[Redditolavoro] taranto Miroglio ritira la mobilità

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Fri Dec 23 15:08:17 CET 2011


il 17 prossimo al ministero del lavoro  per definire i nuovi termini della 
cigs , che sarà richiesta fino alla sottoscrizione presso il Ministero per 
lo sviluppo economico nell'ultima settimana di gennaio  dell' intesa con i 
due gruppi industriali subentranti Marcolana e Barbero
 si tratta di un risultato parziale, a gennaio si vedrà


La situazione di questi operai è per certi versi simile a quella delle
operaie Omsa, degli operai Fiat di Termini Imerese, ecc.
Una grande azienda internazionale di Alba (Cuneo), di abbigliamento e
tessuti, con un fatturato di mille milioni di euro, con 12mila dipendenti,
presente in 36 paesi, tra i quali Grecia, Tunisia, Egitto, ma anche Turchia,
Russia e recentemente Bulgaria, con 340 negozi in Italia e 160 all'estero,
che produce marchi famosi come Elena Mirò, Krizia, Moschino, Motivi, ecc.,
che arriva nel sud, con le istituzioni che le stendono tappeti d'oro e danno
finanziamenti, deroghe a leggi per la costruzione su terreni agricoli
(diventati da un giorno all'altro edificabili con decreto regionale) e a
contratti con l'accordo dei sindacati confederali, e che dopo aver sfruttato
il possibile, pagando anche a sottosalari (soprattutto alle donne) chiude i
due stabilimenti in provincia di Taranto, butta fuori gli operai e va 
all'estero
dove può fare più profitti per i bassi costi del lavoro.
Un'azienda che dovrebbe essere come minimo sanzionata e a cui uno Stato
minimamente legale dovrebbe chiedere la restituzione di tutti i
finanziamenti, il suo padrone riceve invece dal Presidente della Repubblica
l'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce, "un attestato concesso a coloro
che nel corso della loro vita e della loro carriera professionale si sono
distinti per i valori, per l'etica e per la rilevanza sociale delle
operazioni condotte"; mentre nel 2007, in occasione della "Festa della
 donna", Elena Miroglio viene insignita del titolo di Cavaliere della
Repubblica per il "contributo dato dal marchio Elena Mirò e dall'azienda al
fine di "emancipare le donne." (parole di Giorgio Napolitano) - questa
azienda che quando venne a Taranto dichiarò che per le donne 800mila lire
andavano più che bene visto che per loro il lavoro era un di più.

Ieri durante la manifestazione abbiamo intervistato alcuni operai della
Miroglio che ci hanno detto:

"La situazione è precipitata nelle ultime settimane perché l'azienda ha
aperto la mobilità per tutti e 225 lavoratori. Questo ci ha lasciato
sorpresi visto che il 21 settembre in Regione vi è stata la discussione
sulle due proposte in campo di riconversione degli stabilimenti di Miroglio,
una del gruppo Barbera di Alba settore alimentare e l'altra dell'azienda
tessile Marcolana di Prato, e attendevamo l'incontro con il Ministero dello
Sviluppo Economico.
Invece dell'incontro, abbiamo avuto il 21 novembre l'apertura della
procedura di mobilità. E' il terzo anno che stiamo in cassintegrazione e
questa scade il 31 dicembre.
Nelle settimane scorse volevano prolungare la cassintegrazione in deroga di
3 mesi, ma noi abbiamo rifiutato. Per 3 giorni, da lunedì a mercoledì
scorso, siamo stati sul tetto dei capannoni dello stabilimento di Ginosa, il
14 dicembre c'è stato un incontro in Prefettura - dove noi abbiamo calato un
lungo striscione. Il risultato dell'incontro in Prefettura è un tavolo
congiunto il 22 dicembre tra Ministero dello Sviluppo Economico e Ministero
del lavoro, con la presenza di tutto il territorio, di Miroglio e dei 2
gruppi di interesse.
Miroglio ha chiuso lo stabilimento di Ginoisa, dopo quello di Castellaneta,
perché ora ha cambiato strategia, ha stabilito rapporti con la Cina e ha
aperto uno stabilimento in Bulgaria, benché qui sta avendo problemi sulla
qualità del prodotto.
La Miroglio ha sfruttato fondi pubblici, la Legge 181, ha avuto un
finanziamento di 160 miliardi a fondo perduto, ha fatto elevati guadagni;
nonostante tutto questo non ha rispettato gli impegni ad assumere 500 operai
e invece ha chiuso e buttato in mezzo ad una strada noi.
Se nell'incontro a Roma del 22 dicembre non vi sarà la riconversione dei due
stabilimenti con l'assunzione di tutti i 225 operai e operaie, andremo a
portare la protesta direttamente alla sede del Gruppo Miroglio ad Alba.
Sui sindacati confederali, quelli territoriali vanno meglio, ma vi sono
grosse difficoltà con quelli nazionali".

Nell'intervento che lo Slai cobas ha fatto dal palco improvvisato della
manifestazione di sabato, ha espresso la sua solidarietà agli operai e
operaie di Miroglio e la sua disponibilità ad essere a loro fianco, se dopo
l'incontro a Roma non vi sono risultati certi per il lavoro a tutti.

Slai cobas per il sindacato di classe - Taranto



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