopoli per i "clandestini" e del prolungamento della
detenzione nei CIE sino a 18 mesi.
L'anno della resistenza No Tav.
Guerra, polizia, controllo sociale, galera sono la musica di sottofondo
che, più forte che mai, ha segnato questo 2011.
A noi tutti l'impegno affinché il 2012 non sia peggiore.

Ascolta:
http://radioblackout.org/2011/12/2011-un-anno-di-guerra-ai-poveri-un-anno-di-resistenza-popolare/

Francesco Carlizza su crisi, finanziarizzazione dell'economia, guerra ai
poveri

Marco Rossi sulle avventure di guerra dell'Italia in Afganistan

L'approfondimento curato da Maria Matteo sulla resistenza No Tav

L'intervento di Alberto La Via sul fronte dell'immigrazione

Salvo Vaccaro a proposito di primavere arabe, crisi globale e strategie di
lotta

Anarres - ogni domenica - ore 13/15 - sulle libere frequenze di radio
Blackout 205,250 - anche in streaming http://radioblackout.org/streaming/


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